Stoicismo e romanità fascista

Seguire la Religione di Roma Antica
Capitolo Quarto

di Claudio Simeoni

Medusa - Musei Capitolini di Roma

Stoicismo e romanità fascista

Roma non ha un'ideologia religiosa scritta alla maniera dei filosofi stoici o platonici. L'ideologia religiosa di Roma sta nelle sue feste e nelle sue celebrazioni. Per ricostruire l'ideologia di Roma sarebbe necessario significare ogni singola celebrazione religiosa, per quanto riguarda il culto pubblico e ufficiale, che si svolge nell'arco dell'anno. Questo contribuirebbe, sia pur a livello formale, a dare un'idea delle dinamiche religiose a Roma prima dell'avvento dell'impero. A noi sono pervenuti alcuni dati sulla descrizione delle festa o dei rito di celebrazione, ma tutto il significato, che a quei tempi era chiaro ai singoli cittadini, spesso non ci è pervenuto.

Questa è stata la debolezza della religione di Roma all'arrivo della filosofia religiosa stoica e platonica. Panezio di Rodi fu a Roma fra il 120 e il 130 a. c. e, attraverso il Circolo degli Scipioni, diffuse l'ideologia stoica della supremazia dell'uomo sull'uomo. Stoico fu anche Cicerone che apprese lo stoicismo in Grecia quando fu costretto all'esilio per aver assassinato i seguaci di Catilina. Stoico fu Seneca. E' indubbio che lo stoicismo giocò un ruolo ideologico importante nel passaggio dalla repubblica all'impero. Lo stoicismo, veicolato a Roma dall'antipopolare (nel senso di nemico del "popolo") Cicerone (aristocratico che combatteva i poveri, un Trump di allora) e da Seneca divenne una sorta di ideologia dell'impero a differenza dell'epicureismo che, al contrario dello stoicismo, era indifferente alla "gestione del potere". Il pensiero stoico, nelle varie interpretazioni, fu il pensiero religioso imperante a Roma sicuramente fino alla morte di Marco Aurelio.

Si può dire che il pensiero religioso stoico faccia parte della tradizione religiosa romana? Era stato introdotto alla stessa stregua dei culti di Iside ed egiziani solo che mentre i culti di Iside riguardavano le persone, agli Stoici interessava il potere e il dominio di Roma.

Ora a noi interessa questo: chi oggi come oggi afferma di seguire la tradizione di Roma applicando principi stoici; come li pensa e li considera?

Con un copia incolla riassumo l'ideologia stoica in poche parole:

"Destino, provvidenza e ragione si identificano tra di loro con Dio e tutto ciò è necessario per l'esistenza del bene, anche se gli stoici non negano l'esistenza del male. Su tale convinzione essi basano il loro finalismo che ha funzione antropocentrica, ossia che tutto è prodotto per il bene dell'uomo."

Come viene interpretato questo? Non si può negare che lo Stoicismo fu un'ideologia del dominio. Fu funzionale all'aristocratico Cicerone contro i "plebei" e fu funzionale a Seneca per controllare Nerone. Cicerone compre, mentre era in elisio in Grecia, la necessità di dotarsi di una filosofia religiosa capace di legittimare il possesso delle persone da parte degli aristocratici contro le pretese di giustizia sociale del "populares". Fino all'esilio in Grecia Cicerone non si era mai occupato di filosofia. Lui era l'aristocratico che dominava Roma e controllava i tribunali per condannare i suoi nemici politici (vedi Clodio). Poi si rese conto che la corruzione e il denaro non bastavano più per dominare le persone era necessaria una filosofia, una religione che legittimasse il suo potere perché la Religione di Roma Antica spingeva per l'uguaglianza fra gli uomini e non legittimava l'assolutismo.

Suonano stoiciste le affermazioni di Benito Mussolini quando dice:

13. Lo Stato fascista è una volontà di potenza e d'imperio. La tradizione romana è qui un'idea di forza. Nella dottrina del fascismo l'impero non è soltanto un'espressione territoriale o militare o mercantile, ma spirituale o morale. Si può pensare a un impero, cioè a una nazione che direttamente o indirettamente guida altre nazioni, senza bisogno di conquistare un solo chilometro quadrato di territorio. Per il fascismo la tendenza all'impero, cioè all'espansione delle nazioni, è una manifestazione di vitalità; il suo contrario, o il piede di casa, è un segno di decadenza: popoli che sorgono o risorgono sono imperialisti, popoli che muoiono sono rinunciatarii. Il fascismo è la dottrina più adeguata a rappresentare le tendenze, gli stati d'animo di un popolo come l'italiano che risorge dopo molti secoli di abbandono o di servitù straniera. Ma l'impero chiede disciplina, coordinazione degli sforzi, dovere e sacrificio; questo spiega molti aspetti dell'azione pratica del regime e l'indirizzo di molte forze dello Stato e la severità necessaria contro coloro che vorrebbero opporsi a questo moto spontaneo e fatale dell'Italia nel secolo XX, e opporsi agitando le ideologie superate del secolo XIX, ripudiate dovunque si siano osati grandi esperimenti di trasformazioni politiche e sociali: non mai come in questo momento i popoli hanno avuto sete di autorità, di direttive, di ordine. Se ogni secolo ha una sua dottrina, da mille indizi appare che quella del secolo attuale è il fascismo. Che sia una dottrina di vita, lo mostra il fatto che ha suscitato una fede: che la fede abbia conquistato le anime, lo dimostra il fatto che il fascismo ha avuto i suoi caduti e i suoi martiri. Il fascismo ha oramai nel mondo l'universalità di tutte le dottrine che, realizzandosi, rappresentano un momento nella storia dello spirito umano.

Tratto da: Benito Mussolini, La dottrina del fascismo, tredicesimo paragrafo, 1932, Enciclopedia Italiana.

Affermare di seguire la tradizione romana riproponendo idee proprie dello stoicismo implica una scelta ideologica precisa che lascia ben poco alla discussione. Un individuo non sceglie l'ideologia stoica perché l'ideologia stoica ha qualche cosa da dargli, ma la sceglie perché la può usare nei confronti di altre persone. In fondo, questa è l'idea chiave del sovranismo.

Il sovranismo, come il fascismo, si caratterizza per il pensiero Stoico come in queste citazioni.

Fa parte integrante dell'etica stoica la negazione totale del valore dell'emozione (pathos). Essa infatti non ha alcuna funzione nell'economia generale del cosmo che ha provveduto in modo perfetto alla conservazione e al bene degli esseri viventi, dando agli animali l'istinto e all'uomo la ragione. Le emozioni invece non sono provocate da forze o situazioni naturali: sono opinioni o giudizi dettati da leggerezza, perciò fenomeni di stoltezza e di ignoranza consistenti nel "giudicare di sapere ciò che non si sa"

E ancora:

L'ordine razionale del mondo, come dirige la vita di ogni singolo uomo, dirige quella della comunità umana. Ciò che si chiama giustizia è l'a- zione, in questa comunità, della stessa ragione divina. La legge che si ispira alla ragione divina è la legge naturale della comunità umana; una legge superiore a quelle riconosciute dai diversi popoli della terra, perfetta, quindi non suscettibile di correzioni o miglioramenti. Cicerone in una pagina famosa così esprimeva il concetto di questa legge: "Vi è certo una vera legge, la retta ragione conforme a natura, diffusa fra tutti, costante, eterna, che con il suo comando invita al dovere e con il suo divieto distoglie dalla frode ... Essa non sarà diversa a Roma o ad Atene o dall'oggi al domani, ma come unica, eterna, immutabile legge governerà tutti i popoli e in ogni tempo"

Tratto da: Nicola Abbagnano, Storia della filosofia, Gruppo editoriale l'Espresso, Vol 1, 2006?, pag. 337-338

L'ideale stoico è imporre all'uomo l'apatia. Il non coinvolgimento nelle emozioni del mondo perché "l'economia generale del cosmo" ha dato all'uomo la ragione e agli animali l'istinto. L'uomo, costretto a rinunciare alle proprie emozioni, alle proprie passioni, diventa un oggetto d'uso dello Stato in nome della legge divina. La legge superiore, riconosciuta dai vari popoli della terra impone all'uomo l'obbedienza, la sottomissione al dovere e all'obbedienza del più debole nei confronti del più forte. Questa richiesta di obbedienza è una condizione naturale che deve, secondo gli stoici, essere accolta come legge naturale. L'immutabile legge che governerà tutti i popoli.

Cicerone, costretto all'esilio per aver violato le leggi cerca qualche cosa che rendesse ingiusto il suo esilio. Cicerone, il padrone di Roma costretto all'esilio per aver violato la legge di Roma. Quella legge democratica che processa o può processare ogni cittadino. Ma se i suoi nemici fossero costretti all'apatia, e ad obbedire per dovere a lui da una legge "naturale", allora lui, Cicerone, fisserebbe il proprio potere. Lo stoicismo diventa uno strumento di potere che Cicerone svilupperà sviluppando un'ideologia in cui lo Stato impone ai doveri ai sudditi condannando le emozioni.

Il soldato fascista non ha emozioni, non ha passioni, obbedisce agli ordini e nell'obbedire agli ordini si pensa assolto da ogni atrocità perché le atrocità le ha commesse per ordine dello Stato; per ordine di quella legge naturale che gli impone di agire senza emozionarsi e che il fascismo chiama "coraggio".

Questa idea fascista di Roma Imperiale che conquista il mondo si inserisce nell'idea cristiana del "popolo eletto". Il popolo che in nome e per conto di Dio ha la missione di conquistare il mondo. Le figure esaltate sono quella di Giulio Cesare, Cesare Augusto, Marco Aurelio. Si sottolineano le conquiste di Roma e non i principi sociali di Roma in relazione ai popoli con cui Roma entrava in relazione.

 

Marghera, 03 febbraio 2021

 

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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