Luglio si apre con il venir meno della sicurezza economica. La BCE sta difendendo la moneta e i capitalismi delle nazioni d'Europa dal cancro mafioso, dalla corruzione, dalla concussione che il denaro facile ha alimentato.
Per contro, il governo nazionale italiano sembra agire per favorire la mafia e la criminalità diffusa.
Luglio 2023: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.

24 luglio 2023
cronache della religione pagana

Claudio Simeoni

Cronache mese di Luglio 2023

 

24 luglio 2023

 

24 luglio 2023

Morto Marc Augé

E' morto Marc Augé l'antropologo che paragonò il pantheon degli Youruba al pantheon greco.

L'uomo che per primo individuò i non-luoghi in una società che tendeva a separare gli individui troncando le relazioni fra sé e il mondo e costringendoli a vivere in luoghi, aereoporti, suupermercati, ecc., dove si rinchiudevano fra sé e il prodotto ignorando le persone che stavano loro attorno.

Discusse di paganesimo con Vernant, ma non fu mai in grado di superare la condizione soggettiva dell'uomo creato da Dio.

Nato a Poitiers nel 1935, nel primo periodo della propria carriera Augé passò lunghi periodi di ricerca in Africa – soprattutto in Costa d'Avorio e in Togo – e poi in America Latina. In seguito si interessò molto di più della società contemporanea metropolitana, approfondendo temi come la globalizzazione e le società multietniche, ma anche dell'incremento della solitudine in un'epoca di moltiplicazione dei mezzi di comunicazione.

La restaurazione del Dio padrone

Dopo la rivoluzione Francese, che trasformò i sudditi in cittadini, seguì un periodo di restaurazione del vecchio regime che, tuttavia, non riuscì a riportare la società alle condizioni sociali precedenti la rivoluzione francese, ma si limitò a riaffermare i principi assolutistici del dominio dell’uomo sull’uomo senza scalfire le tensioni emotive che spingevano l’uomo ad uscire dalle condizioni sociali di sudditanza.

L’ideologia e i termini ideologici della restaurazione della sudditanza sociale passa attraverso la depersonalizzazione dell’individuo nella subordinazione alla dittatura della famiglia.

Mentre la rivoluzione francese liberava gli individui dagli obblighi, la restaurazione assolutista passava attraverso l’imposizione di obblighi a tutti i membri della famiglia dove il capo famiglia era identificato con Dio e aveva l’obbligo di costringere i propri figli alla sottomissione a Dio perché, in questo modo, giustificava, agli occhi dei propri figli, la pretesa di essere obbedito in quanto egli era demandato da Dio a controllare quella famiglia.

Louis de Bonald è il politico-filosofo-teologo della restaurazione dopo la rivoluzione francese e le sue idee, che furono imposte mediante la violenza fisica prodotta da provvedimenti giuridici che privavano i figli della loro indipendenza giuridica, ci permettono di chiarire il nuovo corso della società francese.

Scrive Cavina in “Padre spodestato”:

“La società è tutta quanta paternità e dipendenza, ben più che fraternità e uguaglianza”; così scriveva lapidariamente il francese Louis de Bonald, il più attento pensatore sui poteri domestici tra le fila della scuola tradizionalista. La triade padre-madre-figli concretizzava nel microcosmo domestico esigenze logiche e naturali d'ordine e religione, tanto sul profilo strutturale che su quello relazionale:

1) relativamente alla struttura della famiglia

Padre: la causa
Madre: il mezzo
Figli: l'effetto

2) relativamente alle relazioni interne alla famiglia

Padre: il potere
Madre: il ministro
Figli: la soggezione.

Nella famiglia il padre esprime speculativamente la causa e politicamente il potere, in parallelismo con la società politica, il cui primo compito deve consistere proprio nella difesa del sistema familiare. Egli è l'immediato ministro di Dio per la conservazione del genere umano e come tale deve essere rispettato. A lui spetta il potere di imporre vere e proprie leggi.

La madre rappresenta speculativamente il mezzo e politicamente il ministro. E’ il necessario strumento nell'esercizio del potere domestico da parte del padre, ma è priva di un' autogiustificazione in sé medesima. E’ autorità non per virtù propria, bensì in quanto 'autorizzata' dal marito, condividendo sotto diversi aspetti la condizione. “Unità, maschiezza, proprietà, perpetuità ne di figlio e quella di padre, con un limitato ruolo direttivo concernente soprattutto i figli più giovani. Ne risulta una sorta di Giano bifronte, comunque necessario e inamovibile",

I figli rappresentano speculativamente l'effetto della famiglia, il suo scopo naturale, e politicamente la soggezione. Tali rimangono finché viva il padre, perpetuamente minori, costretti a onorare e a obbedire: “I figli non hanno nella famiglia che doveri da adempire, ed essi sono sempre minori o soggetti nella famiglia, anche allora che sono maggiori nello Stato [ .. ]. Un figlio non è mai emancipato se non per godere delle civili facoltà, e non mai per acquistare l'indipendenza dai domestici doveri: indipendenza che sarebbe contraria alla legge fondamentale d'onorare il padre e la madre”.

Tutti i membri della famiglia dovevano considerarsi sottoposti alla giurisdizione del padre quanto ai delitti domestici e alle controversie interne. “'Adorare Dio' e 'onorare il padre e la madre' sono i fari delle relazioni domestiche". Con accenti vibranti il Bonald scandiva la sua unitaria concezione tradizionalista dell'autorità, dal padre al monarca a Dio, unitaria, ferrea e maschile: “Il potere pubblico dev'essere come il potere domestico, sommesso a Dio solo, e indipendente dagli uomini; vale a dire, che deve essere uno, maschile, proprietario, perpetuo, mentre senza unità, senza maschiezza, senza proprietà, senza perpetuità, non havvi vera indipendenzas".

Di quale carne e di quale ossa fosse fatto il divinizzato padre del Bonald lo si può dedurre da un suo breve scritto, composto in occasione del dibattito parlamentare che si tenne nella Francia della Restaurazione intorno all'opportunità del diritto di primogenitura. Il mito della famiglia agricola e possidente appare l'archetipo di una perduta età dell' oro, auspicato contro la carica sovversiva dell' “aborrita famiglia industriale, metastasi dell'individualismo liberale”.

L'ordine tradizionalista richiama un universo stabile e ordinato, di cui il mondo rurale è la concreta rappresentazione. La famiglia agricola e possidente, comprensiva di una folta servitù e di un ampio parentado, retta patriarcalmente dal maschio più anziano, è il luogo della stabilità. Ma soprattutto l'interlocutore dello Stato della Restaurazione deve essere non l'individuo dell'eresia rivoluzionaria, ma la famiglia: “gl'individui non veggono altro che individui come essi, specialmente in questo tempo in cui tutto si è individualizzato nella società; lo Stato non vede e non deve veder l'uomo che nella famiglia, siccome non vede la famiglia che nello Stato; e agli occhi suoi non è altro individuo che la famiglia [ ... ]. Un'intrapresa agricola è veramente una famiglia di cui il capo è il padre [ ... ]. Nulla di simile nella famiglia industriale, i cui membri travagliano isolatamente e spesso in differenti industrie, e senza conoscere il maestro o capo, altrimenti che per l'esigenza de' suoi comandi e per la modicità de' loro salari”.

Insomma nella famiglia agricola tutti i membri lavorano insieme guidati rigorosamente ma amorevolmente dal padre; al contrario la famiglia industriale altro non è che una somma di individui che lavorano ciascuno per proprio conto, asserviti alle logiche errabonde del profitto e dell'utilitarismo: un contesto, quindi, che secondo il Bonald non poteva non condurre a un rapido crollo dei tradizionali valori etici e religiosi.

La compenetrazione della società domestica e della società politica induceva altresì a reclamare omogeneità di reggimento. Alle monarchie di diritto divino, alla loro imperturbabile funzione stabilizzatrice meglio s'addiceva la famiglia agricola, saldamente organizzata intorno a una ferrea patria potestà e su un diritto di primogenitura, che era illogico pendant domestico della successione regia.

Marco Cavina, Padre spodestato, editore Laterza, 2007, p. 128-130

La restaurazione della monarchia, come del fascismo sociale, passano attraverso la restaurazione della famiglia patriarcale. Quel tipo di famiglia, funzionale ai sensi dell’organizzazione civile all’interno dello Stato di Roma Repubblicana, diventa ora un modello di repressione di ogni tendenza alla liberazione individuale da obblighi che non sono solo oppressivi per il singolo individuo, ma sono repressivi nei confronti di ogni trasformazione sociale.

Questa condizione, descritta da Marco Cavina, altro non è che la condizione proposta dalla destra fascista in Italia oggi, nel 2023, nel tentativo di restaurare il regime fascista contro ogni tendenza di liberazione messa in atto dai singoli individui.

La famiglia, dell’assoluto potere del maschio, è l’ideale manifestato dal regime attuale che, dopo aver fatto anni di propaganda contro la violenza sessuale alle donne, diventa complice compassionevole davanti a soggetti di potere che praticano la violenza sessuale contro le donne che non si sottomettono alla loro volontà divina. La famiglia assolutista è la famiglia desiderata da chi sventola il crocifisso e dichiara guerra a gay e a comportamenti sessuali e personali che non siano quelli voluti dal loro Dio.

A differenza dei tempi di Louis de Bonald, oggi la famiglia contadina si è dissolta in una complessità sociale che deve rispondere ad un infinito numero di esigenze di lavoro e di spostamenti individuali sul territorio.

Oggi come oggi, non solo la famiglia contadina patriarcale è inattuale, ma lo stesso Dio, il Dio padre in quanto padrone, è percepito come nemico di quell’uguaglianza “uomo-donna” che rappresenta l’attuale fondamento sociale.

Gli stessi figli non sono più considerati soggetti di obbedienza ad un’autorità, ma sono essi stessi l’autorità che impone doveri ai genitori sottraendo ai genitori il diritto di proprietà nei loro confronti.

Dopo la spinta del 1968 in cui i figli si rifiutarono di essere sottomessi ai genitori mettendo in atto tutta una serie di rivendicazioni atte a disarticolare il controllo parentale, segue un periodo in cui la ribellione dei figli si traduce in scelte giuridiche. Poi, oggi come oggi, si tende a cancellare quelle scelte giuridiche per riportare i figli sotto il controllo genitoriale, ma per la società civile questo è incomprensibile e ad ogni tentativo di restaurazione segue un momento attivo di ribellione contro quei partiti politici che vorrebbero restaurare l’assolutismo di Dio in nome di una monarchia assoluta o in nome della restaurazione di un regime fascista.

Quando la storia tende a ripetere i medesimi meccanismi o produce una tragedia nella società o manifesta una farsa capace di colpire, nell’immediato, l’immaginario sociale, ma finisce in un fallimento che, come un cancro, consuma chi l’ha manifestata.

 

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Claudio Simeoni

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Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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