Medusa - Musei Capitolini di Roma
Il neoplatonismo riprende e rielabora l'idea religiosa della reincarnazione delle anime con l'idea delle idee che si staccano dall'Uno e ritornano nell'Uno dove l'Uno altro non è che una sorta di idea del tutto che garantisce l'eternità. Una eternità tanto desiderata da essere uno dei fondamenti dell'ideologia di Nietzsche sull'"Eterno ritorno" in cui tutto si ripeterebbe ineluttabilmente perché tutto è già avvenuto.
La libertà dell'Uno di usare l'uomo è la libertà dello Stato di usare l'uomo per fini diversi dai bisogni dell'uomo. Come l'Uno è indifferente alle condizioni dell'uomo, così lo Stato assolutista è indifferente alle condizioni sociali dell'uomo. Un uomo che deve, al contrario, essere attento alle condizioni dello Stato rinunciando ai propri bisogni e alle proprie peculiarità. Questa condizione neoplatonica è la condizione che Evola, un altro filosofo del fascismo, contrappone a quello che chiama "bolscevismo".
Scrive Julius Evola:
Il mondo classico e mediterraneo ha esaltato il senso della dignità individuale, della differenza, dell'aristocrazia e della gerarchia: ha posto al di sopra di ogni altro l'ideale della cultura, nel senso di realizzazione di sé, di creazione di "tipi", di viventi opere d'arte esprimenti persone compiute. E nell'autarchia, fiorente dal dominio superbo di coloro che posseggono sé stessi, del tipo dorico ed omerico la cui purità è forza e la cui forza è purità, ha riconosciuto la "virtus" che fa comunicare l'umano col non-umano. La tradizione nostra non ha mai saputo di pietre incatenate nel cemento inafferrabile del vincolo collettivo, della legge meccanica, del despotismo sociale - ma valli e vette, forze a lato di forze e forze contro forze, organizzantesi liberamente in rapporti diretti ed organici - guerrieri, eroici e sacrificali, in atti di assoluto comando o di assoluta dedizione: nuclei fortemente individuati e solari, culminanti là dove l'imperium fu sentito come la presenza di una forza dall'alto. Quindi organizzazione in senso vero e vivente, non amalgama, non composto. L'individuo qui non è parte impersonale, ma membro collegato direttamente al tutto e costituente una funzione e una modalità di vita distinta ed irreducibile, che non va cancellata o livellata, ma portata ad essere sempre più perfettamente ed intensamente sé stessa per la maggior ricchezza e determinatezza del gran corpo del tutto.
La nostra tradizione ha celebrato gli "eroi", ha celebrato i dominatori, ha celebrato gli uomini-iddii. E se, a differenza di certe concezioni semitiche ed asiatiche, non ha staccato lo spirituale da questo mondo terreno, in modo inequivocabile ha tuttavia affermato il diritto sovrano della qualità, dell'idea e della sapienza su tutto ciò che è pratico e condizionato che esse debbono dominare mediante l'atto di persone compiute nello stesso modo che il significato domina la parola e l'anima il corpo. E nella pax profunda propiziata dalla potenza romana diffuse attraverso tutto il bacino mediterraneo la luminosa civilizzazione dello ellenismo.
Nella sensazione dell'unità immanente essa destò altri occhi, altre orecchie, altre membra di potenza che non quelle conosciute dai nuovissimi barbari. Invece di materializzare e meccanizzare persino l'umano, essa sentì forze viventi ed immortali in atto dietro a ciò stesso che i moderni nomano materia e legge meccanica, e stabilì contatti reali con esse a mezzo del rito e del simbolo, onde destò in colui a cui essa dette nome di "dio in carne" (en sarki peripolòn theosy il senso di esser "tutto in tutto, composto di tutti i poteri" (Corp. Hermet.), libero come "un mondo nel mondo" (Plotino) pur nel suo non esser che sé stesso, nella gerarchia degli esseri. E l'impero - non la promiscuità bolscevica, non il federalismo e il democratismo delle moderne società - coronava logicamente questa concezione, e la sua gerarchia armoniosa acquistava il senso di riflesso e di simbolo della gerarchia del mondo intellettuale e divino. E' tutta una diversa concezione del mondo delle cose, della vita, non come una escogitazione filosofica, ma come qualcosa di vivente nello stesso sangue, e trasponentesi come significato in seno a tutte le attività, variamente articolate ma organizzantesi tutte intorno ad un asse unico. La contingenza dei tempi l'ha gradatamente sepolta, e la grande ombra del1'"Ente senza forma" incombe per ultimo come la sua negazione definitiva.
Saprà oggi l'Italia rievocare tale tradizione? Farla rivivere sia pure in altre forme, in altri spiriti, in altre potenze? Il bolscevismo ha visto e l'ha dichiarato per bocca di uno dei suoi principali ideologi. "Il grande ostacolo che sta dinanzi all'uomo nuovo è il mondo romano-germanico ", Se l'Italia, che oggi nell'Aquila e nel Fascio ha appunto ripreso il simbolo di tale mondo, saprà volere sino in fondo, con opera tenace, dura e profonda, tutto ciò che come tradizione mediterranea sta dietro a questo simbolo, essa si leverà al disopra della contingenza di una nazione particolare, ed assurgerà a segnacolo della difesa dell'Occidente dinanzi al pericolo bolscevico-americano.
Julius Evola, Americanismo e bolscevismo, Nuova Antologia, 1929. Saggio ripubblicato in "I saggi della nuova antologia", Edizioni di Ar, 1970, pag. 83-86
La visione neoplatonica di Plotino diventa, di fatto, la visione dello Stato, l'Uno, del fascismo e del nazismo dove l'individuo è eroe solo nella dimensione di uno Stato libero di agire arbitrariamente contro i cittadini, libero da ogni forma di controllo, al quale i cittadini si devono sottomettere e al quale devono obbedire.
Si tratta indubbiamente di una forma religiosa di Roma anche se è giunta dalla Grecia come ideologia propria di Platone che già delineava la forma dello Stato che determina i comportamenti di ogni singolo individuo in funzione dei propri interessi fino al controllo delle relazioni sessuali individuali.
Ogni setta o ogni gruppo sociale che fa propria l'ideologia di Plotino o del neoplatonismo deve, di fatto, separarsi dalla società per mantenere il controllo sui singoli individui, Come nella Massoneria, nei gruppi esoterici o magistici, o nei gruppi criminali, come la mafia o altro.
Il neoplatonismo a Roma tramonta con l'arrivo del cristianesimo.
Il cristianesimo è una forma di "Religione Tradizionale romana"?
Quando io, Claudio Simeoni, tenni la prima conferenza nel settembre del 1996 a Marghera, in uno dei punti della conferenza, affermai:
" ... noi come Pagani Politeisti imputiamo all'imperatore romano quale uomo-dio la responsabilità di aver distrutto il Paganesimo come prologo all'arrivo di un altro uomo-dio. In altre parole il cristianesimo perfeziona ciò che Augusto aveva iniziato."
Il cristianesimo costruisce il sincretismo fra l'imperatore, che viene identificato con Dio, lo Stato padrone di uomini a cui gli uomini devono obbedienza e deferenza, Dio, l'imperatore e lo Stato sono la trinità voluta da Costantino al Concilio di Nicea dove Dio diventa il controllo religioso incarnato nel papa cattolico.
La naturale evoluzione dell'idea di Scipione nato dalla luce divina e di Augusto figlio e protetto da Zeus vengono divinizzati (o santificati) allo stesso modo che l'accademia procedette a divinizzare Platone. L'azione del successore di Platone all'Accademia, santificando Platone, si trasforma in un'idea astratta che, diventata normale nella mitologia che riguarda i figli di Dèi, rende del tutto normale l'idea del figlio di Dio, che diventa Dio esso stesso. L'idea cristiana dell'uomo figlio del Dio era un'idea presente nelle Antiche religioni. Il figlio del Dio, in quanto detentore di potere divino, aiuta gli uomini a risolvere i loro problemi. Il cristianesimo introduce una novità, apparentemente banale, ma capace di capovolgere l'idea religiosa, per la cultura di allora. L'uomo-Dio dei cristiani non aiuta gli uomini, ma distribuisce "favori", miracoli, in cambio di sottomissione. Tutti si devono sottomettere a Gesù e in cambio della loro sottomissione Gesù distribuirebbe favori. Questa condizione si adatta perfettamente anche all'ambiente neoplatonico dove non si capiva bene che cosa dava l'Uno agli uomini che, comunque, ritornavano all'Uno, dal momento che l'Uno è immodificabile.
In questa visione d'insieme si fissa l'idea dello Stato assolutista, imperiale, monarchico, dittatoriale, ecc. Un'idea che è arrivata fino ai giorni nostri dove Mussolini, pur usando l'idea dell'Uno come Stato assoluto a cui gli uomini si devono sottomettere, afferma:
12. Lo Stato fascista non rimane indifferente di fronte al fatto religioso in genere e a quella particolare religione positiva che è il cattolicismo italiano. Lo Stato non ha una teologia, ma ha una morale. Nello Stato fascista la religione viene considerata come una delle manifestazioni più profonde dello spirito; non viene, quindi, soltanto rispettata, ma difesa e protetta. Lo Stato fascista non crea un suo "Dio" così come volle fare a un certo momento, nei delirii estremi della Convenzione, Robespierre; né cerca vanamente di cancellarlo dagli animi come fa il bolscevismo; il fascismo rispetta il Dio degli asceti, dei santi, degli eroi e anche il Dio così come visto e pregato dal cuore ingenuo e primitivo del popolo.
Tratto da: Benito Mussolini, La dottrina del fascismo, dodicesimo paragrafo, 1932, Enciclopedia Italiana.
Il fascismo mussoliniano pretende di prendere su di sé la "gloria" dell'impero di Roma, nel farlo riafferma il diritto del cristianesimo di possedere gli uomini perché l'ideologia fascista consiste nel possedere gli uomini sostituendo lo Stato a Dio. Robespierre sentiva la necessità di combattere il Dio cristiano che era il vero nemico da combattere per liberare l'uomo dalla sottomissione; Mussolini non combatte il Dio dei cristiani, ma lo sostituisce con lo Stato che, come Dio, sottomette gli uomini alla sua volontà.
Il cattolicesimo è una religione della "Tradizione Romana"?
E' come dire: "la divinizzazione dell'imperatore Augusto o elevare a divinità Giulio Cesare, fa parte della tradizione romana?" Eppure, parliamo di chiesa di Roma, il cattolicesimo, che imita l'imperatore romano in una visione assolutista della realtà. Il Vaticano, ancor oggi, è una monarchia assoluta.
A Roma si sono espresse queste tradizioni religiose, ma se ne sono espresse altre delle quali non ho parlato. Ad esempio, la vicenda dei Baccanali condannata dal Senato romano. Oppure, l'arrivo a Roma dei culti misterici siriaci o Egiziani. Cibele, ad esempio, oppure i culti di Iside o i misteri di Eleusi. Tutti questi culti non arrivarono mai a controllare lo Stato, ma erano molto seguiti a Roma fra il I sec. a. c. e il V secolo d. c.
Marghera, 05 febbraio 2021
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
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Tracce del tempio di Mater Matuta - Roma