Il vangelo di Tommaso Didimo
Gesù dice che i Farisei e gli Scribi
hanno preso le chiavi della conoscenza
e non lasciano entrare

Neoplatonismo, messianesimo e volontà d'esistenza - Quarantaduesima parte

di Claudio Simeoni

Indice Vangelo Tommaso Didimo

Scrive Giuda Tommaso Didimo nel trentanovesimo paragrafo:

Gesù disse: "I Farisei e gli Scribi hanno preso le chiavi della conoscenza e le hanno nascoste. Essi non sono entrati e non hanno lasciato entrare quelli che lo volevano. Voi, però, siate prudenti come serpenti e semplici come colombe".

C'è una conoscenza?

In che cosa consiste la conoscenza?

A che cosa serve una conoscenza?

Che cos'è o in che cosa consiste la conoscenza della quale farisei e scribi avrebbero nascosto le chiavi?

Se una persona ha coscienza dell'esistenza di una conoscenza segreta significa che quella persona conosce quella conoscenza e non la rivela. Se, al contrario, quella persona vuole aggredire e insultare altri, accusa altri di aver fatto delle azioni senza dimostrare la consistenza reale delle azioni fatte. Ciò che noi non conosciamo, non rientra nell'orizzonte della nostra coscienza o del nostro sapere. Viviamo ed agiamo anche senza conoscere un numero infinito di cose.

I farisei hanno la conoscenza e la nascondono? Per che cosa?

Gli scribi hanno la conoscenza e la nascondono? Come e perché?

La seconda parte è più diabolica della prima:

" Essi non sono entrati e non hanno lasciato entrare quelli che lo volevano".

Le cose sono due: o sai che cos'è la conoscenza e la nascondi alle persone accusando scribi e farisei di nascondere la conoscenza o le possibilità della conoscenza, oppure stai calunniando per poter aggredire e linciare coloro che vuoi detronizzare.

La terza frase, in conseguenza delle prime due, indica un atteggiamento criminale senza indicare verso chi, tale atteggiamento, va usato. Verso tutti si deve essere "remissivi come colombe" e "velenosi come serpenti", o tale atteggiamento va usato nei confronti di alcuni, come i farisei e gli scribi?

In Tommaso Didimo la questione è aperta.

Un individuo si chiede: che cosa intende Gesù con queste affermazioni?

Le stesse frasi sono usate anche nei vangeli cristiani e, a differenza che in Tommaso Didimo, quelle frasi sono sostanziate indicando azioni e fini abbastanza individuati.

Scrive il vangelo di Matteo:

"Sulla cattedra di Mosè si sono assisi gli Scribi e i Farisei. Fate, dunque, e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano, infatti, pesi gravi e insopportabili e li caricano sulle spalle degli uomini, ma essi non li vogliono muovere neppure con un dito. Fanno poi tutte le loro azioni per essere veduti dagli uomini: portano, infatti, larghe le loro filatterie e mettono lunghe frange sui mantelli; amano i primi posti nei convitti e primi seggi nelle sinagoghe; vogliono essere salutati nelle pubbliche piazze ed essere chiamati maestri dalla gente, ma voi non vogliate essere chiamati maestri, perché uno solo è il vostro Maestro, e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno sulla terra padre vostro, perché uno solo è il Padre, quello che è nei cieli. Né fatevi chiamare dottore, perché uno solo è il vostro Dottore, il Cristo. Chi è maggiore fra di voi sarà il vostro servo. Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato. Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, perché chiudete agli uomini il regno dei cieli, e non entrate voi, né lasciate che entrino quelli che vorrebbero entrare! Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per farvi anche un solo proselito, e quando lo è diventato, ne fate un figlio della Geenna il doppio di voi!"
16 Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. 17 Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? 18 E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. 19 Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? 20 Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; 21 e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita. 22 E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.
23 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. 24 Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
25 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. 26 Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!
27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. 28 Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, 30 e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; 31 e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. 32 Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!
33 Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? 34 Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; 35 perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare. 36 In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
37 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! 38 Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta! 39 Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!".

Vangelo di Matteo 23, 2-39

Si tratta dell'intero paragrafo 23 del vangelo di Matteo in cui Gesù vuole prendere il dominio degli uomini spodestando quelli che, secondo lui, sono le autorità da detronizzare. I farisei e gli scribi sarebbero la gerarchia sociale alla quale vuole sostituirsi. I cristiani, come Gesù, non sono in grado di imputare colpe alla gerarchia, gli imputano solo di essere "gerarchia sociale" e lo scopo di incitare al linciaggio della gerarchia sociale non è quello di eliminare i delitti commessi dalla gerarchia sociale, ma quella di sostituirsi alla gerarchia sociale per compiere le medesime azioni che loro immaginano che la gerarchia sociale commette.

La gerarchia sociale è accusata da Gesù di: " Legano, infatti, pesi gravi e insopportabili e li caricano sulle spalle degli uomini, ma essi non li vogliono muovere neppure con un dito."

Gesù e i cristiani legheranno sulle spalle degli uomini la croce e creerà sofferenza solo per divertirsi nel vedere gli uomini soffrire accusando gli uomini di essere dei "peccatori".

La gerarchia sociale è accusata da Gesù di: " Fanno poi tutte le loro azioni per essere veduti dagli uomini: portano, infatti, larghe le loro filatterie e mettono lunghe frange sui mantelli; amano i primi posti nei convitti e primi seggi nelle sinagoghe; vogliono essere salutati nelle pubbliche piazze ed essere chiamati maestri dalla gente, ma voi non vogliate essere chiamati maestri, perché uno solo è il vostro Maestro, e voi siete tutti fratelli."

Tutte le azioni descritte nei vangeli e attribuite a Gesù hanno il solo scopo di far apparire Gesù come superiore agli uomini. Gesù viene fatto apparire come "vestito di gloria" e protagonista nei convitti e nelle sinagoghe, viene chiamato "maestro" perché uno solo è il "maestro", cioè lui stesso in nome e per conto di Dio anche se nulla insegna, ma si limita ad inveire. Voi, dice Gesù, siete tutti fratelli, ma io non sono vostro fratello in quanto io sono il vostro padrone, il vostro maestro.

La gerarchia sociale è accusata da Gesù di: "E non chiamate nessuno sulla terra padre vostro, perché uno solo è il Padre, quello che è nei cieli. Né fatevi chiamare dottore, perché uno solo è il vostro Dottore, il Cristo".

In sostanza, solo Gesù, in quanto figlio di Dio che ha "creato gli uomini" è il Cristo, l'unico dottore e nessuno è padre di nessun figlio, nel senso che nessuno può vantare rispetto da qualcun altro, in quanto il rispetto va al "Dio creatore" che essendo il padre di Gesù, fa di Gesù il padrone-padre degli uomini. In sostanza, Gesù, come un capomafia, costringe gli uomini a giurare fedeltà a sé stesso in contrapposizione ad ogni regola sociale.

La gerarchia sociale è accusata da Gesù di: " Chi è maggiore fra di voi sarà il vostro servo. Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato. Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, perché chiudete agli uomini il regno dei cieli, e non entrate voi, né lasciate che entrino quelli che vorrebbero entrare!"

E' interessante che chi dichiara di essere il "maggiore fra gli uomini" in quanto figlio del "Dio creatore" e "sapienza divina" venga a dire agli uomini che "chi è maggiore fra voi sarà il vostro servo" legittimando una gerarchia di schiavitù in cui possono cambiare gli uomini che occupano i ruoli, ma sempre in una gerarchia di schiavitù è. Una gerarchia dove la necessità di umiliare diventa la necessità di Gesù di distruggere la conoscenza e la sapienza fra gli uomini in funzione dell'ignoranza attraverso la quale lui e Dio possono distruggere l'umanità. Dove l'ipocrisia di farisei e scribi non consiste nell'ingannare gli uomini, ma al contrario, di salvaguardare gli uomini contro l'inganno attraverso il quale Gesù ruba la vita degli uomini. Gesù dice: "Voi non vi mettete in ginocchio davanti a me né permettete che gli uomini si mettano in ginocchio davanti a me!" Questo è il significato del "non lasciate che entrino quelli che vorrebbero entrare.

La gerarchia sociale è accusata da Gesù di: "Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per farvi anche un solo proselito, e quando lo è diventato, ne fate un figlio della Geenna il doppio di voi!"

Gesù accusa scribi e farisei delle sue stesse azioni. Non è forse lui che percorre la Palestina raccogliendo accoliti? E non è forse lui che distrugge l'esistenza dei suoi accoliti pretendendo fede e sottomissione a lui? Non a lui che dispensa idee e propositi esistenziali, ma a lui come persona, in quanto figlio del Dio creatore, che si nutre della vita dei suoi accoliti.

La gerarchia sociale è accusata da Gesù di: "16 Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. 17 Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? 18 E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. 19 Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? 20 Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; 21 e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita. 22 E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso."

Qui c'è una logica interna fra la mafia di Gesù e la mafia ebraica nel contendersi il controllo di Dio. Secondo Gesù giurare sul tempio, cioè su Dio ha più valore che non il giurare, forse com'era costume, sull'oro del tempio. Si tratta di mettersi d'accordo sul tipo di giuramento che viene fatto. Se Gesù dice: "Giuro su Dio, che possa morire fulminato, se io..." nella logica ebraica e cristiana ha un certo valore un po' diverso dal dire: "Giuro sull'oro del tempio, che possa sparire, se io..." Dipende dal punto di vista che si assume nel giurare. Gesù dice che giurare su Dio ha più valore di ogni altro giuramento (il nostro sistema penale solo da pochi anni ha eliminato il giuramento su Dio preferendo che gli uomini giurino sul proprio onore consapevoli delle responsabilità che si assumono nelle testimonianze)

In effetti, nel vangelo di Matteo dice:

34ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; 35né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re.

Vangelo di Matteo 5, 34 - 35

L'accusa di Gesù sul giurare appare del tutto strumentale, priva di supporto ideologico e volta soltanto a fomentare il linciaggio contro la gerarchia sociale che indica con farisei e scribi. Matteo contraddice Matteo a seconda della furbizia che vuole spacciare.

La gerarchia sociale è accusata da Gesù di: "23 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. 24 Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!"

Gesù accusa la gerarchia sociale di pagare puntualmente le tasse. Come se pagare puntualmente le tasse non fosse un atto di giustizia sociale, di misericordia sociale e di fedeltà sociale. L'unica azione che Gesù indica è che scribi e farisei pagano la decima. Questa è un'azione. Quando Gesù dice "giustizia, misericordia e fedeltà" non sono fatti da approvare o censurare, ma illazioni senza presentare fatti. Se avesse detto "fate ingiustizia ai poveri per favorire i ricchi" sarebbe già stata una descrizione di un comportamento da censurare anche se in maniera generica. Ma la chiesa cristiana non può accettare una simile affermazione perché effettivamente fa ingiustizia favorendo i ricchi e i potenti contro i deboli diventando, essa stessa, ricca e potente. La realtà è che Gesù insulta gli scribi e i farisei mentre non risulta da nessuna parte dei vangeli che Gesù abbia pagato le tasse sui suoi profitti. Anzi, risulta che avesse dei complici fra gli esattori delle tasse (i pubblicani).

La gerarchia sociale è accusata da Gesù di: "25 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. 26 Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!" (Matteo 23, 25-26)

Si tratta di illazioni vuote che sfiorano l'insulto. "Guai a voi Ratzinger e Bergoglio, ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto (vi presentate in abiti sfarzosi), ma all'interno siete pieni di rapina e d'intemperanza. Ratzinger e Bergoglio ciechi, pulite prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto," Oppure ancora potrei dire: "Guai a te Dio ipocrita che pulisci l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sei pieno di rapina e di intemperanza. Dio cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto.", Quando si usa questa modalità d'approccio, si adatta a qualsiasi cosa le persone vogliono intendere.

La gerarchia sociale è accusata da Gesù di: "27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. 28 Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità."

Vale il discorso fatto sopra con l'eccezione dell'ultima frase in cui dice " Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità." Apparire giusto significa, comunque, fare delle cose giuste davanti agli spettatori. Gesù può accusare che loro sono " pieni d'ipocrisia e d'iniquità", ma nel momento in cui fanno delle azioni definite pubblicamente "giuste" sono dei giusti al di là di cosa avrebbero, secondo Gesù, nell'animo. Sono oggettivamente giusti perché, facendo delle cose giuste, appaiono come dei giusti. A differenza di Gesù che pretende di essere considerato giusto facendo delle azioni malvage.

La gerarchia sociale è accusata da Gesù di: "29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, 30 e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; 31 e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. 32 Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!"

Anche questa frase è un insulto, privo di contenuto e alimentato dall'enfasi di una sorta di "capopopolo" che incita al linciaggio di coloro che vuole sostituire. C'erano dei profeti? Gesù evita di dire quali, dov'erano e che cosa profetizzavano. Poi, Gesù rasenta il ridicolo quando accusa i farisei e gli scribi di essere "figli degli uccisori dei profeti". Il ridicolo consiste nel fatto che Gesù si spaccia per "figlio di Dio" quell'assassino che si vanta di aver macellato l'intera umanità col diluvio universale e che ordina di ammazzare ogni persona di una diversa religione. Le colpe di Dio ricadono su Gesù? Per la logica dei cristiani, sì. Per la logica della NOSTRA società civile, i figli non devono risentire delle colpe dei padri. Quando si entra nella logica del cristianesimo si devono giudicare i cristiani secondo le categorie del cristianesimo e, in questo caso, Gesù è responsabile di tutti i delitti commessi o commissionati da Dio contro i popoli sia quando a commettere i delitti, secondo i testi sacri, è Dio stesso, sia quando a commettere quei delitti sono altri, come gli ebrei o i cristiani, per ordine di Dio.

La gerarchia sociale è accusata da Gesù di: "33 Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? 34 Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; 35 perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare. 36 In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione."

Chi sono i "profeti, sapienti e scribi" che Gesù manda e che vengono uccisi, flagellati e perseguitati? Nomi, per favore. Altrimenti sono solo illazioni. Però ci sono due nomi. Uno è Abele che richiama nell'immaginario il mite ucciso dal "sanguinario" Caino. Questa prima immagine, legata all'infanzia della creazione, viene associata a "Zaccaria ben Barachia" un iniziatore della rivolta contro i romani. Un assassino a sangue freddo. L'assassino dei romani che si erano arresi in cambio della vita. Il delitto dette il via alle guerre che portò alla distruzione di Gerusalemme. I delitti di Zaccaria ben Barachia sono stati pagati da quella generazione di Gerusalemme. O Gesù pensava che fosse un diritto assassinare le persone in nome e per conto di Dio?

In questo modo è sostanziata la prima frase di Tommaso Didimo del quarantesimo paragrafo. Per i cristiani non basta dire "quelli sono i nostri avversari", ma è necessario accusarli con violenza, incitare le persone al linciaggio e all'odio nei loro confronti. Questo modo di essere del cristiano è una costante nelle relazioni con altri uomini. Il linciaggio va sempre messo in atto in una perenne ricerca di un diverso da linciare. E quando il diverso non c'è, si crea e si inventa. Senza qualcuno da linciare, il cristiano non è in grado di vivere.

E' il modello esistenziale imposto da Gesù. A forza di linciare il diverso si finisce per linciare sé stessi perché i cristiani cercano il diverso sempre più vicino a loro stessi.

Lo stesso discorso trovato nel Vangelo di Matteo lo troviamo nel Vangelo di Luca 11. La volontà di Gesù di promuovere il linciaggio degli uomini non cambia.

Nella seconda frase del Vangelo di Tommaso Didimo, " Voi, però, siate prudenti come serpenti e semplici come colombe", è indicato un "modo di operare" in relazione ai farisei e agli scribi.

E' una frase che troviamo in vari passi dei vangeli cristiani perché indica una modalità di operare propria del "capo mafia" o, se vogliamo, del "criminale" che vive la società come l'ambiente in cui predare e portare distruzione nella vita degli uomini assicurandosi una qualche forma di beneficio.

Come nel Vangelo di Matteo 10, 16-23.

" 16 Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. 17 Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; 18 e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani."

Si tratta dell'atteggiamento tipico del delinquente che entra in una società per delinquere. La consapevolezza della premeditazione nel delinquere porta il delinquente a premunirsi rispetto alle punizioni che quella società infligge a chi non rispetta le sue regole e le sue leggi.

Dice Gesù:

"Io vi mando a rubare in mezzo ai contadini e agli allevatori; mostratevi semplici come colombe in modo da carpire la loro fiducia e colpiteli rapidi come serpenti. Guardatevi dalla legge con la quale quelle società puniscono i ladri perché se vi prendono sarete condotti nei tribunali e condannati."

Ovviamente, quando sarete in grado di appropriarvi dell'intera società, allora sarete voi a istituire leggi e tribunali che vi garantiscono il dominio della società legittimando la vostra violenza contro gli uomini che pretendono di mettere in discussione il nuovo ordine che voi avete costruito derubando gli uomini in cui avete agito, semplici come colombe e prudenti come serpenti.

Marghera, 22 ottobre 2022

 

NOTA:

Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, viene riscritto assumendo un diverso punto di vista in relazione ai vangeli cristiani.
Marghera 30 novembre 2021

 

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Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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