Scrive Giuda Tommaso Didimo nel ventinovesimo paragrafo:
Gesù disse: "Se la carne pervenne all'esistenza per motivo dello spirito, è una meraviglia. Se lo spirito è pervenuto all'esistenza per motivo del corpo, è una meraviglia delle meraviglie, ma io mi stupisco che una tale ricchezza abbia preso dimora in questa povertà".
La carne pervenne all'esistenza per motivo dello spirito?
Questa è la domanda che si fa il Gesù di Tommaso Didimo. Se ciò fosse vero, dice, sarebbe una meraviglia. Poi continua chiedendosi: e se invece fosse il contrario? E se fosse lo spirito prodotto dalla carne, dal corpo? E il Gesù di Tommaso Didimo conclude dicendo che lui si stupisce che una tale ricchezza [ricchezza della carne o dello spirito?] abbia preso dimora in questa povertà [povertà della carne o povertà dello spirito?].
L'interpretazione non è così scontata. Nei vangeli cristiani si parla di "poveri di spirito" (Matteo 5, 3), cioè di "imbecilli", "ingenui" che comunque abitano la ricchezza di un corpo umano. Come può un corpo dimorare in una tale povertà di spirito?
Ovviamente, partendo dalla metafisica platonica sembra che l'anima abiti il corpo, ma non si è mai visto un'anima senza un corpo mentre si sono sempre visti corpi che esprimevano le proprie sensazioni, percezioni e emozioni la cui manifestazione è attribuita alla presenza dell'anima.
Nei vangeli dei cristiani questo dubbio non esiste. Per un cristiano, attribuire questo dubbio a Gesù, la sapienza incarnata per volontà di Dio, suonerebbe come bestemmia.
Marghera, 24 marzo 2022
NOTA:
Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, viene riscritto assumendo un diverso punto di vista in relazione ai vangeli cristiani.
Marghera 30 novembre 2021
La Religione Pagana e il Male Assoluto
