Non è solo il prigioniero che sta rivendicando la propria libertà, ma tutta la realtà sta rivendicando il proprio diritto di liberarsi dalle illusioni e dai preconcetti.
Questo può avvenire solo se la realtà sociale eleva illusioni e preconcetti al ruolo di dominatori.
Dopo un periodo di dominio di illusioni e preconcetti sull'uomo, questi si potrà liberare chiamandoli col loro vero nome.
Gennaio 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.

18 gennaio 2025 cronache della religione pagana
Mircea Eliade:
quando le esigenze ideologiche nazi-fasciste manipolano la storia

Claudio Simeoni

Cronache mese di gennaio 2025

18 gennaio 2025

Mircea Eliade: quando le esigenze ideologiche nazi-fasciste manipolano la storia

Quando noi leggiamo di qualcuno che parla delle antiche religioni, dobbiamo conoscere esattamente il suo punto di vista sulla religione attuale.

Lo studioso al di fuori della realtà, non esiste. Nemmeno in campo scientifico in cui le opinioni sociali dello studioso influenzano ogni tipo di ricerca anche nel più ristretto ambito dei laboratori di sperimentazione. Tanto più nell'ambito delle discipline sociali e umane.

E' il caso del cristiano, praticante fascista, Mircea Eliade.

Scrive Wikipedia (poi, se volete, approfondite perché Wikipedia è spesso inattendibile) a proposito di Mircea Eliade:

Nel periodo in cui insegnò filosofia all'università di Bucarest, anche per la sua vicinanza a Nae Ionescu, Eliade manifestò una certa sua simpatia per il Movimento Legionario di Corneliu Codreanu, chiamato anche Guardia di ferro, formazione ultranazionalista in cui vedeva "una rivoluzione cristiana per una nuova Romania" e un gruppo "in grado di riconciliare la Romania con Dio". Negli anni 1936-1937 scrisse alcuni articoli filo-legionari, alcuni in elogio dei leader legionari Ion Moța e Vasile Marin, entrambi caduti come combattenti volontari nella guerra civile spagnola (a fianco delle truppe di Franco).

Ovviamente, questa impostazione si riflette nel modo di Mircea Eliade di leggere le religioni e la storia delle religioni dove tutto deve essere ricondotto e interpretato all'interno dei modelli ideologici cristiani o, comunque, fatti propri dal cristianesimo e proiettati per interpretare le "credenze" di altre e diverse religioni. Per esempio, quell'invenzione pitagorica-platonica della reincarnazione.

Questo concetto di reincarnazione (compresa la tripartizione sociale) nato dall'idea di onnipotenza di Platone (e Pitagora) e trasferito in India ad opera dei filosofi al seguito di Alessandro Magno, viene trattato da Mircea Eliade come se fosse un "prodotto tradizionale" dell'India. Una credenza dei "popoli ariani" che dall'India si spostarono in Europa.

Scrive Mircea Eliade:

Caratteri comuni delle cosmologie religiose.

Le cosmogonie e le cosmologie prodotte dal simbolismo e dalla mitologia confermano la teoria secondo la quale il cosmo è sempre il mondo dell’uomo e non un oggetto esterno sul quale si esercita una qualche forma di indagine. Si aggiunga che nelle visioni religiose del mondo assume un particolare risalto lo scopo etico, che di per sé non sarebbe implicito in modo evidente nella studio della natura o dell’astronomia.
Il comportamento richiesto all’uomo è spesso descritto e fa parte integrante della spiegazione della struttura del mondo. Anche elementi che a prima vista non paiono al lettore occidentale possedere un valore etico possono nondimeno rivelare qualcosa intorno alle regole che governano l’agire umano. Le tecniche del sacrificio o della caccia alle teste sono talora inserite all’interno della descrizione della struttura del cosmo.
Il rinnovamento del mondo celebrato nel corso della festa babilonese del Nuovo Anno costituisce un evento cosmico che non ha nulla a che fare con le moderne ricerche scientifiche, in quanto implica un rinnovamento osservabile soltanto nell’esistenza umana. Si pensi alle dottrine sulle ripetute nascite e rinascite (nell’induismo, nel Giainismo e nel Buddhismo): esse appartengono a tradizioni che parlano di cicli cosmici, di mondi molteplici e di serie successive di mondi. La profonda relazione tra macrocosmo e microcosmo, infine, che è largamente diffusa, rappresenta uno straordinario legame formale tra le più diverse visioni del cosmo.

Tratto da: Dizionario del Mito, a cura di Mircea Eliade, Editore Jaka book,2019, pag.

Che gli uomini considerano il cosmo come il mondo nel quale vivono, non c'è dubbio. Che gli uomini siano sottomessi ad un imperativo morale religioso o considerino l'imperativo morale di Dio il nemico da distruggere, divergono nel modo di pensare il divenuto del cosmo e la relazione che ha il cosmo con loro stessi.

Dice Mircea Eliade:

"Si pensi alle dottrine sulle ripetute nascite e rinascite... "

Va bene, ci penso.

Ora che ci ho pensato, quali sono i documenti antichi che parlano di "ripetute nascite e rinascite"?

Non certo quelli dell'induismo che, per quanto i seguaci dell'induismo vogliono farli passare per "antichi", l'antichità appare più nelle loro fantasie che non nella documentazione.

Per l'induismo, e in particolare per il RgVeda, noi abbiamo queste informazioni storiche (per brevità prendo da internet quanto mi sembra più serio):

In breve, il manoscritto più antico esistente è datato 1040 d.C. ed è stato trovato in Nepal.
I Veda erano originariamente un testo orale che veniva trasmesso attraverso la recitazione da una generazione all'altra. Iniziarono ad essere composti nel 1500 a.C. e sembrano essere stati completati nel 500 a.C.
Per molto tempo, il popolo vedico resistette ai tentativi di scriverli. La presunta ragione di ciò era che credevano che il potere dei Veda risiedesse nella corretta pronuncia delle parole dei Veda.
Ma alcuni studiosi moderni ipotizzano che, poiché l'élite sacerdotale derivava la sua superiorità dalla conoscenza dei Veda, la vera ragione della trasmissione orale fosse quella di confinare i Veda a circoli d'élite.
Sebbene intorno al tempo dell'Impero Gupta, intorno al 500 d.C., i Veda iniziarono ad essere trascritti su manoscritti di foglie di palma. La ragione di questo cambiamento di cuore non è nota.

Poiché i manoscritti di foglie di palma di solito durano tra poche decine di anni e 600 anni, tutti i manoscritti realizzati nel 500 d.C. sono estinti. C'è un manoscritto in Nepal datato 1040 d.C. che è sopravvissuto in qualche modo.

Oltre a questo, ci sono manoscritti datati tra il 1400 e il 1700. E ci sono molti altri manoscritti preparati sotto gli auspici della Compagnia britannica delle Indie Orientali datati tra il 1800 e il 1900. [ovviamente dopo cristo]

Da Internet

Noi non siamo in possesso di nessun documento che attesti le tesi religiose induiste antiche. Non metto in discussione che esistono reperti archeologici, ma i reperti archeologici dimostrano solo quanto il reperto archeologico rappresenta, non una cultura religiosa, né idee religiose.

Noi non siamo autorizzati ad associare ritrovamenti archeologici Afgani ai vari testi che descrivono l'ideologia induista se non ci sono elementi diretti per i quali il ritrovamento archeologico è direttamente collegato ai testi. E non siamo autorizzati nemmeno ad invocare una "precedente tradizione orale" se non esistono elementi d'insieme che dimostrano un contesto culturale d'insieme. Noi possiamo dire che Omero è stato preceduto da una tradizione orale, anche se non sappiamo quando è stata elaborata, perché la diversificazione, in epoca antica, dei vari soggetti riscontrati in Omero furono diffusi dalla Tracia alla Sicilia, dall'Iran all'intero mediterraneo. Inoltre sono riportati in vari e diversi documenti.

Inoltre, manchiamo dei contenuti ideologici religiosi. Platone si inventa la reincarnazione prendendo da Pitagora che si inventa la "metempsicosi". Ma noi non abbiamo testimonianze che nel resto del mondo tale credenza era in essere. Sappiamo perché Pitagora e Platone si inventano tali escamotage ideologici. I perché sono legati alla necessità del controllo sociale, di dominio, in quanto sia Platone che Pitagora si identificavano con l'aristocrazia e i dittatori e dovevano legittimare la superiorità dell'aristocrazia e dei dittatori sui loro dominati.

Quando i filosofi al seguito di Alessandro Magno vanno in India, non ci dicono che i Gimnosofisti credessero nella reincarnazione mentre, al contrario, molti filosofi al seguito di Alessandro Magno, provenienti dall'Accademia di Platone, credevano nella reincarnazione.

Il desiderio di vedere una civiltà indiana ultra millenaria che giustifichi la superiorità di razza in una credenza sulla reincarnazione, non è altro che il desiderio di eternità degli assolutisti falliti.

Parli della reincarnazione riferendoti all'India, ma non parli della reincarnazione riferendoti a Platone. Per uno studioso delle religioni, ciò appare ridicolo. Ma è più probabile che sia un atto di malafede: da fascista e nazista!

Una volta che hai inventato un oggetto a cui sottomettere la credenza degli uomini, ovviamente lo devi riempire di enfasi in modo che l'ascoltatore si meravigli e si identifichi in esso:

"La profonda relazione tra macrocosmo e microcosmo, infine, che è largamente diffusa, rappresenta uno straordinario legame formale tra le più diverse visioni del cosmo."

L'enfasi copre l'inganno dell'affermazione, come nei film di Hollywood.

Questo non è un modo onesto di parlare di religione. Solo un modo violentemente disonesto.

 

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Claudio Simeoni

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Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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