La forza d'animo e l'orgoglio è la forza di veicolare, attraverso la ragione, anche i più violenti moti dell'animo e tutte le passioni che emergono in noi. Questa forza, che noi chiamiamo autodominio, ha il suo posto nell'animo stesso ed è il motore dell'esistenza umana.
Marzo 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.

16 marzo 2025 cronache della religione pagana
Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea
Articolo 9
Diritto di sposarsi e di costituire una famiglia!

Claudio Simeoni

Cronache mese di marzo 2025

16 marzo 2025

Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea
Articolo 9
Diritto di sposarsi e di costituire una famiglia!

Scrive l'articolo 9 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea:

Articolo II-9: Diritto di sposarsi e di costituire una famiglia

Il diritto di sposarsi e il diritto di costituire una famiglia sono garantiti secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l'esercizio.

Che cos'è una famiglia?

E' un insieme di persone legate da vincoli affettivi. Indipendentemente da ogni condizione (compresa il sesso) che alla famiglia in passato si è voluto attribuire.

Che cos'era la famiglia in passato?

Un tempo, prima del cristianesimo, la struttura civile alla base della società; con l'avvento del cristianesimo divenne un'organizzazione finalizzata alla manipolazione mentale dei figli attraverso un rigido controllo di una gerarchia di dominio in cui il padre era Dio e la madre doveva essere pensata dai figli come una "madonne asessuata". Come "madonna asessuata" era considerata un oggetto d'uso di Dio, del marito, priva di diritti. L'angelo del focolare al cui ruolo, la struttura desiderante della donna reagiva, spingeva per sottrarsi.

La rottura dei ruoli imposti alla famiglia fu importante perché solo nella rottura dei ruoli di dominio all'interno della famiglia è possibile costruire il concetto di famiglia all'interno della struttura di diritti imposta dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea.

A che cosa serviva la famiglia cristiana, sovranista e fascista?

Era una struttura funzionale all'assolutismo. A riaffermare, nei confronti dell'infanzia, il diritto del dittatore Dio di stuprare moglie e figli per la gloria del soggetto dominante.

Vale la pena di leggere la funzione della famiglia cristiana durante la dittatura fascista per riuscire a comprendere il significato sociale di questo stringato articolo che garantisce agli individui la libertà di costruire relazioni sentimentali all'interno dei diritti sanciti dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea.

Per i sovranisti, i fascisti e i cristiani la famiglia è una struttura che deve seminare odio affinché produca altri fascisti, sovranisti e cristiani da usare come massa d'odio nella società.

Per far comprendere questo concetto uso un vecchio testo pubblicato nel 1943, pertanto scritto in piena epoca fascista da Toth Tihamer e dal titolo "L'educatore spirituale del giovane", edito da Libreria Emiliana Editrice Venezia da pagina 28 a pagina 33. Un capitolo dal titolo "Le virtù da inculcare nel bambino nell'educazione familiare":

Meccanismo della manipolazione mentale fascista propria della famiglia cristiana

Il timor di Dio [stuprare la struttura emotiva del bambino]

S. Giovanni Crisostomo, esorta a non ritardare l'educazione religiosa del fanciullo: "La cagione della cattiveria infantile è da cercarsi nella nostra negligenza, perchè noi non esortammo abbastanza il fanciullo al timore di Dio ed alla pietà fin dai suoi primi anni". Il proverbio dice bene: "Dalla casa paterna viene ogni benedizione" Del resto fino dal tempo di Mosè (Deut. 6, 6, 7) Iddio ordina l'ininterrotta educazione religiosa dei figli.

La madre deve vedere nel suo bimbo battezzato una creatura di Dio e sentire, quindi, di avere da Dio una missione presso il suo bambino. Dall'amore materno, che avvolge nei suoi caldi raggi il piccolo fanciullo, sboccia anche l'amore verso Dio. Sotto lo sguardo della madre devono formarsi nel bimbo i primi principi della vita dell'anima. Quando la mamma prega devotamente col suo fanciullo, nell'anima di lui si risveglia l'elevato pensiero del Padre che sta nei cieli al di sopra del padre e della madre terreni.

Il pensiero del Padre Celeste è di grande efficacia per I educazione. Per guidare la volontà del bimbo, per lungo tempo basterà dire semplicemente: "è Dio che vuole così!" oppure: "Il Buon Dio lo ha proibito!".

Badino anche i genitori, che i primi concetti religiosi del fanciullo siano sereni e gioiosi. Il nominare troppo spesso il diavolo come fattore d'educazione, (il diavolo ti porterà via!), è un errore pedagogico, che distrugge i germi dell'affetto verso Dio e che esercita sul fanciullo, per tutta la vita, un influsso opprimente.

Le impressioni religiose devono essere, dunque, care; devono unirsi agli avvenimenti lieti ed elevati della vita del fanciullo. L'esercizio di devozione del piccolo bimbo non si deve protrarre troppo a lungo.

Dobbiamo più spesso lodare il bene, che biasimare il male. Non dobbiamo sempre minacciare il cattivo col castigo di Dio, ma invece ripetere, come Egli si rallegri del bene.

La personalità dei genitori, in prima linea quella del padre, è di influsso decisivo per formare nella piccola mente del bimbo il concetto di Dio. Chi sa quanto poco astrattamente sappia pensare il fanciullo, e come realizzi tutto in forma concreta, non si meraviglierà, che i tratti del padre terreno — buoni e cattivi — vengano da lui trasmessi al concetto che si fa del Padre Celeste. Ecco il fondamento psicologico dell' influsso dei genitori religiosi! Beato il fanciullo, che ha un padre, dai cui tratti può costruire un'elevata immagine di Dio!

Non si possono leggere, senza commozione, le parole di adulti, che ricordano come la loro madre seppe radicare nei loro cuori di bimbi, una profonda religione.

Sailer dice di essere in questo grato a sua madre e di rimanerle eternamente debitore. Ogni qualvolta gli vennero in mente il suo sguardo, i suoi movimenti, il suo passo, le sue sofferenze, il suo silenzio, le sue preoccupazioni, le sue continue silenziose preghiere... ritornò in lui dalla sua giovinezza, il sentimento dell'eterna vita, della pietà; e questo sentimento non potè mai venir ucciso da nessuna idea, da nessun dubbio, da nessun esempio contrario, nè dal dolore, nè dalla paura, e nemmeno dal peccato. In lui ella vive ancora, benché da più di quarant'anni sia scomparsa dalla vita terrena.

La mancata educazione nella giovane età è, come dice Fénélon, un secondo peccato originale. Durante tutta la vita mancherà all'anima qualche cosa che essa avrebbe dovuto possedere.

Nell'età di tre o quattro anni il fanciullo ascolta volentieri i racconti di Gesù Bambino, della Sua Nascita, della Crocifissione, della Vergine Maria, dell'Angelo Custode. Come si rallegra, quando in un quadro o in una statua riconosce il piccolo Gesù! La notte di Natale, una funzione religiosa, una visita ad una chiesa sono sensazioni che lasciano profonde tracce nel suo animo.

Aristotele dice giustamente: "La buona educazione consiste in ciò che i fanciulli già in tenera età imparino ad amare e ad odiare ciò che è degno d'amore e di odio". (2 Ethic. cap. 3).

La sincerità [come strumento di controllo]

E' una delle più importanti virtù, alle quali si deve abituare per tempo il fanciullo. Essa è inerente alla natura umana; il compito dei genitori dunque non è di formarla, ma solo di conservarla. Da quale sguardo malsicuro, da quale timoroso arrossire è sempre accompagnata la prima menzogna!

I genitori intelligenti sanno benissimo, che è la paura, che dà alla verità il colpo mortale. Per ciò devono sempre essere pronti ad intervenire con incoraggiamenti ed affettuose ammonizioni a favore della verità quando la lotta tra questa e la paura s'ingaggia nell'anima del fanciullo; perchè la prima menzogna, che il fanciullo dice per paura, significa, nel suo microcosmo, una vera tragedia.

L'obbedienza [e la frusta]

La seconda virtù che si deve inculcare, anche nel fanciullo più piccolo, è l'obbedienza.

Una volta le famiglie ben ordinate si distinguevano per la severa educazione data in casa. Oggi, "nel secolo del fanciullo" i genitori si piegano sempre più alle pretese dei bambini ostinati. E' triste cosa vedere come un bimbo di tre o quattro anni, sappia, con i capricci inesauribili e la sua ostinazione, imporsi ai suoi genitori che si affrettano, accecati da un falso amore, che tutto scusa, ad accontentare i desideri del loro promettente rampollo. Tali genitori, certamente non sanno che questi piccoli esseri, dopo ogni capriccio accontentato, sono sempre più consci del loro tirannico potere. Soltanto più tardi, di fronte alla prepotenza e all'ingratitudine del bimbo diventato uomo, i genitori si pentono di non aver abituato il figlio all'obbedienza. "Puer.nisi obediat, imperai " (Quintiliano).

Educare all'obbedienza non significa usare inflessibile severità e continue punizioni. L'obbedire è cosa dura e difficile. I genitori devono dunque, con giusta e opportuna fermezza nel comandare, far comprendere al fanciullo che obbedendo ai genitori, obbedisce a Dio. Meditino i genitori sulle parole della Bibbia: "Noli subtrahere a puero disciplinam; si enim percusseris eum virgo, non monetar. Tu virgo percuties eum, et animam eius de inferno liberabis" (Prov. 23, 14, 14) [traduzione:o batterai con la verga, ma lo salverai dal soggiorno dei morti]. "Qui diligit fllitun suum, assiduat itti flagella, ut laetetur in novissimo suo" (Eccli. 30, 1) [Traduzione: Chi ama il proprio figlio usa spesso la frusta per lui, per gioire di lui alla fine]. Pianga il fanciullo nella sua infanzia per i genitori piuttosto che questi debbano piangere per lui, quando sia cresciuto. "Equus indomitus evadit durus, et filius remissus evadit praeceps" (Eccli. 30, 8) [Traduzione: Un cavallo non domato diventa caparbio, un figlio lasciato a se stesso diventa testardo.].

Il pudore [come strumento di repressione]

I genitori devono anche badare di non offendere mai nel pudore i loro figliuoli (mentre si vestono, prendono il bagno, giuocano ecc.); devono invece assecondare e rafforzare a tempo debito questa tendenza così preziosa che la natura stessa ha posto in ogni fanciullo. Il naturale pudore, curato e non offeso da cattivi esempi nell'infanzia, sarà al giovanetto l'aiuto più grande per dominare più tardi gli stimoli sensuali.

Appunto per questo, è estremamente pernicioso il voler abituare il fanciullo ad una certa indifferenza, prendendo l'abitudine alla nudità. Chi agisce così dimostra di non conoscere a fondo la natura umana. Essa ha i suoi sacri misteri, che è superfluo voler penetrare, e non è possibile mettere impunemente in chiaro innanzi agli occhi del fanciullo, come sarebbe assurdo scalzare le radici di un albero. Questo metodo d'educazione potrebbe provocare nel fanciullo inutili domande e morbose curiosità.

Del resto, anche se si riuscisse così ad educare il fanciullo ad un certo grado di indifferenza, questo successo durerebbe appena qualche anno e sparirebbe certamente al 14- o 15' anno, al sopraggiungere della pubertà. Per ciò dobbiamo far sì, che ogni madre sia una conscia sacerdotessa e custode del naturale pudore del figlio fino dalla sua più tenera età.

Occorre anche biasimare i cosiddetti balli infantili, che si potrebbero molto spesso chiamare "sepoltura di gigli".

I vescovi ungheresi così si esprimono: "Rimaniamo colpiti dalla malizia che si trova spesso nelle compagnie e nei giuochi di fanciulli di appena nove o dieci anni, specialmente di quelli abbandonati a se stessi, che hanno per educatori la strada ed i molti cattivi istinti".

Potrebbe però qualcuno obiettare che i giovani, nella normalità dei casi, non sono abbandonati a se stessi. Ma quante sono le madri esemplari, che educano veramente i loro figliuoli, che osservano le parole della Sacra scrittura: "Hai dei figli? Ammaestrali e piegali dalla fanciullezza! Hai delle figlie? Custodisci il loro corpo!" (Jes. Sir 7, 25-27). Le associazioni, i balli, i divertimenti, i doveri di società sono passati in prima linea e in luogo della madre, è la serva che educa, persona spesse volte la più corrotta di tutta la casa. I fanciulli, in certe famiglie, vedono la mamma raramente, tutt'al più sono con lei, se essa li prende con sè al caffè, ove i piccoli possono divertirsi osservando le illustrazioni dei giornali umoristici — uno peggiore dell'altro — invece che rinvigorire il corpo e l'anima all'aria fresca e pura.

Oh! sorgano le madri veramente cristiane, conscie della sublime missione che il Signore ha loro affidato e dei relativi doveri 12(1).

Liberare la società dalla famiglia gerarchico-fascista è il progetto della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea e per farlo è necessario liberare l'Europa dalla "famiglia dei doveri", dove ogni componente ha doveri di ordine gerarchico, per sostituirla con la "famiglia dei diritti" in cui ogni soggetto manifesta la sua libertà di relazioni affettive svincolate da obblighi.

E' il concetto d famiglia dell'Unione Europea che nega valore morale alla "sacra famiglia cristiana" per assumere come valore i diritti dei singoli individui per affrontare in maniera soddisfacente la propria esistenza.

Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

[Pericle in Tucidide]

Qui in Europa dovremmo poter fare così.

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

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Tel. 3277862784

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