"Ho avuto per le mani un mondo da consegnare ai miei figli e ho consegnato loro solo una massa di macerie"
E' il messaggio di Zou Cao?
Un messaggio che viene presentato alla mostra Personal Structures presso Palazzo Bembo in Riva del Carbon 4793 a Venezia presso il Ponte di Rialto. La mostra all'interno della 54esima biennale d'arte di Venezia. La performance è presentata dall'organizzazione no-profit GlobalArtAffairs Foundation in cooperazione con le curatrici olandesi Karlyn De Jongh & Sarah Gold.
La presentazione dell'artista Zou Cao parla di confusione dell'uomo moderno fra ego e modernità.
Io non posso sapere i significati che ha la sua rappresentazione per i cinesi, ma da quanto vedo Zou Cao parla di ben altro: parla di fragilità. Di un mondo instabile i cui equilibri vengono continuamente modificati dalle azioni che avvengono in quegli equilibri.
Il fatto stesso di aver predisposto un pavimento composto di piastrelle fragili che il visitatore, calpestandole, modifica la loro rappresentazione è un po' come presentare la vita nella quale ogni nuovo nato entra e che ogni azione, ogni scelta, ogni decisione, modifica continuamente.
Sopra la fragilità di un mondo cinese rappresentato, presumo, con lo stesso fragile materiale con cui Zou Cao ha coperto il pavimento, svetta un Mao Tse Tung nell'iconografia classica col braccio teso e lo sguardo fisso nel "luminoso avvenire".
A volte è bene chiedersi: viene rappresentata la fragilità del mondo o la propria fragilità nel mondo?
L'artista, sperso e smarrito in un mondo che si frantuma in una miriade di espressioni soggettive desidera un ordine che sfugge alla sua ragione. Il pavimento ordinato di Zou Cao va verso il caos in un disordine formato da diecimila frammenti (da leggere con lo stesso significato delle diecimila creature di Chuang Tsu). Ciò che era ordine, ora è caos. Ma il caos prodotto dalla fragilità altro non è che un ordine nuovo in cui si muove smarrita la ragione di Zou Cao che, anziché definire il presente del pavimento con una sola categoria di giudizio, ora si trova a definire quel pavimento, in ogni suo intimo tassello, in un infinito numero di categorie: tante quanti sono i frammenti. Su questo infinito numero di frammenti svetta Mao Tse Tung e la sua Teoria delle Contraddizioni. Ciò che prima era ordine nella sistemazione di Zou Cao ora è contraddizione manifestata nei diecimila frammenti che si sovrappongono, si mescolano, si urtano in un suono continuo sotto le scarpe del visitatore che, con la sua azione, alimenta la diversità.
Figlio mio, chiunque tu sia, guarda i miei errori e da essi impara. Ti attrezzeranno per affrontare la tua vita e il seme della sottomissione in te non sboccerà. Agendo ho realizzato questo presente. I miei errori saranno armi con cui potrai affrontare la tua vita. Ti racconto dei miei errori e di quelli delle persone che mi accompagnavano. Quante volte devo sbagliare affinché voi facciate tesoro di quanto nel mondo vi parla? Tempeste e alluvioni, terremoti e siccità, sono parte della vita, se non vi attrezzate per l'oggi, pensate di essere pronti per domani? Se tu costruisci la casa sulle rive del fiume; prima o poi arriva la piena. Se tu concedi il tuo affetto ad ideali che non hanno futuro, vieni travolto in ogni momento. Poi rideranno perché fosti sciocco; e per questo io soffro; per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato.
Sotto questo aspetto non si tratta più di un mondo fragile. Si tratta di un mondo poderoso che si modifica e rimodella ad ogni azione, ad ogni scelta, alla soddisfazione di ogni necessità espressa da ogni soggetto che lo compone. Non più un Mao Tse Tung che guarda al "luminoso avvenire", ma il Mao Tse Tung che con il suo trattato "Rapporto d'inchiesta sul movimento contadino nello Hunan" indica nella diversità e nella soluzione delle contraddizioni, in cui si veicolano i desideri e le necessità dell'uomo attraverso una ragione frammentata, il divenire della storia umana. Una storia che deve essere gestita dall'uomo che, tuttavia, ne subisce l'azione nel calpestio del visitatore.
Lo spazio della ragione immobile, nella rappresentazione di Zou Cao, diventa infinito in un tempo che, attraverso gli specchi delle pareti, si specchia all'infinito. Non esiste una fine nella frammentazione di un presente, ma esiste una frammentazione continua di un presente in cui l'uomo deve organizzare sé stesso per vivere. Ciò che appare privo di coscienza e consapevolezza soggettiva dei contadini prima della rivoluzione cinese, come un pavimento uniforme a cui la loro coscienza si adattava, ora quell'uniformità va in frantumi ed appare la coscienza di ogni soggetto che sotto il peso delle contraddizioni oggettive si frammenta in una individualità che si separa dal tutto uniforme. La non consapevolezza dell'omogeneità si frantuma. Diventa la consapevolezza soggettiva di ogni frammento che riconoscendo la propria individualità nella consapevolezza soggettiva separa sé stesso dall'omologazione.
La performance di Zou Cao è ricca di significati.
A seconda di dove lo spettatore-protagonista pone la sua attenzione condotta dalla sua esperienza, trova chiavi di lettura di una realtà nella quale vivere. I frammenti prodotti dal calpestio, sono oggetti muti o sono altrettante coscienze che si forgiano nelle contraddizioni inattese di un'esistenza silente? O sono intelligenze che rispondono alle sollecitazioni del mondo qual è il calpestio del visitatore?
La storia di Zou Cao è una grande storia dell'esistenza in cui il visitatore si può illudere di essere colui che modifica il presente di un pavimento che calpesta ignorando che quel pavimento era fatto apposta affinché lui lo calpestasse e ne modificasse il suo presente vissuto. Troppi occidentali si illudono che gli oggetti, da cui sono circondati, siano muti, senza intelligenza, progetto e scopo ed essi, come novelli dio padrone di una bibbia onnipotente, sono coloro che determinano le trasformazioni di un mondo che al loro percepire appare statico e immobile. Non si avvedono di essere strumenti di progetti fatti da chi sta sotto i loro piedi. Troppo spesso l'Essere Umano si illude di alzare gli occhi ad un cielo ideale e non percepisce del potere che gli sta attorno o, ancor meno, sotto i suoi piedi.
E allora cambiamo la frase con cui abbiamo iniziato:
"Ho avuto per le mani un mondo da consegnare ai miei figli e in quel mondo ho messo i frammenti della mia esistenza affinché sia più ricco".
La mostra della performance di Zou Cao è aperta fino al 27 novembre 2011.
Marghera, 13 giugno 2011
Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |