Non è solo il prigioniero che sta rivendicando la propria libertà, ma tutta la realtà sta rivendicando il proprio diritto di liberarsi dalle illusioni e dai preconcetti.
Questo può avvenire solo se la realtà sociale eleva illusioni e preconcetti al ruolo di dominatori.
Dopo un periodo di dominio di illusioni e preconcetti sull'uomo, questi si potrà liberare chiamandoli col loro vero nome.
Gennaio 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.
12 gennaio 2025
Fare una recensione del lavoro di Salomon Luria su Democrito, pubblicato dalla Bompiani è impossibile.
Quando si legge un lavoro di quella portata di oltre 1700 pagine con testo greco a fronte e il lavoro originale in russo di Luria mi posso solo limitare a cercare quello che mi serve per il mio lavoro: le idee di Democrito.
Io mi limito a questo. Solo che Luria non pubblica solo i frammenti che si trovano nel Diels-Kranz, ma anche le varie lezioni e, soprattutto il suo commento.
Luria ha la particolarità di staccarsi da ogni forma "religiosa idealistica" e assume come metodo l'idea che Platone e Aristotele non fossero delle autoritas alle quali fare necessariamente riferimento per trattare chi, come Democrito ed Epicuro, erano assolutamente estranei all'idea aristocratica e assolutista di entrambi.
Il frammento 365 (p. 441) viene composto usando frammenti di Eusebio, Dossografi e Cicerone "De fato". E' l'insieme delle idee che portarono Marx a fare la sua tesi universitaria e ad elaborare il suo concetto di libertà.
Vale la pena di riprodurre il frammento 365 come presentato da Luria:
"Democrito sosteneva che due erano i caratteri intrinseci degli atomi, vale a dire la grandezza e la figura, mentre Epicuro aggiungeva a questi la pesantezza. Infatti, dice che i corpi si muovono necessariamente per la spinta dovuta al loro peso.
- Democrito sostiene che i corpi primi (che sono quelli solidi) non hanno peso, "ma" si muovono di conseguenza dell'urto vicendevole nell'infinito.
- L'atomo, affermava Epicuro, devia. E perché, in primo luogo? Perché agli atomi, Democrito, attribuivi una certa forza motrice impulsiva diversa, che chiami "urto", mentre tu, Epicuro, parli di pesantezza e di gravità."
Questa diversità viene colta da Marx che nella sua tesi universitaria afferma che l'atomo cade per pesantezza, ma non cade nella medesima direzione in quanto, le forze interne gli permettono di deviare, sia pur leggermente, dalla sua traiettoria. Ne consegue che gli atomi possono deviare dal loro corso e questa è una spiegazione per la diversificazione delle specie. Dove la specie della natura, un atomo che emerge consapevole dall'inconsapevole nel vivere la sua vita (muovendosi nello spazio), devia dalla traiettoria imposta dalla forza pulsionale iniziale (della specie) per scegliere, date la condizioni dello spazio in cui si muove: "una diversa traiettoria" d'esistenza.
La scelta soggettiva di deviare dalla traiettoria o urto nell'oggettività porta a deviare dalla traiettoria.
La stessa idea di Democrito sul sonno è paragonabile alle teorie attuali verificate con le tecniche neurologiche (frammento 511 pag.641) sulla disgregazione della coscienza e la riaggregazione della stessa dopo aver elaborato nuovi aspetti dell'esperienza.
In fondo, la confutazione delle idee di Democrito non avviene opponendo idee diverse, ma dimostrando come quelle idee non abbiano spiegazioni. Se alle idee di Democrito introduciamo il concetto di gravità o il concetto di attrazione e repulsione dei corpi,le idee di Democrito assumono un valore ancor oggi. Quando al concetto di "caos", "per caso", introduciamo gli effetti della volontà soggettiva di "adattamento soggettivo alle variabili oggettive"; molti effetti vengono spiegati anche se, nell'insieme, visti dall'esterno, possiamo sempre considerarli come "caos".
Noi possiamo parlare di Democrito perché Democrito, in filosofia, introduce il metodo induttivo in contrapposizione al metodo deduttivo di Platone e Aristotele.
Democrito, prima osserva e poi, con la sua cultura, tenta di dare una spiegazione. Le spiegazioni lasciano il tempo che trovano, le osservazioni restano. Se io faccio derivare una filosofia dall'osservazione dei fenomeni, questa teoria si può modificare nella sua articolazione a mano a mano che approfondisco la meccanica e le forze che intervengono nella formazione di quei fenomeni.
Lo sviluppo delle scoperte approfondiscono le teorie che avevo, ma non entrano in contrapposizione con loro perché l'oggetto del discutere è il fenomeno per come si presenta e non il "giudizio di necessità" che uso per spiegare quel fenomeno. Il fenomeno è un oggetto in sé, il "giudizio di necessità" è la comprensione che ha un soggetto di quel fenomeno nel momento storico e nella cultura in cui sta vivendo.
Ma se io uso i fenomeni per confermare delle credenze aprioristiche la spiegazione dei medesimi, una volta che approfondisco le forze che mettono in atto quel fenomeno, smentisco le idee che ho messo in atto con cui spiegavo quel fenomeno.
Si tratta della differenza fra metodo induttivo e metodo deduttivo con cui analizzo la realtà in cui vivo.
Il cristianesimo, che fa derivare la realtà dalla volontà di Dio, impone il metodo deduttivo, Democrito, Epicuro, usano il metodo di analisi induttiva della realtà. Così Democrito trova le forze della vita nella vita, nella realtà che vive, a differenza di Platone che le forze della vita le trova fuori della vita stessa, come se la vita fosse l'involucro di forze spirituali estranee alla vita.
Mentre da Platone e dal cristianesimo si sviluppa una filosofia capace di soddisfare bisogni patologici, da Democrito ed Epicuro c'è lo sviluppo di una filosofia religiosa alimenta la conoscenza legando l'uomo alla vita.
Lo stesso concetto che Plutarco nel dialogo "L'E di Delfi" definisce "... è empietà, anche soltanto ascoltarlo!"
Non scindere gli Dèi dalla materia; non scindere il divino dal reale vissuto separando il reale da una immaginata intelligenza divina.
Al frammento 448 pag.549 dice:
"Parmenide, Empedocle e Democrito dicono che sono identiche l'anima e l'intelligenza; stando alla loro opinione, non esiste alcun vivente animato che sia una bestia priva di ragione nel vero senso della parola."
Nello stesso frammento si dice che Democrito sosteneva che "persino i cadaveri" hanno un'anima. A questo passo commenta Luria:
"i corpi morti", ovvero "i cadaveri", per quanto riguarda questi ultimi, Democrito alludeva propriamente ai sepolti vivi oppure a quel minimun di vita che attribuiva alle piante probabilmente anche alle pietre. Ovviamente, è impossibile che Democrito parlasse di coscienza umana nei cadaveri, si tratta di una calunnia epicurea." pag. 1157
Ora sappiamo, sia dal punto di vista religioso che dal punto di vista biologico, che Democrito aveva ragione: se così non fosse quale vita ha una singola cellula? E quando eravamo nel brodo primordiale, come possiamo pensare le strategie d'esistenza di come eravamo allora?
Democrito apparteneva al suo tempo, è indubbio. Ma è indubbio che fu uno dei massimi geni filosofici davanti al quale Platone fa la parte del povero pazzo che sognava una realtà perfetta ad immagine e somiglianza di un suo desiderio patologico a differenza di un Democrito o di un Epicuro che, invece, abitavano e vivevano il mondo anteponendo il vivere il mondo alle interpretazioni del mondo.
Platone aveva un solo desiderio: bruciare i libri di Democrito. Fu dissuaso nell'intento da Archita di Taranto che gli fece notare la grande diffusione dei libri di Democrito e l'impossibilità di bruciarli tutti.
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
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Tel. 3277862784
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