La forza d'animo e l'orgoglio è la forza di veicolare, attraverso la ragione, anche i più violenti moti dell'animo e tutte le passioni che emergono in noi. Questa forza, che noi chiamiamo autodominio, ha il suo posto nell'animo stesso ed è il motore dell'esistenza umana.
Marzo 2025: la filosofia metafisica della Religione Pagana.

22 marzo 2025 cronache della religione pagana
Riflessione sulle ideologie dopo le affermazioni
del Presidente del Consiglio dei Ministri sul Manifesto di Ventotene

Claudio Simeoni

Cronache mese di marzo 2025

22 marzo 2025

Riflessione sulle ideologie dopo le affermazioni
del Presidente del Consiglio dei Ministri sul Manifesto di Ventotene

Ernesto Rossi da "Un democratico ribelle" ed. Caos

Una riflessione va fatta sul trambusto provocato dal Presidente del Consiglio dei Ministri alla Camera quando, dopo aver citato alcuni passi del Manifesto di Ventotene ha fatto della dichiarazioni infamanti per la Patria e per le Istituzioni Democratiche suscitando l'ira dell'opposizione in parlamento e dei cittadini democratici.

Si tratta di un vecchio problema, sia psicologico che di organizzazione cerebrale, che separa le persone ideologicamente fasciste e naziste dalle persone democratiche.

Non stiamo parlando di "idee diverse" o di "una diversa visione del mondo o della politica", stiamo parlando di struttura neuronale cerebrale che produce un modo di pensare il mondo piuttosto che un altro. La struttura neuronale non è creata da un Dio pazzo, cretino e deficiente, ma, dato un patrimonio iniziale, viene costruita e adattata dalle scelte soggettive come risposta alle sollecitazioni dell'ambiente, parentale prima e sociale poi.

La caratteristica dell'organizzazione cerebrale del fascista è quella di separarsi dagli altri (come il Dio onnipotente della bibbia) mettendo in atto tentativi di dominio nei confronti degli altri che devono sottomettersi; inoltre non ha nessuna idea del mutamento, della storia, delle trasformazioni. Per lui, tutto è creato, tutto appare dal nulla. In queste condizioni neuronali, la sua realtà appare dal nulla creata dalla volontà di un essere superiore che identifica con Dio (al di là dei diversi nomi con cui può chiamare quel Dio).

Un fascista può presentarsi come democratico solo nella forma esteriore, quando le circostanze sociali censurano l'assolutismo fascista e lui si vergogna, per esempio, di manifestare odio per gli ebrei o per gli zingari. Allora si maschera, ma la sua mascheratura esprime sempre assolutismo privilegiando una "fazione sociale" contro un'altra in modo da favorire privilegi per una e doveri nei confronti della fazione sociale più debole magari denigrandola. Appena può, gli zingari vanno perseguitati e gli emarginati denigrati e offesi.

Innanzi tutto, chi è ideologicamente fascista è sempre un parassita sociale. Nel senso che non è in grado di produrre nulla che possa arricchire la società civile, ma tende sempre a piazzarsi nelle Istituzioni per dominare e comandare attribuendosi meriti del lavoro altrui e attribuendo, per contro attribuisce ad altri le "colpe" delle proprie inefficienze.

Ho impiegato quasi 20 anni per comprenderlo, quando come Federazione Pagana abbiamo aperto le porte a tutti coloro che volevano chiamare sé stessi "pagani". Alla fine, i finti Pagani non sono più riusciti a tollerare idee democratiche; se ne sono andati perché il parassitismo dell'ideologia fascista necessita di appropriarsi dei successi del lavoro di altri. Se questi altri non hanno il successo, che loro si aspettavano, cercano altri lidi presso i quali fare i parassiti.

La caratteristica del fascista è che ama Dio, il Dio dei cristiani che si vanta di aver assassinato l'intera umanità col diluvio universale, con cui si identifica e sul quale proietta il suo desiderio di onnipotenza.

Questo significa che per il fascista il mondo non è divenuto attraverso un processo della storia, ma è stato creato così com'è da Dio. Le libertà sociali non sono il prodotto di contraddizioni e di lotte che sono avvenute nel passato, ma sono create da Dio. Tant'è che i fascisti oggi al governo in Italia, si sono creati la farneticazione di una "civiltà cristiana" evoluta in contrapposizione ad altre che definiscono in maniera razzista volendo ignorare che le attuali libertà sociali sono state conquistate proprio lottando contro l'oscurantismo cristiano di cui il fascismo si fa paladino. Tali libertà possono continuare ad esistere fintanto che il cristianesimo sarà relegato nell'immondezzaio della storia dalla necessità di democrazia degli uomini che i fascisti rubano, pezzo per pezzo, per interessi che sono identificabili con gli interessi mafiosi.

Il cervello del fascista non concepisce un prima e un dopo.

Il cervello del fascista non è in grado di ricordare come nel 1941 l'Italia era a fianco nella Germania per sterminare la "razza inferiore slava" in nome della "razza italica". Una guerra di sterminio priva di obbiettivi strategici da raggiungere che non fosse la sottomissione e lo sterminio dei popoli.

Il macellaio Mussolini, alleato del macellaio Hitler, sterminava per il piacere di sterminare quei popoli che dovevano sottomettersi alle razze superiori.

Estendendo il concetto elaborato dai comunisti, "proletari di tutto il mondo unitevi", Spinelli, Rossi e Colorni, deportati dai terroristi fascisti a Ventotene elaborarono un sogno, quello di "popoli di tutto il mondo unitevi".

Il sogno divenne un manifesto.

Lo elaborarono nel 1941, nelle condizioni sociali che infuriavano nel mondo, provocate da Hitler e Mussolini.

In che cosa consisteva l'ideologia del fascismo a cui Spinelli, Rossi e Colorni, rispondevano col manifesto?

Scriveva Mussolini:

3. Anzitutto il fascismo, per quanto riguarda, in generale, l'avvenire e lo sviluppo dell'umanità, e a parte ogni considerazione di politica attuale, non crede alla possibilità né all'utilità della pace perpetua. Respinge quindi il pacifismo che nasconde una rinuncia alla lotta e una viltà - di fronte al sacrificio. Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla. Tutte le altre prove sono dei sostituti, che non pongono mai l'uomo di fronte a se stesso, nell'alternativa della vita e della morte. Una dottrina, quindi, che parta dal postulato pregiudiziale della pace, è estranea al fascismo così come estranee allo spirito del fascismo, anche se accettate per quel tanto di utilità che possano avere in determinate situazioni politiche, sono tutte le costruzioni internazionalistiche e societarie, le quali, come la storia dimostra, si possono disperdere al vento quando elementi sentimentali, ideali e pratici muovono a tempesta il cuore dei popoli. Questo spirito anti-pacifista, il fascismo lo trasporta anche nella vita degli individui. L'orgoglioso motto squadrista "me ne frego", scritto sulle bende di una ferita, è un atto di filosofia non soltanto stoica, è il sunto di una dottrina non soltanto politica: è l'educazione al combattimento, l'accettazione dei rischi che esso comporta; è un nuovo stile di vita italiano. Così il fascista accetta, ama la vita, ignora e ritiene vile il suicidio; comprende la vita come dovere, elevazione, conquista: la vita che deve essere alta e piena: vissuta per sé, ma soprattutto per gli altri, vicini e lontani, presenti e futuri.

Tratto da: Benito Mussolini, La dottrina del fascismo, terzo paragrafo, 1932, Enciclopedia Italiana.

All'ideale di sterminio e genocidio di Mussolini, Spinelli, Rossi e Colorni, opposero il concetto:

La caduta dei regimi totalitari significherà per interi popoli l'avvento della "libertà" sarà scomparso ogni freno ed automaticamente regneranno amplissime libertà di parola e di associazione.
Sarà il trionfo delle tendenze democratiche. Esse hanno innumerevoli sfumature che vanno da un liberalismo molto conservatore, fino al socialismo e all'anarchia. Credono nella "generazione spontanea" degli avvenimenti e delle istituzioni, nella bontà assoluta degli impulsi che vengono dal basso. Non vogliono forzare la mano alla "storia" al "popolo" al "proletariato" o come altro chiamano il loro dio. Auspicano la fine delle dittature immaginandola come la restituzione al popolo degli imprescrittibili diritti di autodeterminazione. Il coronamento dei loro sogni è un'assemblea costituente eletta col più esteso suffragio e col più scrupoloso rispetto degli elettori, la quale decida che costituzione il popolo debba darsi. Se il popolo è immaturo se ne darà una cattiva, ma correggerla si potrà solo mediante una costante opera di convinzione.
I democratici non rifuggono per principio dalla violenza, ma la vogliono adoperare solo quando la maggioranza sia convinta della sua indispensabilità, cioè propriamente quando non è più altro che un pressoché superfluo puntino da mettere sulla i. Sono perciò dirigenti adatti solo nelle epoche di ordinaria amministrazione, in cui un popolo è nel suo complesso convinto della bontà delle istituzioni fondamentali, che debbono essere ritoccate solo in aspetti relativamente secondari. Nelle epoche rivoluzionarie, in cui le istituzioni non debbono già essere amministrate, ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente. La pietosa impotenza dei democratici nelle rivoluzioni russa, tedesca, spagnola, sono tre dei più recenti esempi.

Tratto da: Manifesto di Ventotene, capitolo IV

La razza superiore mussoliniana procede allo sterminio dei popoli, Spinelli, Rossi e Colorni, sognano la rivoluzione dei costumi e del modo di guardare alla vita.

Ora, il Manifesto di Ventotene, a differenza di come suona nella testa del Presidente del Consiglio dei Ministri, non ha lo stesso suono e la stessa funzione di come suonano nella sua testa i vangeli e bibbia cristiana. La storia è una continua trasformazione; bibbia e vangeli sono delle "verità" che legittimano prepotenze, dittature e genocidio. Non producono nulla nel divenire umano, solo sofferenza e morte. Il Manifesto di Ventotene apre una prospettiva futura.

Il manifesto di Ventotene è una "condizione della storia" da cui le idee prendono forma; la bibbia e i vangeli sono i manuali di verità di un Dio che si dedica ad assassini stupri e genocidio.

Probabilmente al Presidente del Consiglio dei Ministri piace il genocidio. Una forma di genocidio sono i lager in cui imprigiona, per il proprio divertimento, gli extracomunitari. Imprigionare nei lager i deboli, senza che si possano imputare loro reati, è proprio di quel piacere dei parassiti sociali fascisti che, occupando un ruolo Istituzionale e disponendo di bande armate, esaltano l'ideologia mussolineana:

"Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla."

La guerra imposta dai fascisti non è mai una guerra di liberazione da qualche cosa che opprime le persone, ma è una guerra per il dominio e il diritto ad opprimere (come il Dio dei cristiani); non è mai un'azione volta a liberare le forse economiche e sociali di un paese, ma è una lotta per opprimere le forze economiche e sociali sia del paese, in cui l'ideologia fascista domina, sia di altri paesi che il fascismo ritiene "avversari" anche se la loro ideologia può essere ricondotta al comune contesto ideologico fascista (vedi Ucraina e Russia).

Come tutti i parassiti, Mussolini si guardò bene da imprimersi un sigillo di nobiltà, ma scappò come un "topo di fogna", dopo aver portato l'Italia allo sfascio, travestito da tedesco. Cosa diversa per Gheddafi o Saddam Hussein che hanno combattuto l'invasore come hanno potuto.

L'idea del manifesto di Ventotene prende corpo, un po' alla volta, e alimenta il desiderio di relazioni internazionali senza dover macellarsi. Si forma un'Europa Unita. Alcuni paesi iniziano ad unire le loro strutture economiche e iniziano a darsi regole come la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Europa che condanna ogni violenza contro i singoli cittadini.

In questo contesto, i portatori di ideologia fascista sono emarginati. Come parassiti sociali non sono in grado di produrre, di commerciare, di avere relazioni fra uguali. I fascisti si mascherano, il fascista De Gasperi si traveste da democristiano e gente ideologicamente fascista come Scelba, Andreotti, Fanfani, Rumor impediscono per decenni l'attuazione della Costituzione della Repubblica Italiana in nome dell'assolutismo di Dio.

Certamente, se qualcuno ha nella testa il modello sociale del Campo di concentramento di Auschwitz, solo perché ricopre il ruolo di Presidente del Consiglio dei Ministri, è intollerante ai diritti dei cittadini, tende a soffocarli, ad impedire ai cittadini di fruirne, e lavora per distruggerli. Solo che ignora che un giorno potrebbe non essere più Presidente del Consiglio dei Ministri e, nel suo modello sociale di Campo di concentramento di Auschwitz, anziché avere il ruolo di aguzzino, potrebbe assumere quello del ruolo di vittima.

Se il Presidente del Consiglio dei Ministri conoscesse davvero la sua bibbia saprebbe che lo sterminio è proprio dell'ideologia ebraica (ma probabilmente conosce molto bene il diritto al genocidio che Dio vuole attribuire a sé stesso), del "popolo eletto", finché qualcuno ha voluto essere più eletto degli ebrei, "la razza ariana" e la "razza italica", e in nome della bibbia ha messo gli ebrei nel campo di sterminio.

 

22 marzo 2025

La libertà di Dio

Dal giornale: La Repubblica

Nei regimi ideologicamente fascisti, la libertà di parola è solo attribuita a Dio. Dio ha diritto di parole, di insulto, di denigrazione, di offese, ed ingiurie. Gli uomini, i sottomessi, devono subire la libertà di parola di Dio e non hanno nessun diritto di rispondere a Dio con le loro opinioni.

Quando si costruisce un regime fascista all'interno di un regime, sempre fascista ma dalla parvenza liberale, si inizia col colpire le persone che per qualche ragione sono più esposte e che si permettono di esprimere opinioni diverse da quelle di Dio.

E' l'inizio, poi, dopo, tutto è in discesa. La repressione delle libertà delle persone dilaga come uno tsunami che travolge tutto e tutti in nome dell'assolutismo di Dio.

 

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Claudio Simeoni

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