Luglio si apre con il venir meno della sicurezza economica. La BCE sta difendendo la moneta e i capitalismi delle nazioni d'Europa dal cancro mafioso, dalla corruzione, dalla concussione che il denaro facile ha alimentato.
Per contro, il governo nazionale italiano sembra agire per favorire la mafia e la criminalità diffusa.
Luglio 2023: la Religione Pagana fra filosofia metafisica, psicologia, problemi sociali e cronaca quotidiana.
Argomenti del sito Religione Pagana
31 luglio 2023
Creare e divenire è la contrapposizione iniziale fra le antiche religioni dove la necessità psicologica delle persone di attribuire il presente ad un artefice esterno al presente le porta a piegare l'interpretazione della realtà alla loro convinzione aprioristica.
Il divenire delle cose sta nelle modificazioni delle cose a cui noi assistiamo tutti i giorni e il cambiare è pratica del vivere senza una necessità soggettiva di definire ideologicamente il cambiamento stesso.
Diverso è il discorso quando si tratta del creazionismo.
Il creazionismo necessita di una forte imposizione ideologica capace di modificare la struttura emotiva dell'individuo per sottrarre la sua attenzione ai processi di modificazione che assiste nella sua quotidianità. Costringe l'individuo a relegare le modificazioni del presente, cui assiste, in una sorta di rumore di fondo di fenomeni che la sua ragione deve necessariamente, per la sua sopravvivenza nella condizione di onnipotenza, cancellare dalla sua coscienza.
Tutta la realtà religiosa viene interpretata mediante il processo creativo di un soggetto mentre, il divenire del mondo a cui, a volte, anche quel soggetto partecipa, non solo viene ignorata ma negata mediante artifizi retorici e costruzioni sofistiche.
E' il caso di Proclo in questo passo dove l'affermazione iniziale di Proclo, nella premessa del discorso, è creazionista. Il creazionismo è premessa psicologica del discorso di Proclo che permette a Proclo di concludere la dissertazione sul divenire di Dioniso all'interno della visione creazionista.
Mentre il divenire è "constatazione della realtà" dell'individuo; il creazionismo è premessa dell'individuo all'interpretazione della realtà vissuta. Una premessa alla quale tutta l'interpretazione della realtà deve essere sottomessa.
Scrive Otto Kern:
Procl. in Plat. Cratyl. 406 c.p 109, 9 pasqu.
Poiché dunque la creazione parziale dipende tutta dalla monade dionisiaca, separando gli intelletti partecipati nel mondo dall'intelletto intero, le anime molteplici da quella unica, tutte le forme sensibili dalle proprie totalità, per questo i teologi hanno denominato anche quel Dio Oinos [Vino], sia lui sia tutte le sue opere infatti, tutte le cose provenienti dall'intelletto, sia quelle più lontane sia quelle più vicine, partecipano della spartizione parziale dell'intelletto. Negli esseri il vino, quando si trova, opera veramente allo stesso modo, nel corpo simbolicamente, sulla base dell'opinione e dell'immaginazione menzognera, negli intelletti, invece, operando e creando conformemente all'intelletto, dal momento che nello smembramento dei Titani si dice che fosse rimasto indiviso solo il cuore, ossia l'essenza indivisibile dell'intelletto.
Otto Kern, Orfici – testimonianze e frammenti, Editore Bompiani, 2011, p. 505
L'intelletto, con cui Anassagora individuava i viventi, diventa l'intelletto universale che persiste nella sua esistenza scomponendosi nel presente e creando cose per ricomporsi in seguito nell'intelletto.
Il vino, secondo Proclo, crea illusioni nel corpo allo stesso modo che gli intelletti creano immagini e cose conformi all'intelletto.
L'esercizio retorico messo in piedi da Proclo è semplice. Intelletto è uguale all'Uno che crea tutte le cose simili all'intelletto, all'Uno, e questo viene provato da Proclo col fatto che, dopo lo smembramento del corpo di Dioniso ad opera dei Titani, è "rimasto indiviso solo il cuore" che è, secondo Proclo, "l'essenza indivisibile dell'intelletto". Cioè del creatore.
Il concetto orfico secondo cui Dioniso, ogni uomo e donna che si fa Dioniso, si trasformano in un Dio mediante le emozioni, il cuore, che hanno plasmato nel corso della loro vita, dopo che i Titani hanno smembrato il loro corpo alla morte del corpo fisico, è relegato nel rumore di fondo di una realtà negata dalle necessità creazioniste di Proclo.
Dioniso si trasforma in un Dio mediante un ciclo di morti e rinascite che percorrono le morti e le rinascite di ogni singolo uomo, donna e, più in generale, di ogni Essere della Natura che, nato nella Natura, cresce e si trasforma continuamente.
E' la trasformazione che impaurisce Proclo. Infatti, anche nella vita sociale non è in grado di cogliere le trasformazioni che i cristiani stanno introducendo nella vita degli uomini. Non cogliere quanto sta avvenendo pone le basi per la futura fuga di Damascio, suo contemporaneo, e la chiusura della sua Accademia.
31 luglio 2023
Lo schiavismo è sempre il fondameto dell'ideologia sociale degli USA perché lo schiavismo è manifestazione del Dio dei cristiani, di Gesù e di Paolo di Tarso.
Senza l'uomo ridotto in schiavitù che permette a tanti uomini di sentirsi loro padroni in nome di Dio, e manifestazione di Dio stesso, non ci sarebbe quella massa di uomini che votano per la libertà di essere schiavisti. La libertà di vessare altri individui. Una massa di invìdividui vessati che vengono allontanati dalle urne per permettere ai vessatori, agli schiavisti, di esprimere la "maggioranza" nel paese e riaffermare lo schiavismo come ideologia sociale al di là di come tale ideologia sociale viene veicolata.
Il sogno americano consiste nel pensare sé stessi come "padroni di schiavi" e immaginarsi padroni di tanti uomini che obbediscono ai loro ordini.
Quando il sogno muore, questi sognatori si ritrovano ad essere schiavi in un mondo di padroni che fanno della frusta la regola sociale della loro esistenza.
31 luglio 2023
Qualcuno dovrebbe essere attento ai segnali che giungono dal mondo.
L'incidente è sicuramente avvenuto per "difetti di costruzione" della chiesa. La croce di ferro che svettava minacciando di morte e sofferenze i cittadini precipita sull'auto di chi gestisce la sofferenza dei cittadini traendone vantaggi economici e sociali.
Un incidente da cui va tratto un significato simbolico e, dal momento che i cattolici sono superstiziosi, anche un ammonimento a cessare la violenza che esercitano nella società.
31 luglio 2023
Oggi ho terminato di dividere in 30 pagine i post del mese di Agosto del 2022. Comunque sia, per fine settembre sarò riuscito a fare un numero sufficente di mesi (circa 600 pagine) da poter sospendere anche questo lavoro.
30 luglio 2023
"Ho puntato alla testa per non farla soffrire. Marina appartiene alla massoneria ed è la causa del peggioramento delle mie condizioni fisiche. Loro, che si sono vaccinati contro il Covid, hanno contribuito ad aumentare i miei malesseri fisici. Da due anni mi perseguitano, e sono stanco. I motivi del mio gesto li trovate nel mio pc e in una chiavetta Usb". Tre ore di delirio. Così descrivono la deposizione di Andrea Marchionni, falegname, 47 anni, davanti al gip del Tribunale di Urbino.
[Fonte La Repubblica]
Non credo che serva un commento. Il no-vax che spara intesta alla cognata perché si è vaccinata.
30 luglio 2023
Ma guarda, i giornalisti italiani sono dei veri geni: si sono accorti oggi che il Niger è un paese strategico.
Il colonialismo e il post-colonialismo (sempre colonialismo) ha lasciato il paese nella miseria più nera. Un paese che l'occidente ha sistematicamente saccheggiato.
Ora, improvvisamente, diventa un paese strategico: pensarci prima, no!
30 luglio 2023
A mano a mano che proseguo con la ricerca, mi diventano sempre più chiari i meccanismi che portarono all'avvento del cristianesimo.
Non tanto del cristianesimo a livello sociale, ma all'avvento del cristianesimo come padrone delle emozioni umane e artefice della condizione umana di inconsapevolezza culturale.
C'era un tempo in cui gli uomini seguivano la "religione pagana" con un infinito numero di sfaccettature. Poi, alcuni uomini introdussero delle variabili ideologiche, apparentemente innocue perché appartenevano al delirio, ma poi il delirio prese il sopravvento sulla razionalità religiosa e il delirio divenne forma della religione stessa, del cristianesimo.
Individuare questi meccanismi consente di ricostruire la Religione Pagana, ma se non individuiamo questi meccanismi qualunque forma di Paganesimo che verrà auspicata altro non sarà che un scimmiottare l'assolutismo cristiano.
Trattare la filosofia metafisica dal punto di vista del paganesimo, è un'impresa che nessuno ha mai voluto o potuto affrontare. Apparentemente i dati rimasti dell'epoca che va dal 600-700 a.c al 600 d.c sono pochi e quasi tutti conservati dai cristiani per il loro uso.
Eppure, il potere religioso degli antichi non si è perso, ci circonda e attende di essere colto. Anche quei frammenti, spesso indiretti, che ci sono rimasti sono luci che possono illuminare il cammino dei Pagani nella notte che il cristianesimo ha imposto all’umanità.
30 luglio 2023
Leggendo le 24 rapsodie orfiche si ha l'impressione di individuare una sorta di fonte originale dello gnosticismo cristiano.
Ad esempio, Proclo in Teologia Platonica come citato da Otto Kern, delinea un modello analogo a quello usato dagli gnostici quando dice:
198 - (187) Procl. Teolog. Plat. VI 11 p. 370
La classe "corica" [Core, Persefone] è duplice - l'una appare sopra il mondo quando è affiancata a Zeus e, insieme a lui, crea l'unico demiurgo (dioniso) degli esseri particolari, l'altra, inferiore, nel mondo, dove si dice venga rapita da Plutone e che animi gli esseri ultimi del tutto, su cui regnava Plutone - Platone ce lo ha dimostrato perfettamente entrambe, ora collegando Core con Demetra, ora con Plutone e facendola sposa di questo Dio.
Otto Kern, Orfici - testimonianze e frammenti, Editore Bompiani, 2011, p.475
Qui ci sono aspetti della creazione gnostica. E' sufficiente cambiare i nomi e alcune condizioni sostituendo Gesù a Dioniso e Dio a Zeus.
Lo stesso vale per la citazione successiva di Otto Kern in cui Proclo cita il suo maestro Siriano:
199. [1] - (207) Proclo in Plat. Tim. 34 (II 105, 28 Diehl)
Il nostro maestro (Siriano) interpretò il testo in modo più aderente alle parole di Platone: poiché infatti l'anima dell'universo ha qualche cosa di sopramondano e trascendente il tutto, in quanto essa è unita all'intelletto, che Platone nel Fedro e Orfeo nei discorsi su Ipta chiamarono...
Otto Kern, Orfici - testimonianze e frammenti, Editore Bompiani, 2011, p.475
Dove il "tutto" viene violentato dalla presenza di un qualcosa al di fuori del "tutto" dimostrando che non è "tutto", ma parte di un "tutto" perché, quel tutto, è governato da qualche osa che trascende il "tutto".
Questo starebbe a dimostrare la necessità di dominio del presente mediante una figura al di fuori del presente e dominatrice del presente stesso con la quale Siriano si identificava e Proclo approvava.
29 luglio 2023
Nelle 24 Rapsodie dei commenti all'Orfismo si riesce a comprendere anche il passaggio, ideologico religioso, dal pensiero orfico al pensiero assolutista operato in gran parte da Platone e dai neoplatonici.
Il divenuto del mondo e della vita andava piegato all'idea che il divenuto fosse prodotto o creato da qualcuno.
Il passaggio ideologico era dettato dalla necessità di controllare gli uomini privando gli uomini della consapevolezza delle forze che hanno concorso al loro divenuto, di cui essi sono espressione e manifestazione, all'idea che essi sono privi di tali forze perché quelle forze sono manifestazioni di entità che possedendole possiedono gli uomini e le usano a loro discrezione.
Questa citazione, sulla quale intendo ragionare, è pubblicata da Kern in "Orfici – testimonianze e frammenti" ed è tratta, se non ho capito male, dall'interpretazione dell'Orfismo che ne fa Proclo nel suo commento al Timeo di Platone.
Citazione Kern:
104. [1] - (72) Procl. in Plat. Tim. E prooem. III 169, 15 Diehl
Dunque, alcuni affermano che ci abbia lasciato cercare quelli che corrispondono ai due re nel cielo, dico Fanes e la Notte: infatti, bisogna fissare quelli che si trovano nell'ordine più alto e sono fra gli intramondani, poiché anche prima del mondo comandano gli dei intellettivi, eternamente stabiliti nell'impenetrabile recesso dello stesso Fanes, come dice Orfeo, chiamando impenetrabile recesso il loro ordine nascosto e non rivelato.
p. 367
Il primo aspetto che notiamo in Proclo è la gerarchizzazione della struttura religiosa Orfica. Proclo tratta Fanes e la Notte come due re del cielo. Due padroni di una realtà della quale, secondo gli Orfici, sono parte e attori viventi. Dal momento che gli Orfici considerano Fanes e Notte come la realtà nella quale si vive; come possono essere "re" quando il concetto di "re" è un concetto estraniato dalla realtà in quanto inteso come essere superiore ed esterno della realtà stessa che domina?
Proclo non riesce ad esimersi dal pensare un "ordine più alto" rispetto a qualche cosa che ritiene sottoposto e sottomesso.
Questo errore non viene fatto dagli Orfici, ma dalle interpretazioni di chi pensa sia il pensiero orfico per legittimare una propria visione del mondo e della realtà.
Come si fa a considerare come intramondani Fanes, Eros, e Nera Notte quando Eros si esprime attraverso ogni Essere Vivente consapevole di sé e Nera Notte è lo spazio che noi abitiamo e che ogni coscienza illumina sia nutrendola che rendendola consapevole di sé?
Cosa spinge Proclo a fare questa operazione ideologica se non la sua necessità di giustificare un ordine gerarchico che lui ha in testa cercando le analogie di tale ordine gerarchico negli Orfici che sono i veri oppositori ai tardo neoplatonici e ai cristiani?
Citazione Kern:
Se dunque, per analogia con quelli, si volesse stabilire la rivoluzione dello stesso e dell'altro come principio maschile e femminile, come principio paterno e generante, non si devierebbe dalla verità. E se si volesse considerare il sole e la luna che si oppongono nei corpi celesti in movimento, allora il sole manterrà la somiglianza con Fanes, mentre la luna quella con la Notte.
p. 367
Proclo continua con le similitudini nella ricerca di un maschile e di un femminile finendo per paragonare il Sole a Fanes e Nera Notte alla Luna.
Solo che gli Orfici sapevano che Sole e Luna abitano Nera Notte e che Fanes, Eros, è un Dio presente in ogni frammento di materia-energia che, quando si fa coscienza, agisce per spingerla a dilatarsi nel suo presente. Il significato della vita, per gli Orfici, è dato dalla nascita di Fanes che dispiega le sue ali nella materia-energia dell'universo, Senza la materia-energia, Gaia, Fanes non esisterebbe e, senza Gaia che abita Nera Notte, Nera Notte non diventerebbe consapevole di sé stessa. Il significato della vita, per gli Orfici, è dato anche dalla presenza di Urano Stellato in Gaia.
La necessità di imporre un ordine gerarchico costringe Proclo a gerarchizzare ciò che negli Orfici non ha una condizione gerarchica, ma solo un prima e un dopo in un ordine di trasformazione del presente capace di trasformarsi dalla primordiale concentrazione di materia-energia, al presente che oggi viviamo dopo miliardi di anni di trasformazioni. E tuttavia, dopo miliardi di anni di trasformazioni, Nera Notte, Fanes, Gaia, Urano Stellato persistono come Esseri, come coscienze, che progettano le loro trasformazioni in un universo di coscienze, grandi o piccole, che progettano le loro trasformazioni.
Il mistero degli Orfici consiste nel mettere l'accento sulle condizioni divine attraverso le quali il presente diviene e non nella costruzione di una gerarchia di dominio come proposto da ebrei, platonici, neoplatonici e cristiani.
Citazione Kern:
Se invece questo è vero, come mi sembra, avendo considerato il demiurgo unico dell'universo analogo al padre Fanes intellettivo ... anch'esso - e, infatti, ... di questa è dei mondi ... fare il teologo, come questo del Cielo e della Terra -; invece, il cratere zoogonico sarà analogo alla Notte che fa uscire dagli invisibili tutta la vita con Fanes, poiché anche il cratere genera ogni anima negli esseri del mondo; infatti, è meglio considerarli entrambi prima del mondo e mettere da un lato lo stesso demiurgo in corrispondenza con Fanes, poiché si dice anche che assomiglia a quello quanto alla creazione dell'universo, dall'altro la potenza generatrice dell'universo con la Notte, che fa uscire in modo invisibile tutte le cose dal padre; poi, dopo questi, presentare gli altri regni diversamente ordinati in corrispondenza con quelli intellettivi.
p. 369
Per gli Orfici, Fanes non è un "Demiurgo", è una forza della trasformazione che agisce nella materia-energia che esiste. La trasformazione del presente non è creazione; Fanes agisce e la sua azione costringe le coscienze ad agire e, agendo, si trasformano. Secondo Proclo, pertinente all'interpretazione dell'origine e formazione degli Esseri Viventi sarà compito di Nera Notte che fa uscire i viventi dall'invisibile perché, secondo Proclo, Nera Notte è il cratere che "genera ogni anima degli Esseri del mondo". Quest'idea non appartiene all'Orfismo, ma al neoplatonismo che, con Proclo, tenta di trovare conferme di sé stesso associando la propria idea del venir in essere dell'universo alla visione Orfica e finisce per riuscirci stuprando il senso Orfico della visione del mondo e della vita. Ciò che è divenire negli Orfici, viene interpretato come il creazionismo di cristiani e neoplatonici.
Pensare a Nera Notte come colei "che fa uscire in modo invisibile tutte le cose dal padre" rappresenta una necessità creazionista per giustificare un demiurgo che, come figura, è estraneo all'Orfismo ma comune al platonismo e al cristianesimo.
Citazione Kern:
E se anche questo ci chiedessimo, per quale motivo non considerò i due regni, come sono esplicitamente detti, corrispondenti, la cosa più semplice è affermare che pure quelli aveva la dottrina di Orfeo, la più familiare ai Greci, ... nell'opera in cui celebra come primo il regno di Urano e Gea, come anche quello dice nel Cratilo (396 c) ...
p. 369
Nera Notte e Fanes, per Proclo, diventano due regni e, secondo Proclo, gli Orfici prima di questi "due regni" celebravano i "regni" di Urano e Gaia.
Per gli Orfici, Urano e Gaia non erano due regni ma l'uno, Urano Stellato, è l'emozione che rende vivo, consapevole, ciò che non è vivo, non è cosciente, e Gaia è la materia-energia inconsapevole che occupa lo spazio e che Urano Stellato emoziona, quando e dove è possibile, rendendone parti consapevoli e la cui consapevolezza, abitata da Fanes, Eros, alimenta la coscienza soggettiva mediante la necessità di espansione (Fanes, Eros).
La necessità dei neoplatonici di imporre una concezione gerarchica là dove non esisteva una concezione gerarchica, ma un divenire e una trasformazione della realtà, ha finito per imporre un demiurgo come padrone dell'uomo privando l'uomo stesso di tutte le sue prerogative divine attraverso le quali modificare il proprio presente in funzione della costruzione del proprio futuro.
28 luglio 2023
Ho notato un forte aumento del prezzo di biscotti e, in generale, di tutte le cose dolci.
Sembra che ci sia stato un forte aumento del prezzo dello zucchero oltre ai problemi per il rifornimento di farine.
Anche la benzina è aumentata e siamo alla vigilia dei grandi esodi per le ferie estive.
Eppure si diceva che l'inflazone stava diminuendo.
28 luglio 2023
Alle ore 15.30 vorrei fare una diretta a braccio per spiegare perché il Dio dei cristiani non può essere considerato un Dio come gli Dèi, ma deve essere considerato il NEMICO DELL'UMANITA'. Deve essere considerato altro rispetto alla realtà esistenziale degli uomini.
Un piccolo video in diretta in cui parlo a braccio senza una traccia preparata.
La diretta la faccio sulla pagina di Federazione Pagana.
Perché il Dio dei cristiani non può essere considerato uno dei "tanti Dèi", ma va considerato come il "NEMICO DELL'UMANITA'".
NOTA: il link al filmato lo metterò quando riuscirò a postarlo su YouTube
28 luglio 2023
Così, tanto perché si sappia, la pandemia da covid-19 si è molto attenuata, tanto da essere ignorata dai media, ma non è finita. Colpisce le persone fragili. In Veneto ci sono stati 3 morti col covid-19 solo ieri.
Il fenomeno che si sta verificando è quello di un forte aumento della mortalità fra gli anziani spesso per effetto di postumi di guarigione da covid-19.
L'umanità supererà questa condizione. I drammi sono drammi individuali e i morti sono singoli individui che, comunque, mancano alla collettività.
28 luglio 2023
"L'era del riscaldamento globale è finita. Ora è l’era dell'ebollizione globale". E' l'avvertimento lanciato dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, dopo l'annuncio che luglio 2023 e stato il più caldo di sempre. "Il cambiamento climatico è qui. Ed e solo all'inizio", ha dichiarato Guterres alla stampa.
Come devo pensare la notizia?
Io sono in montagna e godo di una temperatura fra i 17 e i 25 gradi.
Dovrei interessarmi se la terra brucia e le persone sono in sofferenza?
Dovrei interessarmi se il mondo si trasforma indotto da cause che, da un lato sfuggono alle mie possibilità e, dall'altro, tali cause sono prodotte da interessi economico-sociali di coloro che propagandano a negazione?
Il mondo brucia, afferma Antonio Guterres dell'ONU, ma io, guardandomi attorno non lo vedo bruciare come non vedo la sofferenza delle persone provocate da cause economico-politiche di cui io non ho il controllo.
Poi, alla fine, qualcuno metterà una crocetta sulla faccia di un politico anziché su quella di un altro politico e, con quella crocetta, si fa responsabile di una terra che brucia e di provvedimenti che avrebbero potuto essere adottati ma che non sono stati adottati quando era possibile adottarli.
Però io mi sono ritirato in un luogo dove ci sono 17-25 gradi mentre altri luoghi sono a 40-50 gradi.
In fondo riflettete: chi me lo fa fare di farmi spaccare la testa a manganellate dalla Polizia di Stato per salvare il clima della terra se chi ha gli strumenti per modificare le cause che danneggiano il clima della terra usa i manganelli per favorire le cause che rendono rovente il pianeta?
Si arrangino loro. Io mi limito a soffrire con chi sta soffrendo e a riparare me stesso dalle condizioni.
28 luglio 2023
Il lavoro tecnico è come quello del contadino che vanga la terra preparandola per un futuro possibile raccolto, ma senza prevedere risultati immediati se non distinguere la terra vangata dalla terra non vangata.
Senza quel lavoro non ci saranno risultati futuri. Le persone sono abituate a guardare i risultati e non al lavoro che conduce ai risultati. Osservano l'apparire di un risultato e non le trasformazioni che conducono a quel risultato.
E' il problema della nostra società, introdotto dal cristianesimo, che al lavoro e alla ricerca sostituisce la miracolistica; alla trasformazione, l'apparire; alla liberazione del potenziale delle cose, la verità della rappresentazione di cose rivelate. In questa condizione, coloro che vangano la terra preparandola ad un futuro possibile vengono fatti passare per "idioti" rispetto a venditori di piazza che presentano oggetti come se questi emergessero dal nulla.
26 luglio 2023
E' morta, all'età di 56 anni, la cantante Sinead O'Connor.
Era una donna dall'esistenza travagliata che ha attraversato una vita fallimentare. Con molti problemi di malattia mentale,
Icona del celtismo e della wicca con le sue canzoni recitava una realtà desiderata ed estranea all'esistenza umana.
Nel 1992 divenne celebre il gesto con cui strappò la foto di Wojtyla contro la sua pratica di coprire la pedofilia per imporre la fede cristiana.
Alcuni anni fa si è convertita all'islamismo col nome di Shuhada' Davitt.
A tutti dico: non cercate riferimenti fra gli attori; recitano una sceneggiata e nulla di quanto recitano è reale. L'inganno e le illusioni afferrano le persone e queste vengono condotte al fallimento esistenziale.
26 luglio 2023
Tutta la feccia sociale di negazionisti della pandemia, di negazionisti delle variazioni climatiche e delle condizioni che rendono pericolosa la vita dell'uomo, hanno trovato casa su Facebook e in nome della provvidenza del Dio cristiano aggrediscono ogni posizione che manifesta risultati capaci di leggere la realtà e le modificazioni della realtà in cui viviamo.
Non è che costoro hanno delle idee diverse rispetto alle variazioni climatiche o alle condizioni della pandemia da covid-19 rispetto a posizioni che ne affermano la realtà oggettiva.
I negazionisti hanno una volontà omicida (espressa relativamente a quanto Facebook consente con i post) che riescono a giustificare soltanto con la negazione di una realtà in modificazione e la negazione delle cause e dei fini di questa modificazione. Non si limitano a negare i dati scientifici o di realtà, ma alla realtà antepongono modelli immaginari che consentono loro di giustificare lo sterminio di milioni di persone (come nel caso del covid-19). Per loro, il nemico non è una pandemia da fermare, ma coloro che cercano di fermare la pandemia con i mezi e le conoscenze che hanno a disposizione. Lo stesso vale per gli immigrati che ai loro occhi cessano di avere lo status di persone per alimentare il loro immaginario di un esercito organizzato che tenta l'invasione. Così, con i loro post si rendono responsabili di torture, internamenti e omicidi di gente debole e fragile che potrebbe essere una ricchezza per la società che li accoglie.
Siamo di fronte al terrorismo che colpisce i principi fondamentali della democrazia in funzione della costruzione di uno Stato assolutista che porta inevitailmente a rinchiudere persone in campi di concentramento per poterli sterminare.
Fare un post o mettere un like rende la persona responsabile e moralmente complice delle scelte ideologiche di quel post o di quel like.
Ricordo che questa posizione sta diventando anche la posizione della Corte di Cassazione che un po' alla volta lo ribadisce con le sue sentenze.
25 luglio 2023
Cronaca pagana, riflessioni dell'8 dicembre 2022
Continuo anche il lavoro tecnico di preparare pagine dividendo i vari mesi di post in giorni. E' un lavoro noioso, rompiscatole, ma che serve a preparare i siti per il dopo estate.
In questo periodo non ci sono visitatori ai siti Pagani e le persone sono interessate ad altri argomenti.
Continuo a scrivere cose nuove, ma lavoro tecnicamente per tentare di rendere visibili quanto è già stato scritto.
Oggi ho caricato tutto il mese di dicembre diviso per giorni, come questa pagina:
che fra l'altro contiene "Giobbe e il genocdio fatto da Dio".
Il lavoro tecnico non è solo ripetitivo, ma porta via molto tempo e richiede molta attenzione perché io non uso sistemi "automatici" per fare i siti web. Uso il metodo artigianale delle pagine in html che richiedono interventi per ogni riga di testo.
25 luglio 2023
Chi legge con costanza prima o poi discrimina il vero e l'utile dal falso e dall'inutile. SEMPRE!
Solo chi legge poco e in maniera incostante tende a spacciare ciò che legge, e spesso si tratta di cultura povera o di scarti culturali, come una verità acquisita da riaffermare. Fa parte dell'arroganza che trova molto credito fra gli arroganti, spesso di bassa cultura, che si spacciano come persone acculturate. E' un fenomeno frequente fra i neolaureati che pensano che la laurea sia un "certificato di conoscenza" e assumono atteggiamenti arroganti come se non esistese l'immenso in cui viviamo. L'elenco che ho messo è il percorso della conoscenza mediante la lettura. Certamente c'è una notevole differenza fra chi applica quei punti elencati leggendosi "Il capitale" di Marx o "La critica alla ragion pura" di Kant e chi si legge "Topolino". Ma io non parlavo della qualità della lettura, ma solo del meccanismo dell'apprendimento.
Certo che ci sono altre cose da considerare.
La Stregoneria è un immenso e chi mi segue da 25 anni lo sa.
I miei post sono infinitamente più complessi della media dei post su Facebook.
25 luglio 2023
Se fossi un complottista direi che non esiste nessuna emergenza climatica. Io sono a 17 gradi.
Che cosa si lamentano i siciliani del caldo che io sono a 17 gradi?
La caratteristica del complottismo (e del fascismo) è quella di non vedere la situazione degli altri, come i 45 gradi che stanno subendo i siciliani.
D'altro canto, da alcuni giorni vivo in una sequenza ininterrotta di temporali, spesso grandine devastante, ovvia conseguenza del cambio climatico come le saette violente che mi stanno rimbombando attorno a casa in questo momento. Solo che io non coltivo campi, né mi devo preoccupare del territorio e se fossi un complottista direi: "Che vi lamentate a fare? E' lavoro!" Ignorando come migliaia di persone stanno vivendo problemi che spesso mettono in difficoltà la loro vita.
Se fossi un complottista guarderei ai metri attorno a casa mia ignorando un mondo che si trasforma e che vive problemi spesso drammatici.
Se fossi un complottista sarei un imbecille che guarda solo a sé stesso e che proietta il sé stesso su tutto il mondo.
Se fossi un complottista sarei come il Dio cristiano, egocentrico, tanto stupido da pensare a me stesso come modello della realtà vissuta dagli uomini.
24 luglio 2023
E' morto Marc Augé l'antropologo che paragonò il pantheon degli Youruba al pantheon greco.
L'uomo che per primo individuò i non-luoghi in una società che tendeva a separare gli individui troncando le relazioni fra sé e il mondo e costringendoli a vivere in luoghi, aereoporti, suupermercati, ecc., dove si rinchiudevano fra sé e il prodotto ignorando le persone che stavano loro attorno.
Discusse di paganesimo con Vernant, ma non fu mai in grado di superare la condizione soggettiva dell'uomo creato da Dio.
Nato a Poitiers nel 1935, nel primo periodo della propria carriera Augé passò lunghi periodi di ricerca in Africa – soprattutto in Costa d'Avorio e in Togo – e poi in America Latina. In seguito si interessò molto di più della società contemporanea metropolitana, approfondendo temi come la globalizzazione e le società multietniche, ma anche dell'incremento della solitudine in un'epoca di moltiplicazione dei mezzi di comunicazione.
24 luglio 2023
Dopo la rivoluzione Francese, che trasformò i sudditi in cittadini, seguì un periodo di restaurazione del vecchio regime che, tuttavia, non riuscì a riportare la società alle condizioni sociali precedenti la rivoluzione francese, ma si limitò a riaffermare i principi assolutistici del dominio dell’uomo sull’uomo senza scalfire le tensioni emotive che spingevano l’uomo ad uscire dalle condizioni sociali di sudditanza.
L’ideologia e i termini ideologici della restaurazione della sudditanza sociale passa attraverso la depersonalizzazione dell’individuo nella subordinazione alla dittatura della famiglia.
Mentre la rivoluzione francese liberava gli individui dagli obblighi, la restaurazione assolutista passava attraverso l’imposizione di obblighi a tutti i membri della famiglia dove il capo famiglia era identificato con Dio e aveva l’obbligo di costringere i propri figli alla sottomissione a Dio perché, in questo modo, giustificava, agli occhi dei propri figli, la pretesa di essere obbedito in quanto egli era demandato da Dio a controllare quella famiglia.
Louis de Bonald è il politico-filosofo-teologo della restaurazione dopo la rivoluzione francese e le sue idee, che furono imposte mediante la violenza fisica prodotta da provvedimenti giuridici che privavano i figli della loro indipendenza giuridica, ci permettono di chiarire il nuovo corso della società francese.
Scrive Cavina in “Padre spodestato”:
“La società è tutta quanta paternità e dipendenza, ben più che fraternità e uguaglianza”; così scriveva lapidariamente il francese Louis de Bonald, il più attento pensatore sui poteri domestici tra le fila della scuola tradizionalista. La triade padre-madre-figli concretizzava nel microcosmo domestico esigenze logiche e naturali d'ordine e religione, tanto sul profilo strutturale che su quello relazionale:
1) relativamente alla struttura della famiglia
Padre: la causa
Madre: il mezzo
Figli: l'effetto
2) relativamente alle relazioni interne alla famiglia
Padre: il potere
Madre: il ministro
Figli: la soggezione.
Nella famiglia il padre esprime speculativamente la causa e politicamente il potere, in parallelismo con la società politica, il cui primo compito deve consistere proprio nella difesa del sistema familiare. Egli è l'immediato ministro di Dio per la conservazione del genere umano e come tale deve essere rispettato. A lui spetta il potere di imporre vere e proprie leggi.
La madre rappresenta speculativamente il mezzo e politicamente il ministro. E’ il necessario strumento nell'esercizio del potere domestico da parte del padre, ma è priva di un' autogiustificazione in sé medesima. E’ autorità non per virtù propria, bensì in quanto 'autorizzata' dal marito, condividendo sotto diversi aspetti la condizione. “Unità, maschiezza, proprietà, perpetuità ne di figlio e quella di padre, con un limitato ruolo direttivo concernente soprattutto i figli più giovani. Ne risulta una sorta di Giano bifronte, comunque necessario e inamovibile",
I figli rappresentano speculativamente l'effetto della famiglia, il suo scopo naturale, e politicamente la soggezione. Tali rimangono finché viva il padre, perpetuamente minori, costretti a onorare e a obbedire: “I figli non hanno nella famiglia che doveri da adempire, ed essi sono sempre minori o soggetti nella famiglia, anche allora che sono maggiori nello Stato [ .. ]. Un figlio non è mai emancipato se non per godere delle civili facoltà, e non mai per acquistare l'indipendenza dai domestici doveri: indipendenza che sarebbe contraria alla legge fondamentale d'onorare il padre e la madre”.
Tutti i membri della famiglia dovevano considerarsi sottoposti alla giurisdizione del padre quanto ai delitti domestici e alle controversie interne. “'Adorare Dio' e 'onorare il padre e la madre' sono i fari delle relazioni domestiche". Con accenti vibranti il Bonald scandiva la sua unitaria concezione tradizionalista dell'autorità, dal padre al monarca a Dio, unitaria, ferrea e maschile: “Il potere pubblico dev'essere come il potere domestico, sommesso a Dio solo, e indipendente dagli uomini; vale a dire, che deve essere uno, maschile, proprietario, perpetuo, mentre senza unità, senza maschiezza, senza proprietà, senza perpetuità, non havvi vera indipendenzas".
Di quale carne e di quale ossa fosse fatto il divinizzato padre del Bonald lo si può dedurre da un suo breve scritto, composto in occasione del dibattito parlamentare che si tenne nella Francia della Restaurazione intorno all'opportunità del diritto di primogenitura. Il mito della famiglia agricola e possidente appare l'archetipo di una perduta età dell' oro, auspicato contro la carica sovversiva dell' “aborrita famiglia industriale, metastasi dell'individualismo liberale”.
L'ordine tradizionalista richiama un universo stabile e ordinato, di cui il mondo rurale è la concreta rappresentazione. La famiglia agricola e possidente, comprensiva di una folta servitù e di un ampio parentado, retta patriarcalmente dal maschio più anziano, è il luogo della stabilità. Ma soprattutto l'interlocutore dello Stato della Restaurazione deve essere non l'individuo dell'eresia rivoluzionaria, ma la famiglia: “gl'individui non veggono altro che individui come essi, specialmente in questo tempo in cui tutto si è individualizzato nella società; lo Stato non vede e non deve veder l'uomo che nella famiglia, siccome non vede la famiglia che nello Stato; e agli occhi suoi non è altro individuo che la famiglia [ ... ]. Un'intrapresa agricola è veramente una famiglia di cui il capo è il padre [ ... ]. Nulla di simile nella famiglia industriale, i cui membri travagliano isolatamente e spesso in differenti industrie, e senza conoscere il maestro o capo, altrimenti che per l'esigenza de' suoi comandi e per la modicità de' loro salari”.
Insomma nella famiglia agricola tutti i membri lavorano insieme guidati rigorosamente ma amorevolmente dal padre; al contrario la famiglia industriale altro non è che una somma di individui che lavorano ciascuno per proprio conto, asserviti alle logiche errabonde del profitto e dell'utilitarismo: un contesto, quindi, che secondo il Bonald non poteva non condurre a un rapido crollo dei tradizionali valori etici e religiosi.
La compenetrazione della società domestica e della società politica induceva altresì a reclamare omogeneità di reggimento. Alle monarchie di diritto divino, alla loro imperturbabile funzione stabilizzatrice meglio s'addiceva la famiglia agricola, saldamente organizzata intorno a una ferrea patria potestà e su un diritto di primogenitura, che era illogico pendant domestico della successione regia.
Marco Cavina, Padre spodestato, editore Laterza, 2007, p. 128-130
La restaurazione della monarchia, come del fascismo sociale, passano attraverso la restaurazione della famiglia patriarcale. Quel tipo di famiglia, funzionale ai sensi dell’organizzazione civile all’interno dello Stato di Roma Repubblicana, diventa ora un modello di repressione di ogni tendenza alla liberazione individuale da obblighi che non sono solo oppressivi per il singolo individuo, ma sono repressivi nei confronti di ogni trasformazione sociale.
Questa condizione, descritta da Marco Cavina, altro non è che la condizione proposta dalla destra fascista in Italia oggi, nel 2023, nel tentativo di restaurare il regime fascista contro ogni tendenza di liberazione messa in atto dai singoli individui.
La famiglia, dell’assoluto potere del maschio, è l’ideale manifestato dal regime attuale che, dopo aver fatto anni di propaganda contro la violenza sessuale alle donne, diventa complice compassionevole davanti a soggetti di potere che praticano la violenza sessuale contro le donne che non si sottomettono alla loro volontà divina. La famiglia assolutista è la famiglia desiderata da chi sventola il crocifisso e dichiara guerra a gay e a comportamenti sessuali e personali che non siano quelli voluti dal loro Dio.
A differenza dei tempi di Louis de Bonald, oggi la famiglia contadina si è dissolta in una complessità sociale che deve rispondere ad un infinito numero di esigenze di lavoro e di spostamenti individuali sul territorio.
Oggi come oggi, non solo la famiglia contadina patriarcale è inattuale, ma lo stesso Dio, il Dio padre in quanto padrone, è percepito come nemico di quell’uguaglianza “uomo-donna” che rappresenta l’attuale fondamento sociale.
Gli stessi figli non sono più considerati soggetti di obbedienza ad un’autorità, ma sono essi stessi l’autorità che impone doveri ai genitori sottraendo ai genitori il diritto di proprietà nei loro confronti.
Dopo la spinta del 1968 in cui i figli si rifiutarono di essere sottomessi ai genitori mettendo in atto tutta una serie di rivendicazioni atte a disarticolare il controllo parentale, segue un periodo in cui la ribellione dei figli si traduce in scelte giuridiche. Poi, oggi come oggi, si tende a cancellare quelle scelte giuridiche per riportare i figli sotto il controllo genitoriale, ma per la società civile questo è incomprensibile e ad ogni tentativo di restaurazione segue un momento attivo di ribellione contro quei partiti politici che vorrebbero restaurare l’assolutismo di Dio in nome di una monarchia assoluta o in nome della restaurazione di un regime fascista.
Quando la storia tende a ripetere i medesimi meccanismi o produce una tragedia nella società o manifesta una farsa capace di colpire, nell’immediato, l’immaginario sociale, ma finisce in un fallimento che, come un cancro, consuma chi l’ha manifestata.
23 luglio 2023
Molte affermazioni attribuite ai "Sette sapienti" oggi ci lasciano un po' interdetti anche perché non si tratta di discorsi, ma di frasi brevi che possono assomigliare ai Proverbi della Bibbia o ai Salmi.
Io ritengo che le affermazioni concise hanno uno scopo soltanto in un ambito culturale circoscritto dove, tutti i partecipanti conoscono i riferimenti all'affermazione breve.
L'affermazione breve o aforisma è utilizzabile soltanto in un ambito ristretto. Quando si pretende di darle un significato di universalità si trasforma nella "verità di Dio" che non può e non deve essere discussa.
Secondo alcuni, i "Sette sapienti" della Grecia usavano frasi brevi alla maniera degli spartani.
Come esempio vi propongo Chilone spartano come presentato da Strabone e citato dal Diels Kranz:
Chilone spartano, figlio di Damageto, disse:
1. Conosci te stesso.
2. Non cianciare a lungo bevendo: diresti sciocchezze.
3. Non minacciare uomini liberi: non è giusto.
4. Non dir male di chi ti è vicino: altrimenti ascolterai cose di cui ti addolorerai.
5. Ai banchetti degli amici vai lentamente, alle loro disgrazie rapidamente.
6. Fai nozze modeste.
7. Chiama beato il morto.
8. Venera colui che è più vecchio.
9. Odia chi si impiccia delle cose altrui.
10. Scegli il danno piuttosto che un guadagno turpe: per il primo ti addolorerai una sola volta, per il secondo tutta la vita.
11. Non irridere a chi è sventurato.
12. Pur essendo violento, mostrati tranquillo, affinché provino piuttosto rispetto che timore.
13. Governa la tua casa.
14. La tua lingua non corra avanti al pensiero.
15. Domina l'impulso.
16. Non desiderare l'impossibile.
17. Non affrettarti ad andare avanti per la strada.
18. Non agitare la mano: è gesto da pazzi.
19. Ubbidisci alle leggi.
20. Se hai subito ingiustizia, riconciliati, se hai subito insolenza, vendicati.
Da Diels-Kranz, i Presocratici, Editore Laterza, p. 73, vol. 1
Si tratta di serie di principi generali che si trova in tutto il mondo antico. Sono trattati come il decalogo ebraico o come i detti di Odino o, come, ancora, elenchi simili di regole morali sia Sumere che Egiziane.
Tutti i "Sette sapienti" sono ricordati con queste formule. Provenivano da tutte le città greche e, secondo Diogene Laerzio si incontrarono in varie città della Grecia, ma i loro detti sono spesso attribuiti all'uno o all'altro. Si dice che si siano incontrati a Creso, a Panionio, a Corinto o a Delfi. Ovviamente non tutti sono d'accordo sui nomi, ma su due cose sembrano d'accordo: parlavano per aforismi (alla maniera spartana) e Chilone spartano era sempre presente mentre molti nomi cambiano.
23 luglio 2023
Io capisco che la stampa ha l'ordine di nascondere la condizione covid-19 in Italia, ma voglio ricordare che nell'aggiornamento del 20 luglio 2023 si sono contati circa 500 nuovi casi al giorno (dati settimanali) e 45 morti in una settimana pari a più di 7 morti al giorno.
Si finge che la pandemia sia finita, dato il numero relativamente esiguo di casi, e, intanto, una parte di popolazione, fragile e anziana, muore in silenzio rendendo l'Italia sempre più povera.
Ora che la pandemia viene nascosta si omettono tutte quelle azioni che potrebbero impedire il rigurgito pandemico.
I dati del Sistema Sanitario ci sono, ma nessuno vuole leggerli.
23 luglio 2023
Io mi chiedo: come si fa ad investire in un fondo obbligazionario quando la premessa dell'investimento non è solo la mancanza di garanzia di interessi, ma con la certeza, perché l'affermazione definisce una certezza sia pur come probabilità, di perdere il capitale investito?
Dal mio punto d vista questo significa dire: "Mi vuoi fregare e me lo dici anche!"
23 luglio 2023
Leggendo le notizie di stampa, siamo davanti ad un deserto di informazioni. Come se nel mondo non succedesse nulla. Siamo in luglio, solo il maltempo fa notizia. Sono passati di moda anche i satanisti che un tempo riempivano la cronaca estiva.
Eppure, nel mondo è in corso una trasformazione epocale di una tale vastità che i preti della propaganda non sono in grado né di cogliere né di comprendere e se se ne parla si passa per cultori di fantascienza catastrofica.
La parola che andrà di moda sarà: annichiliento perché è l'unica parola che può definire l'atteggiamento dell'informazione davanti alle trasformazioni del mondo oggi in atto.
22 luglio 2023
Pagina del 27 gennaio 2023 che tratta "Gli Dèi dei Pagani"
Mi sono dedicato a dividere il mese di Gennaio 2023 in 31 pagine di testi già postati su Facebook. Una pagina da 240000 caratteri è poco leggibile dai motori di ricerca e così l'ho trasformata in 31 pagine web come questa:
Pagina del 27 gennaio 2023 che tratta "Gli Dèi dei Pagani".
In questo caso la pagina è fatta di un solo testo pubblicato su Facebook e avrebbe potuto avere il titolo del testo, ma voglio mantenere la cronaca cronologica sperando che comunque le pagine vengano lincate per gli argomenti trattati. Molte pagine hanno anche quattro o cinque argomenti differenti, quelli che posto giornalmente.
In ogni caso, mantengo in rete anche la pagina di tutto il mese che mi può essere utile il giorno in cui vorrò trasformare tutto in cartaceo.
Questo lavoro è lungo e noioso, ma serve per preparare il sito per dopo l'estate. Ora ho poche visite.
22 luglio 2023
Il concetto di violenza, di violenza sociale nelle condizioni generali del discutere all'interno delle condizioni proprie della filosofia metafisica, si può distinguere in due tipi di violenza.
La violenza che il più forte fa sul più debole e la violenza con cui il più debole si ribella alle prepotenze del più forte.
Nei termini della filosofia metafisica si tratta della violenza che fa Dio agli uomini e la violenza che fanno gli uomini per rispondere alla violenza di Dio nei loro confronti.
In termini sociali si tratta della violenza dello Stato, per trasformare le persone in sudditi, e la violenza dei sudditi nei confronti dello Stato, per sottrarsi alla condizione di sudditi e conquistarsi lo status di cittadini.
Nell'ideologia politica si tratta della violenza fascista o clerico-fascista, il cui scopo sottomettere i cittadini allo Stato, e la violenza della democrazia, che impone obblighi allo Stato nei confronti dei cittadini.
La violenza è lo stato normale dell'esistenza umana che inizia con la necessità di padre e madre di imporre l'obbedienza al figlio e continua con la necessità del figlio di sottrarsi al controllo parentale.
Fra questi due estremi, definiti dalla filosofia metafisica, c'è un'enorme zona grigia fatta di compromessi e di giustificazioni il cui scopo è far perdere di vista, alla persona che subisce violenza, le reali cause e motivazioni della violenza che sta subendo.
La violenza messa in essere dal singolo individuo risponde a due motivazioni fondamentali. O l'individuo si fa Stato, autorità, e mette in atto azioni di violenza per riaffermare il suo diritto al dominio sull'altro; oppure, l'individuo si fa persona e mette in atto atti di violenza in risposta ad atti di violenza che percepisce come ingiusti e coercitivi.
La violenza si esprime in vari gradi di intensità. Una violenza che va dal genocidio allo schiaffo o all'offesa che il genitore fa al bambino. Questo tipo di violenza viene graduata dallo spettatore esterno come può essere, ad esempio, un giudice. Le vittime percepiscono con uguale intensità sia il genocidio che lo schiaffo genitoriale; percepiscono quella violenza col medesimo dolore e con la medesima necessità di rivalsa. La grande differenza è che le vittime di genocidio non hanno futuro mentre, il bambino che riceve lo schiaffo dal genitore, può sempre mettere in atto la sua vendetta nei confronti del genitore.
Le vittime di genocidio non avranno mai giustizia per la violenza subita. Spesso, quasi sempre, le vittime di genocidio servono a giustificare la violenza del più forte sul più debole. Il più forte, Dio, lo Stato, giustificano la loro violenza sui più deboli in memoria di chi è stato annientato dallo stesso Stato o da Dio.
Lo Stato e Dio, con la propaganda giustificano la loro violenza in quanto "proprietari delle persone" (Dio li ha creati a sua immagine e somiglianza) e mettono in atto azioni diffamatorie e calunniose contro coloro che si oppongono alla loro violenza in nome di una giustizia che ha la sua radice nell'idea che l'Essere Umano, con tutti gli Esseri della Natura, è divenuto per trasformazioni in centinaia di milioni di anni in assoluta assenza di un Dio padrone o di uno Stato padrone che si identifica con Dio.
Nella vita civile, nella vita reale nella società, esistono un infinito numero di compromessi nelle relazioni sia fra gli Esseri Umani che degli Esseri Umani con i vari Stati. Non esiste la possibilità di compromesso fra gli Esseri Umani e Dio. Dio, quando macella gli Esseri Umani per il proprio divertimento, viene definito, da chi trae beneficio dal macello degli Esseri Umani, buono e amorevole.
La propaganda di Dio che giustifica il genocidio consiste in affermazioni assolutamente deliranti come "loro sono malvagi"; "loro non si mettono in ginocchio"; "loro sono di un'altra razza". Lo stesso vale per lo Stato “loro vogliono scioperare”; “loro sono migranti”; “loro non si mettono in ginocchio davanti alle istituzioni”.
21 luglio 2023
Tommaso Didimo, Gesù disse: "Gettate nei forni crematori gli uomini chiamati loglio o zizzania"
Scrive Giuda Tommaso Didimo nel cinquantasettesimo paragrafo:
Gesù disse: "Il Regno del Padre è simile ad un uomo che aveva una buona semente. Di notte venne il suo nemico e seminò zizzania sopra alla buona semente. L'uomo non permise loro di sradicare la zizzania. Disse loro: "Affinché non andiate a estirpare la zizzania (e) sradicare con essa anche il grano. Nel giorno della mietitura, le zizzanie appariranno, saranno estirpate e bruciate"".
E' strana l'impostazione di questo paragrafo. Il "Regno di Dio è simile a...".
Ed è questo a che lascia perplessi perché il regno di Dio è simile ad un forno crematorio dove, chi non è come lo si vuole, lo si brucia.
Non è una cosa che lascia perplessi, ma per Gesù è evidente che tutti coloro che non seguono Gesù vanno bruciati nel forno.
Il Regno di Dio, secondo Gesù, è un campo, campo di concentramento, dove i guardiani mietono gli uomini mettendo quelli che a loro non aggradano nei forni crematori.
Secondo Gesù gli uomini non nascono, non crescono, non si adattano al mondo in cui vivono. Secondo Gesù gli uomini non scelgono, di volta in volta, il lor essere nel mondo, ma l'uomo è o non è e se è sottomesso a Gesù va nel granaio, se non è come Gesù vuole che sia è loglio che va infilato nel forno crematorio.
La condizione di essere è la condizione determinata da Dio per l'uomo. Una predestinazione dell'uomo voluta da Dio che lo destina ad essere grano mietuto o ad essere il diverso, il povero, l'emarginato, lo schiavo destinato ad altri uomini, a cui è stato dato il destino di essere padroni di uomini, affinché lo possano infilare nei forni crematori.
L'idea espressa da Gesù è l'idea propria della soluzione finale di Hitler con gli ebrei. Ma è anche la soluzione finale adottata da Re Leopoldo nel Congo e dai colonialisti in giro per il mondo nella realizzazione della superiorità della razza.
Tutte le persone che non sono gradite sono zizzania. Persone infestanti che vanno eliminate per ordine di Gesù.
Ma L'ordine di Gesù è appositamente generico, come scrive nei vangeli cristiani Matteo:
Un'altra parabola espose loro così: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».
Vangelo di Matteo 13, 24-30
Ciò che è predestinazione dell'uomo da Dio al forno crematorio, voluto da Dio onnipotente, diventa azione di un nemico talmente onnipotente da modificare la predestinazione di Dio. In sostanza, l'impotenza di Dio viene giustificata con l'onnipotenza del suo "nemico". Il Dio dei cristiani che dice: "Non è colpa mia! E' colpa sua, lui è brutto e cattivo!"
Fu un vescovo, rappresentante in terra di Gesù, che per giustificare lo sterminio dei Catari disse: "Ammazzateli tutti, poi Dio sceglierà i suoi."
---continua al link----
20 luglio 2023
Spesso ho tentato di far capire alle persone come ogni luogo, ogni città, ogni contrada sia un corpo che manifesta una coscienza che noi, normalmente, chiamiamo Genius Loci ma il suo vero nome è il nome con cui chiamiamo quel luogo, quella città o quella contrada.
Ogni Genius Loci ha la sua storia, il suo divenuto mediante le trasformazioni, si è adattato alla qualità emotiva degli abitanti di quel luogo siano essi vegetali, animali o umani. Quella qualità emotiva, manifestata nel corso degli anni, è la qualità emotiva del Genius Loci di quel luogo.
Nelle sue trasformazioni, il Genius Loci diventa una sorta di "Guardiano del luogo" che si nutre delle emozioni veicolate dagli abitanti di quel luogo.
Come guardiano tende a preservare la qualità della veicolazione emotiva trasformando in "fortunato", chi esprime la veicolazione della qualità emotiva che quel Genio apprezza, e in sfortunato chi esprime la veicolazione della qualità emotiva che quel Genius non apprezza.
L'azione del Genius Loci sulle persone non è un'azione provvidenziale o miracolista. L'azione del Genius Loci è un'azione di trasformazione lenta del presente vissuto dagli uomini che può andare nella direzione che favorisce la vita o nella direzione che sfavorisce la vita.
Il Genius Loci dà il benvenuto alle persone che arrivano nel suo luogo o può maledire le persone che calpestano quel luogo.
Nel primo caso, le scelte delle persone sono coerenti con la soddisfazione delle loro necessità anche in presenza di "non-problemi" in vista di problemi che stanno arrivando. Nel secondo caso, le scelte delle persone saranno tali da impedire loro di risolvere a proprio vantaggio i problemi che si presentano nella loro vita.
Onorare il Genius Loci significa essere attenti al luogo e alle persone del luogo in cui si arriva; l'offesa al Genius Loci è sempre l'arroganza che tratta con disprezzo le persone o gli abitanti del luogo in cui si arriva.
Quando si entra in un nuovo luogo, si entra in punta dei piedi, in silenzio, consapevoli che uomini, animali e piante ci stanno osservando, meditando, ponderando.
Chi siamo noi che entriamo nel "regno" di quel Genius Loci dopo essere usciti dal "regno" del Genius Loci in cui prima vivevamo?
Quali usi, quali costumi, quali pratiche sono abituali nel mondo in cui entriamo?
Sappiamo cosa abbiamo lasciato, perché lo stavamo vivendo, non sappiamo che cosa incontriamo, perché non ne abbiamo esperienza.
L'atteggiamento arrogante ci separa, sempre e comunque, dal mondo in cui entriamo anche se l'esercizio dell'arroganza era tollerato nel mondo che abbiamo lasciato.
Possiamo entrare in una città fingendo modestia e comprensione; possiamo recitare come degli attori su un palcoscenico, ma il Genius Loci non interpreta la forma che viene presentata. Interpreta le emozioni che vengono veicolate anche quando la veicolazione emotiva viene nascosta con intento ingannevole.
Il problema, per le persone, è comprendere che il Genius Loci è un'intelligenza che progetta la conservazione e la trasformazione di sé stessa e, per interferire con i progetti di un Genius Loci, servono intenti e volontà d'acciaio. Se vuoi imporre i tuoi progetti a quelli di un Genius Loci, devi avere progetti che coinvolgano molti uomini di quell'ambiente. Progetti sociali, collettivi, che, una volta veicolati nel sistema sociale, permettono al Genius Loci di parteciparvi.
Il Genius Loci agisce per il benessere di sé stesso. Egli è gli uomini e le donne di quella società. Il Genius Loci è gli animali, ogni animale, di quell'ambiente. Il Genus Loci è ogni Essere Vegetale di quell'ambiente. Il benessere, a cui il Genius Loci aspira, è il benessere di ogni Essere che lo alimenta e che dal Genius Loci trae alimento.
19 luglio 2023
Noi non siamo in grado di distinguere quando un consiglio è saggio da quando un consiglio non è saggio.
Questo vale anche per le azioni quando le stiamo guardando da spettatori.
Quando il consiglio o le azioni ci provengono dall'esterno, noi diciamo che "è saggio" solo se coincidono con ciò che noi riteniamo "saggio"; diciamo che non è saggio se entrano in conflitto con quanto noi riteniamo saggio.
Questo perché noi ci riteniamo la misura della saggezza. Noi siamo "saggi" e ciò che proviene dall'esterno deve rientrare nelle categorie di pensiero che noi qualifichiamo come "sagge" altrimenti, entrando in conflitto con tali categorie, non possiamo riconoscerle come sagge.
Anche quando un consiglio viene a fornirci una soluzione alla nostra incertezza, ci scuote solo se quel consiglio definisce ciò che noi avremmo detto o fatto, altrimenti entra in conflitto e la nostra coscienza lo scarta.
A questo punto: a che serve ricevere un consiglio, che qualcuno ritiene saggio, se già noi sappiamo che cosa è e cosa non è saggio?
A nulla!
Quando noi diciamo "il saggio dice...", in realtà è quanto noi diciamo che, per una questione di "pudore" o, peggio, di "vigliaccheria", attribuiamo ad una persona considerata “oggettivamente” "saggia" per impedire che qualcuno, che ascolta, ci dica che stiamo dicendo una sciocchezza.
Conoscere molti "saggi" consigli ci aiuta anche se quei “saggi” consigli vengono ignorati?
Certamente, purché non siano i saggi consigli che avremmo dato noi.
Avere un ampio bagaglio di consigli che noi non riteniamo saggi, perché non coincidono con la nostra categoria di saggezza, è una ricchezza indispensabile.
Si tratta di un tesoro al quale attingere quando ciò che riteniamo saggio fallisce nel corso della nostra umana esistenza.
Alla fine, l'unico comportamento veramente saggio è quello di ascoltare le ragioni dei propri nemici mentre li si sta combattendo.
Le ragioni dei nostri nemici sono i consigli inascoltati che accumuliamo come "possibile soluzione" nel momento del nostro fallimento.
Le ragioni che noi adottiamo nel combattere i nostri nemici, sono frammenti di saggezza che noi riversiamo nel mondo anche quando veniamo sconfitti dai nostri nemici.
La nostra ragione si considera il metro di misura della nostra saggezza. Una saggezza che giudica i consigli del mondo. Una saggezza che si conserva e che cambia lentamente, molto lentamente, sciacquando i panni sporchi delle sue illusioni nel grande fiume della vita.
Quando io devo combattere qualcuno, gli faccio avere il "mio saggio consiglio". Un consiglio affine a quanto egli considera saggio nel suo sistema di pensiero. Faccio in modo che lui, se segue il mio consiglio, si scavi la fossa con le sue mani.
Dare un "saggio consiglio" a qualcuno è un atto di guerra perché si induce quel qualcuno ad abbandonare i suoi "saggi consigli" per far propri i consigli di un altro.
Con i “saggi consigli” si addomesticano e si distruggono i nemici.
Dal paragrafo 9 del Canzoniere Eddico, il Canto dell’Eccelso:
9. Felice chi in sé mantiene
lode e saggezza, finché abbia vita
poiché mali consigli spesso l' uomo riceve
dal petto di un altro.
19 luglio 2023
L'ontologia non può essere considerata filosofia metafisica, ma deve essere considerata altro dalla filosofia e relegata nel fantasy o, quanto meno, nell'ambito della psichiatria.
La filosofia metafisica è trascendenza rispetto alla filosofia detta "fisica", ma non è altro rispetto alla filosofia fisica.
Il fatto che io consideri il Sole un Essere Vivente portatore di Coscienza e di volontà, rientra nella Filosofia Metafisica perché, se la coscienza e la volontà che attribuisco al Sole non rientra nella filosofia fisica, non posso escludere, dalla filosofia fisica, che il Sole interviene nella mia esistenza fisica; non posso escludere che il Sole abbia un corpo; non posso escludere la relazione che il Sole ha con i nati nella Natura.
Il fatto che io attribuisca una coscienza e una volontà al Sole, considerando che quella coscienza e quella volontà vengono esercitate dal Sole nell'ambito del suo divenuto, è oggetto di dibattito filosofico che rientra nella filosofia metafisica. Si può discutere se condividere o meno argomentando, ma non si può negare la funzione del Sole nella vita fisica.
Al contrario, se io parlo di Dio, dell'Ente, in qualità di oggetto al di fuori del mondo o quale creatore del mondo e del presente, sto parlando di una creazione fantastica con la quale giustifico la mia struttura desiderante collocata completamente al di fuori della realtà e conchiusa nella mia psiche.
Con l'immagine del Dio creatore posso raccontare delle storie fantasy o posso delirare su un lettino di un ospedale psichiatrico, ma non posso discutere con altri perché quel Dio creatore è conchiuso nella mia mente e io posso trasferirlo nella mente di altri soltanto con la violenza impositiva che modifichi la struttura emotiva delle altre persone sottomettendone la manifestazione delle loro idee alla mia idea del Dio creatore.
In questo caso, nel caso del Dio della Bibbia, non sto parlando di Filosofia Metafisica e nemmeno di Teologia, ma solo di delirio di onnipotenza che viene confinato nella malattia psichiatrica.
L'ontologia non può essere considerata filosofia, ma malattia. Quando parliamo di Nietzsche, Kierkegaard, Heidegger e altri, stiamo parlando di malati mentali che anziché essere ricoverati in ospedali psichiatrici vengono elevati a "cultura" e imposti agli uomini affinché discutano delle loro allucinazioni perverse di individui malati di desideri repressi.
19 luglio 2023
Esiste una storia della Filosofia Metafisica. Ma, una volta stabiliti gli argomenti che tratta la Filosofia Metafisica, la storia non riguarda più la Filosofia Metafisica in sé, ma riguarda la storia degli elementi di cui la Filosofia Metafisica si occupa.
Aristotele dice che la Filosofia Metafisica è la filosofia dell'Ente, di Dio, questo significa che la Filosofia Metafisica è la filosofia degli Dèi e la filosofia degli Dèi ha preceduto di molto la filosofia dell'Ente, di Dio.
La Filosofia Metafisica, che piaccia o meno, non ha nulla a che vedere con l'ontologia in quanto l'ontologia ha più a che vedere con la psichiatria che non con la filosofia. Gli ospedali psichiatrici sono pieni di soggetti che sui lettini d'analisi trattano deliri ontologici.
Inoltre, la Filosofia Metafisica non è al di fuori della fisica, dei sensi che riguardano la percezione dell'uomo, ma riguarda la percezione di una realtà che viene percepita dai sensi quando viene fermata la descrizione della ragione nel suo delirio di onnipotenza. Quando l'uomo cessa di considerare "il cervello razionale" signore e padrone del corpo fisico e permette al corpo fisico di percepire la realtà nel suo vissuto e trasferire quel tipo di percezione alla coscienza dell'individuo.
18 luglio 2023
Il cristianesimo di Gesù è l'ideologa che porta al genocidio. Pensate forse che trasformare persone in oggetti di possesso abbia altri fini dalla costruzione di campi di concentramento e sterminio? In fondo, queste persone erano loglio che andavano buttate nei forni crematori.
Kenya, oltre 400 le vittime della "setta del digiuno". Lo spettro del traffico di organi
I cadaveri occultati in 40 fosse comuni scoperte nelle ultime settimane. Gli organi di alcune vittime prelevati quando erano ancora in vita.
Le vittime della cosiddetta "setta del digiuno" in Kenya hanno superato quota 400, dopo che oggi la polizia ha riesumato altri dodici corpi di seguaci da fosse comuni nella foresta di Shakaola, nell'entroterra costiero del paese.
Lo ha reso noto il comandante regionale della polizia, Rhoda Onyancha, dichiarando al sito Citizen Digital che sono in tutto 403 i morti e 95 le persone trovate ancora vive nel terreno in cui il predicatore Paul Mackenzie aveva radunato i suoi fedeli, invitandoli alla preghiera e all'astinenza da cibo per "poter incontrare Gesù in paradiso".
Mackenzie è in carcere dallo scorso aprile insieme ad altre 36 persone, con l'accusa di istigazione al suicidio, ma si indaga anche sulla responsabilità diretta in alcune morti, dato che i risultati di alcune autopsie sui corpi hanno rivelato segni di soffocamento e strangolamento.
[notizia ANSA]
18 luglio 2023
"L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato" è un libro di Engels, scritto alla fine del 1800, che voleva dimostrare, usando le ricerche di Morgan sui nativi Irochesi, come la nascita della proprietà privata e dello Stato ha la sua origine nella famiglia monogamica e, più in generale, come rivendicazione della proprietà dei membri della famiglia ad opera del "capo famiglia".
L'idea in sé stessa non è superata, ha ancora la sua forte attualità. Sono i presupposti e le argomentazioni a sostegno dell'idea che sono superati.
Quando Engels scriveva questo testo, la Bibbia era ancora considerata un libro storico. Le idee del patriarcato, imposte dalla bibbia, regolavano ogni tipo di ricerca e riflessione di carattere sia storico che filosofico.
Era il positivismo e il cristianesimo che avevano interpretato e fatto proprie le teorie evoluzionistiche Darwiniane dando a queste un carattere di evoluzionismo sociale anziché un carattere di evoluzionismo biologico. L'evoluzione intesa come "progresso" anziché come necessità adattativa.
Engels non riesce a sottrarsi alle categorie del "primitivismo" sia perché non riesce a negare, come elemento centrale della propria disquisizione, che l'uomo è stato creato da Dio, sia perché, ritenendo l'uomo discendente dagli animali, non è in grado di estendere l'intelligenza dell'uomo agli animali comprendendo il principio fondamentale dell'evoluzionismo biologico secondo cui il "salto di specie" appartiene alla specie inadeguata a sopravvivere alle condizioni oggettive (che non sempre sono condizioni ambientali intese come variazioni della natura).
Cogliere l'idea di primitivismo nelle popolazioni, che il colonialismo indicava come "selvaggi", significa non comprendere che tali popolazioni si sono evolute alla pari delle "civiltà superiori" ma veicolando bisogni e necessità diverse nel mondo in cui vivevano.
Engels mantiene in essere l'idea del "commercio sessuale". Per fare "commercio sessuale" è necessaria l'esistenza di una proprietà dell'oggetto che si vuole vendere, cedere o acquistare. La morale è quella della bibbia dove il controllo sessuale e la discendenza di sangue determinano la proprietà dell'individuo. In tutto il testo di Engels manca il concetto di individuo. L'individuo, uomo o donna, che manifesta un bisogno fisiologico, chiamato sesso, la cui soddisfazione ha delle conseguenze e degli effetti nella società.
E' questo individuo che deve essere represso per trasformarlo in una proprietà. In un oggetto da acquistare e da vendere all'interno di un sistema di legami e obblighi morali dei quali, l'individuo posseduto, non sarà mai in grado di liberarsi.
Affinché questo avvenga, serve l'imposizione di una morale coercitiva che costringa l'individuo a limitare la sua capacità di veicolazione della propria sessualità e renda possibile tale veicolazione solo all'interno di condizioni predeterminate.
Il controllo dell'individuo passa attraverso il controllo della sua sessualità ed è necessario costringere l'individuo entro quelle norme e quelle regole.
Solo quando viene accettata una morale secondo cui l'individuo è un oggetto di possesso, un possesso assoluto, i possessori di individui, al fine di assicurarsi il dominio perpetuo, distribuiscono privilegi di dominio a loro subordinati, che accettano di essere loro oggetti di possesso, affinché, anche loro, possano esercitare il dominio di possesso su altri individui.
Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.
Quando il Signore tuo Dio ti avrà fatto entrare nel paese che ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti; quando ti avrà condotto alle città grandi e belle che tu non hai edificate, alle case piene di ogni bene che tu non hai riempite, alle cisterne scavate ma non da te, alle vigne e agli oliveti che tu non hai piantati, quando avrai mangiato e ti sarai saziato, guardati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione servile. Temerai il Signore Dio tuo, lo servirai e giurerai per il suo nome.
Deuteronomio 6, 6-13
Ripetere, martellando, i principi ai propri figli affinché i figli li facciano propri e, in quei principi di assolutismo, trovino motivo di potere attraverso il quale poter soddisfare le proprie pulsioni sessuali.
La sessualità veicolata attraverso il dominio e il possesso necessitano della violenza per legittimare il dominio e il possesso di altri individui che sono liberi di considerarsi oggetti di possesso, ma non di liberarsi dalla loro condizione di individui posseduti.
Il possesso degli individui e della donna nello specifico è la condizione centrale della sottomissione che necessita di uno Stato, Dio, che legittima lo stato dii schiavitù e lo stato di possessore di schiavi.
Questa condizione è ben descritta da Paolo di Tarso. L'uomo schiavo deve essere felice di essere schiavo, la donna è sottomessa e deve essere felice di essere sottomessa. Paolo di Tarso è il padrone che deve essere felice di essere il padrone di schiavi.
Tutto questo non è considerato da Engels perché, Engels, come del resto Marx, considerano l'uomo, in quanto creato da Dio, l'artefice delle società e delle economie sociali. Non sono in grado di pensare all'uomo come un prodotto costruito da una società che lo ha costretto a fagocitare quelle e solo quelle condizioni. La società produce uomini e donne funzionali a quella società attraverso l'imposizione di codici morali che vengono imposti fin dall'infanzia, fin dall'età fetale.
Questo, a mio avviso, sono i motivi per i quali il testo di Engels "L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato", pur essedo stato un testo innovativo nel suo tempo sul modo di pensare all'uomo e alla società, oggi è un testo inattuale. Molta ricerca scientifica e umanistica è stata fatta nei 130 anni da quando quel testo è stato scritto.
Oggi, che si stanno distruggendo tutti i presupposti assolutistici della famiglia e il ruolo che la famiglia aveva nella società, appare evidente come sempre più centrale si fa nella società la figura dell'individuo separato da relazioni obbligatorie con altri individui. Questo ha portato non solo alla liberazione della donna dall'essere oggetto di possesso da parte dell'uomo, ma anche alla liberazione dell'uomo da ogni legame obbligatorio di carattere familiare o parentale.
Per contro, rimane l'individuo che in questa società è spinto ad assumere un ruolo di oggetto posseduto e sottomesso a gerarchie socialmente sempre più violente in nome di Dio.
18 luglio 2023
Un lombrico cerca l'ombra. Molti vermi umani si nascondono all'ombra di qualcuno.
17 luglio 2023
Si ricorda che si tratta di un evento religioso della Religione Pagana e la celebrazione ripete la teologia religiosa della Religione Pagana che riconosce la presenza degli Dèi nel mondo. I celebranti si rivolgono a loro con le loro emozioni, con i loro progetti, con i loro desideri e con i loro intenti.
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L'appuntamento è al Bosco Sacro di Jesolo alle ore 17.00 in Via Ca' Gamba 7^ traversa Jesolo - Venezia.
Ricordate di portare le erbe aromatiche per il fuoco sacro.
La celebrazione è molto semplice e consiste nell'accensione del fuoco al centro dell'Altare e nella recitazione della Devotio, l'elenco degli Dèi e delle loro qualità, come esempio di come noi Pagani pensiamo gli Dèi con i quali abitiamo il mondo. Il Rito ha lo scopo di legare le emozioni delle persone alle emozioni degli Dèi, i soggetti del mondo in cui abitiamo. Sull'Altare ci sarà il Fuoco Sacro, ma non ci sarà la grande catasta che facciamo per i riti dell'Equinozio, dei Solstizi o del Giorno Pagano della Memoria. Il fuoco è contenuto nel braciere e rappresenta il nostro fuoco che alimentiamo dentro di noi. Il fuoco emotivo che alimentiamo in tutti i problemi della vita. Tutta la Devotio sarà recitata e ad ogni pagina ogni partecipante alimenterà simbolicamente quel fuoco.
Fra tutti i riti religiosi della Religione Pagana, il Rito della Devotio è quello finalizzato a legare gli uomini al mondo e il mondo agli uomini. Il rito della Devotio si inserisce nei riti dei Pagani Politeisti da quando Decio decise di sacrificarsi per la società in cui viveva. La Devotio manifesta la volontà mediante la recitazione dell'intento in relazione agli Dèi. La semplicità del rito rappresenta la forza emotiva dei legami che i Pagani hanno col mondo, con la società in cui vivono e con il suo possibile futuro. Il Rito della Devotio è il rito magico per eccellenza perché crea legami fra l'uomo e gli Dèi; proprio per questo il rito della Devotio non è spettacolare perché emotivamente profondo per chi vuole vivere quella profondità.
Perché i Pagani praticano dei riti religiosi? Per ricordarsi e ricordare al mondo che loro sono parte del mondo in cui vivono. Per ricordarsi e ricordare che loro, i Pagani, sono parte di quell'insieme, di quel TUTTO, dal quale le singole specie emergono e i singoli Esseri agiscono per diventare Dèi. Ricordare e rinnovare l'INTENTO e la VOLONTA' con la quale affrontare l'impegno quotidiano.
Questo è il ventisettesimo anno che la Federazione Pagana celebra il rito della Devotio ed è il quarto anno che viene celebrato presso il Bosco Sacro a Jesolo.
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Un tempo l'evento della Devotio veniva fatto sull'Altipiano di Asiago, ma poi, un po' per la scelta di alcune persone e un po' per la costruzione di nuove strade che hanno reso facilmente accessibile il luogo del rito minando la riservatezza dei partecipanti, si è deciso di spostare il rito presso il Bosco Sacro di Jesolo dove l'Altare è più consono alla celebrazione. Questo è il terzo anno in cui il rito della Devotio avviene presso il Bosco Sacro in Jesolo.
Trasferendo il rito a Jesolo abbiamo mantenuto lo stesso schema rituale.
La forza del Rito della Devotio non sta nella rappresentazione teatrale, ma nell'intensità emotiva con cui il singolo partecipante si lega alle emozioni del mondo.
Il rito della Devotio ha la caratteristica di legare le forze del mondo al partecipante qualora il partecipante si ritenga part delle forze del mondo in cui vive. Allo stesso tempo il Rito della Devotio allotana le forze del mondo dall'individuo qualora l'individuo si ritenga separato dal mondo (sovranismo, cristiani che si sentono creati o nelle grazie del Dio padrone, razzisti, ecc.).
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La magia non consiste nel far apparire le cose dal nulla, ma nello sviluppare la capacità soggettiva che ci permetta di ottenere le cose di cui abbiamo bisogno. Per farlo serve "conoscenza", ma quando non c'è conoscenza serve "l'intuizione" che ci permette di scegliere la cosa più opportuna fra più possibilità. L'intuizione è il terreno di relazione fra noi e gli Dèi. E' il terreno sconosciuto oltre la nostra conoscenza che noi possiamo esplorare solo se siamo "impeccabili", cioè se siamo coerenti fra proposito e azione. L'impeccabilità, come coerenza fra proposito e azione, è la forza soggettiva che attrae una qualità di Dèi e ne respinge altri.
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Cosa dice il rito della Devotio?
La persone dice agli Dèi: "Io affronterò con coraggio la mia vita. Affronterò i problemi che la vita mi presenta. Se voi Dèi vivete i mie stessi problemi possiamo unire le forze per affrontarli."
Il rito della Devotio riconosce gli Dèi nelle forze che concorrono alla trasformazione del mondo e il singolo individuo si riconosce come parte di queste forze che si trasformano nel mondo.
17 luglio 2023
La religione di Roma antica nella Religione Pagana moderna
Molti, spesso, si chiedono se è esistita una filosofia metafisica a Roma prima dell'arrivo di Scipioni.
Un'oggetto, chiamato filosofia, ha molti modi per essere espresso. Possiamo avere un libro che spiega dei concetti o possiamo avere delle azioni fisiche che, diventate "tradizione", esprimono concetti che vengono ripetuti mediante azioni fisiche (leggi riti).
Non può esistere un complesso religioso senza una filosofia anche se la descrizione filosofica non precede il complesso religioso, ma viene dedotta dal complesso religioso.
Questo lavoro lo feci circa 25 anni fa scrivendo prima "Il sentiero d'oro della Religione di Roma Antica" e poi "ciò che porta a diventare eterni nella Religione di Roma Antica".
Il tutto è stato pubblicato col titolo: "La religione di Roma antica nella Religione Pagana moderna".
Io non pretendo di aver fatto un lavoro accademico, però intendevo dimostrare come la filosofia metafisica non ha nulla a che vedere con l'ontologia, che fa dell'immaginazione desiderante il perno della propria descrizione, ma ha a che vedere con le necessità d'esistenza degli uomini e in questo, il pensiero filosofico di Roma prima del 200 a.c., era molto vasto e molto ricco.
Si pensa alla Religione di Roma come ad un insieme di pratiche e non come a pratiche che esprimono dei concetti di filosofia metafisica.
In Grecia si parla di "logos", logos significa "parola"; a Roma la parola è "verbo" perché la parola indica soprattutto l'azione che viene descritta mediante i verbi.
Dunque, per paragonare i concetti filosofici di Roma con i concetti filosofici dei greci, dobbiamo dedurre la filosofia di Roma dalla pratica esistenziale di Roma. Questo ci permette di raccogliere i "frammenti" del pensiero filosofico di Roma.
E' necessario tradurli in descrizione e confrontare i concetti così dedotti con i concetti simili delle varie scuole filosofiche greche.
Fare filosofia metafisica trascurando la filosofia di Roma solo perché la filosofia di Roma non è "discorsiva" significa voler ignorare un universo filosofico per bloccare ogni discussione filosofica per favrire una e una sola filosofia di carattere assolutista.
17 luglio 2023
Aracne sul Sole
16 luglio 2023
Può un uomo o una donna non desiderare di essere libero?
Che cosa si intende per libertà e per "considerarsi libero"? E libero, da che cosa o per che cosa.
La libertà è una condizione soggettiva. Sia come concetto che come condizione esistenziale.
Essere libero di uccidere o essere libero di far violenza sono le forme di libertà che maggiormente vengono richieste nell'attuale società civile dove, chi fa violenza, non si sente libero perché deve rispondere a delle leggi che reprimono il suo diritto a far violenza. Per contro, l'educazione tende a conchiudere le possibilità di scegliere dell'infanzia fra chi fa violenza e chi subisce la violenza e chi subisce violenza intende la libertà come possibilità di far violenza a sua volta: a cosa servivano le botte dei padri nei confronti dei figli se non a questo?
Tutta la criminalità che si esprime nella società di oggi è data dalla mancanza di libertà di far violenza alle persone.
Una libertà che i sistemi giuridici reprimono in nome della libertà delle persone di non subire violenza.
E qui entra in gioco la risposta al quesito: può un uomo o una donna non desiderare di essere libero?
La domanda deve essere capovolta: può un uomo o una donna non desiderare di far violenza a qualcuno per assicurarsi una condizione di vantaggi nei suoi confronti?
Non si tratta, dunque, di dire che cosa vuole l'individuo in sé. Si tratta di dire che cosa l'individuo è stato indotto a desiderare mediante l'educazione che ne ha condizionato il suo essere nel mondo manipolandone i desideri, i bisogni e la sua capacità di veicolare nel mondo la soddisfazione dei propri desideri.
Il concetto di libertà di ogni singolo uomo è relativo al suo divenuto, ai suoi adattamenti soggettivi agli stimoli ambientali che ha subito fin dalla primissima infanzia.
La libertà del singolo uomo è concepita soggettivamente in relazione alla sua necessità di veicolare i suoi desideri nella forma imposta dall'educazione subita.
Il concetto di libertà è una condizione soggettiva a differenza del concetto di verità, comunque lo si consideri, che è una condizione che pretende di essere considerata oggettiva pretendendo di imporsi all'uomo sottraendosi alla verifica dell'uomo. L'uomo deve accettare la verità, non analizzarla.
La libertà è legata alla sfera emotiva ed esistenziale dell'uomo, del singolo uomo, del divenuto della sua specifica soggettività.
Quando si dice che "tutti gli uomini desiderano essere liberi" è perché si sono individuate delle condizioni che reprimono la libertà di una massa di uomini e quelle condizioni, individuate, appaiono comuni a una certa quantità di uomini nella società. Ma non si può parlare di libertà, si può parlare solo della necessità di liberazione da quelle condizioni.
Questa non è la "libertà come oggetto", ma è la "libertà come percezione di una necessità".
Chi pratica omicidio vuole liberarsi dalle condizioni che puniscono l'omicidio perché percepisce quelle condizioni come condizioni repressive. Allo stesso modo, chi fa largo uso di corruzione, concussione, lavoro nero, lavoro sottopagato ecc. ritiene che le norme che reprimono la sua attività siano norme repressive dalle quali si deve liberare per poter praticare la sua libertà.
Questo vale anche per la mafia, i trafficanti di droga, i serial killers, tutti desiderano la libertà di praticare queste attività.
In una società in cui il delinquere è diventato pratica e norma, chi propugna la libertà del delinquere (ultimamente Salvini ha parlato di repressione attuata dall'Agenzia delle Entrate contro gli evasori fiscali) è in grado di raccogliere consensi fra tutti i delinquenti che gli possono fornire un ampio pacchetto di voti elettorali.
Oggi come oggi, tutta la storia della libertà dell'uomo è stata capovolta in funzione della libertà di delinquere. Tolta la libertà all'uomo che chiede giustizia è rimasta la libertà di Dio, o di chi si fa Dio, di sterminare a piacimento ed impunemente, l'intera umanità.
Il genocidio diventa il diritto di Dio; desiderare di essere uccisi da Dio diventa l'unica libertà che Dio, e i criminali in generale, concedono all'uomo.
16 luglio 2023
Nella società in cui viviamo, una delle tecniche di condizionamento comportamentale consiste nel coinvolgere i cittadini in schemi di giudizio già prefissati dai media.
Del tipo: "Voi più bene al papà o alla mamma?"; "E' più buono il latte o il caffè"; "Stai con cristiani o con i musulmani?"; "Stai con la liberazione delle droghe o contro la liberazione delle droghe?"; "Stai con Dio o con Satana?".
Tutto deve essere semplice, lineare, elementare. Una posizione che sia articolata e che premetta un'analisi ad un'eventuale risposta, infastidisce.
La persona viene considerata complicata.
La persona che articola diventa noiosa, difficile. Non si riesce ad ascoltarla perché le sue risposte richiedono uno sforzo mentale immane a chi vuole una semplificazione nelle risposte, nelle scelte e nelle decisioni.
Semplificare significa condizionare alla miseria intellettuale.
Il mondo in cui viviamo è complesso e richiede risposte complesse ed articolate. Richiede impegno in tutte le forme attraverso e quali noi abitiamo il mondo: sia con le scelte a parole o con azioni.
Però se non dai risposte semplici non sei controllabile.
Sei uno che pensa e chi dà riposte semplici si sente inadeguato. In quel momento ricorre ad azioni di bullismo, fatte di derisione, denigrazione, disprezzo, offese e quant'altro quella violenza si esprime in un crescendo di violenze.
Questo tipo di violenza deriva da un'assoluta mancanza di cultura che porta l'individuo a separarsi dal mondo e a ritornare nel mondo per devastare la cultura che regge il mondo.
Si tratta di un grande problema sociale perché costringe le persone che hanno cultura a proteggersi dissimulando la propria cultura per compiacere individui che non solo non hanno una prospettiva di futuro, ma che vivono esaltando il saccheggio del presente.
15 luglio 2023
Quando si leggono le citazioni su Anassagora relative alle piante e al mondo vegetale, ricordando che Anassagora è vissuto nel V secolo a.c, si rimane un po' stupiti.
Come Anassagora ha sviluppato le sue idee sulle piante, non è dato saperlo anche se Aristotele fa delle ipotesi. Sta di fatto che la visione di Anassagora, relativa al mondo vegetale, è stata confermata negli ultimi secoli. In particolare la scienza neurologica, sviluppatasi negli ultimi 30 anni, ha dato ulteriori conferme alle idee di Anassagora relative al mondo vegetale.
Riporto le citazioni dal Diels-Kranz, Edizione Laterza:
117. THEOPHR. hist. plant, III 1,4.
Bisogna perciò ammettere che queste sono le forme di prodursi delle piante selvatiche e che vi sono pure quelle spontanee di cui trattano anche i fisiologi, Anassagora dicendo che l'aria contiene i semi di tutto e che questi trascinati giù insieme all'acqua generano le piante.
THEOPHR. de caus. plant. I 5, 2.
Ma se veramente anche l'aria dà i semi portandoli via con sé, come vuole Anassagora e molto di più: ammetterebbero altri tipi di princìpi e di generazione - inoltre i fiumi e le correnti e lo straripamento delle acque conducono da ogni parte semi di alberi e di arbusti.
VARRO de re r. I 40, 1.
E dapprima il seme, che è il principio della generazione, è doppio: uno sfugge ai nostri sensi, l'altro ci è manifesto. Ci sfugge se vi sono semi nell'aria, come vuole Anassagora il naturalista, e se l'acqua che scorre nel campo suole trascinarne, come scrive Teofrasto.
[ARISTOT.] de plant. A 1. 815 a 15.
Anassagora poi ... dicono che le piante sono mosse dal desiderio e affermano che hanno anche sensazioni, che si rattristano e si rallegrano. E di esse Anassagora disse che sono animate e che si rallegrano e si attristano prendendo ad argomento il mutare delle foglie.
[ARISTOT.] de plant. A 1. 81'5 b 16 [= NIC. DAMASCEN., ed. Meyer].
Anassagora poi ... dicevano che esse hanno l'intelletto e l'intelligenza.
[ARISTOT.] de plant. A 1. 816 b 26.
Anche se Anassagora disse che [la pianta] ha il respiro.
[ARISTOT.] de plant. A 1. 817 a 23.
Il principio del nutrimento per le piante viene dalla terra e il principio della generazione per le frutta viene dal sole. E per questo Anassagora disse che il loro freddo viene dall'aria e perciò ... dice che la terra è madre delle piante e il sole padre.
Diels-Kranz, Presocratici, Laterza Editore, p. 602-603
Proviamo a considerare le idee di Anassagora:
1) Anassagora dicendo che l'aria contiene i semi di tutto e che questi trascinati giù insieme all'acqua generano le piante.
I semi delle piante si disperdono attraverso l'aria e attraverso l'acqua. Vengono trasportati lontano dalla pianta madre e danno vita ad altre piante.
2) Ci sfugge se vi sono semi nell'aria, come vuole Anassagora il naturalista, e se l'acqua che scorre nel campo suole trascinarne, come scrive Teofrasto.
Per quei tempi affermare che i semi sono dispersi dall'aria (pensiamo ai pioppi, per esempio) era un'idea rivoluzionaria che permetteva di pensare razionalmente a come le piante si diffondevano. Lo stesso vale per il concetto secondo cui l'acqua trasporta i semi in luoghi lontani.
3) Anassagora poi ... dicono che le piante sono mosse dal desiderio e affermano che hanno anche sensazioni, che si rattristano e si rallegrano. E di esse Anassagora disse che sono animate e che si rallegrano e si attristano prendendo ad argomento il mutare delle foglie.
E' difficile che Anassagora abbia preso i suoi argomenti dal "mutare delle foglie". Passi per il platano, ma non per il pino e l'abete. Le piante hanno desideri e predilezioni. In sostanza, Anassagora, pur tenendo presente la differenza di forma e di realtà, sta dicendo che le piante sono Esseri Viventi come gli Esseri Umani. Sono abitate dalle stesse emozioni esistenziali degli uomini. Le piante si rallegrano e si rattristano e questo lo sa chiunque ha relazioni col mondo vegetale perché la loro allegria e la loro tristezza si manifesta con flussi emotivi che possono essere percepiti anche dalle emozioni delle persone. Fino a pochi anni fa quest'idea era scientificamente inconcepibile. Oggi sappiamo che è così, sia che noi lo percepiamo, sia che noi non lo percepiamo.
4) Anassagora poi ... dicevano che esse hanno l'intelletto e l'intelligenza.
Che le piante abbiano intelletto, intelligenza e memoria, non c'è dubbio. Ci sono delle ricerche di laboratorio che hanno indicato il centro dell'intelligenza nelle radici delle piante. Io sono convinto che l'intelligenza delle piante non è espressione di un cervello, anche se potrebbe esserci una qualche forma di organo centrale, ma come gli Esseri Animali e, in particolare, l'Essere Umano, è tutto il corpo che abita il mondo e che mette in atto quelle azioni da cui noi ricaviamo l'idea di intelligenza. Nessuno si aspetta che le piante esprimano la loro intelligenza mediante un calcolo aritmetico.
5) Anche se Anassagora disse che [la pianta] ha il respiro.
Accidenti, se la pianta respira. Trasforma anidride carbonica in ossigeno e inverte il processo al buio.
6) Il principio del nutrimento per le piante viene dalla terra e il principio della generazione per le frutta viene dal sole. E per questo Anassagora disse che il loro freddo viene dall'aria e perciò ... dice che la terra è madre delle piante e il sole padre.
Il nutrimento la pianta lo raccoglie dalle radici. Anche se oggi conosciamo qualche eccezione. La frutta matura grazie all'azione del Sole. Le piante percepiscono caldo e freddo presente nell'aria e si adeguano di conseguenza. In questo senso diventa corretto dire che per le piante la Terra è madre e il Sole è padre.
14 luglio 2023
1) Leggere; è il primo ostacolo da superare. Distingue la persona che legge dalla persona che non legge!
2) Capire; capire il senso di quello che si legge. Riuscire a passare dal linguaggio reale al linguaggio simbolico o il linguaggio astratto sapendo separare il significato delle parole relegandole nell'ambito corretto. Questo distingue l'individuo che comprende il senso delle cose dall'individuo che non comprende il significato di quanto legge confondendo il reale con il fantastico.
3) Riprodurre; riprodurre quanto si è letto centrandolo nell'esatto contesto. Spesso si chiama "citazione" dove la citazione si distingue per l'uso. O diventa l'autorità che conferma quanto sto dicendo o la ripeto, facendola mia, per sintetizzare e rendere più chiaro il concetto che devo esprimere. L'uso della citazione distingue l'individuo che cerca un'autorità che confermi sé stesso dall'individuo che conferma sé stesso citando.
4) Ricordare; fatti e meccanismi appresi nella lettura. La lettura fornisce modelli di vita. Alcuni vengono ricordati, altri dimenticati. Chi ricorda i modelli di vita si distingue da chi non ricorda modelli di vita appresi con la lettura e finisce per riprodurre, sia pur con parole diverse, i modelli di vita appresi nell'infanzia!
5) Sedimentare; la lettura continua porta a sedimentare la conoscenza. L'individuo, che sedimenta conoscenza, si trasforma. La trasformazione indotta dalla lettura distingue la capacità del conoscere dell'individuo distinguendolo dall'individuo che, pur leggendo, non modifica i propri schemi mentali rifiutando la conoscenza indotta dalla lettura!
6) Fagocitare; avviene quando l'informazione, ottenuta mediante la lettura, si cala nella struttura emotiva del lettore. Modifica la struttura emotiva e quel lettore è portatore di nuove idee, di un nuovo modo di vedere il mondo. Quel lettore non si è limitato a leggere, ma si è appropriato di quanto ha letto facendolo proprio. Quanto ha letto è diventata idea "apriori" nel mondo in cui vive!
Diciamo che leggere è un atto di guerra con cui l'individuo, affrontando un libro, modifica sé stesso e le sue relazioni col e nel mondo in cui vive.
C'è solo conflitto fra individui che leggono e individui che immaginano; fra individui che si informano e individui che credono.
14 luglio 2023
Purtroppo, anche oggi, in troppi tribunali civili e penali viene applicato dai magistrati il principio cristiano, come annunciato nei vangeli che vengono militarmente imposti alla struttura psico-emotiva dell'infanzia.
E' un principio che serve per predisporre gli uomini alla sottomissione e alla paura di non poter reagire ad accuse infamanti, menzognere e offensive. Per contro, è un principio che serve a dare forza e potere ai prepotenti, ai violenti, ai diffamatori e ai calunniatori.
Il principio antigiuridico proclamato da Gesù dice:
Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!
Vangelo di Matteo 5, 25-26
"Ti ho calunniato, accusandoti, e ora il giudice ti processa considerando la mia calunnia come manifestazione di verità nei tuoi confronti e tu verrai condannato!"
L'inquisizione cristiana, capitanata da ogni Ratzinger e da ogni Bergoglio, nel corso della storia torturava il calunniato affinché il calunniato confermasse la calunnia nei suoi confronti come "verità" per veicolare la calunnia in una condizione giuridica e poter bruciare vive le persone.
Questo atteggiamento permane ancora in molti ambienti giudiziari italiani anche se, dalla mia esperienza, è maggiormente presente negli strati più bassi e popolari degli ambienti giuridici. Quegli ambienti che sono a più stretto contatto con i cittadini e dove l'educazione cristiana ha maggior presa su persone che, davanti ad un giudice prepotente, si sentono intimidite come se si trovassero davanti a Dio.
Le persone non sono educate a pensare al magistrato come una persona al loro servizio. Non sono abituate ad imporre le loro ragioni ad un magistrato che, magari, ha forti pregiudizi quando si tratta di questioni giuridiche legate alla rivendicazione di diritti dei cittadini.
Spesso gli avvocati lavorano per stoppare i loro stessi assistiti affinché non presentino al magistrato le loro ragioni con la giusta enfasi con cui loro percepiscono il torto subito. Quando il magistrato sollecita ad un accordo fra le parti, di fatto, ha fatto proprie le ragioni dell'accusa e rigettato aprioristicamente le ragioni della difesa.
Spesso i singoli cittadini non sono in grado di definire le ragioni soggettive delle loro azioni, o delle azioni che hanno subito, perché privati, con la violenza, delle conoscenze giuridiche che sarebbero state necessarie per vivere nella società. Non sanno usare il "corretto linguaggio" che, uscendo dalla loro bocca, suona in maniera diversa nella testa del magistrato. Dovrebbe essere il magistrato che dovrebbe mettersi nei panni dell'accusato e dell'accusatore distinguendo quando il linguaggio parla di "cose reali", quando le stesse parole vengono usate per definire "astrazioni", oppure appartengono ad un "linguaggio simbolico" o quando sono espressioni "emotive" o "intenti desideranti" che nulla hanno a che vedere con la realtà dei fatti che, diversamente, è l'unica realtà che può essere sottoposta a giudizio.
Il principio cristiano del "mettersi d'accordo con l'accusatore" è un principio anti-costituzionale perché sottrae la funzione del magistrato nella ricerca della verità e della giustizia permettendo a chi è accusato ingiustamente di essere sottoposto a ricatto. Un ricatto che, in caso di calunnia, va inquadrato in un'attività di mafia: sempre e comunque.
Il mafioso ti può sparare per i suoi interessi; ma, per i suoi interessi, ti può anche calunniare ed usare il magistrato affinché il magistrato renda la calunnia un atto d'accusa veritiero nei confronti del calunniato.
E' da considerare che, affrontare una causa è molto costoso per il cittadino e non sempre il cittadino ha soldi sufficienti per affrontare una causa che va avanti anche 12 anni. Pertanto, il calunniato tende ad arrendersi, a trattare, favorendo l'attività di calunnia portando il mafioso a schiacciare il cittadino calunniato.
A Gesù interessava legittimare la calunnia perché tutto nei vangeli è calunnia nei confronti delle persone. Calunniare le persone per fare la gloria di Dio. I cristiani hanno fatto della calunnia un metodo con cui legittimare il genocidio nel corso della storia e il crocifisso, esposto nei tribunali di oggi, rende il cittadino costantemente sottoposto a minaccia.
14 luglio 2023
Robespierre sarà il primo individuo che negando validità all'occultismo e all'esoterismo rileva la necessità sociale di una religione che elevi i principi della democrazia a principi sacri e irrinunciabili della vita degli uomini.
Questo è il motivo per il quale Robespierre è stato ucciso. Non ha osato solo tagliare la testa a Dio nelle vesti del Re di Francia (in possesso della capacità di fare miracoli per volontà di Dio in quanto rappresentante di Dio in terra), ma osava togliere la sottomissione a Dio dal cuore degli uomini.
Robespierre combatteva contro la violenza con cui Dio costringeva gli uomini alla miseria e alla sottomissione.
Robespierre era un uomo di pace che combatteva il terrorismo monarchico, il terrorismo clericale e il terrorismo borghese degli illuministi francesi.
14 luglio 2023
Una data simbolo che si riassume con la presa della Bastiglia da parte dei sudditi francesi che da quel giorno divennero cittadini.
E' la data che ci ricorda la rivolta dell'uomo contro Dio quando l'uomo tagliò la testa a Dio nelle vesti del re di Francia e della regina.
E' la data dalla quale inizia l'abolizione della schiavitù, ma soprattutto è la data in cui i cittadini si danno una Costituzione definendo i doveri dello Stato nei loro confronti.
E' la data in cui, distrutta la monarchia, nasce il concetto moderno di democrazia alimentato dai Giacobini. Una democrazia combattuta dai Girondini in nome di quell'assolutismo che sfocerà nella dittatura napoleonica che, per quanto vorrà ripristinare una forma monarchica non sarà più un ritorno al passato regime.
Il 14 luglio 1789 segna la data di inizio di un processo di trasformazione sociale che porterà anche all'unità d'Italia.
13 luglio 2023
"Il mio mutuo a tasso variabile è aumentato del 100%. Rinegoziarlo? Le risposte della banca assomigliano a quelle che dà ChatGpt"
Le banche aspettano che il cliente abbia dei bisogni e lo finanziano ad un tasso vantaggioso solo per la banca. Quando il cliente è in difficoltà, la banca gli porta via tutto quello che gli ha dato, quello che gli ha finanziato e con tutti gli interessi possibili. Fintanto che non si realizzerà che le banche sono le nemiche dei cittadini, cittadini ingenui continueranno a fidarsi delle banche e a perdere i loro capitali. Non tutti, ma una percentuale significativa.
[titolo tratto da l Fatto Quotidiano]
13 luglio 2023
Corte Ue respinge ricorso dall'Italia contro l'obbligo vaccinale del personale sanitario: "Irricevibile".
Queste "merdacce" di no-vax pensano di avere il diritto di far ammalare le persone negando il fatto che le persone si ammalano. Hanno aggredito i vaccini per far ammazzare più gente possibile in nome dell'ideologia del campo di sterminio che, anziché essere costruito con il filo spinato, è costruito dall'arroganza e dall'onnipotenza. Pretendevano che il tribunale Europeo per i Diritti dell'uomo riconoscesse il loro diritto di uccidere altri uomini. Pretendevano la libertà di uccidere negando ad altri la libertà di vivere.
[Titolo tratto da: Il Fatto Quotidiano]
13 luglio 2023
L'Italia si rimangia la parola e nega il visto a una famiglia afghana che collaborò con i nostri militari.
Che i militari italiani fossero persone senza onore e dignità morale come richiesto dalla nostra Costituzione, mi sembra una cosa normale: vanno a sparare ai civili quando la nostra Costituzione vieta la guerra per risolvere le questioni internazionali.
[titolo tratto da Il Fatto quotidiano]
13 luglio 2023
Stragi '93, perquisita casa Dell'Utri: "Le bombe per indebolire Ciampi e favorire l'ascesa di Forza Italia"
Adesso che Berlusconi è morto, si può continuare ad indagare e, soprattutto, se ne può parlare. Prima era vietato disturbare il puttaniere che è stato omaggiato con i funerali di Stato e una settimana di lutto nazionale.
[titolo tratto da Il Fatto Quotidiano]
13 luglio 2023
E' difficile conoscere il vero da quanto ci viene raccontato da filosofi o cronisti dei primi sette secoli dell'era antica.
Spesso le informazioni che ci arrivano non sono "cronaca di avvenimenti", ma ciò che, coloro che le riportano credono sia "cronaca degli avvenimenti" adattata alle loro esigenze comunicative.
Questo discorso vale anche per la cronaca dei processi e della morte di Anassagora che avviene in un contesto di guerra civile fra assolutismo di Cleone, democrazia di Pericle, scontro militare con Sparta e sospetti di complicità con le minacce che arrivavano ad Atene dalla Persia.
Anassagora rivoluzionò il pensiero filosofico e sociale del suo tempo. Amico e "maestro" di Pericle veniva collocato in una situazione politica antagonista all'assolutista Cleone e dell'aristocratico Tucidide politico (da non confondere col Tucidide storico).
La democrazia è una cosa seria e, per quanto ci è dato sapere, in quel periodo si sta forgiando il concetto di democrazia fra l'assolutismo dei commercianti come Cleone e le pretese di dominio di un'aristocrazia che ha in Tucidide il suo rappresentante.
Fra le due fazioni, Pericle, allievo di Anassagora, era il "terzo incomodo" e Anassagora, ormai anziano, sembra fosse la debolezza di Pericle. Per colpire Pericle, Cleone accusò Anassagora di ateismo perché affermava che il Sole era un palla di fuoco e non un Dio, come affermava Cleone e, secondo alcuni, fu accusato di "medismo", cioè complicità con i persiani.
Scrive il Diels-Kranz (edizione Laterza):
Anassagora disse che tutto il cielo è composto di pietre, che è tenuto insieme dalla rotazione turbinosa e che sarebbe precipitato quando fosse diminuita. Sul suo processo ci sono versioni differenti. Sozione nella Successione dei filosofi dice che fu accusato da Cleone di empietà, perché affermava che il sole è una massa incandescente: difeso da Pericle suo discepolo, fu condannato a pagare cinque talenti e ad andare in esilio. Satiro nelle Vite [fr. 14 F.H.G. III 163] attesta che l'accusa fu sostenuta da Tucidide, avversario della politica periclea, e non si trattava solo di empietà ma anche di medismo, e che fu condannato a morte in contumacia. Quando gli furono dati i due annunci, della condanna e della morte dei figli, riguardo alla condanna disse: "Contro quelli e contro me la natura ha emesso da tempo la sua sentenza", riguardo ai figli: "Sapevo di averli generati mortali" (ma altri riportano il detto a Solone, altri a Senofonte). Demetrio Falereo nel libro Sulla vecchiaia dice che li seppellì con le sue proprie mani. Ermippo nelle Vite [fr. 31 F.H.G. III 43] attesta che fu rinchiuso nella prigione perché vi morisse. Pericle allora presentatosi al popolo chiese se avessero qualcosa da rimproverargli nella sua vita, e poiché quelli dissero di no, "Ebbene, - continuò, - io sono discepolo di costui. Non uccidetelo, quest'uomo infatuati dalle calunnie, ma datemi retta e liberatelo", E fu liberato: ma non potendo sopportare l'affronto, si diede la morte. Ieronimo nel secondo libro dei Ricordi sparsi [fr. 9 Hiller] dice che Pericle lo trascinò in tribunale sfinito e distrutto dalla malattia, sì che fu liberato più per compassione che per una sentenza giudiziaria. Tanto si dice a proposito del processo. Sembra pure che fu in qualche modo rivale di Democrito, essendo stato escluso dalle sue lezioni. Alla fine ritiratosi in Lampsaco vi morì. Quando gli arconti della città gli chiesero che cosa volesse avere, egli rispose che concedessero ogni anno ai giovani una vacanza nel mese in cui era morto. E l'usanza si conserva anche oggi.
[Anth. Pal. VII 94]:
I cittadini di Lampsaco gli dettero onorevole sepoltura e posero sulla tomba questa iscrizione:
"Qui, dopo essersi molto avvicinato alla verità del cosmo celeste, giace Anassagora."
Su di lui c'è anche un nostro epigramma:
[Anth. Pal. VII 95]:
"Disse il Sole una massa di fuoco e perciò stava per essere ucciso Anassagora; Pericle suo amico lo salvò, ma egli si privò della vita con la serenità del saggio."
Diels-Kranz, Presocratici, editore Laterza, p. 557-558
Dai pochi e confusi frammenti che ci sono rimasti, Anassagora, in tarda età, fu una vittima di una lotta politica fra fazioni che si contendevano il potere.
Potere di aristocratici (Tucidide) e sovranisti imperialisti (Cleone) a cui della conoscenza non interessava nulla, ma erano tesi esclusivamente a perseguire il proprio profitto personale.
Quando sono riusciti ad eliminare Anassagora hanno distrutto quel cammino di conoscenza che Anassagora aveva iniziato a percorrere togliendo la sua conoscenza dall'orizzonte dei greci.
Hanno distrutto il filosofo per favorire progetti di dominio politico. Un filosofo che non si occupava di potere politico o di potere economico, ma che studiava e osservava il mondo in cui viveva.
Da qui il sospetto che l'Apologia di Socrate, scritto da Platone in giovane età, sia stato scritto sulla falsariga della persecuzione subita da Anassagora.
13 luglio 2023
E' sicuramente complesso far frequentare un sito web che parla di Religione Pagana.
Ho iniziato a pubblicare giornalmente gli stessi post che pubblico su Facebook più qualcos'altro. In prima pagina mantengo dai 10, massimo 15, giorni di post in modo continuativo e sistematico.
Non sono riuscito ad ottenere risultti apprezzabili, tuttavia i post mi permettono di mantenere la cronaca dell'attività sia su Facebook che altri scritti che per vari motivi non condivido su Facebook.
Una pagina web al giorno di post e di piccoli scritti che fanno 30 pagine web al mese.
12 luglio 2023
Pensare agli Dèi come parte essenziale del mondo in cui viviamo, non significa ridurre gli Dèi ad una forma antropomorfica, significa pensare che gli oggetti del mondo e le relazioni che i soggetti intrattengono hanno una loro intelligenza, una loro capacità di adattamento e una loro capacità progettuale alla quale anche noi ci adattiamo.
Viviamo in un mondo vivente e quel vivente lo chiamiamo divino.
Ovviamente il Sole è una palla di fuoco allo stesso modo in cui un uomo è un ammasso di carne. Ciò non toglie che la palla di fuoco e l'ammasso di carne siano portatori di coscienza che esprimono nelle condizioni e nei modi specifici del mondo in cui vivono e del loro divenuto.
La stessa discussione "infervorata" col mio vicino è una condizione divina perché dopo quella discussione, né io né il mio vicino, non siamo più le stesse persone perché, alle persone che eravamo, abbiamo aggiunto la nuova esperienza che abbiamo caricato emotivamente.
Possiamo dire che: lo stesso corpo non si può mai bagnare due volte nello stesso fiume.
12 luglio 2023
Interessante il ruolo della donna nella partecipazione del generare i figli fra Anassagora e Aristotele nelle citazioni del Diels-Kranz.
Aristotele dice:
107) Alcuni come Anassagora e altri fisiologi, dicono che tale opposizione si trova già nei semi. Il seme, infatti, deriva dal maschio e la femmina offre solo il luogo, e il maschio viene da destra, la femmina da sinistra, e i maschi si formano nella parte destra [dell'utero], le femmine nella sinistra.
Il concetto secondo cui il maschio mette il seme e la donna mette solo la terra in cui il seme matura, è una teoria fatta propria da Aristotele. Una teoria che ha relegato per secoli la donna ad un ruolo subordinato: la donna fa crescere il feto che è solo figlio (e proprietà) dell'uomo.
Questo modo di pensare non era il modo di pensare di Anassagora.
Aezio è un filosofo semisconosciuto del I o II secolo d.c autore di una raccolta di dottrine pervenutaci in frammenti e analizzati da Hermann Diels.
Aezio dice:
111) Anassagora invece ritenne che i figli abbiano l'aspetto di quel genitore che ha conferito la maggior quantità di seme.
Dunque, per Anassagora, ogni genitore contribuisce al figlio con una propria quantità di seme e la donna poteva rivendicare il proprio ruolo alla pari dell'uomo.
Come sappiamo, nella storia trionfarono le idee di Aristotele con i neoplatonici, gli stoici e i cristiani e la donna fu ridotta ad un ruolo sociale subordinato, spesso di schiavitù.
Anassagora, con Democrito e gli epicurei subirono insulti ed ingiurie per 1700 anni e per altrettanti anni la donna subì il dominio sociale dell'uomo.
Citazioni tratte da: I presocratici, Diels-Kranz, Editore Bompiani, 2008, p. 1065
12 luglio 2023
Lo so che nel mondo fa caldo ma qui, oggi, arriva una tempesta.
Una pioggia desiderata dopo qualche giorno di forte caldo.
12 luglio 2023
La storia dei "preti operai" è una storia triste e infame. Il loro compito era quello di portare il padrone Dio agli operai affinché gli operai si sottomettessero a Dio rinunciando al principio costituzionale di uguaglianza di ogni soggetto davanti alla legge. Gli operai dovevano sottomettersi al padrone Dio e non pretendere l'uguaglianza con Dio.
Al di là delle loro intenzioni soggettive, sempre criminali, condivise dagli operai, il loro scopo era quello di ricostruire l'ideologia nazista della sottomissione ogni volta che le lotte operaie rivendicavano diritti sociali impedendo a quelle lotte (e i relativi dibattiti) di mettere in discussione il diritto assolutista del macellaio di Sodoma e Gomorra o del pederasta in croce.
La chiesa cattolica è molto grata ai preti operai che, fingendo allora di accusarli di "comunismo" li usava per impedire agli operai di prendere coscienza della relazone fra sé e i diritti civili della società.
Io, negli anni '70, c'ero.
11 luglio 2023
Per comprendere la differenza fra l'idea evoluzionista, sia pur ancora abozzata, di Anassagora e l'idea creazionista di Aristotele è sufficiente questa citazione presa dal Diels-Kranz.
Dice Aristotele commentando Anassagora [Aristot. De partt. Animal]:
Anassagora afferma quindi che, grazie alle mani che ha, l'uomo è il più sapiente degli animali; ma sarebbe stato logico dire che gli sono state date le mani perché è il più sapiente: le mani infatti sono uno strumento, e la natura, come un uomo sapiente, attribuisce sempre ogni cosa a chi è in grado di usarla.
Diels-Kranz, i Presocratici, Bompiani editore, p.1065
Secondo Anassagora il divenuto fisico determina la qualità della conoscenza; secondo Aristotele la provvidenza divina (o della natura) attribuisce il divenuto fisico concedendo, prvvidenzialmente, i suoi "doni".
Anassagora è infinitamente più grande di Aristotele perché Anassagora cerca la conoscenza, Aristotele il dominio dell'uomo sull'uomo.
11 luglio 2023
Su la Nuova Venezia di oggi un piccolo articolo sui procedimenti penali della Federazione Pagana. Articolo sintetico conn le notizie essenziali che definisce la nuova situazione che i magistrati stanno costruendo nel veneziano. Come nell'ideologia del Paganesimo, le rivendicazioni di un Pagano non mirano al proprio vantaggio (almeno non solo), ma a garantire quei diritti sociali elencati dalla Carta Costituzionale e spesso disattesi
Tutti noi attendiamo che i procedimenti penali finiscano presto, ma queste sono le condizioni nelle quali viviamo e in queste condizioni affrontiamo il presente.
11 luglio 2023
E' arrivato luglio
Finalmente l'ansia esce dall'armadio
getta la naftalina in cui era conservata
lascia il posto ai problemi e alle apprensioni,
prende la valigia e va verso il mare.
Si accalca sotto l'ombrellone
arrossando la pelle in un alcolico oblio
sognando un mondo che si spenga definitivamente
dietro quell'unica nuvola che non porterà pioggia.
11 luglio 2023
Il dibattito fra filosofi greci dal VI al IV secolo a.c. tende a far sparire il complesso religioso dal quale il dibattito scaturisce.
Ho l'impressione che questi filosofi davano per scontato l'ambiente religioso anche se le loro idee procedevano da quell'ambiente religioso.
Non è solo il caso di Anassagora, ma anche quello di Pitagora, Parmenide e gli Ionici come Talete, Anassimando, Anassimene.
Molto probabilmente molti filosofi non avevano interessi religiosi e coloro che avevano interessi religiosi avevano interessi religiosi opposti al sistema religioso diffuso.
11 luglio 2023
Il giudice apellato del Tribunale di Venezia si è dato 90 giorni per pubblicare le motivazioni della sentenza con cui, di fatto, condannava il tentativo dei "cacciatori" di ricattarmi affinché ritirassi la querela contro di loro.
Sono in attesa delle motivazioni perché, forse per la prima volta in Italia, un giudice fa una sentenza che definisce la relazione fra i diritti Costituzionali dei cittadini e le pretese dei "cacciatori" che con una licenza amministrativa pretendono di abrogare i diritti Costituzionali dei cittadini. Intanto un mese è passato.
11 luglio 2023
Anassagora e Aristotele: il concetto di trasformazione
Ho lavorato molto su questa pagina. Le citazioni del Diels-Kranz della Laterza in mio possesso non coincidono con le citazioni dell'Edizione Bompiani che ritengo più moderna e migliore.
Questa pagina sono stato costretto a rifarla più volte modificando le citazioni dopo averle commentato e revisionando i commenti.
Pagina troppo lunga per metterla in Facebook.
Per questo metto solo il link.
10 luglio 2023
Nella filosofia metafisica greca il concetto di trasformazione della forma di un oggetto nella forma propria di un diverso oggetto, non è mai entrata nel dibattito filosofico. Il concetto sembra aleggiare come un fantasma sul dibattito filosofico dove, alcuni filosofi, tendono ad elaborarlo, ma hanno difficoltà ad usarlo come concetto base a fondamento della loro logica.
Cosa sono le omeomerie nella filosofia di Anassagora?
Questa è una grande incognita. Aristotele dà una spiegazione, ma la spiegazione di Aristotele ci dice che cosa Aristotele ha capito delle omeomerie di Anassagora, non ci dice che cosa Anassagora intendesse con le omeomerie che, infinitamente piccole e presenti, fin dall'inizio del tempo, hanno costruito la realtà come oggi la pensiamo e la viviamo.
Noi non sappiamo se effettivamente Anassagora pensasse che nel tutto universale fossero presenti, per esempio, frammenti dispersi di ossa, che poi il movimento dell'universo ha aggregato, o se pensasse che nell'infinitamente piccolo, contenuto nell'universo, ci fossero le omeomerie come potenzialità per produrre, nelle trasformazioni, le ossa.
Allo stesso modo non sappiamo per certo se il concetto di "Intelligenza", usato da Anassagora, fosse l'intelligenza della materia o, come dicono Aristotele e Simplicio, fosse un'intelligenza ordinatrice al di fuori della materia.
Di Anassagora sappiamo ciò che altri hanno voluto attribuire ad Anassagora. Tuttavia, questo non significa che non abbia lasciato tracce significative del suo pensiero.
Scrive Aristotele
45. ARISTOT. phys. I' 4. 203 a 19.
Quanti pongono gli elementi infiniti, come Anassagora e Democrito, l'uno con le omeomerie, l'altro con l'universale mescolanza dei semi delle varie forme, sostengono che l'infinito è continuo per contatto. [Anassagora] dice anche che ogni parte è una mescolanza simile al tutto. – SIMPLIC. z. d. St 460, 4
Spiega perciò come era necessario non solo che Anassagora ponesse l'intera mescolanza come infinita per grandezza, ma anche che ogni omeomeria fosse implicata in tutte le cose, proprio come l'intero e non solo che ciascuna di queste cose fosse infinita, ma infinitamente infinita, Anassagora, dunque, giunse a questa conclusione pensando che niente potesse generarsi dal non-essere e che tutto fosse alimentato dal simile.
Diels-Kranz, I Presocratici, Editore Bompiani, 2008, p.1033
Sembra, dall'interpretazione di Aristotele, che tutte le cose, secondo Anassagora, fossero presenti contemporaneamente, all'inizio dell'universo, nella forma in cui le cose appaiono e come definite dalla ragione. Nello stesso tempo, Aristotele associa Democrito ad Anassagora associando, di fatto, la teoria degli omeomeri alla teoria degli atomi.
Nel tutto originario, secondo l'interpretazione di Aristotele, è presente il tutto attuale sia pur mescolato in maniera diversa dove, la selezione della materia viene separata per aggregazione dato l'intervento dell'"intelligenza" che aggrega gli uguali separandoli dai diversi.
Aristotele continua il suo ragionamento sugli omeomeri di Anassagora affermando:
Notando, dunque, come tutto si genera dal tutto, benché non immediatamente, ma seguendo un certo ordine (tant'è che dal fuoco si produce l'aria, dall'aria l'acqua, dall'acqua la terra, dalla terra la pietra e dalla pietra nuovamente il fuoco in base allo stesso alimento che viene fornito, per esempio dal pane si generano molte cose diverse come carni, ossa, vene, nervi, capelli, unghie e ali, e, se del caso anche corna, e il simile cresce per opera del simile). Per questo [Anassagora] suppose che nel cibo e nell'acqua, dato che di essa si nutrono le piante, vi sia legno, corteccia e frutto. Sosteneva, perciò, che tutto è mescolato in tutto, e che la generazione si produceva per separazione.
[...]
Perciò [Anassagora ]iniziò così il suo scritto in questo modo "Insieme erano tutte le cose" e quindi ciascuna cosa, come questo pane è una mescolanza di questa carne e di quest'osso ossia è una mescolanza simile al tutto. Pareva dunque che Anassagora dicesse che, essendo insieme tutte le cose e stando ferme, per un tempo anteriore infinito, volendo l'Intelligenza ordinatrice distinguere le forme, che egli chiama omeomerie, impresse in loro il movimento
Diels-Kranz, I Presocratici, Editore Bompiani, 2008, p. 1033
Tutto esiste uguale fin dall'inizio e l'Intelligenza procederebbe, secondo Aristotele, ad un certo punto, a muoverle. Il movimento aggrega le omeomerie simili costruendo quanto esiste separando quell'oggetto specifico dal tutto in cui è dissolto e confuso con altri oggetti.
Non si tratta di cose, materia, definita astrattamente, ma si tratta di materia fisica definita precisamente (ossa, carne, tendini, ecc.).
Dice Aristotele:
Aristotele, Phys. I 5, 205, b 1 A
Anassagora parla in modo assurdo dell'immobilità dell'infinito; egli sostiene, infatti, che l'infinito si regge su sé stesso, e che questo accade perché esso si trova in sé stesso; infatti nient'altro lo circonda, come se il luogo in cui sta una cosa coincida col suo luogo naturale.
Diels-Kranz, I Presocratici, Editore Bompiani, 2008, p. 1039
L'infinito, che noi consideriamo come mondo e nel quale viviamo, secondo Anassagora, è contenuto in un infinito, spazio, ancora maggiore e, l'infinito reale, si regge su sé stesso. Per Aristotele questo è assurdo!
Gli omeomeri di Anassagora e gli atomi di Democrito sarebbero un errore, secondo Aristotele, perché non potevano rappresentare, in maniera disgregata, il tutto presente ora in un tutto, sempre come presente ora, disgregato e confuso nell'inizio del tempo.
La questione diventa: un omeomero è alla base del presente, ma deve necessariamente esiste nella stessa qualità in cui esiste nel presente ora?
Gli atomi democritei sono la base della materia, ma devono esistere nella qualità in cui noi consideriamo la materia nella forma in cui la pratichiamo oggi?
L'immobilità dell'infinito è un dato scientificamente provato dalla scienza del 2000. Un'ipotesi, nella filosofia di Anassagora. L'ipotesi dice che in un dato momento, l'infinito, comunque sia, era immobile e si è messo in moto (parliamo di Big Bang). Lo stesso concetto è espresso dagli Orfici ed è espresso nella Teogonia esiodea.
L'universo si regge su sé stesso. Questo concetto di Anassagora è stato accettato; è diventato parte del modo di concepire l'universo. L'universo fisico, stando alle attuali constatazioni, è in espansione in un "vuoto" che lo cotiene.
Queste osservazioni di Aristotele vengono riprese da Simplicio (Cilicia, 490 circa – 560 circa), un neoplatonico che con Damascio si rifugiò in Persia dopo la chiusura dell'ultima accademia di Atene. Simplicio colse l'occasione per separare l'Intelletto, della filosofia di Anassagora, dalla materia. Lo stesso è sostenuto da Aristotele:
Aristotele phys. O 5. 256 b 24
Anassagora dice bene, affermando che l'intelligenza è impassibile e priva di mescolanza dato che la pone come principio del movimento. Infatti, potrebbe muovere solo se non fosse mossa, e avere potere solo essendo priva di mescolanza.
Diels-Kranz, I Presocratici, Editore Bompiani, 2008, p. 1039-1041
L'Intelligenza di Anassagora altro non è che l'Eros primordiale di Esiodo e Fanes degli Orfici. E' la qualità che permea la materia e che consente alla materia di passare dallo stato di inconsapevolezza alla consapevolezza.
Gli Orfici pongono Cronos, il tempo, all'inizio del mondo perché il mutamento, mediante il movimento, è all'origine delle trasformazioni.
Le cose, secondo Aristotele, devono essere "presenti nella forma" e non in potenza dove, l'essere in potenza, è rappresentato dall'omeomero in possesso della capacità di trasformarsi nell'oggetto considerato.
Dice Simplicio, riferendosi ad Anassagora, che siccome nella terra c'è il legno, l'albero, aggregando l'omeomero legno che trae dalla terra, può crescere e svilupparsi. Per Simplicio è impensabile che l'albero abbia la capacità di trasformare la terra in legno.
L'idea creazionista, ebrea, cristiana, neoplatonica o quant'altro, ha la caratteristica di bloccare nel cervello degli individui quella "forma mentis" che porta a pensare alla trasformazione e, in particolare, che rende impossibile pensare che un soggetto, qualunque sia la sua natura, al di fuori dell'"Essere", possa trasformarsi e divenire anche in opposizione all'"Essere".
All'inizio del tempo tutto è insieme, ma il tutto non è insieme nella forma, per quanto piccola o disgregata, che ha come noi oggi lo consideriamo (ossa, carne, nervi, ecc.), ma è tutto insieme nella possibilità di formare questo per trasformazione.
Il pensiero di Anassagora, come quello di Democrito, non era al di fuori di ogni condizione religiosa e l'idea che il mondo fosse divenuto da un "uovo luminoso" era un'idea generalmente diffusa dalla quale né Anassagora, né Democrito si discostavano.
Così gli omeomeri, comunque venissero presentati, erano parte di quell'"uovo luminoso" allo stesso modo in cui gli atomi erano parte di quell'uovo luminoso. Per Anassagora, l'uovo luminoso era costituito da omeomeri; per Democrito l'uovo luminoso era costituito da atomi.
La domanda, a cui gli antichi non hanno mai voluto rispondere, è questa: la materia è portatrice di intelligenza?
La materia che non si emoziona è diversa dalla materia che si emoziona. Una la chiamiamo vivente, l'altra no. Tuttavia, entrambe le materie, sia che sia vivente sia che non sia vivente, si adattano alle condizioni oggettive incontrate. Si adattano cercando un equilibrio esistenziale e nella ricerca di quell'equilibrio, anche la materia non vivente si muove. Quel movimento indica partecipazione e la partecipazione è sempre un atto di intelligenza. Altrimenti, se ciò non fosse, come posso sapere che il mio vicino ha un certo grado di intelligenza? Lo posso dedurre dalle sue scelte, dalle sue azioni, dai suoi adattamenti, ma non posso entrare dentro di lui e guardare il mondo col suo intelletto. Se applico il principio secondo cui il movimento e l'adattamento indica un certo grado di intelligenza, quel principio lo devo applicare a tutti indistintamente al di là che io riconosca nell'oggetto, che si adatta, intelligenza o meno.
Ora, che gli omeomeri si combinino o che gli atomi si combinino, danno vita a combinazioni diverse della materia che, in possesso di volontà e intelligenza o meno, si trasforma. Che io riconosca che le azioni di quella materia che si adatta siano "intelligenti" o meno è indifferente perché i suoi processi adattativi definiscono, comunque, un processo di trasformazione mediante aggregazione. Mentre gli omeomeri, come interpretati da Aristotele e da Simplicio, indicano un processo di trasformazione per aggregazione di un simile in essere, gli atomi di Democrito possono formare il presente solo aggregandosi in maniera diversa, disfacendo le aggregazioni e ricombinando le aggregazioni in maniera diversa modificando profondamente la qualità dell'oggetto che formano aggregandosi.
Dal momento che Democrito e Anassagora sono contemporanei e le due "scuole" erano in relazione è possibile pensare che i concetti del venire in essere del presente fossero simili e diversificati allo stesso tempo. D'altro canto, nell'idea degli omeomeri Anassagora ha idea dell'infinitamente piccolo oltre a quello che i sensi sono in grado di definire piccolo. Esattamente lo stesso concetto di Democrito.
Scrive ancora Simplicio:
SIMPLIC. phys. 1123,21
Pareva che Anassagora dicesse che, essendo insieme tutte le cose e rimanendo ferme per l'infinito tempo anteriore, l'intelletto facitore del mondo, volendo separare le diverse specie che egli chiama omeomerie, impresse ad esse il movimento.
Diels-Kranz, Presocratici, Laterza, p.574
Simplicio trasforma ciò che viene inteso come movimento della trasformazione della materia nel mondo in un creazionismo dove l'intelligenza, separata dalla materia, procede ad organizzare la materia stessa che è composta da omeomeri, cioè archè, di un presente non ammettendo un divenuto per trasformazione.
Simplicio trova la soluzione creazionista nell'"intelletto facitore del mondo". Qui sorge una domanda: nella filosofia di Anassagora è l'intelletto "facitore del mondo" o è il mondo che si trasforma manifestando intelletto? Sarebbe bastato che nell'idea di Anassagora il Fanes, Eros, degli orfici fosse stato interpretato come "intelletto" del mondo per inficiare tutte le interpretazioni di Aristotele nei confronti di Anassagora.
Simplicio, come creazionista, proietta la sua idea di creazione su altri filosofi che lo hanno preceduto. Per farlo deve separare l'intelletto dalla materia-energia allo stesso modo in cui Platone separa il corpo dall'anima come se avesse mai potuto esistere il contenuto di ciò che Platone chiama "anima" al di fuori di un corpo.
09 luglio 2023
Tutte le azioni che vengono fatte nella società in cui viviamo sono fatte da cristiani. Sia quando si tratta di azioni repressive messe in atto da vertici sociali, sia quando si tratta di risposte alle azioni repressive messe in atto da cittadini che mal sopportano azioni ingiuste.
Tutto avviene all'interno dell'ideologia dell'annientamento che è l'idelogia del crocifisso.
Il risultato è che le azioni di reazioni dei cittadini rafforzano le azioni repressive messe in atto dai vertici sociali. Le azioni repressive dei vertici sociali traggono la loro forza dalle azioni di intolleranza dei cittadini nei loro confronti.
Cosa protegge il cittadino dalle azioni repressive dei vertici sociali?
L'indifferenza attiva mediante lo spostamento dell'attenzione dei cittadini dalle azioni di repressione dei vertici sociali, alle azioni che i cittadini devono compiere per poter sopravvivere (e magari favorire il proprio benessere) ignorando gli intenti che le azioni repressive dei vertici sociali intendono perseguire.
In questo modo i vertici sociali saranno costretti a spostare la loro azione dalla repressione dei cittadini alla repressione di altre e diverse strutture sociali: in pratica, si scanneranno fra di loro.
La difficoltà dei cittadini nel fare questo, sta nel divenuto di ogni singolo individuo. Quello che noi chiamiamo normalmente: individualismo. Spesso l'individualismo è attraversato da bisogni impellenti così forti da trasformare il singolo individuo in "vertice sociale" che mette in atto azioni repressive nei confronti di altri singoli individui (marito contro moglie, genitori contro figli, ecc.).
Per esempio, Georgia Meloni non sarà fermata dalle proteste, anche violente, dei cittadini, ma dalla BCE quando i conti nazionali saranno in condizioni tali da mettere in pericolo la stabilità finanziaria dell'Italia.
L'indifferenza attiva protegge l'individuo e annulla ogni progetto eversivo che potrebbe destabilizzare la società.
09 luglio 2023
Ho studiato talmente tanto le condizioni della filosofia metafisica che non trovo uomini o donne con cui discutere. Solo lei esprimere concetti degni di attenzione.
E poi prendono la gente per "matta".
E' sbagliato dire che nel quotidiano siamo circondati da deficienti. E' offensivo. In realtà siamo circondati da persone il cui quoziente di percezione della realtà in cui vivono è assolutamente deficitario e non sono in grado di definire l'esatto grado di relazione fra sé e gli oggetti del mondo in funzione delle trasformazioni che sono in atto nel presente in cui vivono (le virgole mettetele voi!).
09 luglio 2023
Puliamo la strada dagli equivoci: non esiste un'intelligenza artificiale!
Esistono uomini che fanno programmazione e nel programmare commettono crimini che attribuiscono alle inziative di una fantomatica "intelligenza artificiale".
Sono gli uomini che programmano che hanno la responsabilità giuridica degli effetti dei loro programmi.
Più che "inteligenza artificiale" andrebbe definita "intelligenza programmata" anche quando viene programmata per autoalimentarsi e conservarsi.
08 luglio 2023
Fra gli altri libri, mi sono procurato, frugando su un banchetto di libri usati, "I "protocolli" dei "savi anziani" di sion". Si tratta di un'edizione italiana del 1938. Questo libro, scritto dalla polizia segreta zarista il cui scopo era quello di creare odio contro gli ebrei che in Russia si opponevano all'assolutismo dello zar, è un vero e proprio manuale per capire come agiscono le polizie segrete del mondo occidentale per orientare l'opinione pubblica contro questa o quella minoranza.
Questo libro ha un precedente ed è il "carteggio fra Paolo di Tarso e Seneca". Anche questo libro, come "I "protocolli" dei "savi anziani" di sion", tratta di costruzioni enfatizate di una realtà che abita in un mondo fantastico, ma irreale, e che, per questo, creando consenso, destabilizza le società civili.
Questo libro fornì la base ideologica per lo sterminio hitlerino degli ebrei; pensate a quanti, infiniti direi, stermini fu responsabile il cristianesimo di Paolo di Tarso il cui spirito ideologico è l'essenza stessa del "I "protocolli" dei "savi anziani" di sion".
08 luglio 2023
L'informazione funziona allo stesso modo della numerologia.
Consideriamo un'informazione:
"Se questo è il contesto, ci sono dei "ma". Il primo: "Sul fronte demografico - si legge nel rapporto -, gli effetti dell'invecchiamento della popolazione si fanno sempre più evidenti: il consistente calo delle nascite registrato nel 2022 rispetto al 2019, circa 27 mila nascite in meno, è dovuto per l'80 per cento alla diminuzione delle donne tra 15 e 49 anni di età e per il restante 20 per cento al calo della fecondità"."
La notizia appare come un dato numerico. Il calo delle nascite. Il dato è decontestualizzato.
Non ci dice "perché c'è un calo delle nascite" e non ci dice "le conseguenze fattive del calo delle nascite in relazione alle necessità immediate del lettore".
Infatti, su questo secondo punto, si parla solo degli effetti sociali a lungo termine del calo delle nascite, ma non delle conseguenze del calo delle nascite in relazione alla mia vita.
La mia vita, la vita degli uomini e delle donne, è separata dall'orizzonte dell'informazione.
L'informazione assume il carattere di un numero, un oggetto in sé, separato dalla vita degli uomini, ma utile per un sistema di controllo e di dominio.
"La diminuzione delle nascite implicherà meno consumatori, meno lavoratori, meno persone da controllare, meno carne da cannone per future guerre."
A me personalmente, che me ne viene dal calo delle nascite?
Meno obblighi rispetto ai figli; meno lavoro per educare i figli; meno oneri sociali per mantenere i figli; meno tempo che mi viene sottratto per la cura dei figli.
Il calo delle nascite danneggia la struttura sociale di controllo, ma favorisce la libertà di uomini e donne rispetto ai doveri socialmente imposti.
L'informazione, come definita dai media, diventa un numero. Quel numero è una delle risultanti del vivere delle persone.
Esiste una grande differenza fra l'informazione come numero, funzionale al potere di dominio, e il contesto da cui quell'informazione si genera che è il vissuto delle persone le cui condizioni non possono essere ridotte ad un numero perché richiederebbero equazioni lunghissime, dal risultato impreciso, data l'immensa quantità di "micro-sollecitazioni" a cui ogni singolo individuo è sottoposto in ogni giornata della sua vita.
Il vissuto dell'individuo riassume, attraverso i suoi adattamenti, la percezione di tutti i fenomeni che intervengono nella sua quotidianità che non possono essere ridotti ad informazioni generali perché la percezione di quel vissuto è soggettiva, personale, e solo genericamente oggettivabile.
L'informazione si compra e si vende, ma come i numeri non è una realtà in sé. Rappresenta un'ipotesi di realtà che vorrebbe definire un vissuto di cui l'informazione è solo immaginazione separata di una realtà vissuta.
So che questo è solo un aspetto specifico dell'informazione, ma è l'aspetto che riguarda l'informazione in campo sociologico.
08 luglio 2023
Il concetto di "numeri" e l'ideologia che ne segue è un concetto proprio del commerciante.
Il commerciante ha la necessità di determinare il valore delle proprie merci in base alla quantità di merci che compra e che vende.
Dieci pecore non ha lo stesso valore di venti pecore e sapere che sono venti anziché dieci dà un diverso valore alla merce.
Le necessità è quella di contare, misurare, definire un valore.
Il contadino, se non deve vendere la propria merce, dice: "Quest'anno ho prodotto poco!" oppure "quest'anno ho prodotto molto, sono in abbondanza".
Un po' come quelle tribù amazzoniche in cui si conta "uno, due, molti". Non c'è la necessità di contare, di musurare.
Poi, se decidi di costruire una piramide, allora devi fornirti di un mezzo per il calcolo geometrico e il mezzo rimane un mezzo fintanto che qualcuno scopre che quel mezzo è uno strumento di potere.
Lui sa calcolare, che permette di costruire, gli altri no e devono dipendere da lui se vogliono costruire.
Per alimentare la necessità di controllo sul potere che il calcolare determina, viene costruita un'ideologia della superiorità morale dei numeri che si trasforma in filosofia metafinica atta a definire un'ontologia che ha nei numeri il proprio assoluto.
In questo modo si forma il concetto dell'Uno dei pitagorici.
L'Uno diventa l'assoluto. Il dominatore degli uomini. L'Uno dà il potere, a chi conosce i numeri e la geometria, di dominare sull'uomo.
Roba da commercianti che hanno, nel potere determinato dal possesso di una quantità di merci, il Dio padrone con cui dominare altri uomini.
Il resto è una conseguenza.
07 luglio 2023
Oggi non ho lavorato in internet, ma mi sono portato a casa 12 volumi come questo.
07 luglio 2023
Bocciata un'altra legge truffa con cui il Veneto metteva in pericolo la salute dei cittadini.
Fa parte dell'"ideologia della cialataneria" propria di una Regione in cui la propaganda del "covid non esiste", no-masc, no-vax, hanno fato decine di migliaia di morti e che ora, per continuare, volevano usare medici non specializzati per le cure delle persone.
E' intervenuta la Corte Costituzionale a difendere i cittadinida questo orrore.
Medici senza specializzazione, la Consulta boccia un articolo della legge regionale del Veneto
La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la possibilità di assumere personale non specializzato ma con almeno quattro anni di esperienza nei Pronto Soccorso. La decisione basata sulla necessità del titolo come requisito fondamentale
06 luglio 2023
Abbiamo smesso di vivere il reale in nome di non-cose dove la stessa informazione è una non-cosa che nel vissuto delle persone si sostituisce alle cose.
L'informazione diventa una cosa da vendere e, acquistandola, la trasformiamo in un conoscere che si sostituisce alla cosa che dovrebbe essere percepita mediante l'esperienza del nostro vissuto.
In questo modo, veniamo separati dagli oggetti e dalle situazioni che formano la nostra esperienza e questa viene sostituita dall'informazione che diventa il vero oggetto del commerciare.
Quando poi si passa dall'informazione dell'oggetto, alla percezione relazionale con l'oggetto, la nostra mente si apre quasi fosse un atto magico.
Questa è una riflessione su "Le non cose" di Byung-Chul Han. Riporto dal testo:
Magia delle cose.
Oggi percepiamo la realtà soprattutto in termini di informazioni. Lo strato informativo, posato sulle cose come una membrana senza pori, scherma la percezione da qualsiasi intensità. L'informazione rappresenta la realtà, ma la sua predominanza rende difficile esperire la presenza. Noi consumiamo informazioni senza sosta, ed esse riducono i contatti fisici. La percezione perde profondità e intensità, corpo e volume. Non si approfondisce nello strato di presenza della realtà. Si limita ad accarezzare la sua superficie informativa. La massa d'informazioni che si piazza davanti alla realtà ne scalza lo strato cosale. Già Hugo von Hofmannstahl constata: "[ ... ] le parole si sono messe davanti alle cose. Il sentito dire ha inghiottito il mondo". Nella sua celebre Lettera di Lord Chandos, il narratore finzionale racconta esperienze di presenza aventi forza di epifanie. Cose poco appariscenti come una caraffa, un insetto che vi nuota dentro, un melo deperito, una pietra ricoperta di muschio o un erpice abbandonato sul campo, "su cui altrimenti lo sguardo scivola con ovvia indifferenza", assumono d'improvviso "un carattere tanto elevato e commovente" e scuotono l'osservatore con "un flusso di divino sentire, che cresce soave e repentino ". Le epifanie intense suscitano nell'osservatore un "pensiero febbrile [ ... ] più immediato, più fluido, più ardente delle parole. In tal modo si evoca una magica relazione col mondo fondata non sulle rappresentazioni intese come idee e significati, bensì sul contatto fisico diretto, sulla presenza. Né la "vista del cielo stellato", né il "maestoso suono dell' organo " suscitano un' esperienza di presenza. E' piuttosto l' "insieme di cose da nulla " a provocare una delizia enigmatica e muta. In questi attimi di epifania l'essere umano entra in un "rapporto nuovo e presago con l'intera esistenza" e inizia a "pensare con il cuore. Ciò porta con sé anche momenti di profonda "beatitudine ".
Byung-Chul Han, "Le non cose", Giulio Einaudi Editore, 2022, p. 61-62
Il divino è nella relazione fra il soggetto e gli oggetti del mondo. Solo la relazione fa uscire il divino dall'uomo e dalla donna quando incontrano il divino negli oggetti del mondo.
Il divino è la relazione in sé. Senza relazione non c'è espressione del divino né nell'uomo e nelle donne e, neppure, nel mondo.
Posso informarmi su ciò che succede nel mondo, ma per comprendere il mondo devo viverlo e abitarlo perché la realtà del mondo è il divino emotivo che lo attraversa e non la forma che può diventare informazione.
05 luglio 2023
La cattura del toro di Creta di Beppi di (o da) Lusiana
La settima fatica attraverso la quale Beppi di (o da) Lusiana divenne uno dei quattro Dèi, che con Allah, Yahveh e Fanes, arbitreranno, facendo da garanti, la Partita Mondiale di Calcio della Filosofia.
La domanda a cui sto rispondendo è: perché Beppi di (o da) Lusiana è un Dio talmente grande da comportarsi alla pari di Allah, Yahveh e Fanes che, non partecipando alla Partita Mondiale di Calcio della Filosofia di fatto intervengono, come soggetti esterni, condizionando tutto il gioco?
Ovviamente, nel campo della filosofia metafisica, ogni volta che si pone un quesito si apre una porta su un nuovo sentiero di indagine.
Dal momento che Beppi di (o da) Lusiana non viene indicato come un Dio in sé, ma come un soggetto della natura che è diventato un Dio, si tratta di sottolineare almeno alcune tappe che lo hanno portato a diventare un Dio.
05 luglio 2023
Anassagora esprime un'etica. Non ho ancora trovato che esprimesse una morale.
Anziché dire "che cosa l'uomo deve fare" preferisce dire "che cosa conviene all'uomo fare". Che cosa è utile all'uomo, piuttosto che "doveri" da imporre all'uomo.
Prendiamo queste poche citazioni dal Diels-Kranz:
30. ARISTOT. eth. Nic. Z 7. 1141 b 3.
Perciò dicono che Anassagora e Talete e di quanti sono come loro, si dice, sì, che sono sapienti, ma non saggi in quanto si pensa che essi non sanno riconoscere il propri utile; e si sostiene che conobbero cose straordinarie, magnifiche, ardue e sovrumane, ma inutili, perché non indagano sul bene [interessi materiali] dell'uomo.
ARISTOT. eth. Nic. K 9. 1179 a 13.
E pare che anche Anassagora non ritenesse che l'uomo felice sia il ricco e il potente affermando che non si sarebbe stupito se chi è felice fosse sembrato alla gente un uomo strano.
[cfr. ARISTOT. eth. Eud. A 4. 1215 b 6]. ARISTOT. eth. Eud. A 5. 1216 a 11.
Si dice che Anassagora, ad uno che aveva dubbi su tali questioni e gli chiedeva per quale ragione si dovrebbe preferire l'essere nato al non esserlo, abbia risposto questo: "Per contemplare il cielo e l'origine di tutto l'universo".
EURIP. fr. 910.
Felice colui che fa ricerca, non per recar danno ai suoi concittadini né per fare azioni inique, ma osservando l'immortale ordine dell'eterna natura, quando esso si mostrò e dove e come. A uomini come questi mai si presenta l'idea di fare azioni turpi.
Diels Kranz, I presocratici, Bompiani, 2008, p. 1019 e p. 1021
La prima accusa che Aristotele lancia ad Anassagora è quella di preferire la ricchezza della conoscenza piuttosto che il denaro.
Anassagora viaggiò per conoscere, discutere, osservare, imparare. Nel far questo, trascurò i suoi possedimenti, la sua ricchezza, che iniziò ad andare in rovina. Avrebbe avuto i complimenti di Aristotele se anziché cercare la conoscenza avesse provveduto a curare la sua ricchezza?
La seconda accusa che Aristotele rivolge ad Anassagora è quella di non ritenere felice l'uomo ricco e potente. Il caso attuale di Berlusconi dimostra come Anassagora avesse ragione e torto Aristotele. Ricco e potente è morto nell'infelicità di non portare con sé i suoi soldi. Cesare Musatti non era ricco e nemmeno potente, ma della sua vita fu felice e soddisfatto.
La terza osservazione che Aristotele censura è il "senso della vita" secondo Anassagora. Per che cosa conviene nascere rispetto al non nascere? Anassagora risponde: per costruire la nostra conoscenza. Costruire la conoscenza è un concetto estraneo ad Aristotele come era estraneo a Platone per il quale la conoscenza dell'uomo era data dalla reminiscenza come ricordo delle vite passate. Se non nasci, non puoi costruire la tua conoscenza.
Infine, la quarta osservazione, riferita ad Euripide, è l'affermazione secondo cui Anassagora ritiene felice solo l'uomo che pratica ricerca scientifica, che si chiede il perché delle cose e che tenta di comprendere la realtà del mondo senza recar danno ai suoi concittadini e senza fare azioni ingiuste. Cioè, mantenendo attenzione alle necessità delle altre persone nella società.
Un uomo così, dice Anassagora, non farà mai azioni ingiuste o malvage.
L'etica di Anassagora, per queste citazioni, ha come fine la ricerca della conoscenza in un ambiente sociale in cui il ricercatore di conoscenza mette attenzione ai bisogni delle persone.
04 luglio 2023
Questa poiana, famiglia delle aquile, vola contro il sole. Con la mia piccola macchina fotografica e contro sole, credo di aver fatto anche troppo.
Afferrate la simbologia religiosa.
04 luglio 2023
"Ares, Ares, lascia l'arco e lo scudo e la lancia,
Ares, sei stato battuto, lascia il Caucaso: Dioniso
porta alla lotta un altro genere di Amazzoni, sterminatrici di uomini,
che senza scudo abbattono uomini armati; le sue donne
non le ha portate dal tuo Termodonte.
lo ho visto questa scena strana e incredibile: non lo scudo
sulle spalle, non la lancia impetuosa portano le Amazzoni di Dioniso;
non sono così valorose le donne armate del Caucaso.
Le Baccanti con le braccia amiche dei rami
scagliano foglie, e non hanno bisogno del ferro.
Ahimè, Deriade è infuriato, perché le donne
fanno a pezzi con le unghie le tuniche di bronzo".
Nonno di Panopoli, Dionisiache, canto 36, 259-270, Edizione BUR, 2004, terzo volume, p. 645
04 luglio 2023
Qualche volta riesco a fotografarla ma non sta mai ferma.
04 luglio 2023
C'è chi attende l'arrivo del "salvatore" (politico o religioso che sia) e chi attende l'inevitabilità della maturazione delle condizioni economiche, politiche, sociali o religiose delle quali segue i mutamenti, gli accumuli di tensione e le trasformazioni.
Si tratta sempre di "attesa", ma i contenuti dell'attesa sono diversi e gli effetti sulla struttura psico-fisica dell'individuo sono opposti.
04 luglio 2023
E' impossibile parlare con un adoratore del macellaio di Sodoma e Gomorra e del pederasta in croce di questioni sociali, esistenziali o religiose: l'unica cosa che pensano è cercare comprensione per il loro fallimento esistenziale.
Non hanno futuro, piangono il presente e si sentono offesi perché non li comprendi nel loro dolore fallimentare. E tutto ciò che dicono è giustificazione delle loro scelte che non puoi deridere perché loro "soffrono" e tu non rispetti le loro "idee".
Amano il pederasta in croce perché nella croce leggono il loro fallimento e ogni malattia che incontrano nella vita non è un problema da affrontare e risolvere, ma viene vissuta psicologicamente come una condanna del loro Dio davanti alla quale si sentono impotenti, meschini, umili e sottomessi.
In queste condizioni non puoi parlare con loro perché il loro intento è seminare compassione e complicità nel loro fallimento.
Prede del loro Dio che ha rubato loro il futuro, si comportano da predatori nei confronti di ogni individuo che si apre al mondo pronti a scannarlo se anche lui non si sottomette alle loro idee distruttive.
E' impossibile parlare con un adoratore del macellaio di Sodoma e Gomorra che si presenta come una vittima mentre agisce per distruggere l'intera società civile.
03 luglio 2023
Cosa ci dice la storia di Orfeo e Euridice?
Che una volta morti non c'è ritorno alla vita fisica.
Orfeo tenta di portare Euridice fuori dall'Ade, ma la prova a cui Ade lo sottopone è per Orfeo impossibile.
Orfeo si gira per poter vedere Euridice e fallisce nel tentativo.
Non era entrato nell'Ade per soccorrere Euridice, ma per soddisfare un proprio desiderio struggente che gli impediva di vivere.
Anziché rimuovere il desiderio struggente, scelse di soddisfare il desiderio impedendo ad Euridice la vita oltre la soglia della sua morte fisica.
Orfeo ci dice che non esiste un ritorn all'utero. Non esiste una possibilità di rinascita nella vita fisica.
Esiste un'altra vita oltre la morte del corpo fisico, ma non esiste ritorno dalla morte.
03 luglio 2023
Orchidea montana
03 luglio 2023
Quando le idee espresse dalle persone sono solo strumentali, prima o poi vengono abbandonate in funzione dell'espressione di altre idee strumentali. L'idea viene usata come un prodotto da vendere ad altre perone per trarre un profitto. Spesso un profitto di consenso e di approvazione. Tali idee sono prive di contenuti emotivi e altamente razionalizzate in relazione alle "credenze" manifestate dall'ambiente in cui l'individuo manifesta quelle idee strumentali.
Questo dà vita ad un perversa pratica sociale in cui si spacciano idee strumentali a "sinistra" per accreditarsi consenso e vendere quel consenso alla destra per trarre profitto personale.
Destra e sinistra sono categorie politiche. Possiamo sostituire i termini con "persone non sensibili alle tensioni del mondo" e "persone sensibili alle tensioni del mondo".
Dove le "persone sensibili alle tensioni del mondo" non concepiscono che possano esistere "persone non sensibili alle tensioni del mondo" quando presentano loro delle idee simili a quanto loro manifestano nella loro sensibilità.
Le "persone sensibili" proiettano la loro sensibilità sulle "persone non sensibili" ingannate da idee simili ma prive di enfasi emotiva.
03 luglio 2023
Dura, scendere dalla legnaia in un mattino freddo e nebbioso di luglio.
03 luglio 2023
Le edizioni relative ai Presocratici di Diels-Kranz non sono tutte uguali. Simili, ma non uguali. Diverse soprattutto nella chiarezza della traduzione delle citazioni. Alcune edizioni tendono ad oscurare il significato dell'affermazione del filosofo citato. Questo mi sta infastidendo molto perché sembra che ci sia una volontà di oscurare alcuni filosofi in funzione di altri. Apparentemente si può dire che una traduzione è migliore di un'altra, ma io difficilmente concedo il beneficio dell "buona fede" in campo culturale, Troppo spesso le convinzioni imposte nell'infanzia si trasformano in idee preconcette che vengono proiettate nell'interpretazione della realtà.
03 luglio 2023
3 Luglio e c'è una nebbia che non si vedeva nemmeno a novembre.
02 luglio 2023
Di Anassagora, scrive il Diels Kranz:
Cfr. SIMPLIC. phys. 166,
15. Poiché Anassagora dice che "del piccolo non c'è il minimo, ma sempre un più piccolo" e neppure il più grande (come dimostrano le parole stesse di Anassagara, e del resto Teofrasto nel secondo libro su Anassagora scrive:
"E poi non è argomento pienamente convincente dire che tutte le cose sono in ogni cosa per questo, che illimiti sono in grandezza e in piccolezza e che non è possibile cogliere il più piccolo e il più grande in assoluto" etc.).
Diels Kranz, I presocratici, Bompiani 2008 p. 1069
NOTA: La citazione è presa dalla Laterza, ma il riferimento è all'edizione Bompiani (che, comunque è diverso anche se molto simile) perché ora non ho la Laterza, ma solo la Bompiani.
Secondo Anassagora non esiste un limite al più piccolo e non esiste un limite al più grande dell'universo.
Questo concetto apre alla ricerca di che cosa ci sia di più piccolo di quanto piccolo si può osservare e di quanto più grande ci sia di quanto si è in grado di osservare.
E' indubbio che Anassagora non sa che cosa ci sia di più piccolo di quanto riesce ad osservare, ma il fatto stesso che quanto osserva non lo definisca "il più piccolo che esiste" apre la possibilità intellettuale di cercare e individuare qualora ci sia la proprietà di mezzi adatti per individuare un più piccolo di quanto osservato.
Il modo di pensare apre o chiude una prospettiva di sviluppo perché quest'idea dice anche: si può stare meglio di come si sta ora. Ma si può stare peggio di come si sta ora dal momento che ora è un miglioramento di come si stava.
Per Anassagora non esisteva una "verità della grandezza" o una "verità della piccolezza" esisteva il più piccolo osservato e il più grande osservato tenendo presente che c'è sempre uno più grande da osservare o uno più piccolo da poter osservare.
Questo apre ad un altro ragionamento: se esiste un più piccolo di quello che osservo, quali fenomeni questo produce nella mia quotidianità? Se esiste uno più grande di quanto osservo che è al di fuori del mio attuale orizzonte, quali fenomeni questo produce nella mia quotidianità?
Ma forse, questo ragionamento posso farlo solo io ora, non i cultori della "realtà ontologica".
02 luglio 2023
Ho fatto questo piccolo video perché oggi mi devo dedicare ad Anassagora.
Riflessione sulla figura religiosa e ideologica di Dioniso.
Il video sarà linkato quando lo caricherò su YouTube.
02 luglio 2023
Abitatori di una notte rumorosa in cui i vicini ti rubano l'esistenza.
01 luglio 2023
Ogni tanto rifletto sulle Dionisiache di Nonno di Panopoli. E' indubbio che dà informazione sugli antichi culti di Dioniso, ma, soprattutto fornisce informazioni sul come i cristiani pensavano il culto di Dioniso. Dal secondo libro le Dionisiache trattano della marcia di Dioniso verso l'India e in alcuni tratti sembra di vedere la marcia di Alessandro Magno alla conquista dell'India.
Nonno di Panopoli ha scritto il suo poema traendo dalla cultura classica manipolata in un ambiente profondamente cristiano che attribuisce agli antichi sentimenti da guerrafondai, sacrifici umani e volontà di sterminio.
Il poema ha molte chiavi di lettura e anche se io sono arrivato a leggere il terzo volume (ho concluso il secondo, ma del terzo ne ho letto la metà dalla follia che Era ha imposto a Dioniso) non conosco ancora le conclusioni della storia perché ritengo che solo le conclusioni della storia possono dare indicazioni sulle reali intenzioni di Nonno di Panopoli.
Intanto, mentre leggo, mi vengono in mente un sacco di osservazioni attivate dalle analogie degli episodi descritti. Ad esempio la sistematica presenza di miracoli con cui Nonno di Panopoli certifica la divinità di Dioniso mentre, gli altri Dèi che partecipano al Poema fanno strategie, ma non miracoli.
01 luglio 2023
Il mondo emotivo è privo di emozioni.
Nel mondo emotivo non ci sono soggetti che veicolano, esprimono, emozioni, ma l'emozione è la sostanza che manifesta il soggetto.
L'emozione è un soggetto in sé stesso.
Esiste un fraintendimento a proposito delle emozioni.
Nel mondo della ragione, della forma e della quantità, un soggetto si dice "vivente" quando, la materia-energia di cui è composto, si emoziona.
L'emozione è vita.
Ogni soggetto, soggetto umano nel nostro caso, veicola nel mondo la propria emozione sotto forma di "sentimenti", spesso sentimenti prodotti dal desiderio, e noi, attraverso questo, riconosciamo la sua emozione della quale parliamo al plurale a seconda delle qualità in cui l'emozione è espressa (paura, ansia, desiderio, passione, ecc.).
Quando si entra nel mondo emotivo esistono solo emozioni e spariscono i soggetti che nel mondo della ragione esprimono "le loro emozioni".
Questo è il motivo per cui il mondo emotivo è privo di emozioni.
L'emozione è un oggetto in sé stessa anche quando quell'emozione è circoscritta nella manifestazione di un soggetto specifico.
01 luglio 2023
Oggi gli Dèi si sono trasferiti sul monte Summano. Modificazione del presente in arrivo.
01 luglio 2023
Questo è un antico noce. Mancano le Streghe che danzano la danza delirante di Dioniso.
Inizio a sospettare che i Sabba medioevali attribuiti alle Streghe altro non fossero che i riti orgiastici dionisiaci che avevano preso casa nella testa degli inquisitori.
C'è poca differenza fra le Baccanti e le Menadi e la descrizione delle Streghe fatta dagli inquisitori in epoca medioevale. Lo stesso Dioniso, un Dio cornuto, fu associato a Satana.
01 luglio 2023
Inverno caldo ed estate fredda.
Era da molto tempo che non ricordavo un evento climatico di questo tipo. Però, pensandoci bene, erano 80 anni che non si ricordava un evento politico-sociale di questo tipo.
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