La forza d'animo e l'orgoglio è la forza di veicolare, attraverso la ragione, anche i più violenti moti dell'animo e tutte le passioni che emergono in noi. Questa forza, che noi chiamiamo autodominio, ha il suo posto nell'animo stesso ed è il motore dell'esistenza umana.
Marzo 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.
15 marzo 2025
La celebrazione dell'Equinozio di Primavera è la celebrazione della nascita, di ogni nascita in qualunque modo e in qualunque mondo si giunga alla sua luce.
In questo inno si celebra la nascita di Zeus del poeta Callimaco che verrà ricordato nella celebrazione dell'Equinozio di Primavera presso il Bosco Sacro di Jesolo.
In terra Parrasia ti generò Rea, dove più fitto
il monte era coperto di macchia. Perciò quel luogo
è sacro e, bisognoso di Ilizia, nessun animale
né alcuna donna vi accede, ma lo chiamano
gli Apidanei antico giaciglio del parto di Rea.
Là, quando la madre dal grembo possente ti ebbe deposto,
subito cercò un flutto d'acqua perché del parto
la sozzura nettasse e lavasse il tuo corpo.
Ma ancora non scorreva il possente Ladone né l'Erimanto,
il più lucente dei fiumi, e ancora priva d'acqua era tutta
l'Azenia: ma era destino che ben ricca d'acqua fosse detta
poi. Allora, quando Rea sciolse la cinta,
molte antiche querce sull'umido Iaone
crescevano, e molti carri il Melante portava,
e sul Carione, pur se d'acque vivace, molti
serpenti ponevano tane e a piedi il viandante
sul Crati e su Metope ciottolosa andava
assetato. Ma molta acqua era sotto i suoi piedi.
Allora, presa da angoscia, parlò Rea sovrana:
"Terra cara, sgravati anche tu: il travaglio tuo è lieve".
Disse la Dea e tenendo in alto il grande avambraccio
colpì con lo scettro il monte. Vi si aprì voragine ampia
e scaturì un grande flutto. Lì rese lucente il tuo corpo,
o Sovrano, e in fasce avvolto ti affidò a Nede, ché ti portasse
nell'antro cretese - e tu crescessi nascosto -,
a Nede, la più veneranda tra le Ninfe che assistettero al parto,
la prima per nascita, dopo Stige e Filira.
E non con vana ricompensa le ripagò il favore la Dea,
ma il flutto col nome di Nede chiamò. Questo, non lungi
dal borgo dei Cauconi detto Lepreo,
possenti si unisce a Nereo, e da esso l'acqua più antica
bevono i figli dell'orsa Licaonia.
Quando Thene lasciò portandoti a Cnosso,
padre Zeus, la Ninfa - era Thene nei pressi di Cnosso -,
allora, o dio, l'ombelico ti cadde: perciò a quella piana
di Ombelica da allora danno nome i Cidoni.
Zeus, ti presero in braccio, dei Corribanti compagne,
le Melie di Dite, e ti cullò Adrastea
in un aureo canestro, e tu suggesti la mammella feconda
della capra Amaltea e ti cibasti insieme di dolce miele.
Perché subito si mise al lavoro l'ape Panacride,
sui monti dell'Ida che son detti Panacra.
E intorno a te danzarono vivace i Cureti la "prylis"
battendo le armi, perché le orecchie di Crono il rimbombo
dello scudo udissero e non il suono dei tuoi vagiti.
[Callimaco, Inni Epigrammi Ecale trad. di Giovan Battista D'Alessio ed. BUR]
15 marzo 2025
Nel Bosco Sacro i Bomarzo, una figura, non lontana da Ade, è la grande scultura della donna seminuda dormiente o abbandonata.
E' una grande scultura molto bella, piuttosto appartata, che gli "studiosi" hanno trovato di difficile interpretazione.
Secondo i cristiani si tratta della rappresentazione della lascività mentre, secondo altri, di una rappresentazione di "Amore e Psiche".
Noi siamo nel cerchio di rappresentazioni legate ad Ade, a quello che i cristiani chiamano inferno.
Tutte le interpretazioni possono essere considerate di un certo valore dal momento che mancano documenti che attestano del progetto del Bosco Sacro di Bomarzo e del significato delle singole statue.
A mio avviso, il significato è diverso.
E' necessario calarsi nell'epoca culturale in cui è vissuto Francesco Orsini detto Vicino fra Padova e Venezia.
Il periodo della costruzione del Bosco Sacro di Bomarzo era il periodo della Controriforma, tuttavia, dalla costruzione del Bosco Sacro, appare evidente la simpatia, se non l'aperta adesione, al movimento dei libertini di cui Lorenzo Valla era uno degli esponenti. Sostenere che l'anima muore insieme al corpo fu un'idea fortemente eversiva per quai tempi, fatta propria anche da Pietro Pomponazzi, quasi contemporaneo a Vicino.
Erano i tempi in cui si iniziava a recuperare il pensiero di Epicuro e di Lucrezio in cui il piacere aveva la sua condizione di fondamento nella vita umana in contrapposizione al dolore imposto dal cristianesimo.
Vicino, a mio avviso, ha voluto rappresentare il piacere del corpo femminile come senso della vita proprio in contrapposizione all'idea cristiana di peccato e di dannazione.
Il corpo della donna è in disparte.
Esattamente come il piacere viene negato dalla ferocia della controriforma e dai roghi sui quali verranno bruciate le persone in tutta Europa prima e in tutti i territori colonizzati poi. Lo sterminio dei nativi nord-americani era già in atto.
La statua può essere assunta come simbolo del libertinismo. Una ribellione alla morale coercitiva del cristianesimo al quale Vicino si ribellava in una continua rievocazione del mondo mitologico del quale voleva circondarsi.
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
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