30 Marzo 2023
cronache della religione pagana

Tutti i testi del mese di Marzo 2023 in un'unica pagina

 

30 marzo 2023

Stato mafia

Che cosa intende la Religione Pagana per "Stato mafia"?

Si tratta di una riflessione sull'organizzazione di uno Stato che qualifica la sua dimensione sociale.

Continuo a caricare il significato dei termini che usiamo in ambito religioso.

 

30 marzo 2023

Se io sposto la mia attenzione dai fenomeni esterni, per come li interpreto, provenienti dal mondo alle risposte che a quei fenomeni (e altri che non immagino) dà il mio corpo, non sto spostando l'attenzione dentro di me. Non trattengo l'attenzione nel mio intimo, ma apro la mia attenzione alla percezione del corpo o, quanto meno (poi dipende dallle fasi di sviluppo), apro la mia coscienza alle sensazioni del corpo.

Il corpo percepisce il mondo e al mondo si adatta; la coscienza registra e tenta di descrivere.

La fonte della conoscenza umana è il corpo, non la mente. Il corpo produce il suo "reticolato sinapsico" adattandolo alle sue necessità di vivere.

Il corpo produce il tipo di mente, di coscienza, che gli necessita per vivere.

La costruzione di ogni singola coscienza avviene sul sostrato comune alla specie. Non può prescindere da questa, ma si plasma in funzione delle necessità del corpo di vivere in questa quotidianità.

 

30 marzo 2023

Il fenomeno giunge a me.

Intero, completo. Lo considero "fenomeno in sé".

Questo "fenomeno in sé" non si rivela in sé alla mia coscienza, ma si rivela per effetti che la mia coscienza individua nella sua azione.

La mia coscienza definisce il "fenomeno in sé" percepito per i suoi effetti e la mia coscienza considera quegli effetti "il fenomeno in sé" perché ignora il "fenomeno in sé" nella sua totalità.

Allo stesso modo, la mia coscienza ignora l'insieme da cui il "fenomeno in sé proviene" pur individuando dei fattori che considera cause di quegli effetti che la mia coscienza chiama "fenomeno in sé".

Allo stesso modo, la mia coscienza ignora la reale percezione del mio corpo sia degli effetti del "fenomeno in sé" che del "fenomeno in sé" mentre, a differenza della mia coscienza, il corpo procede ad adattarsi alla presenza del "fenomeno in sé" e non tutti gli adattamenti del corpo giungono alla mia coscienza.

Ne segue che il mio corpo si adatta alla presenza di "fenomeni in sé" prima che la mia coscienza percepisca la presenza di effetti di "fenomeni in sé" tant'è che, alla presenza di batteri o di virus "nocivi" il corpo procede a processi adattativi ben prima che la coscienza diventi consapevole della presenza degli aggressori.

La mia coscienza non conosce il mio corpo perché la mia coscienza è parte del corpo. Per contro, il mio corpo conosce la mia coscienza ma la ignora in quanto la coscienza è uno strumento del corpo.

La consapevolezza è una parte della coscienza. La consapevolezza è una sorta di livello di coscienza raggiunto in relazione al corpo e al mondo in cui il corpo abita.

L'azione del corpo, nell'accumulo di esperienza, aumenta la consapevolezza che modifica continuamente la coscienza dell'individuo.

La coscienza dell'individuo oppone resistenza alla modificazione di sé stessa sollecitata dall'esperienza e oppone una barriera conservatrice di sé stessa per rimuovere la quale serve un vero e proprio scoppio di illuminazione che demolisca l'intera coscienza.

La barriera conservatrice costruita dalla coscienza è fatta di illusioni e credenze che ergendosi ad una dimensione psicologica assoluta pretendono di dire al corpo che cos'è il fenomeno; qual è la funzione del fenomeno; come adattarsi al fenomeno; qual è la dimensione e i limiti del fenomeno.

Questo assolutismo, importo dalla coscienza, che viene chiamato ragione, è una vera e propria prigione che impedisce al corpo di spaziare nel mondo e lo costringe a morire su sé stesso.

Il fenomeno giunge a me. La mia coscienza è indifferente al fenomeno. Il mio corpo segnala il bisogno e la necessità. Io, indifferente al fenomeno esterno, soddisfo il mio bisogno e la mia necessità perché la mia attenzione non agisce in funzione del fenomeno, ma in funzione degli adattamenti del mio corpo che di quel fenomeno giunto ne ha una percezione più ampia e segnala alla mia coscienza le sue necessità al di là del livello di consapevolezza raggiunto dalla mia coscienza.

Il "fenomeno in sé" non afferra la mia attenzione che, al contrario, è spostata sulla risposta che a quel fenomeno dà il mio corpo e il fenomeno non è più in grado di condizionare la mia attenzione perché il bisogno del mio corpo protegge la mia coscienza da un possibile coinvolgimento degli "effetti percepiti del fenomeno in sé".

Tanto più consideriamo la coscienza (la mente o la psicologia) un elemento centrale della nostra esperienza rispetto al corpo e tanto più siamo condizionati dagli aspetti formali e apparenti dei fenomeni che ci giungono dal mondo e tanto più siamo in balia di essi perdendo di vista il nostro essere nel mondo. Più neghiamo bisogni e desideri del corpo e più diventiamo schiavi nel mondo in cui viviamo.

Tanto più consideriamo il corpo (la fisicità) un elemento centrale della nostra esperienza rispetto alla coscienza e tanto meno siamo condizionati dagli aspetti formali e apparenti dei fenomeni che ci giungono dal mondo. Siamo in grado di padroneggiarli separando "il principale dal secondario", "l'aspetto sostanziale dagli aspetti formali e apparenti".

 

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