Venti di guerra soffiano sull'Europa.
Giugno 2024: la filosofia metafisica della Religione Pagana.

29 giugno 2024 cronache della religione pagana
L'ideologia di ladri, rapinatori e stupratori è l'ideologia mussoliniana fascista

Claudio Simeoni

Cronache mese di giugno 2024

 

29 giugno 2024

L'ideologia di ladri, rapinatori e stupratori è l'ideologia mussoliniana fascista

Che ideologia hanno ladri, rapinatori e stupratori? Come pensano, i ladri, i rapinatori, gli stupratori e gli spacciatori di eroina?

La sociologia ha sempre sorvolato sulla qualità del loro pensiero sociale e politico perché, dal momento che vengono classificati come criminali, il loro pensiero sociale e politico viene annullato aprioristicamente dall'analisi sociale del loro essere cittadini.

Non vengono considerati cittadini, ma criminali e, una volta classificati come tali, si vuole ignorare il loro pensiero perché, se lo si considera, si teme (si dice) che il loro essere criminali assuma un certo grado di dignità che terrorizza la società civile e i giudici stessi, nelle loro sentenze, non hanno mai voluto considerare il loro pensiero sociale e politico. I giudici dei tribunali fuggono dal considerare l'azione, definita criminale, come effetto del complesso ideologico soggettivo di cui tale azione è la manifestazione condannata per legge. I giudici minacciano i cittadini se i cittadini tentano di esprimere un'ideologia in relazione alle azioni per le quali sono, spesso ingiustamente, incriminati.

A monte dell'azione criminale, del furto, della rapina, dello spaccio di droga, dello stupro e della violenza di sopraffazione c'è un pensiero sociale, etico, morale. Un insieme ideologico che giustifica il "criminale" nell'esecuzione delle sue azioni. Il giudice non processa il pensiero criminale, ma le azioni commesse. Solo che il giudice, ignorando l'ideologia che giustifica le azioni, non volendo discutere di tali idee con l'imputato (o con la parte civile) finisce, di fatto, per legittimare la criminalità sociale come il prodotto della volontà di Dio. E questo, che piaccia o meno, è un atto criminale.

Per contro, la medesima ideologia che giustifica il criminale è la medesima ideologia che giustifica un tipo di repressione della criminalità che è a propria volta espressione di quell'ideologia criminale.

L'ideologia espressa dal "criminale" è rivolta, ufficialmente, contro la società che appare, rispetto a chi è considerato "criminale", come innocente rispetto ad esso mentre, l'ideologia criminale rivolta contro il "criminale", considera il "criminale" colpevole a prescindere; soggetto privo di diritti e destinatario di azioni criminali che altri "criminali", spesso nelle Istituzioni, rivolgono nei suoi confronti.

Questo significa che criminali, detti "comuni" e "criminali", che fanno gli stessi atti ma che agiscono attraverso la protezione Istituzionale, stanno facendo uno sporco gioco la cui vittima è la società nel suo insieme.

Esistono delle condizioni esistenziali che costringono il singolo individuo a commettere gesti che possono essere definiti "criminali" in contrasto con la legge. Normalmente le azioni delittuose spinte dallo stato di necessità hanno un peso sociale irrilevante e in una società civile non dovrebbero nemmeno essere sanzionate. Poi, si può discutere del limite di quant'è irrilevante. Il codice della Strada definisce la qualità dell'infrazione dall'infrazione più grave a quella meno grave. Questo non avviene per quanto riguarda il furto. E' vero che un magistrato è tenuto a valutare l'entità del furto, ma io parlo della censura ideologica del furto con cui le Istituzioni aggrediscono un cittadino prima e dopo il giudizio del magistrato. I cittadini non vengono informati sulle implicazioni giuridiche. I cittadini, a parte coloro che entrano a far parte delle Istituzioni, vengono lasciati nell'ignoranza al punto tale che i miliardi che Silvio Berlusconi ha sottratto alla società civile vengono socialmente censurati meno, dall'opinione pubblica, dell'accattone che ruba una mela. Sono due "ladri", ma il secondo subisce disprezzo mentre al primo si costruisce un monumento.

Chiudo il discorso sul delitto di necessità e veniamo alle altre forma di delitto come il furto, la rapina, lo stupro e lo spaccio di droga che, comunque, al di là delle diverse condizioni per le quali un individuo mette in atto queste pratiche criminose, hanno tutte un minimo comune denominatore: l'azione di chi si ritiene più forte contro chi si ritiene più debole.

Il più forte, o chi si ritiene il più forte, giustifica ideologicamente il suo diritto di fare violenza a chi ritiene "più debole" ritenendo che l'altro, "il più debole", si debba sottomettere a lui in quanto lui, per la sua forza o per il suo diritto, è demandato a dominarlo.

Si conoscono due sole rappresentazioni della medesima ideologia che legittimano questo tipo di violenza sia socialmente che emotivamente. Quella del Dio e del Gesù dei cristiani, in campo religioso, e quella del nazismo e del fascismo in campo politico. Essenzialmente qui mi occuperò della seconda.

Scrive Benito Mussolini:

3. Anzitutto il fascismo, per quanto riguarda, in generale, l'avvenire e lo sviluppo dell'umanità, e a parte ogni considerazione di politica attuale, non crede alla possibilità né all'utilità della pace perpetua. Respinge quindi il pacifismo che nasconde una rinuncia alla lotta e una viltà - di fronte al sacrificio. Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla. Tutte le altre prove sono dei sostituti, che non pongono mai l'uomo di fronte a se stesso, nell'alternativa della vita e della morte. Una dottrina, quindi, che parta dal postulato pregiudiziale della pace, è estranea al fascismo così come estranee allo spirito del fascismo, anche se accettate per quel tanto di utilità che possano avere in determinate situazioni politiche, sono tutte le costruzioni internazionalistiche e societarie, le quali, come la storia dimostra, si possono disperdere al vento quando elementi sentimentali, ideali e pratici muovono a tempesta il cuore dei popoli. Questo spirito anti-pacifista, il fascismo lo trasporta anche nella vita degli individui. L'orgoglioso motto squadrista "me ne frego", scritto sulle bende di una ferita, è un atto di filosofia non soltanto stoica, è il sunto di una dottrina non soltanto politica: è l'educazione al combattimento, l'accettazione dei rischi che esso comporta; è un nuovo stile di vita italiano. Così il fascista accetta, ama la vita, ignora e ritiene vile il suicidio; comprende la vita come dovere, elevazione, conquista: la vita che deve essere alta e piena: vissuta per sé, ma soprattutto per gli altri, vicini e lontani, presenti e futuri.

Tratto da: Benito Mussolini, La dottrina del fascismo, terzo paragrafo, 1932, Enciclopedia Italiana.

I crimini sono il prodotto dell'ideologia fascista e sovranista trasportata in ambito sociale e Istituzionale.

Qualche uomo stupra una donna?

Sta dicendo alla donna: "Me ne frego!". "Me ne frego" dei tuoi diritti, me ne frego della tua persona, "Io ho bisogno di stuprarti e ti stupro!".

Il prete cattolico che stupra il bambino dice: "Me ne frego!", me ne frego della tua persona, me ne frego della tua integrità psico-emotiva, me ne frego. Io sono il più forte, rappresento Gesù in terra, e faccio quello che voglio.

Il rapinatore non è da meno quando rapina qualcuno: "Me ne frego" dei tuoi diritti, io sono più forte. Dice, come Mussolini:

"L'orgoglioso motto squadrista "me ne frego", scritto sulle bende di una ferita, è un atto di filosofia non soltanto stoica, è il sunto di una dottrina non soltanto politica: è l'educazione al combattimento, l'accettazione dei rischi che esso comporta; è un nuovo stile di vita italiano."

Per il fascismo, rubare, rapinare, stuprare, spacciare droga è: "un nuovo stile di vita italiano": lo stile di vita fascista.

La ragazza o il ragazzo è stato stuprato? Si tratta del nuovo stile di vita italiano imposto alle persone dall'ideologia fascista voluto da Mussolini.

I ladri vi sono entrati in casa? Si tratta del nuovo stile di vita italiano imposto dall'ideologia fascista voluto da Mussolini.

Vostro figlio è stato riempito di eroina dagli spacciatori? Si tratta del nuovo stile di vita italiano imposto alle persone dall'ideologia fascista voluto da Mussolini.

La donna è stata accoltellata dall'ex che non si rassegava alla fine della relazione? Si tratta del nuovo stile di vita italiano imposto alle persone dall'ideologia fascista voluto da Mussolini.

E quando le vittime della violenza, voluta da Mussolini in nome del rifiuto alla viltà, vanno a denunciare la violenza alla Polizia di Stato o ai Carabinieri, questi si preoccupano di aggredire la vittima dicendo: "Ma tu che cosa hai fatto?". Costoro si pongono davanti alle vittime della violenza come se le vittime della violenza fossero dei "vigliacchi" e, così facendo, alimentano quell'avversione nei loro confronti che porta i cittadini a desiderare giustizia dai soprusi di Polizia di Stato e Carabinieri.

Costoro, con la loro violenza Istituzionale sulle vittime e la loro complicità pisco-emotiva con gli aggressori in nome del mussoliniano esprimono questa ideologia:

"Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla."

Polizia e Carabinieri si ritengono delegati e in diritto di fare violenza sui cittadini e, il criminale che fa violenza sui cittadini, per quanto venga censurato e incriminato, suscita nella Polizia di Stato e nei Carabinieri ammirazione perché, come loro, trasforma i "deboli" in vittime.

Quando la cronaca ci dice che: "La donna ha denunciato la violenza subita e la Polizia non è intervenuta finché lei è stata accoltellata.". Si tratta di ideologia fascista, mussoliniana, espressa dalla polizia dove, la vittima viene considerata vile perché non reagisce alla violenza e, quando, lasciata sola, reagisce alla violenza, allora la Polizia interviene con forza perché la vittima, anziché sottomettersi alla violenza, ha reagito sostituendosi al diritto di violenza che, la Polizia, ritiene sia un suo esclusivo diritto in nome del fascismo mussoliniano.

Scrive Mussolini nel brano citato:

"Una dottrina, quindi, che parta dal postulato pregiudiziale della pace, è estranea al fascismo così come estranee allo spirito del fascismo, anche se accettate per quel tanto di utilità che possano avere in determinate situazioni politiche, sono tutte le costruzioni internazionalistiche e societarie, le quali, come la storia dimostra, si possono disperdere al vento quando elementi sentimentali, ideali e pratici muovono a tempesta il cuore dei popoli."

Il non rubare, il non violentare, il non prevaricare, il non spacciare droga, il non rapinare, il non stuprare sono atti intollerabili per il fascismo: è un pregiudizio.

Lasci la porta di casa aperta? Secondo il fascismo è giusto che tu venga derubato.

Hai sposato quell'uomo? Secondo il fascismo è giusto che tu venga stuprata e se non ti sottometti allo stupro, è giusto che tu venga accoltellata.

Vai a fare la spesa con la borsa a tracolla? Secondo il fascismo mussoliniano è giusto che tu venga rapinata.

Sei il fesso che si è fatto di droga? Secondo il fascismo mussoliniano è giusto che tu venga picchiato, rapinato e violentato.

Per il fascismo, le relazioni interpersonali e gli strumenti, diversi dalla violenza, con cui risolvere i problemi sono dei "pregiudizi estranei al fascismo".

Questo modo di essere del fascismo viene imposto fin dalla primissima infanzia in cui le persone sono educate a veicolare la violenza come diritto del più forte sul più debole.

La violenza sociale inizia col bullismo. Quella violenza tollerata perché, secondo l'ideologia fascista, "tempra il carattere". Solo che la violenza propria del bullismo crea la condizione psicologica dell'impunità della violenza del più forte sul più debole e costruisce l'ideologia della violenza. In pratica, quell'insieme delle giustificazioni ideali che il violento usa per legittimare la sua azione. Lo abbiamo visto nelle azioni del figlio di La Russa, presidente de Senato Italiano, e del figlio di Beppe Grilli, fondatore del movimento dei 5 stelle. Al di là di come la magistratura sanzionerà o non sanzionerà la violenza di cui sono imputati, alla base di quella violenza c'è l'ideologia fascista del disprezzo dei cittadini che, ligi alle regole sociali, vengono pensati come deboli, vili, al punto tale che loro, i prepotenti, si ritengono in diritto di sottometterli attraverso la loro violenza.

Anche nel recente fatto di cronaca di Pescara, gli assassini sono uno figlio del comandante dei carabinieri, l'altro di un noto avvocato. Un delitto brutale. Vittima Thomas Christopher Luciani, un ragazzo di 16 anni: attirato in una trappola da coetanei e poi ucciso con più coltellate. Il ragazzo è stato trovato morto accoltellato in un parco di Pescara. Sta a dimostrare che se il bullismo fosse stato represso non si sarebbe creata l'ideologia della sopraffazione. Cosa ha dato quel carabiniere a suo figlio se non l'idea della volenza che lui mette in atto nella società? E quale altro esempio ha dato quell'avvocato a suo figlio dal momento che non ha nascosto di essere un adoratore del macellaio di Sodoma e Gomorra?

La criminalità c'è nel paese perché in Italia c'è l'educazione dei ragazzi all'ideologia fascista. Un'ideologia fascista che si finge di non vedere indicando come fascista l'imbecille che fa il "saluto romano" e non in tutti quei gesti e tutti quegli atti che violentano i diritti civili delle persone nella società civile.

La cosa più aberrante di tutto questo è che all'attività fascista che costruisce il disagio sociale e la criminalità si vuole opporre il fascismo dello squadrismo repressivo. Come se lo squadrismo repressivo (sia fatto dalle tanto invocate ronde, a Carabinieri e Polizia) non si affiancasse alla criminalità per vessare, da un lato i cittadini fiduciosi nelle leggi e nelle Istituzioni e, dall'altro, per far violenza contro ogni cittadino che chiede giustizia per i torti e le violenze subite in nome del fascismo mussoliniano.

Non è importante se al potere andranno partiti politici di destra o di sinistra. Il disagio sociale continuerà perché continuerà l'educazione dei cittadini alla pratica della violenza fascista che né partiti politici di destra o di sinistra vogliono affrontare.

Ovviamente, ci sono delle soluzioni per far fronte alla violenza fascista che induce a rubare, violentare, stuprare, ecc. ma sono soluzioni sociali la cui applicazione deve coinvolgere più generazioni perché si tratta di proporre un diverso modo di pensare alla vita mentre i politici sono tesi ad aggravare e peggiorare le condizioni di vita delle persone perché, per loro:

"Solo la guerra [la violenza fisica e psicologica] porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla."

E in questo ideale fascista di violenza e sopraffazione arriva il momento in cui il criminale viene esaltato da Mussolini:

"Così il fascista accetta, ama la vita, ignora e ritiene vile il suicidio; comprende la vita come dovere, elevazione, conquista: la vita che deve essere alta e piena: vissuta per sé, ma soprattutto per gli altri, vicini e lontani, presenti e futuri."

Gli altri, per il fascista, sono oggetti da conquistare e sottomettere: sottomettere gli altri, vicini e lontani, presenti e futuri.

Per questo motivo i fascisti si sentono ideologicamente giustificati a spacciare eroina e cocaina.

Ogni volta che un partito politico lancia un allarme "criminalità", state certi che quella criminalità nasce dalla sua stessa ideologia politica e l'allarme che lancia non è per combattere la criminalità, ma per usare la criminalità, di cui è ideologicamente complice, per un tornaconto elettorale: appunto, criminale.

 

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Claudio Simeoni

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