I governi decidono, ma i cittadini: che cosa desiderano?
Luglio 2024: la filosofia metafisica della Religione Pagana.
09 luglio 2024
C'è una sorta di paralisi che ha contagiato l'informazione per i risultati elettorali in Francia.
Se la vittoria dei Laburisti in Inghilterra era data per scontata da oltre un anno, visto il disastro economico e sociale che l'Inghilterra stava vivendo, il risultato in Francia, pur largamente presente nella struttura emotiva francese, voleva essere fortemente ignorato dall'informazione che faceva della destra fascista della Le Pen la nuova paladina dell'assolutismo.
Eppure un primo vento si era già espresso nelle elezioni italiane. La destra sovranista aveva perso. La sconfitta della destra era stata occultata da una sorta di "gioco dei bussolotti" dove lo spostamento di una parte dei voti dalla Lega (maggioritaria nelle precedenti Europee) erano travasati in FdI della Meloni che aveva gridato alla "vittoria della destra" mentre, in realtà, solo la sinistra aveva aumentato i seggi. Non solo per i risultati del PD, ma per la sinistra unita ai verdi. Un risultato che faceva sparire i satelliti della destra sovranista della Bonino, di Calenda e di Renzi.
L'attuale risultato elettorale in Francia era fortemente esorcizzato dai sondaggisti che parteggiavano per la destra ideologica sia espressa dalla Le Pen che da Macron.
La propaganda degli organi di informazione condiziona le scelte elettorali deformando le possibilità di soluzione dei problemi ai cittadini, ma solo fintanto che la propaganda non entra in conflitto con la percezione della libertà del singolo individuo che diventa massa quando coinvolge l'insieme della società.
In quel momento l'informazione viene percepita come nemica e i sondaggisti come dei criminali che attentano ai diritti fondamentali dei cittadini.
L'informazione ritiene incomprensibile il messaggio che arriva dalla Francia e, per quel che mi riguarda, lascio che l'incomprensione abiti nell'informazione.
09 luglio 2024
“Elio, tu almeno abbi rispetto per una dea, quale io sono, se mai
per le mie parole o i miei fatti fui gradita al tuo cuore e al tuo animo.
La figlia che ho generato, mio dolce germoglio, dal volto luminoso [...]
ho udito il suo alto grido attraverso il limpido etere,
come se subisse violenza: ma non l'ho vista coi miei occhi.
Ma poiché tu certo, su tutta la terra e sul mare
dall'etere divino guardi coi tuoi raggi,
sinceramente dimmi se mai hai veduto
chi la mia figlia diletta ha preso a forza, contro il suo volere, mentre ero lontana,
ed è fuggito: sia uno degli Dèi, o degli uomini mortali”.
Così parlò: e a lei rispondeva il figlio d'Iperione:
“Demetra augusta, figlia di Rea dalle belle chiome,
tu lo saprai: io, infatti, profondamente ti rispetto e ti compiango,
angosciata come sei per la figlia dalle agili caviglie. Nessun altro
fra gl'immortali è responsabile, se non Zeus adunatore di nembi,
che l'ha destinata, perché sia detta sua sposa fiorente,
a suo fratello, Ade: e questi giù nella tenebra caliginosa
la trascinò con i suoi cavalli, dopo averla rapita, mentre ella gridava a gran voce.
Ma tu, o dea, metti fine al tuo pianto copioso: non conviene
che tu serbi così, senza motivo, un rancore inesorabile. Non è indegno di te,
come genero, fra gl'immortali, Aidoneo signore di molti uomini,
tuo fratello, tuo germano: il suo dominio
egli ha ottenuto quando, all'origine, si fece la divisione in tre parti;
e abita fra coloro di cui gli toccò essere il sovrano”.
Dopo aver parlato così, incitò i cavalli: ed essi al suo richiamo
celermente tiravano il carro veloce, come uccelli dalle ali distese;
ma nel cuore della dea penetrava un dolore più profondo e struggente.
Il dialogo fra Demetra ed Elio è chiarificatore delle relazioni precise che esistono fra le persone.
La Dea chiede un favore ad Elio e nel chiedere il favore chiede ad Elio se le sue parole e le sue azioni in passato furono gradite ad Elio.
In sostanza, la Dea dice: "Io sono stata una persona d'onore? Ritieni che le mie azioni abbiano acquistato un certo credito ai tuoi occhi?" E mentre dice questo, la Dea presenta ad Elio tutto il suo dolore.
Elio risponde alla Dea.
Elio non dice "Ade ha rapito Persefone", ma con le sue parole dice a Demetra: "Lo sai benissimo che le figlie prima o poi lasciano la casa materna. Zeus l'ha destinata ad Ade. Se cerchi un colpevole, non è Ade, bensì Zeus."
Demetra non si rassegnava dall'aver perso la figlia.
Il dolore per la perdita di qualche cosa è uno degli elementi misterici di Eleusi.
Il dolore di Demetra è forte, ma Persefone non tornerà e Demetra dovrà superare il suo dolore.
La ricerca di Demetra non è più la ricerca di Persefone. Ora sa dov'è Persefone. Sa che Persefone non è in pericolo. Ora, la ricerca di Demetra è la ricerca di chi tenta di superare il proprio dolore attraverso un nuovo e diverso vissuto.
Superare il dolore psichico è uno dei misteri di Eleusi. Noi subiamo le condizioni di vita che ci procurano dolore, ma al dolore reagiamo. Il dolore va superato.
Demetra non è in grado di modificare la decisione di Zeus, ma può modificare il proprio stile di vita.
Eleusi ci racconta come non dobbiamo vivere nel dolore e quando il dolore, per una perdita o per un'offesa che ci travolge. Noi non possiamo cessare di provare dolore, ma possiamo modificare le nostre condizioni d'esistenza allontanandoci dalle cause che hanno prodotto il nostro dolore. Sottrarci a quelle condizioni che hanno generato il dolore e iniziare ad esplorare nuove e diverse strade in cui condurre la nostra esistenza.
09 luglio 2024
Esopo parla allo schiavo rassegnato: "Piuttosto che ringraziare un padrone buono, ingraziati il padrone cattivo affinché ti maltratti di meno".
E' il ragionamento di uno schiavo che non vede come la propria situazione possa cambiare. Dal momento che in quella situazione lo schiavo deve vivere, non ha altra scelta che destreggiarsi fra padroni buoni e padroni cattivi.
Presumendo che la cattiveria sia una predisposizione dell'animo, chi è il destinatario della cattiveria deve agire affinché quella cattiveria non lo danneggi eccessivamente.
Scrive Esopo:
Una volta un'aquila fu catturata da un uomo. Questi le mozzò le ali e poi la lasciò andare, perché vivesse in mezzo al pollame di casa. L'aquila stava a capo chino e non mangiava più per il dolore: sembrava un re in catene.
Poi la comperò un altro, il quale le strappò le penne mozze e, con un unguento di mirra, gliele fece ricrescere. Allora l'aquila prese il volo, afferrò con gli artigli una lepre e gliela portò in dono.
Ma la volpe che la vide, ammonì: "I regali non devi farli a questo, ma piuttosto al padrone di prima: questo è già buono per natura; l'altro invece è meglio che tu lo rabbonisca, perché non ti privi delle ali se ti acchiappa di nuovo".
[Tratto da: Esopo, Favole, "L'aquila dalle ali mozze e la volpe", Edizione BUR, 1982, n. 6, pag. 43]
In Esopo sembra che non ci sia l'idea di liberarsi dalla schiavitù, dalla sottomissione e dalle prepotenze.
Per Esopo la situazione è questa: tu sei uno schiavo, rimarrai sempre uno schiavo e, dunque, cerca di sopravvivere come uno schiavo.
Non c'è amicizia fra padrone e schiavo. Esopo ritiene superflua, economicamente inutile, la manifestazione di gratitudine dell'aquila nei confronti del padrone che l'ha guarita.
Non c'era un accordo fra l'aquila e il padrone che l'ha guarita. La guarigione non era condizionata dalla riconoscenza.
L'aquila doveva accettare i dono e il padrone che l'ha guarita era stato pagato dal successo che aveva ottenuto guarendola.
Non era il buon Samaritano che vende il suo soccorso in cambio di riconoscenza.
Esopo esorta lo schiavo ad agire opportunamente per far in modo da non essere danneggiato da padroni violenti.
la relazione "schiavo-padrone" può essere estesa fra "cittadino-istituzione". In questo caso, comunque, entra in gioco anche l'amicizia e la complicità. Chi occupa ruoli Istituzionali è amico del cittadino solo se ha un tornaconto personale: se ti può tagliare le ali e metterti a razzolare con le galline.
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
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