Scrive Giuda Tommaso Didimo nel quarantaseiesimo paragrafo:
Gesù disse: "Da Adamo a Giovanni Battista nessun nato da donna fu più grande di Giovanni Battista, sì che (davanti a lui) egli debba abbassare gli occhi. Tuttavia vi dissi: tra di voi chiunque sarà piccolo conoscerà il Regno e sarà più grande di Giovanni".
Si tratta della necessità di definire una gerarchia di potere e, nello stesso tempo, paventare ai seguaci di poter essere al vertice di quella gerarchia di potere attraverso l'obbedienza che essi debbono alla gerarchia di potere stessa.
Non si tratta di un semplice "trucco retorico", ma di una vera e propria azione attraverso la quale ci si impossessa delle emozioni delle persone costringendo quelle emozioni a sottostare alle regole imposte nella speranza illusoria di diventare "coloro che determinano le regole alle quali altri dovranno obbedire".
Giovanni Battista diventa, per gli ascoltatori, l'autorità alla quale si deve deferenza. Attraverso Giovanni Battista, autorità riconosciuta, Gesù acquista autorità in quanto indica l'autorità in Giovanni Battista. Ovviamente, se qualcuno non conoscesse Giovanni Battista, anche l'autorità di Gesù, che indica Giovanni Battista come il più grande, non verrebbe riconsciuta.
I cristiani devono raccontare quanto era grande Giovanni Battista. Un profeta gigantesco. Il profeta di tutti i profeti.
Dopo aver convinto gli astanti che Giovanni Battista è proprio grande; dopo che gli astanti si sono stupiti della grandezza di Giovanni Battista; ecco proposta la grandezza di Gesù che viene riconosciuto da Giovanni Battista come uno più grande di lui. E' un trucco retorico fra il sofismo e la fallacia.
Quando non ci sono azioni da attribuire ad un individuo; quando non ci sono parole che indicano principi sociali o morali; rimangono solo gli aggettivi che, magnificando quell'individuo, tendono a indurre l'idea della magnificenza costruita sul nulla ma imposta nell'immaginazione dell'ascoltatore.
Le affermazioni di Tommaso Didimo sono troppo deboli per gli effetti desiderati dai vangeli cristiani. Così, la figura di Giovanni Battista viene ingigantita per magnificare la figura di Gesù che esalta la magnificenza di Giovanni Battista.
Scrive il vangelo di Matteo:
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?". Gesù rispose: "Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me". Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. Egli è colui, del quale sta scritto:
Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te.
In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda.
Ma a chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono:
Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.
E' venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio. E' venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere".
Vangelo di Matteo 11, 1-19
Il Gesù di Matteo, incapace di esprimere un'attività che porti beneficio agli uomini, deve affermare la santità di sé stesso mettendosi in continuità con qualcuno che, in quell'ambiente sociale, poteva essere ritenuto un'autorità.
E' il Giovanni Battista che certifica la santità di Gesù, non gli atti di Gesù.
Ai lettori dei Vangeli, l'evangelista presenta le affermazioni che Gesù fa agli "inviati" di Giovanni Battista:
Gesù rispose: "Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: 5 I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, 6 e beato colui che non si scandalizza di me".
Ora, da quanto sappiamo, storicamente nessun cieco ha recuperato la vista, nessun storpio, slavo alcuni interventi di medicina, è tornato a camminare e non si hanno notizie che lebbrosi guarissero o che i sordi recuperassero l'udito per intervento di magia divina.
In compenso, si hanno notizie storiche della predicazione dei cristiani che vendevano l'imminente provvidenza di Dio, col ritorno di Gesù che di lì a poco sarebbe venuto con grande potenza sulle nubi, risolvendo i loro problemi qualora, questi miserabili, si fossero sottomessi a questa provvidenza anziché considerare questa "provvidenza" un'ulteriore truffa nei loro confronti.
La questione, come è descritta da Tommaso Didimo, non è sufficiente per gli evangelisti cristiani che devono suscitare l'immaginifico stupendo negli ascoltatori che non possono sottrarsi a cotanta meraviglia.
"Pensate" dice Matteo "i ciechi tornano a vedere e gli storpi a camminare!"
E' un mondo meraviglioso per la presenza di Gesù.
E' la persona Gesù che è magnifica, non sono le azioni di Gesù che lo rendono una persona magnifica. Davanti a questo, Giovanni Battista si deve stupire e, mentre Giovanni Battista si stupisce, certifica la superiorità di Gesù nei suoi confronti.
Questa necessità di suscitare meraviglia per sottomettere le persone è una pratica ricorrente nella storia del cristianesimo. Tutto il cristianesimo sarà organizzato, strutturalmente, per generare meraviglia in persone ridotte a popolo bisognoso e sottomesso costrette ad attende la provvidenza divina come lenitivo per le sofferenze che i cristiani impongono.
Marghera, 28 gennaio 2023
NOTA:
Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, viene riscritto assumendo un diverso punto di vista in relazione ai vangeli cristiani.
Marghera 30 novembre 2021
La Religione Pagana e il Male Assoluto
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Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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