Il vangelo di Tommaso Didimo
Gesù disse:
"Beati i poveri, poiché vostro è il regno dei cieli"

Neoplatonismo, messianesimo e volontà d'esistenza - Cinquantasettesima parte

di Claudio Simeoni

Indice Vangelo Tommaso Didimo

Scrive Giuda Tommaso Didimo nel cinquantaquattresimo paragrafo:

Gesù disse: "Beati i poveri, poiché vostro è il regno dei cieli".

Un povero non ha nulla.

La miseria priva una persona di ogni prospettiva futura.

Il povero chiede elemosina, sostegno, con-passione.

In fondo, il povero chiede il minimo che gli consente di sopravvivere perché non osa chiedere altro.

Nella condizione di povertà, di miseria, la persona tende a chiudersi in sé stessa e, nel chiudersi in sé stessa, fa emergere nella sua coscienza la propria struttura emotiva. La ragione della persona miserevole si fa da parte e l'emozione diventa il capitale del povero perché non ha altro per vivere che non le emozioni in sé e per sé.

Il povero usa le proprie emozioni per desiderare e sognare un mondo diverso. Un mondo in cui la sua indigenza non sia così distruttiva.

In quel momento arrivano i cristiani che offrono al povero la "speranza" del regno di Dio. Il povero sarà ricco nel regno di Dio a condizione che nella società permanga nella condizione di povero. Permanere nella condizione di povero, costringe il povero a continuare a sognare il regno di Dio e, magari, vive anche una soddisfazione ideale in cui si immagina a fianco del super-potere Dio a combattere e a condannare coloro che vede come ricchi nella società in cui egli occupa la condizione di povero.

Questo messaggio nel paragrafo di Tommaso Didimo è stato sfruttato nei vangeli della chiesa cristiana per disprezzare e allo stesso tempo usare i poveri organizzando la massa di disperati come "armata di Dio" per la sovversione di ogni potere costituito che portasse al trionfo delle chiese cristiane in nome e per conto di Dio.

Nel vangelo di Luca:

Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
"Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete, perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.

Vangelo di Luca 6, 20-26

Nel suo vangelo Luca elenca una serie di condizioni che caratterizzano l'essere povero e sofferente di una persona indigente. Pianto e sofferenza caratterizza la vita del povero.

Ma non è la sofferenza del povero che interessa a Luca, ma la condizione dei "predicatori di povertà" in nome di Gesù. Questa condizione di sofferenza dei seguaci di Gesù è dovuta, secondo Luca, ai ricchi indifferenti alla predicazione dei cristiani. Quando i ricchi realizzano che la predicazione dei cristiani può riempire ulteriormente le loro tasche a danno dei poveri i ricchi non solo si faranno cristiani, ma taglieranno la testa a quei poveri che non vorranno farsi cristiani. Che i poveri rimangano nella loro condizione di indigenza grazie alla predicazione cristiana.

E Luca inizia con le maledizioni. Maledetti i ricchi, maledetti voi che mangiate, maledetti voi che ridete, ecc.

Per Luca, l'obiettivo non è quello di limitare la povertà, ma è quello di distruggere la ricchezza trasformando gli uomini in poveri per la gloria di Gesù.

Il vangelo di Matteo non è da meno. Scrive Matteo nel suo vangelo:

"Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

Vangelo di Matteo 5, 3-12

Lo stesso discorso vale per il discorso delle beatitudini in Matteo. Si esalta la povertà per costruire consolazione alla miseria ed impedire ai miserabili di uscire dalla loro condizione di miseria e indigenza.

Il discorso della montagna è un discorso di distruzione sociale dove i poveri, organizzati come massa in funzione di una visione messianica e salvifica, possono distruggere ogni struttura sociale, anche quella che garantisce loro la sopravvivenza, in funzione del loro desiderio messianico di beatitudine.

Sia il discorso di Luca che il discorso di Matteo non sono discorsi in favore dei poveri, ma sono discorsi in funzione del potere che usa i poveri perché consola i poveri nella loro indigenza e chiede ai poveri di rimanere nell'indigenza senza ribellarsi alle condizioni nelle quali vivono.

Che i poveri vengano usati come massa di pressione politica e sociale, appare chiaro dai discorsi che fa Gesù, nei quattro vangeli a proposito del profumo sprecato e della relazione fra Marta e Maria.

Scrive Marco nel suo vangelo:

Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: "Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!". Ed erano infuriati contro di lei.
Allora Gesù disse: "Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un'azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto".

Vangelo di Marco 14, 3-9

Gesù dice: "Maria ha omaggiato me che sono ricco, lasciatela in pace e lasciate che continui ad omaggiare me!". I poveri sono il "bestiame" che vi segue. Un bestiame docile ed obbediente, al quale potete fare "del bene quando volete" oppure, nel significato più reale, potete sacrificarlo, macellandolo, ogni volta che volete.

"Io sono importante" dice Gesù, "non i poveri che sono solo un oggetto d'uso".

Questo atteggiamento lo troviamo anche negli altri vangeli. L'unica cosa che cambia è il soggetto che si permette di criticare Gesù. In Marco, ci sono alcuni dei presenti che si indignano. In Matteo diventano i discepoli di Gesù che si indignano perché il profumo è sprecato anziché dare i soldi ai poveri. In Giovanni è Giuda che si indigna perché non si danno quei soldi ai poveri.

Scrive nel suo vangelo Matteo:

Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso, gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre stava a mensa. I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: "Perché questo spreco? Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri!". Ma Gesù, accortosene, disse loro: "Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un'azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi avete. Versando questo olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura. In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in ricordo di lei".

Vangelo di Matteo 26, 6-13

L'egocentrismo di Gesù è una condizione patologica. Una condizione narcisistica che Matteo sottolinea. Prima Gesù, poi gli altri. Gli altri devono vivere in funzione di Gesù, meglio se gli altri sono poveri e Gesù ricco. Maria, non deve essere rimproverata per aver omaggiato Gesù, ma onorata proprio per averlo fatto. Lei ha gettato il denaro per omaggiare il figlio di Dio, non lo ha sprecato dandolo ai poveri.

Il vangelo di Luca tralascia il profumo e mette l'accento sulla relazione fra Marta e Maria dove la schiava Marta deve fare i lavori di fatica per servire la cena a Gesù e la concubina Maria lecca Gesù lavandogli i piedi e profumandolo evitando, con grande piacere di Gesù, di aiutare Marta nei lavori pesanti.

Il disprezzo per i poveri è evidente in Gesù.

Scrive Luca nel suo vangelo

Mentre Gesù si trovava in cammino, entrò in un villaggio, e una donna di nome Marta lo accolse in casa sua. Ella aveva una sorella chiamata Maria, che si era seduta ai piedi di Gesù e ascoltava la sua parola. Marta occupata nelle varie faccende domestiche, si fece avanti e disse: "Signore non t'importa che mia sorella mi lasci sola a servire? Dille che mi aiuti". Ma Gesù le disse: "Marta, Marta, tu t'inquieti e ti affanni per molte cose; ma una sola è necessaria: Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta".

Vangelo di Luca 10, 38-42

Nel vangelo di Luca il povero è Marta che lavora per dar da mangiare a Gesù; al contrario, la ricca Maria omaggiava Gesù. Gesù disprezza colei che provvede per il futuro anche se è lo stesso suo futuro. Preferisce che chi provvede per il futuro soffra la fatica mentre lui se la spassa con Maria salvo, dopo, portarsi al tavolo e consumare il cibo che il lavoro di Marta ha prodotto.

Giovanni, nel suo vangelo, è più teso a censurare Giuda. A Giovanni interessa il traditore ed è il traditore Giuda che vorrebbe favorire i poveri vendendo l'unguento. E' un traditore da disprezzare che Giovanni indica come ladro, ma non cita nessun episodio nel quale Giuda avrebbe rubato.

Per Giovanni, solo un criminale vuole dare il denaro ai poveri anziché usarlo per omaggiare Gesù.

"I poveri li avrete sempre con voi!" diventa: "Dovete avere sempre con voi i poveri per farvi omaggiare dai poveri che vedono in voi il loro salvatore. C'è sempre una Maria che si getta ai piedi del ricco e che disprezza la Marta che lavora e che provvede per un dopo.

Scrive Giovanni nel suo vangelo:

Sei giorni prima di Pasqua Gesù andò a Betania, dov'era Lazzaro che egli aveva resuscitato dai morti. Lì gli offrirono una cena: Marta serviva a tavola e Lazzaro era uno dei commensali. Maria, presa una libbra di profumo di nardo puro, molto prezioso, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò con i suoi capelli, e la casa fu ripiena del profumo dell'unguento. Giuda Iscariote, uno dei suoi discepoli, quello che stava per tradirlo, borbottò: "Perché non si è venduto tale unguento per trecento denari che si potevano dare ai poveri?" Disse questo non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, tenendo la borsa, portava via quello che si metteva dentro. Rispose Gesù: "Lasciala, che conservi questo unguento per il giorno della mia sepoltura. I poveri li avrete sempre con voi, me invece non mi avrete sempre". Molta gente dei Giudei venne a sapere che egli era là e vi andarono, non per Gesù soltanto, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva resuscitato dai morti. Allora i Gran Sacerdoti deliberarono di far morire anche Lazzaro, perché molti, a causa di lui, abbandonavano i Giudei e credevano in Gesù.

Vangelo di Giovanni 12, 1-8

Il cristianesimo nasce con l'intendo di costruire la povertà nelle società perché i cristiani devono sempre avere i poveri con loro per far loro del bene (o a discrezione infilarli nei forni crematori chiamandoli loglio) ogni volta che ne hanno voglia.

Beati i poveri che avranno il regno dei cieli promesso da Gesù purché vivano beati nell'inferno sulla terra compiacendo Gesù e i padroni che Dio ha designato loro.

Marghera, 18 febbraio 2023

 

NOTA:

Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, viene riscritto assumendo un diverso punto di vista in relazione ai vangeli cristiani.
Marghera 30 novembre 2021

 

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Ultima formattazione 21 ottobre 2021

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