La ragione osserva il mondo di Ecate e lo trova "oscuro" perché, per la ragione, le luci emotive non brillano e la ragione vive le emozioni come fossero la sua oscurità, la sua follia.
Febbraio 2023: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali nelle riflessioni quotidiane.

23 Febbraio 2023
cronache della religione pagana

Claudio Simeoni

Tutti i giorni Febbraio 2023

 

23 febbraio 2023

Inno Orfico ad Ercole

Inno Orfico a Ercole

Negli Inni Orfici, dopo l'Inno al principio maschile generante Pan, segue l'Inno Orfico ad Ercole.

Ercole è l'uomo che affronta i problemi della vita. Problemi che gli sono imposti dall'ambiente in cui nasce. Problemi che possono distruggere tutti gli uomini ma che possono essere risolti dall'uomo coraggioso.

Ercole è il soggetto dotato di grande forza perché il coraggio e la volontà si rappresentano nel mondo della ragione con la forza fisica, ma le sfide che affronta Ercole sono sfide esistenziali a cui l'Essere Natura, Hera, sottopone tutti i nati nella Natura.

Tutti i nati nella Natura hanno la possibilità di trasformarsi in Dèi, ma non tutti i nati nella Natura colgono la loro occasione per diventare Dèi. Il perché questo avviene, appartiene ad una risposta estranea all'Inno che presuppone che tutte le persone, tutti gli Esseri della Natura si trasformano in Dèi attraverso le loro vicissitudini.

Questo Dio nato uomo da un Dio si trasforma in un Dio e diventerà il modello per i cristiani su cui costruire l'idea del loro "uomo-Dio", ma Ercole, a differenza dell' "uomo-Dio" dei cristiani, affronta la vita, affronta le sue prove per rendere più agevole il camino degli uomini nel trasformarsi in Dèi mentre, "l'uomo-Dio" dei cristiani umilia gli uomini chiamandoli "peccatori" e lui esercita il pietismo ammazzando sé stesso in sacrificio per la gloria di "suo padre".

Ercole non uccide sé stesso, Ercole viene ucciso da nemici che non poteva combattere perché alla fine, la fine arriva, arriva per tutti gli uomini e, quella fine, la affrontiamo con quanto abbiamo costruito nella nostra vita.

E' importante sottolineare come l'Inno Orfico trasforma Ercole in un Titano.

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23 febbraio 2023

Religione e teatralità

In un contesto sociale cristiano, come quello islamico, buddista o ebraico, non si conosce, e non si vuole far conoscere, che cosa sia e in che cosa consiste fare religione.

Le persone vengono violentate e costrette a pensare che si fa religione solo se si riproduce l'immagine descritta di Gesù, di Buddha, di Mosè o ci si comporta come Maometto perché quella è la volontà di Dio.

Nella storia dell'esoterismo, la discarica ideologica di profeti falliti e di profeti messianici, troviamo personaggi come Helena Blavatsky, Nietzsche, Schuré, Stirner. Kierkegaard, Heidegger, Stirner e profeti ufologici e della panspermia.

Tutti vagheggiano di una realtà altra voluta da Dio o da una superpotenza che genera dei superuomini che alimentano le fantasie umane alimentando una visione dell'immenso capace di elevare l'uomo a padrone dell'universo.

Fare religione, in ambienti cristiani, buddisti, musulmani ed ebraici, significa che un esaltato si eleva al ruolo di Dio e dice agli uomini, trasformati in imbecilli incantati, che cosa vuole Dio e che cosa devono fare per compiacere a Dio.

Fare religione, in questi ambienti, significa fare questo.

Non è importante se Dio lo chiamano Giove, Allah, Buddha, l'Uno, l'Assoluto, Anima Mundi o, kantianamente, l'Essere Assolutamente Necessario. La pulsione di cui si fanno portatori è questa idea di assoluto che deve sottomettere gli uomini e che separa questi profeti dagli altri uomini come padroni di uomini o, che poi è la stessa cosa, pastori di uomini.

I più furbi non si assumono la responsabilità delle proprie affermazione ma, seguendo gli insegnamenti di Platone, degli ebrei o dei cristiani, le attribuiscono ad un personaggio diverso da loro. Così, come gli ebrei inventano un Mosè, i cristiani un Gesù, Platone si inventa un Socrate e i buddisti si inventano un Buddha al quale attribuire la loro "verità ideologica".

In questo ambiente, tutto deve essere conforme a questo ambiente religioso. Per questo motivo si pensano i Romani antichi, come se fossero dei cristiani che fanno cerimonie cristiane, ma vestiti in maniera diversa. Allo stesso modo i celti, i germani, gli accadici, i sumeri. Cambiano i nomi degli Dèi e le tipologie delle celebrazioni, ma il senso è sempre lo stesso: gli uomini sono bestiame che in qualche modo va sacrificato alle divinità che, in quanto esseri superiori, sono padrone degli uomini.

Queste condizioni educazionali rendono incapaci le persone ad elaborare una teologia e una filosofia metafisica antagonista al delirio di onnipotenza, di superuomo o di razzismo proprie degli ambienti religiosi cristiani, ebrei, musulmani o buddisti.

Va sempre a finire, per quanto piccoli o squallidi siano questi gruppi che si definiscono religiosi, che finiscono per spararsi a vicenda perché sicuramente il loro Dio ha il pene più lungo dell'altro Dio che va distrutto in nome del loro Dio.

Fare religione, al contrario di costoro, significa vivere nell'ambiente in cui si è nati e modificarlo, ideologicamente, teologicamente, filosoficamente, socialmente, pedagogicamente perché l'uomo trovi sé stesso in altri uomini che trovano loro stessi negli uomini.

Costruire un sistema religioso che non abbia un Dio padrone come riferimento si scontra con le necessità psico-emotive di uomini educati alla supremazia dell'uomo sull'uomo in nome di Buddha, Allah, Gesù, Mosè che pur ammazzandosi fra di loro sono pronti ad unirsi e a mettere al rogo chiunque pretenda di costruire una religione che non abbia al suo centro il delirio di onnipotenza legato ad un Dio padrone.

Costruire una religione significa descrivere le proprie relazioni col mondo in cui si vive che non sono necessariamente relazioni di supremazia, perché le relazioni di supremazia altro non sono che espressione di malattie psichiatriche che possono essere individuate solo nella società mentre, al contrario, nel gregge, nel gruppo separato dalla società, vengono ritenute espressione divina, un segno di Dio.

Il prete cattolico stupra bambini perché Gesù stupra bambini; il buddista legittima la schiavitù, come il cristiano, l'ebreo e l'islamico, perché la schiavitù è voluta da Dio perché "lui" è il superuomo, un "uomo di Dio". E tutti a stuprare bambini imponendo loro l'idea di essere creati da un Dio e in dovere di obbedire ai dettami di quel Dio in modo da coltivare il delirio di onnipotenza in un'infanzia sottomessa che finisce per desiderare di sottomettere a propria volta, in nome di quel Dio, come promozione sociale di sé stessi.

Fare religione significa assumersi la responsabilità di essere uomini fra uomini e, sinceramente, fa molto ribrezzo individui che pretendono di essere accettati in nome di Dio, di Allah, di Mosè, di Gesù o del Buddha. Individui che fanno i Guru e i Santoni, i Bergoglio che santificano i più feroci assassini a cui l'umanità abbia assistito.

Fare religione significa fare teologia e filosofia metafisica, il resto è solo teatralità che inganna gli spettatori creando una nube di illusione in cui gli spettatori sacrificano la loro vita.

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

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