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Settembre 2024: la filosofia metafisica della Religione Pagana.

10 settembre 2024 cronache della religione pagana
Riflessioni varie attorno alla filosofia metafisica

Claudio Simeoni

Cronache mese di settembre 2024

Riflessioni varie attorno alla filosofia metafisica

10 settembre 2024

Riflessione su la "verità" in filosofia

Ci fu un tempo in cui le idee religiose e filosofiche erano funzionali alla vita degli uomini, Poi arrivò la filosofia ed impose le "idee di verità" che pretesero di essere sempre uguali ed eterne piegando ad esse la vita degli uomini.

La caratteristica della "verità" è quella di non mutare, di essere sempre uguale a sé stessa, e gli uomini che proclamano una "verità" hanno il solo scopo di sottomettere altri uomini a quella "verità". Una "verità" non ammette altre diverse "verità". In filosofia una verità non può convivere in presenza di un'altra verità. Se ciò fosse, questa "verità" riconoscerebbe di non essere una "verità", ma solo una menzogna che si spaccia per "verità".

Per questo motivo una "verità" deve armare i suoi adepti affinché uccidano tutti gli adepti di una "diversa verità" e riaffermino sé stessa come l'unica "verità" a cui ogni ginocchio si deve piegare.

 

10 settembre 2024

Riflessioni sulle trasformazioni della filosofia metafisica

La filosofia metafisica, come noi oggi la conosciamo, nasce in polemica con la filosofia metafisica manifestata dal Mito.

La filosofia del Mito venne cancellata da una continua polemica messa in atto dagli eleatici di Parmenide, dei pitagorici e della prima accademia di Platone che pose le basi ideologiche per la riduzione degli uomini in schiavi.

La trasformazione degli uomini in schiavi e l'esaltazione della tirannide, ha in Platone il suo ideologo e l'Essere, l'uno, di Parmenide e dei Pitagorici, innestato sul Demiurgo di Platone, costituiscono la base ideologica che poi diventerà quella di stoici, neoplatonici, cristiani e islamici.

La polemica della filosofia metafisica corrente, contro la filosofia metafisica rappresentata dal Mito iniziò fra il VII e il VI secolo a,c, per concludersi, con la vittoria della filosofia metafisica corrente, attorno al VI, VII secolo d.c. Quando le società occidentali, spazzata via anche la filosofia di pitagorici, neoplatonici e stoici, portarono al centro del dibattito filosofico la contrapposizione fra cristianesimo e islamismo riducendo la filosofia metafisica ad un affare interno fra cristianesimo e islamismo.

Sia nelle società cristiane che nelle società islamiche inizia un processo di uscita dall'assolutismo che viene sistematicamente interrotto attraverso l'insorgenza di conflitti armati che impongono alla popolazioni di rinunciare ad ogni forma di "laicismo" per essere ricondotti nell'ambito del fondamentalismo col quale affrontare il nemico.

La filosofia metafisica viene trasformata in teologia e la teologia diventa la filosofia metafisica sotto il controllo assoluta di una banda armata, denominata "inquisizione", che si arroga il diritto di bruciare le persone qualora non si adeguano ai principi teologici imposti.

Questo terrore sarà lungo due millenni.

La filosofia metafisica, che comprende la teologia perché nessuno ha mai legittimato i cristiani a creare una cesura fra filosofia metafisica e teologia, cosa che gli antichi non hanno mai fatto, si è sviluppata e trasformata nel corso dei secoli, sempre uguale nei contenuti e sempre apparentemente diversa nella sua rappresentazione.

 

10 settembre 2024

Riflessioni sull'interpretazione del Mito e la filosofia

Se leggiamo la storia della filosofia metafisica, la sua origine viene ricondotta a due nomi, Orfeo e Museo.

Questi due personaggi spariscono nelle nebbie del pensiero filosofico. Diventano dei fantasmi che di tanto in tanto appaiono con contorni sfumati ed evanescenti.

Quando sono esistiti questi personaggi? Sempre che siano esistiti.

Da alcune fonti, la cui credibilità lascia, comunque, il tempo che trova, avrebbero preceduto i poeti Omero ed Esiodo.

Non si sa se questo è vero o meno, ma sicuramente il movimento religioso che si riferisce al Mito, precede la nascita della filosofia.

Un sostrato religioso diffuso, un coacervo di filosofia metafisica, che definisce la realtà nella quale l'uomo vive quando la filosofia metafisica ancora non era scritta o descritta, ma solo vissuta.

In questo coacervo di "mito vissuto" emergono i poeti che descrivono parte del "mito vissuto" costruendo la prima forma razionale di quel "mito vissuto" che giunge fino a noi.

Se non abbiamo praticamente nulla riconducibile al sistema di pensiero di Museo e di Orfeo, abbiamo i sistemi religiosi ordinati da Omero e da Esiodo che sono giunti fino a noi e che si sono formati nel sostrato religioso riconducibile a Museo e ad Orfeo.

La filosofia del VI secolo introduce due elementi fondamentali volti alla distruzione del Mito: introduce i numeri, e con questi la supremazia della forma e della quantità sull'emozione che regge il mito, e il numero Uno che diventa l'Essere, il suprematista assoluto, da cui procederebbe tutta la realtà.

Inizia lo sforzo per reinterpretare il mito in forma allegorica e simbolica in alternativa a tentativi superstiziosi di interpretare il mito in una dimensione antropomorfa.

Entrambe le interpretazioni hanno come scopo di separare l'uomo dal mito. Il mito diventa altro rispetto all'uomo. Sia nelle forme allegoriche, che diventano interpretazioni di volontà manifestate dal Logos, dall'Uno, dal Demiurgo, Sia nelle forme antropomorfiche dei super-uomini chiamati Dèi, potenti ed onnipotenti, ai quali si sottomette l'uomo costringendolo a pregarli.

 

10 settembre 2024

Le questioni taciute nella nascita dell'attuale filosofia metafisica

Non è salutare per le società civili ignorare i fondamenti da cui parte e si sviluppa la storia del pensiero filosofico.

Ci sono due storie che sono state, fino ad oggi, non dico ignorate, ma silenziate da chi ha trattato lo sviluppo del pensiero filosofico.

Tacere le vicende non aiuta la comprensione della storia umana, ma permette di imporre una direzione al pensiero dello studente che lo porta, a volte lo costringe, a cancellare, dal suo orizzonte ideale, aspetti della filosofia che come fantasmi aleggiano su di lui rendendo lo sviluppo del suo pensiero precario, incerto e slegato alla realtà dell'esistenza umana.

Due storie, due eventi, a fondamento della filosofia sottaciute da ogni filosofo che si impegna a contribuire alla comprensione della filosofia metafisica e ignorate da ogni filosofo che vuole relegare la filosofia metafisica nella discarica dell'immondizia del pensiero umano.

La prima di queste storie è la relazione fra pensiero religioso e pitagorismo, La contrapposizione fra mito e numeri. La contrapposizione fra percezione emotiva della realtà vissuta e percezione razionale della realtà stessa.

La realtà, intesa come forme, quantità e numeri, vuole imporsi sulla visione mitica con cui la realtà stessa viene descritta.

La filosofia metafisica nasce allo scopo di distruggere il Mito in funzione della descrizione razionale della realtà in cui l'uomo vive.

La seconda di queste storie è la costruzione di un mito delirante in grado di giustificare una filosofia che, dopo aver annientato il mito riempie il vuoto lasciato dal mito col delirio psicologico di filosofi malati da delirio di onnipotenza.

Questa è la contrapposizione fra Platone e Democrito. Di tutti i filosofi che Platone cita nei suoi scritti, chiamati "dialoghi", l'unico filosofo che non cita, per paura del suo pensiero filosofico, è Democrito. Platone non solo non parla mai di Democrito, ma le sue intenzioni sono quelle di bruciare i libri di Democrito. In questa attività non viene "dissuaso" da Archita di Taranto, come da qualche parte ho letto. Ma Archita di Taranto fa presente a Platone che la diffusione dei libri di Democrito è così ampia che è impossibile bruciarli tutti. Questo sta a dimostrare che anche ai Pitagorici non dispiaceva l'idea di bruciare i libri di Democrito.

 

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Claudio Simeoni

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Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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