Sterminare gli indifesi è l'ordine del Dio degli ebrei e dei cristiani in nome del potere assoluto di Dio contro i diritti degli uomini.
Ottobre 2024: la filosofia metafisica della Religione Pagana.

16 ottobre 2024 cronache della religione pagana
Il Ninfeo del Bosco Sacro di Bomarzo

Claudio Simeoni

Cronache mese di ottobre 2024

16 ottobre 2024

Il Ninfeo del Bosco Sacro di Bomarzo

Dopo la fontana di Pegaso, proseguendo il percorso, si incontra il Ninfeo.

E' un complesso piuttosto vasto che inizia presentando le tre Grazie e poi un'ampia apertura ad U con nicchie che, dai resti, dovevano contenere le statue delle Ninfe. Il Ninfeo si chiude con una statua di Venere sulla conchiglia che tratterò a parte.

Si tratta di un ambiente che nel complesso del Bosco Sacro di Bomarzo era un ambiente importante perché rappresentava una specie di tempio dedicato alla natura e alle sue intelligenze.

Dopo la fontana del Pegaso, il luogo delle Ninfe. Le Ninfe avevano un particolare significato nella Religione Precristiana, di qualunque cultura. Erano le Divinità che abitano il mondo o, meglio, erano le intelligenze divine del mondo con cui gli Esseri Umani entravano in sintonia.

Non esistono Ninfe del fuoco, ma esistono Ninfe delle acque, sia delle acque dolci che delle acque marine. Ci sono Ninfe dei Boschi e ci sono Ninfe della terra. Ogni albero "ha la sua Ninfa", ogni albero si presenta all'uomo con l'intelligenza del divino che l'uomo, che la percepisce, la descrive a seconda della qualità con cui la percepisce suscitando in lui sentimenti diversi a seconda di come le sue emozioni riempiono la forma percepita.

Scrive il dizionario dei simboli di Chevalier e Gheerbrandt alla voce Ninfe:

Divinità delle acque chiare, delle sorgenti delle fontane: Nereidi, Naiadi, Oceanici, sorelle di Teti. Generano e allevano eroi. Vivono nelle caverne, nei luoghi umidi, donde un aspetto ctonio, temibile, in quanto ogni nascita è in relazione con la morte e inversamente.

Nello sviluppo della personalità, esse sono l’espressione degli aspetti femminili dell’inconscio. Divinità della nascita, e particolarmente della nascita all’eroismo, esse suscitano venerazione mista a paura. Rubano i bambini, turbano gli spiriti degli uomini a cui si mostrano.

Il momento dell’epifania delle ninfe è a metà del giorno. Chi le vede diviene preda dell’entusiasmo per le ninfe. Perciò a metà del giorno si raccomanda di non avvicinarsi alle fontane, alle sorgenti, ai corsi d’acqua o all’ombra di alcuni alberi.

Una superstizione più tarda parla della follia che coglie chi scorge una forma uscente dall’acqua, sentimento ambivalente di paura e di attrazione, fascino delle ninfe che conduce alla follia, all’annullamento della personalità (ELIT, 178). Esse rappresentano la tentazione della follia eroica che vuole manifestarsi in imprese guerresche, erotiche o di altro genere.

Sia dal punto di vista mitico che dal punto di vista psicologico, c'è una definizione delle Ninfe quali "intelligenze del mondo" che l'uomo, percependole, le definisce razionalmente assegnando loro una forma.

Ed è esattamente questo che Francesco Orsini, detto Vicino, vuole rappresentare: un mondo pieno di Dèi. Solo che lo vuole rappresentare separandosi dall'ideologia cristiana che, al contrario, ritiene che il mondo sia pieno di demoni. Questa diversa visione del mondo è propria del rinascimento italiano. Il rinascimento italiano, con tutte le critiche che possiamo fargli, ha il merito di cancellare i demoni cristiani dal mondo e aprire le porte alla percezione degli Dèi del mondo.

Costruendo il Ninfeo, Vicino, vuole dare una diversa interpretazione del mondo senza entrare in conflitto con l'ideologia cattolica.

Le tre Grazie, Figlie di Zeus e di Eurimone, vengono usate per personificare la bellezza e la grazia femminile. Esiodo, nella Teogonia ci ricorda la relazione fra le figlie di Eurinome ed il senso della vita: Eufrosine (la Gioia), Aglae, (lo Splendore) e Talìa, (la Prosperità). La vita deve svolgersi nella Gioia, nello Splendore e nella Prosperità. In caso contrario, non è vita, ma agonia mortale nella miseria esistenziale.

 

 

Il Ninfeo del Bosco Sacro di Bomarzo si apre al visitatore con le Grazie fino allo slargo a U attorno al quale sono poste panchine di pietra dov'era possibile sedersi tutt'attorno e nello sfondo appare una scritta, la cui parte ultima è cancellata nelle due righe, che dice:

L'ANTRO LA FONTE E LI ...
D'OGNI OSCURO PENSIERO...

E' difficile interpretare il senso dal momento che non esiste la parte finale della scritta, ma, comunque, anche con la frase completa il significato dato da Francesco Orsini, detto Vicino, è altro da quanto le parole vogliono far apparire. Significativi sono i sedili, attorno al Ninfeo che stanno a significare un luogo di raduno da dove si scaccia "ogni oscuro pensiero".

Dietro al Ninfeo c'è una statua di Venere, ma di questa ne parlerò a parte.

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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