Scrive Giuda Tommaso Didimo nel cinquantottesimo paragrafo:
Gesù disse: "Beato l'uomo che ha sofferto. Egli ha trovato la vita".
Il dominio dell'uomo sull'uomo si ottiene cogliendo l'occasione della sofferenza dell'uomo per poterlo sottomettere rendendolo compiacente e consenziente in un presente in cui la sua sofferenza è conchiusa.
L'uomo sofferente non progetta il proprio futuro. La sofferenza costringe l'attenzione dell'uomo a concentrarsi su sé stessa alienandola dalla partecipazione alle tensioni del mondo e negandogli ogni prospettiva futura se non una sofferenza senza fine.
L'unico desiderio dell'uomo che vive uno stato di sofferenza è uscire dalla sofferenza. L'unico desiderio dell'uomo che domina un altro uomo che vive nello stato di sofferenza è costringere il dominato a continuare a soffrire per facilitare il proprio dominio su di lui.
L'uomo sofferente cerca la benevolenza del suo dominatore perché, nella sua sofferenza, teme di dover soffrire ancora di più, ma se il suo dominatore manifesta "pietismo" ne suoi confronti lui, obbediente, è confortato nella speranza di non dover soffrire maggiormente.
La beatitudine che Gesù offre è il pietismo del padrone nei confronti dello schiavo che, nel suo soffrire nella condizione di schiavitù, gli garantisce che, permanendo il suo stato di schiavitù, non dovrà soffrire più di quanto soffre. In questo è beato a differenza dello schiavo che, intuendo una via d'uscita alla sofferenza imposta da Gesù, viene costretto da Gesù in una maggiore sofferenza privandolo del suo pietismo (gettandolo là dove c'è buio, freddo e stridor di denti).
Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati.
Vangelo di Matteo 5, 4
E ancora:
Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.
Vangelo di Matteo 5, 10
Afflizione e persecuzione sono gli strumenti attraverso i quali indurre le persone alla sottomissione perché consentono a Gesù, che non sta vivendo né nell'afflizione né nella persecuzione, di dominare afflitti e perseguitati rendendoli compartecipi alla sua dottrina.
Promettendo la beatitudine per afflitti e per i perseguitati, Gesù fa massa, organizza il gregge, un gregge sofferente alla feroce ricerca di consolazione. Un gregge così violento da ridurre altre persone, nella società, alla sofferenza e all'afflizione affinché entrino e partecipino all'azione del gregge dei sofferenti nell'attesa della beatitudine promessa da Gesù.
Il passo di Tommaso Didimo può essere interpretato anche come la beatitudine dell'uomo che ha combattuto per uscire dalla sofferenza, ha trovato la via per non soffrire, ha vinto la sofferenza e questa vittoria lo rende beato. Ha sofferto, può essere inteso come "ha sofferto in un tempo passato, ma non ora". E' un aspetto inconcepibile per il vangelo di Matteo dove l'uomo deve continuare ad essere sofferente e perseguitato fino al momento in cui Gesù non interviene, con il suo potere, a consolarlo o a premiarlo con il "regno dei cieli".
Lusiana, 21 luglio 2023
NOTA:
Il lavoro di analisi del vangelo di Tomaso Didimo fu terminato nella pubblicazione fotocopiata nel dicembre del 1998.
Il testo pubblicato nel sito federazionepagana.it, viene riscritto assumendo un diverso punto di vista in relazione ai vangeli cristiani.
Marghera 30 novembre 2021
La Religione Pagana e il Male Assoluto
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Ultima formattazione 21 ottobre 2021
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