Scrive Giuda Tommaso Didimo nel trentottesimo paragrafo:
Gesù disse: "Molte volte avete desiderato ascoltare queste parole che vi dico, e non avete alcun altro dal quale ascoltarle. Giorni verranno nei quali mi cercherete e non mi troverete".
Tommaso Didimo non sfugge dall'anteporre la persona, Gesù, a quanto la persona Gesù potrebbe dire.
La centralità della persona, rispetto alle cose da comunicare, è la caratteristica dei vangeli che va più volte sottolineata. "Io sono la verità!" dice Gesù. La verità non è quello che io vi dico, ma la verità è la mia persona.
Io sono l'autorità indipendentemente da quanto vi dico. Qualunque stupidaggine io possa dire, dice Gesù, è una stupidaggine detta da me, che sono la verità, e dunque è verità in sé.
Se gli astanti desiderassero sentire quelle parole è perché quelle parole sono conosciute dagli astanti stessi. Gesù ripete cose che tutti sanno e in quel modo non entra in conflitto, ma porta a casa l'approvazione in quanto, quello che dice non ha nulla di diverso da quanto gli ascoltatori si attendono di sentire.
Ci saranno giorni, facile profezia, in cui cercherete le parole che confermano voi stessi nella mia persona, ma voi non troverete quelle parole perché non troverete la mia persona. Di queste frasi si trova un accenno nel vangelo di Giovanni dei cristiani. Giovanni nel suo vangelo cancella la prima frase di Tommaso Didimo in quanto deve sparire dal vangelo di Giovanni le parole proferite da Gesù. Deve sparire perché è più difficile inventarsi una struttura di pensiero da attribuire a Gesù che spacciare Gesù come conoscenza assoluta che non trasmette conoscenza, ma la millanta in quanto "figlio del Dio Padrone".
Scrive Giovanni nel suo vangelo:
Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: "Il Cristo, quando verrà, potrà fare segni più grandi di quelli che ha fatto costui?".
I farisei intanto udirono che la gente sussurrava queste cose di lui e perciò i sommi sacerdoti e i farisei mandarono delle guardie per arrestarlo. Gesù disse: "Per poco tempo ancora rimango con voi, poi vado da colui che mi ha mandato. Voi mi cercherete, e non mi troverete; e dove sono io, voi non potrete venire". Dissero dunque tra loro i Giudei: "Dove mai sta per andare costui, che noi non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci e ammaestrerà i Greci? Che discorso è questo che ha fatto: Mi cercherete e non mi troverete e dove sono io voi non potrete venire?".
Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: "Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno". Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.
Vangelo di Giovanni 7, 31-39
Giovanni inizia la sua costruzione facendo credere che i farisei, i puri, avessero invidia di Gesù in quanto persona Gesù che "fa i segni" e che, attraverso i "segni", dimostrerebbe la sua "divinità". Giovanni pone l'accento sulla persona, non su ciò che la persona dice. D'altro canto, i farisei avrebbero fatto presto a contrapporre idee diverse a quelle manifestate, eventualmente, da Gesù. E non solo i farisei, ma anche ogni cultore religioso o di filosofia ai tempi di Giovanni.
Dopo di che segue quella che Giovanni vorrebbe far passare come "profezia" fatta da Gesù scrivendo, circa 200 anni dopo i fatti che narra, inserendo la frase di Tommaso Didimo e sostanziando il concetto espresso da Tommaso Didimo:
" Giorni verranno nei quali mi cercherete e non mi troverete"
Frase che Giovanni contestualizza in una sorta di profezia che prelude all'"ascesa al cielo" o alla "dipartita" di Gesù in luoghi dove gli altri, i suoi seguaci, non possono andare e, pertanto, come scrive Tommaso Didimo, non potranno più sentire le parole che avrebbero voluto sentire.
Se in Tommaso Didimo si parla genericamente di "desiderio di ascoltare le parole", in Giovanni, Gesù pronuncia le parole dicendo:
"Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno"
Queste sarebbero le parole che le persone "avrebbero voluto sentirsi dire".
E' la persona che genera il liquido che va bevuto perché "fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno",
Se cercherete nei vangeli parole che portano alla conoscenza o a segreti "misterici", non ne troverete. Gesù chiede di essere adorato in quanto persona, direi carnalmente, non ha conoscenza da trasmettere e non gli frega nulla di trasmettere conoscenza in quanto la conoscenza non serve ai suoi seguaci che devono esclusivamente mettersi in ginocchio davanti alla gloria di Gesù in quanto figlio di Dio.
I vangeli sono questo, un lungo esercizio con cui sottomettere le persone ad una persona inventata nella quale si identifica l'autorità che pretende la sottomissione degli uomini a sé stessa in quanto autorità.
I vangeli sono molto materialisti: chiedono di possedere le persone in nome di Dio.
Marghera 19 ottobre 2022
NOTA:
Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, viene riscritto assumendo un diverso punto di vista in relazione ai vangeli cristiani.
Marghera 30 novembre 2021
La Religione Pagana e il Male Assoluto
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Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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