La storia non è altro che la successione delle singole generazioni, ciascuna delle quali sfrutta i materiali, i capitali, la conoscenza che le sono stati trasmessi da tutte le generazioni precedenti.
Da una parte continua, in circostanze cambiate, l'attività ereditata, dall'altra parte modifica le vecchie circostanze con un'attività del tutto nuova.
Dicembre 2024: la filosofia metafisica della Religione Pagana.

12 dicembre 2024 cronache della religione pagana
La conoscenza culturale e la conoscenza dell'abitare

Claudio Simeoni

Cronache mese di dicembre 2024

12 dicembre 2024

La conoscenza culturale e la conoscenza dell'abitare

Sono due aspetti diversi del nostro vivere.

Una cosa è leggere quanto scritto da Esiodo ed immaginare quanto Esiodo descrive:

Dunque, per primo fu Caos, e poi
Gaia dall'ampio petto, sede sicura per sempre di tutti
gli immortali che tengono la vetta dell'Olimpo,
e Tartaro nebbioso nei recessi della terra dalle ampie strade,
"Da Caos nacquero Erebo e Nera Notte.
Da Notte provennero Etere e Giorno
che lei concepì a Erebo unita in amore.
Gaia per primo generò, simile a sé,
Urano Stellato, che l'avvolgesse tutta d'intorno,
che fosse ai beati sede sicura per sempre."

Esiodo, Teogonia

Una cosa diversa è aver vissuto quel momento con tutte le proprie emozioni e poi, in un secondo tempo, trovare questa descrizione in Esiodo.

Esiste un'interpretazione soggettiva del momento vissuto ed esiste il racconto di un vissuto da altri che noi ascoltiamo attraverso le parole, ma non ne comprendiamo il significato emotivo da inserire nel nostro vivere quotidiano.

Il significato, descritto con le parole, appare semplice: c'è una perenne trasformazione di quanto esiste. Solo che, "quanto esiste" viene educazionalmente vissuto come "altro da sé" che si può trasformare, ma non esiste il sé che si trasforma.

Colui che racconta la visione dell'universo che si trasforma non riesce a raccontare di sé stesso che si sta trasformando.

Il discorso non è "io voglio trasformarmi" ma è "io comunque mi trasformo". "Io, comunque divengo". In che cosa mi trasformo? Cosa divengo? Quanti sono i piani su cui avviene la mia trasformazione? Il piano fisico e il piano "mentale" possono essere pensati come due piani diversi, ma non si possono pensare l'uno indipendente dall'altro. Nello stesso tempo, le trasformazioni che avvengono sull'uno si riflettono e alimentano le trasformazioni sull'altro piano. E questo vale per gli infiniti piani fisici, psicologici, emotivi del nostro essere nel mondo.

Quando assisto al venir in essere dell'universo, non osservo una volontà del venir in essere, osservo una trasformazione di un presente.

Io ho osservato una volontà che spingeva al nulla, ma dopo il nulla della volontà, ha seguito il nulla di ciò che era. E il nulla non era il nulla come oggetto in sé, ma era il nulla rispetto alla coscienza che non trovava coscienze con le quali entrare in relazione.

Questo non trovare coscienze con cui entrare in relazione mentre si è "spettatori" inesistenti una realtà che appare, viene chiamato Caos.

Il Caos non è l'oggetto diverso da me, ma è il mio vissuto, il mio percepire rispetto ad un oggetto a cui assisto, ma non percepisco.

E lo smarrimento cessa quando la mia coscienza afferra qualche cosa che può definire: Gaia dall'ampio petto!

Gaia, dall'ampio petto, è l'immagine che si forma nella mente mentre la materia-energia inizia ad esplodere davanti ai miei occhi. In quella materia-energia c'è tutto ciò, per essa sarà e che per me è stato, che ha portato a me, alla mia coscienza, a ciò che sono diventato e che, in quel momento, assisto a ciò che era come inizio di ciò che verrà.

L'intensità dell'emozione che in me emerge, coinvolge tutto il mio essere, modifica tutto il mio modo di pensare e di guardare la realtà in cui vivo al di là della visione perché tutto è divenire e trasformazione e la realtà cessa di essere per ciò che mi si presenta per essere la trasformazione che si fa realtà.

La potenza della visione è la potenza che hanno le visioni dei malati di schizofrenia. Le loro visioni, sunto dell'emergere delle loro tensioni alla loro coscienza, sono così coinvolgenti che non possono pensare alla realtà del loro quotidiano se non partendo da quelle allucinazioni.

Questa è la differenza fra leggere una racconto logico e vivere una situazione descritta dal racconto logico.

E' la differenza che c'è fra cultura e Stregoneria: la cultura racconta, l'uomo abitando il racconto si trasforma con un atto di "venir in essere della propria percezione" che può essere definito solo come Stregoneria.

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

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