Gli uccelli del lago Stinfalo e Beppi di (o da) Lusiana
Sesta di dodici fatiche di Beppi

di Claudio Simeoni

Partita di calcio mondiale della filosofia

Le dodici fatiche di Beppi

Uccelli del lago Stinfalo

Le foglie degli alberi iniziavano ad ingiallire, ogni giorno di più.

Gli uccelli del lago Stinfalo avevano preso vigore e ora svolazzavano pronti a ghermire.

In estate gli uccelli del lago Stinfalo tendono a sparire, a mimetizzarsi, ma poi arriva l'autunno e riprendono vigorosi il loro volo mentre gruppi di bambini col grembiule e un colletto, a due a due si dirigono verso il lago Stinfalo con l'abecedario e il sussidiario.

Fra questi bambini c'era Beppi a cui la madre aveva acquistato abecedario, sussidiario, quaderno e pennini dicendo alla cartolaia che l'avrebbe pagata quando avrebbe potuto.

Severi i maestri e qualche maestra, gonne lunghe, sguardi severi come se l'età li avesse induriti e vivessero il loro compito come se stessero gestendo un bagno penale in cui rinchiudere i bambini come fossero dei galeotti.

I bambini entrarono in classe e la maestra iniziò a fare l'appello.

Il primo giorno di scuola.

"Bambini, tutti fuori in cortile ad ascoltare il direttore e poi il rappresentante del Ministero che è venuto per parlarvi dell'importanza dell'istruzione."

Gli uccelli del lago Stinfalo stavano affilando becchi e gli artigli consapevoli che il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione avrebbe preparato loro un banchetto di bambini dei quali pasteggiare.

I bambini si avviarono quasi ridendo in cortile e, in fila a due a due, si misero davanti ad un palco improvvisato sul quale era stato montato un microfono.

E il direttore palò dell'importanza della scuola. Dell'apprendimento e della disciplina che li avrebbe formati come uomini e donne del secolo che stavano vivendo. Poi, alla fine del suo discorso, breve per la verità, lasciò la parola al rappresentante del ministro dell'Istruzione che così iniziò parlando dei libri di testo:

"Ellen Key, che vorrebbe fare un' ecatombe dei " libri da bambini" ed aprire ai fanciulli le porte delle grandi letterature, Ellen Key, che mostra la più insofferente avversione per l'insegnamento religioso com'è dato il più delle volte nelle scuole e nelle famiglie, suggerisce essa stessa la lettura del Vecchio e del Nuovo Testamento ai nostri figliuoli: "Questo libro diventa caro ai ragazzi, e ne alimenta la fantasia e il sentimento solo se possono leggerlo tranquillamente, senza essere disturbati da interpretazioni pedagogiche e dommatiche". Ed invero non vi è, nella letteratura di tutti i tempi e di tutti i luoghi, un libro che possa meglio destare e rinvigorire le energie dello spirito umano. "

In quel momento gli uccelli della palude Stinfale iniziarono a volteggiare sulla scuola come degli avvoltoi che avevano individuato i cadaveri con i quali pasteggiare.

I bambini guardavano il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione con un atteggiamento che lasciava trasparire deferenza e attesa. Deferenza verso un'autorità e attesa per la rivelazione che quell'autorità avrebbe offerto loro.

Solo Beppi iniziò a muovere nervosamente i piedi. Alzò gli occhi e vide gli uccelli della palude del lago Stinfalo che volteggiavano. Altri bambini alzarono lo sguardo, seguendo il suo, ma la loro vista incontrò solo i raggi del sole dal quale distolsero subito lo sguardo per concentrarsi sulle parole dell'oratore.

"Lo studio della Bibbia è necessario alla nostra cultura intellettuale. Prova inconfutabile: quando e dove più si legge quel libro, maggiore è il progresso che si raggiunge. Richiamatevi in mente i nomi dei più grandi artisti, poeti, filosofi, letterati... Ebbene, tutti questi uomini celebri s'inspirarono più o meno alla lettura della Bibbia. Michelangelo, Raffaello, Leonardo da Vinci, il Tiziano, il Durer, il Reni, il Rubens, il Tissot, l'Hoffman, il Plockhorst, il Morelli, il Palestrina, il Goudimel, il Mendelsshon, l'Handel, l'Haque, il Verdi, il Pleyel, il Wagner, il Rossini, il Beethoven ... E l'Alighieri, il Tasso, il Milton, il Bunyan, il Cooper, l'Alfieri, il Foscolo, il Monti, il Metastasio, il Tennyson, il Manzoni ... E Tommaso Campanella, fra Sarpi, il Locke, il Berkeley, il Butler, il Comenius, il Muratori, il Vico, il Gioberti, il Rosmini... E persino grandi guerrieri, come Napoleone che s'inchinava dinanzi alla maestà di Cristo, e Garibaldi che prediligeva l'Evangelo di Giovanni, e Moltke, e Grant, fino al nostro generale Ameglio che mai si separa dalla sua piccola Bibbia diletta. "

E mentre l'oratore parlava in toni enfatici di coloro che si erano ispirati alla bibbia, nella testa di Beppi iniziarono a volteggiare le immagini di una storia lontana che la bibbia aveva imposto ad uomini, come lui sarebbe diventato, affinché riconoscessero la gloria di Dio.

528-565 Giustino che amava la bibbia, per onorare la bibbia e la parola di Dio di cui la bibbia è espressione, sterminò centomila fra Pagani, montanisti ed ebrei. E mentre l'immagine del genocidio prendeva forma nella mente di Beppi, Beppi si chiese: "Ma io chi sono?" "Sono colui che vive la sofferenza di chi viene ucciso, o sono colui che ama la bibbia e che, imitando il Dio della bibbia stermino tutti i nemici di Dio?" "Cosa sono io?" ripeté Beppi.

E le immagini di chi amava la bibbia si affollarono nella testa di Beppi e come una sequenza cinematografica si presentavano alla sua coscienza.Pietro l'Eremita a capo di straccioni che amavano la bibbia anche se forse non l'avevano letta, iniziarono a sterminare uomini, donne e bambini e, quando furono spinti dalla fame, cucinarono bambini per sfamarsi.

Quanto amava la bibbia Emich di Leinsingen mentre a Magonza macellava gli ebrei in nome di Dio.

Quanto amava la bibbia Volkmar e per il suo amore dei libri sacri massacrò gli ebrei di Praga.

Il libro sacro ispirò anche Gottschalk quando in nome della santa legge divina massacrò gli ebrei di Ratisbona.

E gli amanti del sacro libro ispirato da Dio macellarono gli abitanti di Antiochia. Uomini, donne e bambini, molti dei quali furono venduti come schiavi. Con il massacro di Gerusalemme la bibbia, il libro sacro, a conclusione della prima crociata produsse oltre un milione di morti.

Amavano le sacre scritture volute da Dio e per questo massacrarono, con grande divertimento di Dio, gli abitanti di Bézieres nel 1209.

Nella testa di Beppi le immagini continuavano ad avallarsi come se la storia gli stesse passando davanti agli occhi.

Però non si trattava di un film dove lo spettatore si pensa esterno e al di sopra della storia. La storia lo attraversava, ne coinvolgeva le emozioni, il dolore, la gioia, la rabbia, i desideri dei partecipanti alla storia diventava il suo dolore, la sua gioia, la sua rabbia, i suoi desideri.

E Francesco I che amava la bibbia e le sacre scritture, imitando Dio, decise di macellare i valdesi che, a loro volta amavano Dio e le sacre scritture, ma non come amava Dio e le sacre scritture Francesco I che nel 1545 organizzò il genocidio dei valdesi assieme ai piemontesi che procedettero al massacro noto come "pasque piemontesi".

La storia che attraversava la testa di Beppi non era la storia di uomini singoli, di condottieri, di uomini di cui avrebbero parlato, in bene o in male, i futuri libri di storia. Erano persone ridotti a massa informe. Erano quei cittadini ridotti a popolo bue, che andava sempre e comunque disprezzato, ridotto all'obbedienza, privato dei suoi bisogni e delle sue necessità perché la storia avrebbe negato loro lo status di persone, indegne di essere citate nei libri di storia. Al massimo erano numeri, massa, popolino.

Re Ferdinando, di Castiglia e Aragona, amante delle sacre scritture, fece macellare migliaia di persone attraverso l'inquisizione. La storia riporta il nome dei dignitari, ma non la massa di uomini macellati per il divertimento del re Ferdinando di Castiglia e di Aragona. Ferdinando di Castiglia e di Aragona è Dio, il Dio della bibbia, quello che si diverte a macellare l'umanità col diluvio universale e i macellati sono numeri, massa, privati della dignità personale. Ogni tanto, in quella massa, spunta un nome, una funzione. Macellare uomini ridotti al rango di massa, come vuole la bibbia, in quanto uomini creati massa da Dio e massa informe per volere di Dio, non è un delitto agli occhi delle sacre scritture, ma se gli uomini, ridotti a massa dalla violenza di Dio chiedono a Dio di riconoscere loro un frammento di dignità, ecco allora l'esercito a ricondurli al ruolo di massa pronti per i macelli.

Quando Cristoforo Colombo giunse a Cuba, Cuba contava otto milioni di abitanti, dopo quattro anni furono sterminati quattro milioni di abitanti. Privati di nome, cognome, desideri e passioni. Puro numero, massa di Dio come piace alle sacre scritture.

In 70 anni la popolazione messicana fu sterminata. Nel 1520 era di 25 milioni di persone e nel 1595 era di solo un milione e mezzo grazie alle armate di Dio e all'imitazione dell'attività di Dio degli uomini al servizio delle sacre scritture.

Continuavano a passare queste immagini davanti alla coscienza di Beppi e Beppi stava agitandosi. Faticava a rimanere in fila ad ascoltare quell'oratore.

Beppi sembrava trasportato in un altro mondo. Un mondo fatto di sangue e di terrori dominato da una sanguinaria frenesia in cui uomini si identificavano col Dio della bibbia rendendosi e pensandosi onnipotenti mentre macellavano uomini indifesi.

Il massacro dei Kikapu con il vaiolo nel 1852 ad opera dei predicatori che con la bibbia e i fucili marciavano nel Nord-America.

Il massacro dei Sioux fra il 1868 e il 1890 dove gli adoratori della bibbia diffusero il carbonchio per rendere quelle popolazioni impotenti e rubare loro le terre riducendoli alla miseria.

80 milioni di nativi americani furono macellati dal libro sacro dei cristiani fra il 1600 6 il 1900 ancora oggi, gli adoratori della bibbia continuano a macellare le persone per sottometterle al loro Dio.

Come il genocidio di Caonao a Cuba dove gli adoratori della bibbia spagnoli per provare le loro spade squartarono animali, donne, bambini, vecchi fra le risa di questi adoratori di di Dio.

Sterminavano in nome della "Santa Madre Chiesa" sposa di Dio e diffusore delle Sacre scritture. I conquistadores gioivano nell'assassinare persone indifese dicendo: "Chi vorrà mai negare che usare la polvere da sparo contro i pagani è come offrire incenso a Nostro Signore?"

Gli abitanti di Città del Messico, ridotti alla schiavitù in nome delle sacre scritture per glorificare Dio.

Dei 10 o 12 milioni di nativi che abitavano gli attuali USA nel 1900 ne rimasero solo 250 mila.

Come i Pequots, abitatori dell'odierno Massachusset massacrati dai lettori puritani delle sacre scritture dove, il lettore delle sacre scritture John Mason si gloriò di uno dei genocidi dicendo: "Per la verità, l'Onnipotente incusse tale terrore sulle loro anime, che fuggirono davanti a noi buttandosi tra le fiamme, dove molti perirono... Dio aleggiava sopra di loro e sbeffeggiava i suoi nemici, i nemici del suo popolo, facendone dei tizzoni ardenti... Così il Signore castigò i Pagani, allineandone le salme: uomini, donne e bambini."

Il prete adoratore delle sacre scritture Underhill racconta quanto fosse "impressionante e angosciante lo spettacolo sanguinoso per i giovani soldati", ma subito ricorda: "Talvolta la Sacra Bibbia decreta che donne e bambini debbano perire con i loro genitori."

Nel 1676 un giornale cristiano scriveva: "E' il volere di Dio, che alla fin fine ci dà ragione di esclamare: quant'è grandiosa la sua bontà! E quant'è splendida la sua gloria!" E ancora: "Fino a che il nostro Signore Gesù li piegò ad inchinarsi davanti a lui e a leccare la polvere!"

Il genocidio di Kilwa nel 1505 fatto in nome delle sacre scritture dai portoghesi con l'aiuto dei francesi.

Nel 1650 i gesuiti possedevano una quantità di schiavi tale da impressionare perfino i portoghesi e una propria flotta adibita esclusivamente al loro trasporto.

E quando gli schiavi si ribellarono alle sacre scritture nel 1707 in Madagascar gli adoratori delle sacre scritture, missionari calvinisti, straziarono i ribelli in piazza con la tortura della ruota e strangolarono a mani nude una schiava.

Ricordare il massacro degli Zulu ad opera delle sacre scritture nel 1837.

Nel 1700 25 milioni di africani sono stati macellati dagli adoratori delle sacre scritture spopolando l'intera Angola.

Nel 1800 il portatore di Bibbia, Van der Kemp costruisce la missione cristiana di Bethelsdorp che divenne una base militare per i cristiani inglesi.

Nel 1835, in gennaio, gli Xhosa sono macellati dalle truppe cristiane del missionario Philip che imitavano le sacre scritture.

Vendere oppio in cambio di tè è proprio di chi vede nelle sacre scritture il diritto conferito dal proprio Dio di distruggere la vita degli uomini. E sventolando il crocifisso, macellarono le popolazioni cinesi per la gloria di Dio. Questi "pagani" dovevano prendere oppio e dal 1842 al 1858 cattolici e protestanti costrinsero la Cina a concedere loro i porti affinché potessero riempire i cinesi d'oppio.

E poi lo sguardo di Beppi si spostò in epoche recenti.

Furono cristiani a distruggere i popoli con la prima guerra mondiale.

Furono gli adoratori delle Sacre scritture a distruggere il mondo con la seconda guerra mondiale; erano gli adoratori delle sacre scritture che costruirono i campi di sterminio per zingari, omosessuali, ebrei e comunisti.

Furono i cristiani a macellare i contadini a Portella delle Ginestre.

Furono gli adoratori delle sacre scritture a sterminare i ruandesi. Erano quelli delle sacre scritture a sterminare gli indonesiani.

E gli stermini seguivano gli stermini, anche vicini, come Piazza Fontana o la stazione di Bologna, stragi fatte dai cristiani.

Fu il crocefisso sventagliato da Pinochet a distruggere il Cile come il crocifisso sventagliato da Bolsonaro distrusse il Brasile.

Stermini di persone distanti nello spazio, ma le cui grida risuonavano nelle orecchie. Persone distanti nel tempo, ma le cui grida suonavano ora, in questo momento.

Uomini della Palestina macellati da chi usava le sacre scritture. Uomini e donne dell'Iraq macellati da chi usava le sacre scritture. Uomini e donne della Siria macellati da chi usava le sacre scritture.

Tutto questo metteva agitazione in Beppi.

Gli uccelli del lago Stinfalo, intanto, stavano affilando gli artigli.

Ora erano sicuri, quei ragazzi in fila in cortile stavano ascoltando il richiamo che il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione faceva nei confronti degli uccelli del lago Stinfalo affinché si cibassero di quegli sprovveduti.

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo.

Al richiamo del loro nome, uno ad uno gli uccelli del lago Stinfalo si gettarono sui ragazzi, penetrarono nella loro psiche, nelle loro emozioni e, con i loro artigli, squartavano la loro psiche fino a renderle impotenti, incapaci, ad ascoltare il mondo che li circondava.

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

Adams, il secondo presidente degli Stati Uniti d'America, disse: "La Bibbia é il miglior libro del mondo. Essa contiene più della mia piccola filosofia che non tutte le biblioteche che ho viste ".

E l'uccello del lago Stinfalo Adams, lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi lo guardò arrivare con gli artigli tesi.

Pieno di paura sentì sorgere una voce di passione dentro sé stesso che così reagì.

"Quando il "sacro libro" dice:

Dio li benedisse e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra". (genesi 1, 28)

Beppi disse: "Io non soggiogo nessuno perché io sono i pesci nel mare, sono gli uccelli nel cielo e sono ogni essere vivente della natura. Io sono colui che, strisciando sulla terra, dà l'assalto al cielo dell'infinito delle trasformazioni!"

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

R. Boile: "La Bibbia è tra i libri, quello che il diamante è tra le pietre preziose: la più preziosa, la più lucente di tutte; la più atta a spargere luce, e tuttavia la più adatta a lasciare impronte ".

E l'uccello del lago Stinfalo R. Boila, lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi lo guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto, la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorse in lui dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Alla donna disse: "Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà". (Genesi 3, 16)

Beppi disse: "Troveremo un modo per lenire i dolori del parto. Ogni uomo va verso un altro uomo, sia esso uomo o donna. Ogni donna va verso un altro uomo sia esso uomo o donna, ma chi dominerà, uno sull'altro, sia oggetto di disprezzo come il Dio che lo ha ordinato!"

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

W. Scott: " Il più erudito, il più acuto, il più diligente studioso non potrà, in una vita anche lunghissima, avere una completa conoscenza di questo sacro volume. Quanto più si ricercano le visceri di questa mina, e tanto più ricco e tanto più abbondante se ne trova il materiale. Non vi è che un libro -la Bibbia! ".

E l'uccello del lago Stinfalo W. Scott, lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi lo guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!".

(Genesi 3, 19)

Beppi disse: "Ti cibi di cadaveri come un avvoltoio che pulisce la terra dopo che la vita ha abbandonato il corpo. Sì! Io sono materia che costruisce il Dio che sarò e mentre tu continuerai a cibarti di cadaveri putrefatti gli uomini costruiranno il loro futuro. Un futuro che non riguarda solo le generazioni dei nati nella Natura, ma l'infinito dei mutamenti dell'universo a cui parteciperanno."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

L'orientalista W. Jones: "Ho letto le Sante Scritture regolarmente, e con attenzione, e la mia opinione é che questo volume, indipendentemente della sua origine divina, contiene più vera sublimità, più squisita bellezza, più pura moralità, più storia importante, e più bei voli di poesia e di eloquenza, che non tutti gli altri libri ",

E l'uccello del lago Stinfalo W. Jones, lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi lo guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Il Signore Dio disse allora: "Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!".  (Genesi 3, 22)

Beppi disse: "Sì! I nati nella Natura sono degli Dèi in potenza. Sì! I nati nella Natura entreranno nel Giardino delle Esperidi e coglieranno dall'albero della vita diventando Dèi immortali."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

T. Carlyle: "Un libro insigne! Il libro per tutti gli uomini! ".

E l'uccello del lago Stinfalo T. Carlyle, lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi lo guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: "Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo".

(Genesi 4, 3-7)

Disse Beppi identificandosi con Caino: "Lurido "verme" che strisci nella terra elemosinando deferenza per la tua incapacità di vivere" iniziò il suo discorso Beppi "Io ti ho offerto i prodotti della terra. Non ciò che ho rubato, ma ciò che nacque dal lavoro della mia aratura, della mia semina, della mia attenzione affinché le piante crescessero. Sull'altare del sacrificio ho messo parte della mia esistenza che ti ho offerto e tu, tu mi offendi, mi denigri, solo perché io ho costruito e non ho rubato. Preferisci l'offerta di sangue di mio fratello che ha rubato gli agnelli alla madre in tua gloria. Tu vuoi che io ti faccia un'offerta di sangue? Ebbene, avrai mio fratello, il sanguinario Abele, e il sangue del suo sacrificio in tuo onore gronderà dalle tue mani in eterno marchiandoti col segno dell'infamia presso gli uomini!"

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

D. Webster: " L'ho letta da cima a fondo, molte volte. Ed ora mi propongo di leggerla una volta all' anno... Compatisco l'uomo che non può trovarvi una copiosa suppellettile di consigli e di norme di condotta ",

E l'uccello del lago Stinfalo D. Webster, lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi lo guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

1 Questo è il libro della genealogia di Adamo. Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; 2 maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati. 

(Genesi 5, 1-2)

Disse Beppi: "Menzogna! Noi, uomini e donne ti abbiamo creato nella nostra immaginazione a nostra immagine e somiglianza perché alcuni uomini si ritennero in diritto di dominare altri uomini. Per questo motivo crearono un super uomo dominatore di uomini che chiamarono "Dio"."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

G. G, Rousseau: "La maestà delle Scritture mi colpisce d'ammirazione ".

E l'uccello del lago Stinfalo G. G. Rousseau, lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi lo guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Il Dio padrone vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: "Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti". 

(Genesi 6, 5-7)

Disse Beppi: "Come puoi parlare e dire che l'uomo è malvagio se il tuo desiderio è quello di sterminare gli uomini come assoluto atto di malvagità? Quando mai, prima di te, un uomo ha sterminato con tanta ferocia, non dico te che ti consideri Dio, ma altri uomini con la stessa ferocia con cui tu ti appresti ad assassinarli? L'uomo non è malvagio. L'uomo vive nelle condizioni in cui è nato e a quelle condizioni si adatta. Tu sei malvagio perché, infastidito dal fatto che l'uomo viva, chiami la vita dell'uomo malvagità e con questo ti senti legittimato nello sterminio dell'uomo e degli animali che vivono sulla terra. Tu, Dio, se il malvagio che non obbedisce all'uomo ma che ruba la vita all'uomo e, quando non gli può rubare la vita sottomettendolo a norme, ingiuste e criminali, non trovi in te altra malvagità che sterminare l'uomo. Molti uomini, dopo di te, in tuo nome stermineranno altri uomini in un sacrificio umano affinché tu ti compiaccia di tanto sangue."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

D. Diderot: " Sfido tutti quanti qui siete, a preparare un racconto così semplice, così commovente come quello della passione e morte di Gesù Cristo, e la cui influenza rimarrà inalterabile per tanti secoli ".

E l'uccello del lago Stinfalo D. Diderot, lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi lo guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde. Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: "Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?". Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: "Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?". Gesù rispose: "Io lo sono! E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo". Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: "Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?". Tutti sentenziarono che era reo di morte.

(Vangelo di Marco 14, 59-64)

Disse Beppi: "Permettimi il sarcasmo. Io ho provato a dire al magistrato che avrebbe potuto condannarmi che io ero figlio del suo "Dio padrone" e che lui mi avrebbe visto seduto alla sua destra e che sarei venuto dalle nubi del cielo. Ma il magistrato mi ha condannato. E' come se io avessi chiesto al magistrato di mettersi in ginocchio davanti a me che io sono bello e "figo" anziché giudicare le mie azioni e le mie intenzioni. Il reato di Gesù è il reato di eversione dell'ordine costituito e ogni ordine costituito, in particolare quelli che hanno nelle "sacre scritture" il loro riferimento, condannano sempre a morte come la storia da 2000 anni dimostra. L'episodio di Gesù indica agli adoratori della scrittura come procedere contro coloro che si ritengono eversori dell'ordine. Cosa che Diderot conosceva molto bene perché il bruciar vive le donne chiamate "streghe" era una pratica che nel suo tempo ancora non era dismessa. L'influenza di Gesù nell'alimentare i deliri di chi si identifica con la sua figura rimarrà nei secoli e molti di costoro verranno ammazzati e bruciati perché Gesù ha insegnato loro come delirare."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

Isacco Newton: " Le Scritture sono la più sublime filosofia ".

E l'uccello del lago Stinfalo Isacco Newton, lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi lo guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini. Ogni essere che ha un alito di vita nelle narici, cioè quanto era sulla terra asciutta morì. Così fu sterminato ogni essere che era sulla terra: con gli uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell'arca.

(Genesi 7, 21-23)

Disse Beppi: "Dio lo sterminatore di genti innocenti e indifese. Davanti all'onnipotenza del Dio, padrone di uomini, gli uomini hanno commesso il solo delitto di desiderare di vivere. Il desiderio di vivere degli uomini era un delitto agli occhi del padrone che vive della sottomissione degli uomini. Noè, il traditore dell'umanità, accoglie e favorisce il desiderio di Dio di mettere al mondo altri figli affinché Dio si possa divertire a trucidarli. Come Dio si compiace di aver sterminato ogni vita, ogni vivente, ogni amante delle "sacre scritture" ritiene di doversi fare assassino, santo sterminatore in nome di Dio, di tutti coloro che non si sottomettono a lui che è l'inviato di Dio. Questo sono le "sante scritture"."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

G. Milton: " Non vi sono canti che si possano comparare con quelli di Sion, non brani oratori che possano uguagliare quelli dei profeti, nè statisti simili a quelli che sono menzionati nella Scrittura ".

E l'uccello del lago Stinfalo G. Milton, lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi lo guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Ricòrdati, SIGNORE, dei figli di Edom, che nel giorno di Gerusalemme dcevano: "Spianatela, spianatela,fin dalle fondamenta!" Figlia di Babilonia, che devi essere distrutta, beato chi ti darà la retribuzione del male che ci hai fatto!9 Beato chi afferrerà i tuoi bambini e li sbatterà contro la roccia!

(Salmo 137)

Beppi disse: "Diventa beato agli occhi di Dio chi spacca le teste dei bambini per vendetta. Spaccare le teste dei bambini sulle rocce è proprio dell'attività delle "sacre scritture" che fanno della violenza del più forte sul più debole atto che viene beatificato dal Dio."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

Beecher: " La Bibbia è l'inestimabile libro educativo del mondo ".

E l'uccello del lago Stinfalo Beecher, lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi lo guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

"Osserverete le mie leggi e le mie prescrizioni, per mezzo delle quali chiunque le metterà in pratica vivrà. Io sono il Dio vostro padrone. Nessuno si avvicinerà a una sua parente carnale per avere rapporti sessuali con lei. Io sono il Dio padrone.Non disonorerai tuo padre, avendo rapporti sessuali con tua madre: è tua madre; non scoprirai la sua nudità. Non scoprirai la nudità della moglie di tuo padre: disonoreresti tuo padre. Non scoprirai la nudità di tua sorella, figlia di tuo padre e figlia di tua madre, sia essa nata in casa o nata fuori. Non scoprirai la nudità della figlia di tuo figlio o della figlia di tua figlia, poiché disonoreresti te stesso. Non scoprirai la nudità della figlia della donna di tuo padre, generata da tuo padre: è tua sorella. Non scoprirai la nudità della sorella di tuo padre; è parente stretta di tuo padre. Non scoprirai la nudità della sorella di tua madre, perché è parente stretta di tua madre. Non scoprirai la nudità del fratello di tuo padre, né di sua moglie: è tua zia. Non scoprirai la nudità di tua nuora: è la moglie di tuo figlio; non scoprirai la sua nudità. Non scoprirai la nudità della moglie di tuo fratello: è la nudità di tuo fratello. Non scoprirai la nudità di una donna e di sua figlia; non prenderai la figlia di suo figlio, né la figlia di sua figlia per scoprirne la nudità: sono parenti stretti: è un delitto. Non prenderai la sorella di tua moglie per farne una rivale, scoprendo la sua nudità insieme con quella di tua moglie, mentre questa è in vita. Non ti avvicinerai a una donna per scoprire la sua nudità mentre è impura a causa delle sue mestruazioni. Non avrai relazioni carnali con la moglie del tuo prossimo per contaminarti con lei. Non darai i tuoi figli perché vengano offerti a Moloc; e non profanerai il nome del tuo Dio. Io sono il Dio padrone. Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole. Non ti accoppierai con nessuna bestia per contaminarti con essa; la donna non si prostituirà a una bestia: è una mostruosità. Non vi contaminate con nessuna di queste cose; poiché con tutte queste cose si sono contaminate le nazioni che io sto per cacciare davanti a voi." 

(Levitico 18, 5-23)

Disse Beppi: "Quante proibizioni, sembrano logiche. Proprio queste proibizioni hanno devastato la società degli uomini per la violenza imposta dalle "sacre scritture" mettendo al centro della mancanza di divieti al padre. Un soggetto ha diritti sessuali solo se si fa padre. Il padre ha diritti sessuali mentre i divieti sono rivolti al figlio e solo quando il figlio si fa padre acquisisce dei diritti che devono essere rispettati da quello che prima, che lui si facesse padre, era il padre che gli imponeva dei doveri. In tutte queste regole, il figlio non ha diritti nei confronti del padre. Il padre non è tenuto ad osservare nessun obbligo. Al padre non è vietato stuprare il figlio che deve essere obbediente nei confronti del padre. In questo modo, Dio si fa padre attribuendosi il diritto di stuprare i propri figli perché nessun divieto gli impedisce di farlo. In questo modo, il prete cattolico si fa padre e nessuno gli può vietare di stuprare i ragazzi perché il padre deve pur prendersi il suo "compenso" per la cura dei ragazzi. La proibizione dei rapporti carnali di un uomo con un altro uomo non è la proibizione di rapporti carnali di un "padre" con il figlio in quanto il figlio non è un uomo, ma solo figlio. Con questo gioco di proibizione della sessualità delle persone, se da un lato hanno costruito tutte le perversioni da negazione della libertà sessuale delle persone, dall'altro lato hanno criminalizzato ogni rapporto sessuale aprendo la strada allo stupro e alla violenza dei padri nei confronti dei figli. Il tentativo di garantire a Dio e a chi lo rappresenta, il diritto di violentare le generazioni future per sottomettere gli uomini a Dio ha fatto in modo di danneggiare la società. Milioni di bambini stuprati dai padri, da adulti hanno stuprato i loro figli perché in questo modo potevano prendersi il ruolo di stupratori uscendo dal ruolo di vittime dello stupro dei padri. Solo i figli che "Moloc" accoglie sono i figli che i padri non hanno stuprato. Sono i figli "nati morti" che Baal accompagna oltre la soglia della vita umana in un cammino dove il loro corpo luminoso è ancora cieco rispetto all'infinito a cui sono giunti senza aver potuto vivere. I figli degli uomini che Baal accompagna sono i figli che gli uomini non hanno potuto stuprare offrendoli sull'altare della violenza in sacrificio al Dio delle "sacre scritture" che chiama, i bambini non sturati: "abominio"."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

E. Heine: " E' semplice e vecchio libro, sobrio come la stessa natura: un libro utile come il sole ed il pane ",

E l'uccello del lago Stinfalo E. Heine, lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi lo guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Di lì Eliseo andò a Betel. Mentre egli camminava per strada, uscirono dalla città alcuni ragazzetti che si burlarono di lui dicendo: "Vieni su, pelato; vieni su, calvo!". Egli si voltò, li guardò e li maledisse nel nome del Signore. Allora uscirono dalla foresta due orse, che sbranarono quarantadue di quei fanciulli. Di là egli andò al monte Carmelo e quindi tornò a Samaria.

(Secondo libro dei Re 2, 23-25)

Disse Beppi: "La soluzione delle "sacre scritture", alle condizioni degli uomini, è una condizione semplice: Dio ha creato l'uomo che non fa ciò che desidera Dio e, allora, Dio lo ammazza. L'autorità investita da Dio non ottiene obbedienza dagli uomini, e, allora, l'autorità ammazza gli uomini che non obbediscono. E' il terrore di un libro "semplice" che non affronta i problemi delle'esistenza umana, ma solo i desideri di onnipotenza di colui che si identifica con Dio. Un libro che per l'autorità che terrorizza gli uomini nella società civile è necessario come il pane per poter riaffermare la sua autorità contro i bisogni degli uomini e le loro necessità."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

" Nessun altro libro esalta tanto il pubblico bene ", disse Bacone; e Goethe: "La fede nella Bibbia, i frutti della sua profonda meditazione m'han servito di guida nella mia vita morale e letteraria ".

E gli uccelli del lago Stinfalo Bacone e Goethe, lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciarono sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi lo guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Mosè vide che il popolo non aveva più freno, perché Aronne gli aveva tolto ogni freno, così da farne il ludibrio dei loro avversari. Mosè si pose alla porta dell'accampamento e disse: "Chi sta con il Signore, venga da me!". Gli si raccolsero intorno tutti i figli di Levi. Gridò loro: "Dice il Signore, il Dio d'Israele: Ciascuno di voi tenga la spada al fianco. Passate e ripassate nell'accampamento da una porta all'altra: uccida ognuno il proprio fratello, ognuno il proprio amico, ognuno il proprio parente". I figli di Levi agirono secondo il comando di Mosè e in quel giorno perirono circa tremila uomini del popolo. Allora Mosè disse: "Ricevete oggi l'investitura dal Signore; ciascuno di voi è stato contro suo figlio e contro suo fratello, perché oggi Egli vi accordasse una benedizione". Il giorno dopo Mosè disse al popolo: "Voi avete commesso un grande peccato; ora salirò verso il Signore: forse otterrò il perdono della vostra colpa". Mosè ritornò dal Signore e disse: "Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio d'oro. Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato... E se no, cancellami dal tuo libro che hai scritto!". Il Signore disse a Mosè: "Io cancellerò dal mio libro colui che ha peccato contro di me. Ora va', conduci il popolo là dove io ti ho detto. Ecco il mio angelo ti precederà; ma nel giorno della mia visita li punirò per il loro peccato". Il Signore percosse il popolo, perché aveva fatto il vitello fabbricato da Aronne.

(Esodo 32, 25-35)

Disse Beppi: "Quegli uomini necessitavano di un altro Dio nel quale proiettare le loro speranze piuttosto che un Dio che trasformasse le persone in bestiame obbediente agli ordini di un padrone. Un Dio sul quale proiettare i loro desideri, le loro passioni, le loro speranze distrutte dalla disperazione in un presente in cui un Dio padrone chiedeva obbedeinza e sottomissione ai suoi capricci. Bacone asserisce che sterminare chi non si mette in ginocchio è esaltazione del pubblico bene. Perché stupirci se lo sterminio di chi non si sottomette ad un'autorità che si fa Dio diventa metodo e modello imposto agli Esseri Umani? E quale vita morale poteva esprimere Goethe quando non si indignava dello sterminio di uomini indifesi ad opera del criminale Mosè il cui scopo era riaffermare il principio di possesso degli uomini che dovevano essere costretti all'obbedienza? Le "sacre scritture" esaltano lo sterminio degli uomini da parte di un Dio incapace di offrire una qualche speranza agli uomini. Il Dio delle "sacre scritture" promette, ma nessuna della sue promesse si realizza salvo la legittimazione del genocidio che diventa modello, metodo, nella società umana. O, forse, i lettori non pensano che i recenti campi di sterminio nazisti, il genocidio del Ruanda, il genocidio dei palestinesi, il genocidio in Iraq non sia l'effetto dell'imposizione delle "sacre scritture" ad un'infanzia alla perenne ricerca del miglior metodo per affrontare i problemi della propria futura quotidianità."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

Il poeta Coleridge ammoniva che lo studio della Bibbia preserva dalla volgarità nello stile, ed il Lessing ricordava che le Sacre Scritture hanno, più che tutti gli altri libri, per tanti secoli occupata la mente degli uomini e, più che tutti gli altri libri, l'hanno illuminata.

E gli uccelli del lago Stinfalo Coleridge e Lessing, lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciarono sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi lo guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Il Dio disse a Mosè: "Io farò venire ancora una piaga sul faraone e sull'Egitto; poi egli vi lascerà partire da qui. Quando vi lascerà partire, egli addirittura vi scaccerà di qui. Parla dunque al popolo e digli che ciascuno domandi al suo vicino, e ogni donna alla sua vicina, degli oggetti d'argento e degli oggetti d'oro". Dio fece in modo che il popolo ottenesse il favore degli Egiziani; anche Mosè era personalmente in grande considerazione nel paese d'Egitto, presso i servitori del faraone e presso tutto il popolo. Mosè disse: "Così dice Dio: "Verso mezzanotte io passerò in mezzo all'Egitto e ogni primogenito nel paese d'Egitto morirà, dal primogenito del faraone che siede sul suo trono, al primogenito della serva che sta dietro la macina e ad ogni primogenito del bestiame. Vi sarà in tutto il paese d'Egitto un grande lamento, quale non ci fu mai prima, né ci sarà mai più. Ma in mezzo a tutti i figli d'Israele, tanto fra gli uomini quanto fra gli animali, neppure un cane abbaierà", affinché conosciate la distinzione che Dio fa tra l'Egitto e Israele. Tutti questi tuoi servitori scenderanno da me e s'inchineranno davanti a me, dicendo: "Parti, tu e tutto il popolo che è al tuo seguito!" E, dopo questo, io partirò". E Mosè, pieno d'ira, uscì dalla presenza del faraone. Dio disse a Mosè: "Il faraone non vi darà ascolto, affinché i miei prodigi si moltiplichino nel paese d'Egitto". Mosè e Aaronne fecero tutti questi prodigi davanti al faraone; ma Dio indurì il cuore del faraone, ed egli non lasciò uscire i figli d'Israele dal suo paese.

(Esodo 11)

Poi gli Israeliti se ne andarono ed eseguirono ciò che il Signore aveva ordinato a Mosè e ad Aronne; in tal modo essi fecero. A mezzanotte il Signore percosse ogni primogenito nel paese d'Egitto, dal primogenito del faraone che siede sul trono fino al primogenito del prigioniero nel carcere sotterraneo, e tutti i primogeniti del bestiame. Si alzò il faraone nella notte e con lui i suoi ministri e tutti gli Egiziani; un grande grido scoppiò in Egitto, perché non c'era casa dove non ci fosse un morto! Il faraone convocò Mosè e Aronne nella notte e disse: "Alzatevi e abbandonate il mio popolo, voi e gli Israeliti! Andate a servire il Signore come avete detto. Prendete anche il vostro bestiame e le vostre greggi, come avete detto, e partite! Benedite anche me!".  Gli Egiziani fecero pressione sul popolo, affrettandosi a mandarli via dal paese, perché dicevano: "Stiamo per morire tutti!". Il popolo portò con sé la pasta prima che fosse lievitata, recando sulle spalle le madie avvolte nei mantelli. Gli Israeliti eseguirono l'ordine di Mosè e si fecero dare dagli Egiziani oggetti d'argento e d'oro e vesti. Il Signore fece sì che il popolo trovasse favore agli occhi degli Egiziani, i quali annuirono alle loro richieste. Così essi spogliarono gli Egiziani. Gli Israeliti partirono da Ramses alla volta di Succot, in numero di seicentomila uomini capaci di camminare, senza contare i bambini. Inoltre una grande massa di gente promiscua partì con loro e insieme greggi e armenti in gran numero. 

(Esodo 12, 28-38)

Disse Beppi: "Il Dio degli ebrei è un Dio assetato di dominio e di ricchezze che fa dell'oro il simbolo del suo potere per dominare l'uomo. Il Dio dei cristiani vuole macellare gli egiziani per poterli rapinare. In questo modo impedisce ogni trattativa, ogni tipo di accordo, fintanto che non usa tutto il "potere dell'universo" di cui afferma di essere in possesso, per derubare i più deboli. Il Dio dei cristiani non desidera che gli ebrei escano dall'Egitto. Il Dio dei cristiani desidera che gli ebrei derubino gli egiziani privandoli della ricchezza, del proprio futuro, del proprio bestiame, del proprio oro e di quanto serve loro per vivere. Per ottenere questo il Dio degli ebrei si pavoneggia del proprio potere con cui macella i primogeniti egiziani, dal figlio dell'imperatore al figlio della schiava. Macella il primogenito del prigioniero che sta in carcere come il primogenito di ogni animale da cortile allevato dagli egiziani. Nello stesso tempo fa sì che gli ebrei possano rapinare gli egiziani di tutto il loro oro, di tutto il loro argento, di tutti i loro vestiti. La rapina, l'omicidio e lo stupro caratterizza il Dio dei cristiani e caratterizzerà, seguendo questo modello ideologico, ogni guerra impostata dai cristiani per il dominio del mondo. Dalle prime guerre dei cristiani con cui l'Armenia ha devastato gli stati confinanti in nome di Dio, alle devastazioni del Medio Oriente orchestrate dai cristiani Berlusconi, Blair, Bush in nome della supremazia del Dio dei cristiani contro colro che non si mettono i n ginocchio davanti al loro Dio. Quando le "sacre scritture" impongono all'infanzia quel modello attraverso il quale affrontare le condizioni e le contraddizioni della loro esistenza, quel modello, che implica rapina e genocidio, si replica all'infinito e se appare lontano, rispetto a Gesù, il modello di genocidio che viene indicato da Dio in relazione all'Egitto, tale modello è reiterato da Gesù quando dice:

Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.

Vangelo di Matteo 6. 25-33

Gesù non fa altro che reiterare nei fini i mezzi definiti da Dio nelle relazioni fra Mosé e gli egiziani. Le "sacre scritture" incitano al genocidio e nulla vale difendersi da quel genocidio se non si censurano le "sacre scritture" che di quel genocidio sono le mandanti. E' indubbio che Coleridge trovi elegante macellare i primogeniti egiziani per poter rapinare gli egiziani, come Lessing comprende come le "sacre scritture" abbiano illuminato la mente di tanti uomini inducendoli a sterminare altri uomini perché non dovevano preoccuparsi di che cosa berranno o di che cosa mangeranno in quanto il loro Dio avrebbe provveduto a "donare" loro la violenza con cui massacrare tutti coloro che, al contrario di loro, lavoravano per provvedere al loro futuro."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

Fin dalla tenera età, Giovanni Ruskin ne imparava ogni giorno due o tre capitoli a memoria; e in quello studio diligente si formò il suo stile vivido e scultorio.

E l'uccello del lago Stinfalo Giovanni Ruskin, lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi lo guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

"Tu dirai loro: Così parla Dio degli eserciti, Dio d'Israele: 'Bevete, ubriacatevi, vomitate, cadete senza rialzarvi più, davanti alla spada che io mando in mezzo a voi'. Se rifiutano di prendere dalla tua mano la coppa per bere, di' loro: Così dice Dio degli eserciti: 'Voi berrete in ogni modo!'
Poiché, ecco, io comincio a punire la città sulla quale è invocato il mio nome, e voi rimarreste del tutto impuniti? Voi non rimarrete impuniti; poiché io chiamerò la spada su tutti gli abitanti della terra", dice Dio degli eserciti.
"Tu profetizza loro tutte queste cose e di' loro: 'Dio rugge dall'alto, tuona la sua voce dalla sua santa abitazione; egli rugge con potenza contro il suo territorio; un grido, come quello dei pestatori d'uva, arriva a tutti gli abitanti della terra.
Il rumore giunge fino alle estremità della terra; poiché Dio ha una lite con le nazioni, egli entra in giudizio contro ogni carne; gli empi li dà in balìa della spada', dice Dio.
Così parla Dio degli eserciti: 'Ecco, una calamità passa di nazione in nazione, e un gran turbine si alza dalle estremità della terra".
In quel giorno, gli uccisi da Dio copriranno la terra dall'una all'altra estremità di essa, non saranno rimpianti, né raccolti, né seppelliti; serviranno di letame sulla faccia della terra'.
Urlate, pastori, gridate; rotolatevi nella polvere, voi, guide del gregge! Poiché è giunto il tempo in cui dovete essere scannati; io vi frantumerò e cadrete come un vaso prezioso.
Ai pastori mancherà ogni rifugio, le guide del gregge non avranno via di scampo.
Si ode il grido dei pastori, l'urlo delle guide del gregge; poiché Dio devasta il loro pascolo; gli ovili di pace sono ridotti al silenzio, a causa dell'ardente ira di Dio.
Fuggono come un leoncello che abbandona la sua tana, perché il loro paese è diventato una desolazione, a causa del furore della spada crudele, a causa dell'ardente ira di Dio"".

Geremia 25, 27-38

Dice Beppi: "Che forse il Dio delle "sacre scritture" sa fare qualche cosa di diverso dal minacciare le persone che vengono costrette a vivere nella paura e nell'angoscia? Il Dio delle "sacre scritture" è un miserabile che costruisce angoscia nei bambini e che, una volta adulti, costringe quei bambini a dare una forma alla loro angoscia. Una forma che si chiama terrore. Il Dio delle "sacre scritture" è il Dio del logos, del verbo, della parola. Un essere inetto, vile, che usa le parole dell'uomo per terrorizzare l'uomo, ma che l'uomo scaccia ogni volta che l'uomo agisce in funzione dei propri bisogni e delle proprie necessità. Solo l'infante, che pensa sé stesso come impotente davanti al mondo, può essere terrorizzato da chi paventa paure ed angosce attraverso l'enfatizzazione di fantasie deliranti proclamate davanti a persone inermi. Persone educate a non prendere a calci Dio e chi le rappresenta perché, di fronte ad affermazioni vuote che coinvolgono le emozioni dell'uomo pretendendo di dominarle, non c'è altra reazione possibile che prendere a calci Dio e chi lo manifesta enfatizzandolo. Proprio perché il Dio della bibbia è legato alla parola, è un Dio impotente; un Dio che si serve della violenza di eserciti per violentare la vita delle persone. Non c'è stato, non c'è e non ci sarà un giorno in cui Dio assassinerà le persone. Troppo vigliacco per fare da solo il lavoro sporco da genocida dell'umanità. Ci saranno eserciti, uomini armati, che faranno il lavoro sporco in nome del Dio delle "sacre scritture" e che realizzeranno il sogno di Dio di sterminare l'umanità. Urla Dio, perché i pastori non si rotoleranno nella polvere, ma seguiranno il cammino della loro greggi. Urla Dio, perché le città vivranno, per la forza dei loro abitanti, o periranno per la forza dei loro nemici, ma il Dio delle "sacre scritture" esprime tutta la sua vigliaccheria. Tutta la sua impotenza. Nessun turbine si alza dai confini della terra e le calamità sono solo dei problemi che gli uomini devono saper affrontare grazie al loro lavoro. Le "sacre scritture" possono far paura ai bambini, bambini che crescono fisicamente ma che rimangono bambini sottomessi e paurosi nella loro psiche. Un Dio vigliacco e impotente può solo fare minacce vuote a cui, forse, solo qualche disperato può aggrapparsi."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

Giovanni Pascoli e Arturo Graf e il Corradino e il Rossetti hanno largamente attinto a magnifiche concezioni bibliche. Qualche opera di G. D'Annunzio rigurgita di reminiscenze bibliche. Interessantissima, poi è questa pagina di Francesco De Sanctis ...

E gli uccelli del lago Stinfalo Giovanni Pascoli, Arturo Graf, Corradino, Rossetti, Gabriele d'Annunzio, De Sanctis lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciarono sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi li guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Allora farò tremare i cieli e la terra si scuoterà dalle fondamenta per lo sdegno del Dio degli eserciti, nel giorno della sua ira ardente.
Allora, come una gazzella impaurita e come un gregge che nessuno raduna, ognuno si dirigerà verso il suo popolo, ognuno correrà verso la sua terra.
Quanti saranno trovati, saranno trafitti, quanti saranno presi, periranno di spada.
I loro piccoli saranno sfracellati davanti ai loro occhi; saranno saccheggiate le loro case, disonorate le loro mogli.
Ecco, io eccito contro di loro i Medi che non pensano all'argento, né si curano dell'oro.
Con i loro archi abbatteranno i giovani, non avranno pietà dei piccoli appena nati, i loro occhi non avranno pietà dei bambini.
Babilonia, perla dei regni, splendore orgoglioso dei Caldei, sarà come Sòdoma e Gomorra sconvolte da Dio.
Non sarà abitata mai più né popolata di generazione in generazione. L'Arabo non vi pianterà la sua tenda né i pastori vi faranno sostare i greggi.
Ma vi si stabiliranno gli animali del deserto, i gufi riempiranno le loro case, vi faranno dimora gli struzzi, vi danzeranno i sàtiri.
Ululeranno le iene nei loro palazzi, gli sciacalli nei loro edifici lussuosi. La sua ora si avvicina, i suoi giorni non saranno prolungati.

Isaia 13, 13-22

Dice Beppi: "Non ci sono aspetti nelle "sacre scritture" che non manifestino l'odio che Dio ha per l'uomo. Il diritto di Dio di macellare le persone indifese. Ricordate?

Il Signore disse a Mosè: "Compi la vendetta degli Israeliti contro i Madianiti, poi sarai riunito ai tuoi antenati". Mosè disse al popolo: "Mobilitate fra di voi uomini per la guerra e marcino contro Madian per eseguire la vendetta del Signore su Madian. Manderete in guerra mille uomini per tribù di tutte le tribù d'Israele". Così furono forniti, dalle migliaia d'Israele, mille uomini per tribù, cioè dodicimila uomini armati per la guerra. Mosè mandò in guerra quei mille uomini per tribù e con loro Pincas, figlio del sacerdote Eleazaro, il quale portava gli oggetti sacri e aveva in mano le trombe dell'acclamazione. Marciarono dunque contro Madian come il Signore aveva ordinato a Mosè, e uccisero tutti i maschi. Uccisero anche, oltre i loro caduti, i re di Madian Evi, Rekem, Sur, Ur e Reba cioè cinque re di Madian; uccisero anche di spada Balaam figlio di Beor. Gli Israeliti fecero prigioniere le donne di Madian e i loro fanciulli e depredarono tutto il loro bestiame, tutti i loro greggi e ogni loro bene; appiccarono il fuoco a tutte le città che quelli abitavano e a tutti i loro attendamenti e presero tutto il bottino e tutta la preda, gente e bestiame. Poi condussero i prigionieri, la preda e il bottino a Mosè, al sacerdote Eleazaro e alla comunità degli Israeliti, accampati nelle steppe di Moab, presso il Giordano di fronte a Gerico. Mosè, il sacerdote Eleazaro e tutti i principi della comunità uscirono loro incontro fuori dell'accampamento. Mosè si adirò contro i comandanti dell'esercito, capi di migliaia e capi di centinaia, che tornavano da quella spedizione di guerra. Mosè disse loro: "Avete lasciato in vita tutte le femmine? Proprio loro, per suggerimento di Balaam, hanno insegnato agli Israeliti l'infedeltà verso il Signore, nella faccenda di Peor, per cui venne il flagello nella comunità del Signore. Ora uccidete ogni maschio tra i fanciulli e uccidete ogni donna che si è unita con un uomo; 18 ma tutte le fanciulle che non si sono unite con uomini, conservatele in vita per voi. Voi poi accampatevi per sette giorni fuori del campo; chiunque ha ucciso qualcuno e chiunque ha toccato un cadavere si purifichi il terzo e il settimo giorno; questo per voi e per i vostri prigionieri.

Numeri 31, 1-19

Quando per conto di Dio le "sacre scritture" hanno macellato i madianiti? Quanto si è divertito il Dio delle "sacre scritture", attraverso Mosè, ad ammazzare donne, uomini e bambini usando le ragazzine per farle violentare. Ora Isaia vive la disperazione e invoca una distruzione che riveli la potenza del suo Dio. Ma senza un esercito di macellai ebrei non c'è il Dio degli ebrei che macelli i popoli. Il Dio degli ebrei afferma di aver macellato l'intera umanità in un tempo antico, ma ora sono altri tempi. Ora il lavoro sporco per il Dio delle "sacre scritture" lo fanno gli eserciti e quando gli eserciti che dovrebbero fare il lavoro sposrco per Dio sono smobilitati perché una parte degli ebrei è deportata a Babilonia dove si rifiuta di integrarsi con la popolazione di Babilonia preferendo ordire genocidi contro altri popoli, invoca l'intervento di altri popoli che eseguino il macello per conto del loro Dio. Ma gli altri popoli non macellano per il gusto di macellare. Non sono gli ebrei delle "sacre scritture" che macellano i bambini impotenti di altri popoli. Allora Isaia supplica l'intervento del suo Dio padrone affinché istilli nei Medi che, adifferenza degli ebrei, non hanno cupidigia d'oro e dell'argento, a comportarsi come gli ebrei e a sterminare gli indifesi per la gloria del Dio degli ebrei. L'arrogante, ammalato di onnipotenza, quando è frustrato e vive la miseria dell'impotenza, riversa il suo sdegno, la sua collera invocando l'assurdo affinché l'assurdo, Dio, poss ain qualche modo soddisfare il suo delirio di onnipotenza. Non ci sono camicie di forza nelle quali imbrigliare l'odio da impotenza di Isaia. Le parole vuote di Isaia terminano nel vuoto, ma rimangono come modello di comportamento per chiunque faccia delle "sacre scritture" un metodo con cui affrontare la propria vita. Isaia è un uomo impotente come è impotente il Dio che invoca. Avrebbe potuto costruire un futuro diverso, ma ha preferito ridurre le persone che lo seguivano alla schiavitù, circoncidendole, marchiandole, come bestiame, per la gloria del suo Dio. La vergogna e l'infamia ricada tutta sulle spalle di Giovanni Pascoli, Arturo Graf, Corradino, Rossetti, Gabriele d'Annunzio, De Sanctis, uccelli del lago Stinfalo che pretendono di nutrirsi della struttura emotiva dei bambini a cui vogliono sbattere la testa contro le rocce a maggior gloria del Dio delle "sacre scritture"."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

Si racconta che il celebre poeta Alfredo de Musset non potesse trattener le lagrime, nel leggere gli Evangeli, e che un giorno esclamasse: " No, un uomo non ha potuto fare questo libro: esso è 1'opera di Dio ".

E l'uccello del lago Stinfalo Alfredo de Musset lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi li guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: "Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze.Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari;altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni;  andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti".

Vangelo di Matteo 22, 1-14

Disse Beppi: "Chi è colui che si siede al banchetto di chi lo può torturare per divertimento solo perché non ha l'abito che lui desidera? Che dignità ha un ospite, Dio o Gesù, che costringe le persone a partecipare al banchetto che lui ha organizzato per poterle torturare? E lo prende in giro. Lo chiama "amico" . Infatti, le persone che avevano conoscenza della crudeltà di Dio o di Gesù, se ne guardarono bene dall'accettare l'invito e Dio o Gesù, consumati dalla rabbia e dall'odio dopo aver subito la rivolta di chi non voleva proprio andare al loro banchetto, il re uccise tutti coloro che avevano rifiutato il suo invito. Poi se la prese con i poveracci che, obbligati a partecipare al suo banchetto, non erano vestiti come avrebbero dovuto essere vestiti secondo i desideri di Dio o di Gesù. E' in questo modo che le "sacre scritture" hanno incitato sistematicamente all'omicidio di chi non voleva avvicinarsi al banchetto di morte imbandito dai cristiani. Alfredo de Musset non era in grado di trattenere le lacrime davanti ai crimini di Dio e di Gesù, oppure Alfredo de Musset non era in grado di trattenere le lacrime per la gioia nel vedere Dio o Gesù macellare coloro che non volevano avvicinarsi al banchetto di Dio. Nessun libro incita tanto all'odio nei confronti degli uomini come le "sacre scritture" e proprio perché incita all'odio chiama all'odio tutti coloro che fanno dell'odio un modo per rapportarsi con gli uomini."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

Emanuele Kant disse: "Nel miglior libro ch'io ho letto in vita mia nessuna parola m'ha consolato più di questa: " Avvegnachè io camminassi nella valle dell'ombra della morte, io non temerei male alcuno; perciocchè tu sei meco " (Salmo 23).

E l'uccello del lago Stinfalo Emanuel Kant lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi li guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.

Salmo 23

Disse Beppi: "Smarrito e tremebondo, anziché fare un elenco della tua conoscenza mentre ti prepari ad affrontare il mondo, chiedi ad un padrone di guidarti facendoti pecora timorosa e obbediente davanti alle condizioni della vita. Supplichi un padrone affinché ti conduca al macello della vita. Questo perché un padrone non ti concede la sua conoscenza, ma impedisce a te di conquistare la tua conoscenza in modo che tu continui a supplicare il padrone di soccorrere le tue incapacità. Confidi nel padrone, nella sua frusta, nel suo dominio su di te ringraziandolo perché ha riempito la tua mangiatoia a discapito di altri uomini a cui ha rubato il pane dalla bocca. Dal momento che il tuo padrone non semina, non ara, ruba il pane dalle mani di chi semina e ara. Fintanto che il tuo padrone ruba, la tua mangiatoia sarà piena e tu ti feliciterai con te stesso per esserti umiliato davanti ad un padrone così potente. Solo che: non era donato quel pranzo regale, serviva ad ingrassare la tua incapacità d'esistenza per diventare cibo del tuo padrone. C'è un solo pericolo che devi temere: il momento in cui il tuo padrone ti trasforma in cibo per il suo piacere. Tutta la vita per te è una valle oscura perché hai rinunciato alla conoscenza e alla consapevolezza e non hai fatto l'inventario della tua conoscenza con la quale affrontare la tua quotidianità. Per te, tutto è oscuro; tutto è sconosciuto; tutto suscita in te ansia e timore. L'inconsapevolezza che hai costruito dentro di te ti spinge ad alimentare la dipendenza dal tuo padrone che si compiace e ogni volta che lo supplichi il tuo padrone festeggia sé steso uccidendo il "vitello grasso" e banchettando fintanto che tu spesso non diventerai il "vitello grasso" che il tuo padrone scannerà per festeggiare il ritorno di un altro che, come te, supplica il padrone. In questo modo il "vitello grasso" che sognava felicità e grazia abiterà sulla mensa del suo padrone cucinato nel forno con un limone in bocca, una carota nel deretano e patate come contorno."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

Il grande Schubert essendo vecchio soleva ripetere: " Più la notte si addensa attorno a me, e più io sento nel mio cuore la radiosa luce da Alto. Questa luce non emana dal libro della natura, ma da quello unico ed ammirabile della Parola di Dio ".

E l'uccello del lago Stinfalo Schubert lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciò sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi li guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Quindi si alzò e partì per Samaria. Passando per Bet-Eked dei pastori, Ieu trovò i fratelli di Acazia, re di Giuda. Egli domandò: "Voi, chi siete?". Risposero: "Siamo fratelli di Acazia; siamo scesi per salutare i figli del re e i figli della regina". Egli ordinò: "Prendeteli vivi". Li presero vivi, li uccisero e li gettarono nel pozzo di Bet-Eked; erano quarantadue e non ne rimase neppure uno.
Partito di lì, si imbattè in Ionadàb, figlio di Recàb, che gli veniva incontro; Ieu lo salutò e gli disse: "Il tuo cuore è retto verso di me, come il mio nei tuoi riguardi?". Ionadàb rispose: "Sì". "Se sì, dammi la mano". Ionadàb gliela diede. Ieu allora lo fece salire sul carro vicino a sé e gli disse: "Vieni con me e vedrai il mio zelo per il Signore". Lo portò con sé sul carro. Entrò in Samaria, ove uccise tutti i superstiti della casa di Acab fino ad annientarla, secondo la parola che il Signore aveva comunicata a Elia.

Bibbia, II Re 10, 12-17

Disse Beppi: "La notte dell'oscurità per la vita viene addensata dalle "sacre scritture" attorno agli uomini che per dilettare il loro Dio dovevano macellare gli indifesi traendo da questo il piacere per sé e per il loro Dio. Ieu uccide, massacra, stermina in quel delirio di onnipotenza coronata dall'impunità per i delitti che commette. Quanto piaceva la luce dello sterminio degli uomini a Shubert in una visione di assolutismo estetico che ignorava che gli uomini uccisi, sterminati, avevano sentimenti, progetti, volontà d'esistenza che veniva negata per il piacere di un Dio assassino. Shubert si compiace dell'onnipotenza di Dio, vede la luce che promana dal ferro che esegue il genocidio e non vede la notte oscura che cala sulle emozioni degli uomini sterminati. C'è da chiedersi se la musica di Shubert è la musica del trionfo dell'assassino che dopo aver ucciso gusta il suo trionfo o se è la musica di chi si oppone al genocidio dell'uomo? Eppure, legge il "libro sacro" e non scorge il dolore degli uomini, ma solo la supremazia dell'onnipotenza con cui il suo Dio si compiace di sterminare gli uomini indifesi. La "luce" di Dio che stermina la Natura dalla quale l'uomo è nato; nella quale l'uomo è divenuto; per la quale l'uomo è vissuto; grazie alla quale si trasformerà in un Dio. Si trasformerà in un Dio senza ammazzare altri uomini; altri animali; altri vegetali oltre alle sue necessità. Il Dio delle "sacre scritture" non ha delle necessità per le quali stermina gli uomini, deve esercitare solo il piacere del possesso, del dominio. Il piacere di sottomettere a sé l'uomo. Sterminare gli uomini affinché gli uomini obbediscano. Quale orrore!"

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

"La Bibbia è dopo tutto - diceva Ernesto Renan - il grande Libro consolatore dell'umanità", e per questo motivo V. Hugo voleva ch'esso entrasse in ogni capanna a portarvi un raggio di speranza e di fede.

E gli uccelli del lago Stinfalo Ernesto Renan e Victor Hugo lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciarono sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi li guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Allora Dio rispose a Giobbe di mezzo alla tempesta e disse:
"Chi è costui che oscura il mio disegno con parole prive di conoscenza?
Orsú, cingiti i lombi, come un prode; io ti interrogherò e tu mi risponderai.
Dov'eri tu quando io gettavo le fondamenta della terra? Dillo, se hai tanta intelligenza.
Chi ha stabilito le sue dimensioni, se lo sai, o chi tracciò su di essa la corda per misurarla?
Dove sono fissate le sue fondamenta, o chi pose la sua pietra angolare, quando le stelle del mattino cantavano tutte insieme e tutti i figli di Dio mandavano grida di gioia?
Chi racchiuse con porte il mare quando proruppe uscendo dal grembo materno, quando gli diedi le nubi per vestito e per fasce l'oscurità?
Quando gli tracciai un limite e gli misi sbarre e porte, e dissi: "Tu arriverai fin qui, ma non oltre; qui si arresteranno le tue onde superbe!
Da quando vivi hai mai comandato al mattino o insegnato all'aurora il suo posto, perché essa afferri le estremità della terra e ne scuota via i malvagi
Si trasforma come creta sotto il sigillo, e spicca come un vestito.
Ai malvagi è negata la loro luce, e il braccio alzato è spezzato.
Sei forse giunto fino alle sorgenti del mare o sei mai andato in cerca delle profondità dell'abisso?
Ti sono state mostrate le porte della morte, o hai forse visto le porte dell'ombra di morte?
Hai tu fatto caso all'ampiezza della terra? Dillo, se sai tutto questo!
Dov'è la via che guida alla dimora della luce? E le tenebre, dov'è il loro luogo, perché tu le possa condurre al loro posto, e possa conoscere i sentieri che portano alla loro casa?
Tu lo sai, perché allora eri già nato, e il numero dei tuoi giorni è grande.
Sei mai entrato nei depositi della neve, o hai forse visto i depositi della grandine che io tengo in serbo per i tempi di calamità, per il giorno della battaglia e della guerra?
Per quali vie si diffonde la luce o propaga il vento orientale sulla terra
Chi ha aperto un canale per le straripanti acque e la via al tuono dei fulmini. Per far piovere su una terra disabitata, su un deserto, dove non c'è alcun uomo, per dissetare le solitudini desolate, e far germogliare e crescere l'erba?
La pioggia ha forse un padre? O chi genera le gocce della rugiada?
Dal grembo di chi esce il ghiaccio, e la brina del cielo chi la dà alla luce?
Le acque si induriscono come pietra e la superficie dell'abisso si congela.
Puoi tu unire assieme i legami delle Pleiadi, o sciogliere le catene di Orione?
Fai tu apparire le costellazioni a suo tempo, o guidare l'Orsa maggiore con i suoi piccoli?
Conosci tu le leggi del cielo, o puoi tu stabilire il loro dominio sulla terra?
Puoi tu far giungere la tua voce fino alle nubi affinché abbondanza di pioggia ti ricopra?
Sei tu forse che scagli i fulmini dove devono andare, dicendoti: "Eccoci"?
Chi ha messo nella mente la sapienza o chi ha dato intendimento al cuore?
Chi conta le nubi per mezzo della sapienza, e chi versa gli otri del cielo quando la polvere si fonde in una massa e le zolle si attaccano insieme?
Puoi tu cacciare la preda per la leonessa o saziare la fame dei leoncelli quando si accovacciano nelle loro tane o stanno in agguato nei loro nascondigli?
Chi provvede al corvo il suo cibo, quando i suoi piccini gridano a Dio e vanno errando senza cibo?

Giobbe 38

E ancora:

"Il Dio continuò a rispondere a Giobbe e disse: "Il censore di Dio vuole ancora contendere con lui? Colui che censura Dio ha una risposta a tutto questo?"
Allora Giobbe rispose a Dio e disse: "Ecco, io sono troppo meschino; che ti potrei rispondere? Io mi metto la mano sulla bocca. Ho parlato una volta, ma non riprenderò la parola, due volte, ma non lo farò più"."

Giobbe 40

Disse Beppi: "Io conosco tutto questo. Conosco verità e menzogna di Dio. Giobbe tremava di paura per la violenza con cui Dio assertiva. Ma Dio mente.

Dio fa lo sborone (termine volgare del dialetto Veneto per dire "gradasso") con Giobbe e a Dio risponde Beppi. Le citazioni bibliche di Dio sono prese da Giobbe 38.

Dio disse a Giobbe:

Dov'eri tu quando io gettavo le fondamenta della terra? Dillo, se hai tanta intelligenza.

Rispose Beppi:

Io ero la terra e le sue fondamenta. La terra esiste nella mia idea perché io ero la terra come tu, Dio, esisti perché quelli come me hanno forgiato l'idea della tua esistenza, altrimenti non esisteresti. E' la terra che ha generato la tua esistenza, non tu la terra.

Dio disse a Giobbe:

Chi ha stabilito le sue dimensioni, se lo sai, o chi tracciò su di essa la corda per misurarla?

Rispose Beppi:

La Terra ha stabilito le proprie dimensioni adattando sé stessa alle condizioni che ha incontrato. Dio disse a Giobbe:

Dove sono fissate le sue fondamenta, o chi pose la sua pietra angolare, quando le stelle del mattino cantavano tutte insieme e tutti i figli di Dio mandavano grida di gioia?

Rispose Beppi:

La Terra non ha fondamenta se non nell'infinito in cui naviga; non ha pietre angolari che ne fermino il moto e non c'era mattino quando le stelle iniziarono a brillare perché la Terra ancora non era nata.

Dio disse a Giobbe:

Chi racchiuse con porte il mare quando proruppe uscendo dal grembo materno, quando gli diedi le nubi per vestito e per fasce l'oscurità? Quando gli tracciai un limite e gli misi sbarre e porte, e dissi: "Tu arriverai fin qui, ma non oltre; qui si arresteranno le tue onde superbe!"

Rispose Beppi:

Cosa sarebbe la terra senza il mare? Il mare è la terra, la sua vita. Le acque del mare sono la Terra e solo le condizioni obbligano le acque del mare. Sono le condizioni che trasformano il mare in nubi che rendono fertile la terra. Per sé stessa è vissuta e si è trasformata la Terra e i viventi sulla Terra sono, essi stessi, la Terra.

Dio disse a Giobbe:

Da quando vivi hai mai comandato al mattino o insegnato all'aurora il suo posto, perché essa afferri le estremità della terra e ne scuota via i malvagi Si trasforma come creta sotto il sigillo, e spicca come un vestito. Ai malvagi è negata la loro luce, e il braccio alzato è spezzato.

Rispose Beppi:

Io non so di quali "malvagi" tu parli. Se tu ordini di togliere la luce agli uomini ammazzandoli, tu sei malvagio. Se tu fai spezzare le braccia agli uomini, tu sei malvagio. Da quando viso osservo le aurore che si susseguono e tu non comandi l'alba anche quando gli uomini sperano che il nuovo giorno sia migliore del giorno precedente. Tu, Dio, non comandi Aurora. Aurora è nelle condizioni d'esistenza della Terra che tu non hai determinato perché privo della conoscenza della realtà dell'esistenza.

Dio disse a Giobbe:

Sei forse giunto fino alle sorgenti del mare o sei mai andato in cerca delle profondità dell'abisso?

Rispose Beppi:

Non esistono "sorgenti del mare" e gli uomini giungeranno negli abissi perché è proprio dell'uomo cercare la realtà delle cose sedimentando conoscenza a conoscenza.

Dio disse a Giobbe:

Ti sono state mostrate le porte della morte, o hai forse visto le porte dell'ombra di morte? Hai tu fatto caso all'ampiezza della terra? Dillo, se sai tutto questo! Dov'è la via che guida alla dimora della luce? E le tenebre, dov'è il loro luogo perché tu le possa condurre al loro posto, e possa conoscere i sentieri che portano alla loro casa? Tu lo sai, perché allora eri già nato, e il numero dei tuoi giorni è grande.

Rispose Beppi:

La vita mi ha mostrato le porte dell'infinito che tu chiami "morte". La via che guida l'uomo e la donna ad aprire le porte dell'infinito è la vita dell'uomo e della donna nella natura in cui sono nati. Il luogo delle tenebre è il luogo in cui l'uomo e la donna si sottomettono alla volontà di Dio. Il segreto che porta nel luogo delle tenebre si chiama "disperazione" espressa dalle persone che supplicano Dio.

Dio disse a Giobbe:

Sei mai entrato nei depositi della neve, o hai forse visto i depositi della grandine che io tengo in serbo per i tempi di calamità, per il giorno della battaglia e della guerra?

Rispose Beppi:

Il mare è il deposito della neve. Il mare è il deposito della grandine perché è dal mare che si generano. Non c'è guerra con la grandine o con la neve, ci sono condizioni che gli uomini affrontano come hanno affrontato le condizioni della loro nascita.

Dio disse a Giobbe:

Per quali vie si diffonde la luce o propaga il vento orientale sulla terra? Chi ha aperto un canale per le straripanti acque e la via al tuono dei fulmini. per far piovere su una terra disabitata, su un deserto, dove non c'è alcun uomo, per dissetare le solitudini desolate, e far germogliare e crescere l'erba?

Rispose Beppi:

La Terra beneficia sé stessa di acque, tuoni e fulmini. Che ci sia l'uomo o che l'uomo non ci sia. In alcuni dove di più, in altri dove di meno o in modo diverso.

Dio disse a Giobbe:

La pioggia ha forse un padre? O chi genera le gocce della rugiada? Dal grembo di chi esce il ghiaccio, e la brina del cielo chi la dà alla luce? Le acque si induriscono come pietra e la superficie dell'abisso si congela. Puoi tu unire assieme i legami delle Pleiadi, o sciogliere le catene di Orione?

Rispose Beppi:

La pioggia ha un padre che si chiama mare e la rugiada ha un padre che si chiama "condensa". Il ghiaccio è l'acqua che si adatta alle condizioni e quando le superfici si ghiacciano significa che le condizioni del mondo hanno indotto l'acqua ad adattarsi. Né tu, Dio, né io uomo, possiamo interferire sulle Pleiadi o su Orione. Possiamo solo osservarne il movimento e stabilire il tempo.

Dio disse a Giobbe:

Fai tu apparire le costellazioni a suo tempo, o guidare l'Orsa maggiore con i suoi piccoli? Conosci tu le leggi del cielo, o puoi tu stabilire il loro dominio sulla terra?

Rispose Beppi:

E' la terra che col suo andare fa apparire e scomparire le costellazioni ed è la terra che fa apparire o scomparire, oltre l'orizzonte, l'Orsa maggiore. Tu Dio, non conosci le leggi del cielo, ma io, come uomo, con la mia conoscenza affronto la vita e sommo conoscenza dopo conoscenza, generazione dopo generazione e gli uomini e le donne sapranno ciò che tu non sai, ma che millanti nella tua ignoranza del reale nel quale gli uomini vivono.

Dio disse a Giobbe:

Puoi tu far giungere la tua voce fino alle nubi affinché abbondanza di pioggia ti ricopra? Sei tu forse che scagli i fulmini dove devono andare, dicendoti: "Eccoci"?

Rispose Beppi:

Né tu Dio, né io uomo possiamo comandare alle condizioni dell'atmosfera. Felice è il cuore dell'uomo quando la pioggia ristora le terra; triste è il cuore dell'uomo quando la pioggia travolge ogni cosa. Noi uomini non comandiamo, ci adattiamo alle condizioni coltivando la speranza che la nostra scelta sia stata opportuna e non avventata. Il cielo scaglia i fulmini e né tu Dio, né io uomo scagliamo i fulmini anche se verrà il giorno in cui gli uomini produrranno i fulmini.

Dio disse a Giobbe:

Chi ha messo nella mente la sapienza o chi ha dato intendimento al cuore? Chi conta le nubi per mezzo della sapienza, e chi versa gli otri del cielo quando la polvere si fonde in una massa e le zolle si attaccano insieme?

Rispose Beppi:

L'intendimento del cuore è ciò che rende l'uomo vivo. Non fu Dio a metterlo, ma l'uomo lo mise a sé stesso quando rese viva la materia che è. La sapienza dell'uomo è stata costruita, giorno dopo giorno sedimentando generazione dopo generazione. Quella che oggi è, non è quella che era ieri e domani sarà diversa. L'uomo vive usando il proprio intelletto e la propria sapienza, non usa la sapienza per contare le nubi ed è consapevole che le nubi, cariche d'acqua danno ristoro alla terra essicata.

Rispose Beppi:

Puoi tu cacciare la preda per la leonessa o saziare la fame dei leoncelli quando si accovacciano nelle loro tane o stanno in agguato nei loro nascondigli?

Rispose Beppi:

Per sé stessa caccia la preda la leonessa; per sé stessa la gazzella fugge dalla leonessa. La leonessa e la gazzella nutrono i loro figli come l'uomo nutre i suoi figli. Tutti i figli della natura stanno in agguato. A volte predano e a volte sono predati, ma questo è il ritmo della vita, non certo la volontà di Dio.

Dio disse a Giobbe:

Chi provvede al corvo il suo cibo, quando i suoi piccini gridano a Dio e vanno errando senza cibo?

Rispose Beppi:

Il corvo provvede a sé stesso perché il corvo, come ogni altro essere della natura vive, si adatta e si trasforma nelle condizioni che ha trovato nascendo. I piccoli del corvo non sono senza cibo se non quando il corvo è stato predato.

Giobbe 38

E ancora:

"Il Dio continuò a rispondere a Giobbe e disse: "Il censore di Dio vuole ancora contendere con lui? Colui che censura Dio ha una risposta a tutto questo?" Allora Giobbe rispose a Dio e disse: "Ecco, io sono troppo meschino; che ti potrei rispondere? Io mi metto la mano sulla bocca. Ho parlato una volta, ma non riprenderò la parola, due volte, ma non lo farò più"."

Giobbe 40

Disse Beppi:

"Dio vuole ancora competere con l'uomo che lo censura nelle sue farneticazioni attribuendosi meriti che non ha? Dio è troppo meschino nel suo delirio di onnipotenza che può intimorire solo uomini smarriti a cui Dio, attraverso altri uomini, ha rubato loro la conoscenza della realtà dell'esistente. E' bene che Dio smetta di offendere l'uomo e rubargli l'eternità."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

Al figliuolo che partiva per l'Australia Carlo Dickens scriveva: "Metto un nuovo Testamento fra i tuoi libri, perchè non v'è libro migliore di questo, e perchè lì troverai le migliori lezioni per esser fedele alla verità e al dovere ". E quando fu imprigionato nel carcere di Savona, Giuseppe Mazzini cercava l'unico suo conforto nella lettura del sacro volume.

E gli uccelli del lago Stinfalo Carlo Dickens e Giuseppe Mazzini lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciarono sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi li guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

Gli disse Gesù: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto". Gli disse Filippo: "Padrone, mostraci il Padre e ci basta". Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. 11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.

Vangelo di Giovanni 14, 6-12

E ancora:

Allora Pilato gli disse: "Ma dunque, sei tu re?" Gesù rispose: "Tu lo dici; sono re; io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce". Pilato gli disse: "Che cos'è verità?"

Vangelo di Giovanni 18, 37-38

Disse Beppi: "La verità è l'oggetto di cui si discute. La verità non sono le persone che discutono di un qualche oggetto. Le persone non possono essere la verità se non come oggetto della realtà rispetto a sé stessi o ad altri oggetti che abitano quella realtà. Quando parliamo di verità parliamo di un oggetto e disquisiamo se quell'oggetto è "vero" o appartiene al mondo dell'irreale, del fantastico. E' indubbio, stando ai modelli ideologici proposti dai vangeli, è un uomo e in quanto uomo un oggetto reale che appartiene al vero di una realtà che altri uomini starebbero vivendo. Ma la verità di Gesù è circoscritta alla persona che abita quell'ambiente non alle affermazioni di Gesù che pretende siano considerate "oggettività", "verità" in sé solo perché pronunciate da Gesù. I vangeli cristiani tendono a far passare Gesù come "la verità", in quanto persona, senza nessuna specificazione dell'oggetto che, affermato da Gesù, possa essere riconosciuto come "verità" dell'oggetto affermato. In quanto persona che afferma di essere "la verità" si eleva a Dio e Dio, a sua volta, si abbassa alla persona Gesù. La pretesa di Gesù di essere venerato in quanto "verità" è al limite del ridicolo in quanto tale pretesa è manifestata attraverso logiche sofiste finalizzate a richiedere sottomissione e deferenza. Poi, lo stesso vangelo, ci dice come Gesù abbia la pretesa di essere il re dei giudei, il loro padrone, dicendo "Tu lo dici; sono re; io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità.". La verità per Gesù, consiste nel fatto che lui pretendendo di essere il padrone degli uomini pensa che gli uomini debbano considerarlo "la verità di essere il loro padrone". La logica sofista non regge nemmeno nelle mani di Giovanni che si arrende quando Pilato pone la domanda: "Che cos'è la verità?". Dopo averlo proclamato nell'ambito ristretto dei suoi seguaci, davanti a Pilato Gesù si vergogna di dire che lui è la verità e preferisce non dire nulla. Quando qualcuno pretende di esse il padrone degli uomini, i suoi discorsi sono fumosi, privi di contenuti e si avvalgono di vuota retorica e di ingiurioso sofismo."

E il rappresentante del ministero della pubblica Istruzione iniziò in questo modo a chiamare per nome gli uccelli del lago Stinfalo:

E Leone Tolstoi, così "ferocemente" ribelle alle viete tradizioni, difese con tutte le sue forze, e in nome della sua personale esperienza di maestro, lo studio del sacro volume nelle scuole elementari.

E gli uccelli del lago Stinfalo Carlo Dickens e Giuseppe Mazzini lasciato il cerchio degli altri uccelli nel cielo, si lanciarono sui ragazzi per ghermire le loro emozioni.

Beppi li guardò arrivare con gli artigli tesi.

Dopo il primo assalto la paura in Beppi si era acquietata e l'emozione sorgeva ora in lui fluida dicendo;

"Quando le "sacre scritture" dicono:

A chi vorreste assomigliare Dio e quale immagine gli mettereste a confronto?
Un artista fonde un'immagine scolpita e l'orafo la riveste d'oro e fonde catenelle d'argento.
Chi è troppo povero per una tale offerta sceglie un legno che non marcisce e si procura un abile artigiano, perché prepari un'immagine scolpita che non si muova
Ma non lo sapete, non l'avete udito? Non vi è stato annunciato fin dal principio? Non avete compreso dalle fondamenta della terra?
Egli è colui che sta assiso sul globo della terra, i cui abitanti sono come cavallette; egli distende i cieli come un velo e li dispiega come una tenda in cui abitarvi.
Egli riduce i principi a un nulla e rende inutili i giudici della terra.
Appena sono piantati, appena seminati, appena il loro stelo ha messo radici in terra, egli soffia su di loro ed essi seccano e l'uragano li porta via come stoppia.

Isaia 40, 18-24

E ancora

Presentate la vostra causa, dice il Signore, portate le vostre prove, dice il re di Giacobbe.
Si facciano avanti e ci annuncino ciò che dovrà accadere. Narrate quali furono le cose passate, sicché noi possiamo riflettervi. Oppure fateci udire le cose future, così che possiamo sapere quello che verrà dopo.
Annunciate quanto avverrà nel futuro e noi riconosceremo che siete Dèi. Sì, fate il bene oppure il male e ne stupiremo, vedendo l'uno e l'altro.
Ecco, voi siete un nulla, il vostro lavoro non vale niente, è abominevole chi vi sceglie.

Isaia 41, 21-24

Disse Beppi: "I miei Dèi sono ciò che abita dentro il mio cuore e che mi spingono ad abbracciare quanto esiste nel mondo dove ogni soggetto è abitato dagli Dèi che lo spingono ad abbracciarmi. Le immagini che rappresento non sono le immagini degli Dèi, ma le immagini con cui io voglio rappresentare quegli Dèi. Le immagini che fabbrico con cui rappresentare i miei sentimenti non si muovono. Stanno là per rappresentare la verità della mia percezione del mondo. Agli Dèi non chiedo di dominare gli uomini. Non chiedo di riparare agli errori degli uomini. Gli Dèi sono dentro di me e attraverso me abitano il mondo in cui vivo. Lo abitano, non lo dominano. Gli Dèi sono la vita e non sono assisi su un trono a dominare il mondo a meno che io non voglia rappresentare in quel modo quanto ritengo magnifico. Il vostro Dio è un Dio padrone che rappresentate come un padrone onnipotente e attraverso il quale giustificate ogni vostra infamità. Il vostro Dio non abita il mondo. Il vostro Dio stupra e violenta gli uomini. Il vostro Dio non costruisce, ma distrugge l'opera dell'uomo per affermare il suo dominio sull'uomo. Il vostro Dio non appartiene alla vita, il vostro Dio appartiene a desideri malati di distruzione di un presente dal quale traete solo sofferenza e anelate alla sua distruzione. Appena l'uomo ha seminato e piantato, il Dio degli ebrei, che non ha piantato né seminato, distrugge per compiacersi del dominio dell'uomo sull'uomo. E voi, sciagurati, vi prostrate davanti ad un Dio simile anziché maledirlo per l'eternità? Che presenti la sua causa quel Dio che pretende di distruggere. Venga avanti ci parli della culla della vita dalla quale la natura germinò in un vortice di emozioni; o il vostro Dio conosce solo l'odio come emozione? Gli uomini non sono così sciocchi da chiedere agli Dèi di parlare loro del futuro perché gli Dèi si sviluppano proprio perché gli uomini lavorano per costruire il loro futuro nelle condizioni in cui stanno vivendo. Noi uomini, a differenza del Dio degli ebrei, non pratichiamo né il bene né il male, pratichiamo la vita; pratichiamo le contraddizioni dell'esistenza che per qualcuno può essere bene e per altri può essere male. Il Dio degli ebrei è un nulla. Manda eserciti di uomini per massacrare altri uomini e poi, i massacratori, attribuiscono il massacro alla volontà de loro Dio."

Gli uccelli del lago Stinfalo continuavano a volare aspettando di ghermire i ragazzi che ancora ascoltavano il rappresentante del Ministero della Pubblica Istruzione.

Ora il discorso stava terminando e il rappresentante del Ministero della Pubblica Istruzione terminò il suo discorso con queste parole:

La mia convinzione è che, senza la Bibbia, lo sviluppo del fanciullo e anche dell'uomo, nella nostra società, diverrebbe impossibile ... La Bibbia è l'unico libro pei fanciulli!

Il libro, ch'è la gloria e il precipuo fattore della civiltà umana, è proprio quello - Giovanni Amendola lo rilevava con amarezza - che gl'Italiani non leggono affatto e del quale ignoran quasi l'esistenza!

Mettiamolo, dunque, nelle mani del popolo; mettiamolo nelle mani de' nostri figliuoli. Venga esso ad inspirarci pensieri e sentimenti più nobili, a rigenerarci nel cuore e nell'intelletto. I suoi racconti ci commuoveranno, il suo lirismo ci esalterà, la sua morale sarà il codice delle nostre relazioni vicendevoli, la rivelatrice e moderatrice delle nostre energie spirituali.

"E poi costruirono i campi di sterminio!" mormorò Beppi ancora in fila con gli altri ragazzi. Non si sa quanti ragazzi furono ghermiti dagli uccelli del lago Stinfalo. Non fu sufficiente un Beppi per tenerli lontani perché gli uccelli del lago Stinfalo si nutrivano del cuore di quei ragazzi. Un pezzetto al giorno. Veniva strappato un frammento di cuore al giorno finché alla fine, quei ragazzi, convinti della superiorità della loro razza proclamarono "Dio lo vuole" partendo per lo sterminio di chi ritenevano una razza inferiore.

I discorsi dell'Ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione sono tratti da: Eduardo Taglialatela, Il divino nell'educazione, Tipografia La Speranza, Roma, 1913, da pag. 117 a pag. 127

Marghera, 14 maggio 2023

 

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